Woman in Gold |
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Un film di Simon Curtis.
Con Helen Mirren, Ryan Reynolds, Daniel Brühl, Katie Holmes.
continua»
Titolo originale Woman in Gold.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- USA, Gran Bretagna 2015.
- Eagle Pictures
uscita giovedì 15 ottobre 2015.
MYMONETRO
Woman in Gold
valutazione media:
2,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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UNA STORIA VERAdi Luigi ChiericoFeedback: 36971 | altri commenti e recensioni di Luigi Chierico |
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lunedì 19 ottobre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film che avrebbe potuto essere un ottimo per tutto se soltanto fosse stata fatta giustizia non solo al quadro bellissimo di Gustav Klimt che ritrae Adele moglie di Ferdinand Bloch Bauer,zia di Maria Altmann,ma all’intera sua famiglia. Maria Altmann, egregiamente interpreta tata da Helen Mirren,regina inglese del cinema(vedi The queen del 2006),vincerà la sua lunga battaglia proprio invocando che fosse fatta giustizia all’Austria. La trama del film si riduce in poche parole: una disputa giuridica per riprendere un quadro dipinto nel 1907 e sottratto nel 1938,durante il periodo dell’annessione dell’Austria alla Germania. La vicenda avrebbe avuto maggior interesse se pi spesso trasferita nel tempo e nello spazio. Forse è vero quel che dice Maria:”I giovani dimenticano”. Si è visto tanto sulla persecuzione degli ebrei,ma per questa storia vera il regista Simon Curtis non doveva perdere l’occasione per riproporla nella sua crudezza affinché gli spettatori si potessero immedesimare e sentirsi essi stessi derubati e legittimati ad agire come Maria Altmann.La scena dell’invasione nella casa di Adele in cui si assiste alla sottrazione dei beni della famiglia ebrea è troppo fugace per lasciare il segno e lo sdegno negli spettatori. Peraltro la ricchezza di questa famiglia non la si giustifica se non nelle parole “quando siamo venuti qui eravamo poveri,ma abbiamo lavorato sodo per diventare quelli che siamo”. I tanti componenti delle famiglie di Maria e di Adele che non sono riusciti ad espatriare hanno subito sorti diverse e c’è chi ha conosciuto le atrocità dei campi di sterminio. E’ questa terribile realtà che fa pretendere a Maria il diritto di riavere ciò che fu indebitamente sottratto con la violenza alla sua famigli per il mutato stato che ha portato i ricchi e padroni ad essere invece privati di tutto. Helen Mirren, Ryan Reynolds, rispettivamente Maria e l’avv.Randol Schoenberg attraverso mille difficoltà conducono benissimo la loro battaglia tra burocrazia e leggi, tra arroganza e pretesi diritti, ed il finale di Maria Altmann non è un una difesa a far valere un suo sacrosanto diritto quanto un’accusa,ma una vera e propria invettiva contro coloro che nel nome dell’Austria si sono e continuano a ricoprirsi di una vergognosa persecuzione che non conosce termine. Un finale che soddisfa anche il pubblico che per circa 2 ore ha sostenuto Maria in un’impresa che sembrava impossibile. Peccato che neanche nel finale il regista abbia cercato di salvarsi, nascondendo, le conclusione di una bellissima storica vicenda,in coda al film, quando oramai il pubblico volge le spalle allo schermo. Apprezzabilissima la fotografia,le tante magnifiche riprese dall’alto di Los Angeles di Vienna ed ancora su Washington.Dalle feste in casa di Adele alle aule di Tribunale e Corte Suprema,a quelle nella piazza di Vienna dove ha sede l’incontro legale,al cui centro si erge la statua di Athena,dea di una Giustizia tante volte calpestata,allora come oggi; se la dea ancora nell’Olimpo di quanti giudici avrebbe fatto Giustizia e trasformati in serpenti da porre sul suo elmo. Felice l’idea di far rivivere il presente col passato, non come ricordo ma come cosa reale,un far tornare in vita fantasmi di persone e luoghi tanto cari e mai dimenticati. In definitiva è un film che va sedimentato prima di poterlo correttamente qualificare. Per gli amanti dell’arte basta aver avuto la possibilità di ammirare lo splendido quadro di Gustav Klimt per farlo qualificare ottimo.
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