Titolo internazionale | Long Live the Bride |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia, Belgio |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Ascanio Celestini |
Attori | Ascanio Celestini, Alba Rohrwacher, Salvatore Striano, Francesco De Miranda Veronica Cruciani, Pietro Faiella, Mario Sgueglia, Gianni D'Addario, Corrado Invernizzi, Barbara Valmorin, Dora Romano, Mimmi Gunnarsson, Mimi Gunnarsson, Francesco Acquaroli, Pieraldo Ferrante, David Gallarello, Diego Maiello, Mauro Marchetti (II), Alessandro Novelli, Paolo Perinelli, Gabriele Picciotto, Laura Riccioli, Annamaria Spalloni, Matteo Vignati, Marco Zangardi. |
Uscita | giovedì 22 ottobre 2015 |
Distribuzione | Parthénos |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,90 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 26 ottobre 2015
Passa una bellissima donna bionda tra le vite di poveri cristi. Una sposa che fa voltare tutti. Guardare la sposa li aiuta a sopravvivere, ma poi la vita vera è un'altra.
CONSIGLIATO SÌ
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Nicola passa il tempo bevendo e fingendo che sta smettendo di bere. Questa è la storia sua e di tanti altri personaggi che incontra per un destino o per caso come in un road movie. Perciò è anche la storia di Sabatino che truffa le assicurazioni. Pure il Concellino vive truffando le assicurazioni, ma vuole fare carriera. È la storia di Salvatore, figlio di Anna e forse anche di Nicola, ma Anna è una prostituta e non lo sa chi è il padre di suo figlio. È la storia di Sofia che dice che scappa in Spagna con l'amica. Lo dice, ma poi resta a Cinecittà. È la storia dell'Abruzzese che fa il carrozziere, ma anche il parcheggiatore notturno. È la storia di Sasà che una notte finirà peggio di tutti nella stanza di una questura di periferia. E in mezzo a tutte queste storie c'è quella dell'americana che gira l'Italia vestita da sposa.
Quella di cui sopra è la sintesi della trama che si può trovare sul catalogo delle “Giornate degli Autori” del Festival di Venezia 2015 ed espone con precisione tutte le vicende che percorrono il film di Celestini. A fare da fondamentale trait d’union è appunto Nicola ma si potrebbe chiamare anche Ascanio perché lo sguardo di comprensione con cui l’attore/regista si rivolge all’umanità dolente (ma non del tutto vinta) che popola il film è il suo.
A fare da bussola e da chiave di lettura è la battuta pronunciata da Nicola/Ascanio in apertura e che ribalta il finale del Pinocchio collodiano. L’essere umano è buffo, meglio il burattino. Perché l’essere umano celestiniano è fragile e contraddittorio. Cerca il prossimo ma al contempo lo teme. Fa propositi che poi non mantiene e cerca di sopravvivere ai margini del luogo dove la finzione si fa arte (Cinecittà). Anche vivendo al limite della legalità o addirittura superandolo cercando una bellezza che è negata sia dagli esterni che dagli interni, siano essi un’abitazione/ricovero degradata o un bar di periferia ultimo approdo di chi vorrebbe raggiungere un porto sicuro. Magari con in mano una bottiglia di vino con un fiocco rosso.
Dicevo, gli effetti speciali nei film di "celeste" si evidenziano nella normale umanità che si dimena nel quotidiano. Credendo, a volte sperando di non "essere". Poi vedo una consapevolezza marginale che non rende eroi, non c'è redenzione o un ipocrito lieto fine che corrompa la sorte. Rimane tutto come all'inizio, quasi a dirti che non bastano 85 minuti per risolvere e svoltare.
Secondo lungometraggio di Ascanio Celestini che per il surrealismo e l'essere popolato da personaggi stralunati e completamente distaccati dalla massa non si discosta molto dalla sua prima opera "La Pecora Nera", sebbene la trama sia completamente differente. Ascanio Celestini è il protagonista di buon cuore e generoso che vive trascorrendo le proprie giornate bevendo birra [...] Vai alla recensione »
Impossibile non provare un moto di tenerezza per questi personaggi che si arrangiano come possono e che nelle loro disgrazie si danno comunque una mano. Ho amato in particolare il personaggio di Sasà interpretato dal bravissimo Salvatore Striano.
L'idea, a tratti apprezzabile, ed il suo opposto, ovvero la pesante mano dell'autore che tutto sommerge e tutto svilisce. Ciò che ne resta è un'opera didascalica ed autoreferenziale di cui non si sentiva alcun bisogno. Peccato, occasione persa.
L'Idea, a tratti apprezzabile, ed il suo opposto, ovvero la pesante mano dell'autore che tutto soffoca e tutto svilisce. Ciò che ne resta è un'opera didascalica ed autoreferenziale di cui non si sentiva alcun bisogno. Peccato, occasione persa.
Non siamo al livello de La Pecora Nera. Lento, prevedibile, personaggi simili a macchiette. Celestini non ha resisto alla tentazione di proporre alcuni monologhi che danno l' impressione di corpi estranei e rimandano ad altro tipo di film. Direi film incompiuto, da rimandare a settembre.
Tenuto ai margini in maniera francamente ingenerosa alla Mostra del Cinema di Venezia 2015, Viva la sposa di Ascanio Celestini merita più di un plauso per le modalità di racconto, messa in scena e rappresentazione che porta in dono. Difficile descrivere con precisione timbri e ironie di un'opera contemporaneamente disperata e piena di vitalità, dove si assiste - più che alla descrizione di un quartiere - a una vera e propria micro-cosmogonia di personaggi e situazioni periferiche.
Imprevedibile Ascanio Celestini. Quando ha presentato alle Giomate degli autori, a Venezia, il suo nuovo film, Viva la sposa, Stefano Disegni ha fumettato su di lui dicendo di amarlo quando fa teatro. Come dire che il cinema rimane estraneo al nostro. Eppure Ascanio intriga quando nei panni del protagonista Nicola è sempre attaccato alla bottiglia, fingendo di smettere.
Un poco simile al borghese Zeno di Italo Svevo che ogni giorno si riprometteva di smettere di fumare, così il borgataro romano Nicola di Viva la sposa ogni tanto finge che smetterà di bere, ma è ovvio che non lo farà mai: il suo costante stato di quieta ebbrezza è quello che gli consente di sopravvivere senza cadere nella disperazione. E in realtà Ascanio Celestini, scrittore regista e interprete [...] Vai alla recensione »
Riesumatore per eccellenza del cine-romanzo gotico Vittoriano accanto a Tim Burton è lo "specialista" Guillermo del Toro, atteso con la sua nuova fatica Crimson Peak, straordinaria agli occhi per scenografìe/costumi/effetti ma anche per un triangolo di star bellissime e in perfetta sintonia. La storia è quella della giovane amerìcana Edith, aspirante scrittrice d'horror, che s'innamora ricambiata del [...] Vai alla recensione »
Secondo film da regista di Ascanio Celestini, più corale ma anche più frammentario e meno convincente del precedente «La pecora nera». È tutto girato in un quartiere romano a Celestini molto caro, Il Quadraro. Piccole storie di periferia, che diventano "grandi quando incontrano sulla propria strada la violenza. Presentato a Venezia, ha suscitato irresponsabili proteste da parte di un sindacato di polizia [...] Vai alla recensione »