Secondo lungometraggio di Ascanio Celestini che per il surrealismo e l'essere popolato da personaggi stralunati e completamente distaccati dalla massa non si discosta molto dalla sua prima opera "La Pecora Nera", sebbene la trama sia completamente differente.
Ascanio Celestini è il protagonista di buon cuore e generoso che vive trascorrendo le proprie giornate bevendo birra in un bar di periferia, facendosi seguire nei suoi giri da un ragazzo adolescente, figlio di un'amica prostituta, incontrando individui, anch'essi ai margini, di ogni sorta ed organizzando delle sorte di "truffe" più o meno bonarie a danno di alcuni malcapitati.
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Secondo lungometraggio di Ascanio Celestini che per il surrealismo e l'essere popolato da personaggi stralunati e completamente distaccati dalla massa non si discosta molto dalla sua prima opera "La Pecora Nera", sebbene la trama sia completamente differente.
Ascanio Celestini è il protagonista di buon cuore e generoso che vive trascorrendo le proprie giornate bevendo birra in un bar di periferia, facendosi seguire nei suoi giri da un ragazzo adolescente, figlio di un'amica prostituta, incontrando individui, anch'essi ai margini, di ogni sorta ed organizzando delle sorte di "truffe" più o meno bonarie a danno di alcuni malcapitati. In una girandola di personaggi fuori del comune e di avvenimenti singolari, egli (involontariamente o no?) incapperà in un incidente stradale che gli procurerà il ricovero urgente in ospedale.
La vicenda risulta praticamente senza spessore, in ogni caso di poca importanza in quanto in questa pellicola è importante più che altro la figura del personaggio stesso impersonato da Celestini: un uomo, come tanti, distaccato per sua natura e per il suo vissuto dalla massa omologata e per questo da questa considerato ovviamente come persona "atipica", generoso ma anche sofferente per i mali e le brutture del mondo o, meglio, della società contemporanea in generale, capace di trovare conforto nell'affetto di poche persone, quelle sole che lo comprendono e sognando (auspicando con o senza speranza ad una realtà migliore) personaggi fantastici ma belli esteriormente ed interiormente puri come la figura femminile vestita da sposa che dà il titolo alla pellicola.
In questa favola surreale sicuramente Ascanio Celestini ha centrato il bersaglio, ha, cioè, diretto un'opera simbolica e, si può dire, evanescente, ma egli fa così in tutte le sue creazioni ed alla fine, mi sembra, non dica più nulla di nuovo risultando un poco ripetitivo.
Per chi apprezza il suo linguaggio.
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