Emozionante e commovente, il nuovo film del regista di Juan Antonio Bayona (The orphanage, The impossible, per citare due pellicole celebri), stupisce per delicatezza e drammaticità con un’amarezza di fondo foriera ai film Disney.
A monster callso meglio, Sette minuti dopo la mezzanotte, dal bestseller di Siobhan Dawd e Patrick Ness è la storia della vita “agra” del giovane Conor O’Malley, che notte dopo notte è sconvolto da terribili incubi in cui vede sé stesso non riuscire a salvare la madre da una minaccia incombente, inghiottita in un lembo di terra cimiteriale, in un abisso senza scampo. Metaforicamente il transfert “notturno” si ripercuote nella quotidiana esistenza del ragazzino, nella vicenda drammatica della madre malata terminale, nella nonna (l’ottima “alien” Sigourney Weaver) apparentemente distante dal modo di pensiero di questo nipote che rifugge nei sogni il suo disagio sia psicologico che soprattutto scolastico (Connor è preda di continui attacchi di bullismo da alcuni compagni di classe).
I sogni e il lato più adeguatamente “feroce” e sopito del giovinetto, si mostreranno nella loro verve più dolorosa e amara nel “mostro”, un maestoso albero dalle sembianze di Liam Neeson, che sette minuti dopo mezzanotte appunto, farà visita al giovane Connor raccontandogli tre storie che lo aiuteranno in qualche modo a guardare con altri occhi la tragedia imminente.
Con un prezzo da pagare.
Quello di una quarta storia maturata dentro la verità nascosta di Connor, nel silenzio amaro del coraggio e non ultimo di una scelta che potrà salvare se non il corpo, almeno il suo spirito. Una storia che Connor dovrà avere la forza di raccontare fino in fondo per sé stesso o almeno, per la stessa madre.
Difficile rimanere indifferenti a un film così complesso. Sette minuti dopo la mezzanotte, come il romanzo omonimo tratta diversi generi: superficialmente rappresenta un romanzo di formazione, intrapreso da Connor O’Malley verso il contorto e difficile mondo adulto, nell’accettazione e soprattutto nella consapevolezza del dolore, ma trascende tuttavia gli stilemi della pellicola di genere. Il film di Bayona riesce a confondere la fantasia con la realtà attraverso raffinati intermezzi artistici in cui ciò che sembra essere una combinazione di inchiostro ed acquerello bagnato prende vita davanti agli occhi dello spettatore alternandosi al clima grigio britannico della storia reale.
E’ un film pregno di emozioni, Sette minuti dopo mezzanotte. Parla di morte, di fantasia, di rabbia, di dolore.
Ma parla soprattutto di arte creando sin da subito con l’accattivante sceneggiatura e la ricercata musica un’empatia con lo spettatore grazie agli effetti speciali (primi tra tutti la caratterizzazione di Liam Neeson- albero) e al gioco di sguardi tra il “piccolo uomo” emotivo, selvaggio e il “paterno” albero.
Il film che colpisce proprio per l’incontro diretto con la malattia e la morte di un proprio caro, ancora prima che sia cresciuto, trascina nelle due orette scarse un peso nello spettatore che si porterà dietro fino alla fine, quando Connor svelerà la sua verità, lasciando quindi “scorrere quelle lacrime” finora trattenute a fatica.
L’innocenza di un adolescente compatito, irrequieto, solo e al tempo stesso “invisibile agli occhi degli altri” (potente la scena in cui il bullo di situazione, stanco di picchiarlo, decide di trascurarlo considerando il suo carattere cupo e pesante senza capire che dentro di lui urla un dolore muto e segreto), fa tanta letteratura di genere ma riesce a raccontare una storia drammatica con toni delicati e dolci. E proprio questo stile rende Sette minuti dopo la mezzanotte un prodotto degno di nota nel panorama Disney, nel legame di iniziale diffidenza col “mostro” nasce poi quel supporto e quella comprensione reciproca alla ricerca di un sofferto tentativo di normalità.
Tocca le corde intelligentemente il film di Bayona ma va dritto al cuore. E L’interpretazione del giovane Toby Kebell, della segnata Sigourney Weaver e di Liam Neeson (in stop motion digitale) rimangono come dono per occhi e cuore in una favola dark gotica a metà tra formazione e fantasia.
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