enrike b
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martedì 15 dicembre 2015
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piano sequenza incredibile
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Cominciare a girare e non fermarsi mai, già solo questo lo reputo un lavoro notevole e di sicuro molto speciale, non alla portata di chiunque! Sebastian Schipper ci regala una storia teatrale non solo tecnicamente ben girata, ben ambientata e con ottimi giovani perfettamente calati nel loro ruolo e protagonisti perfetti, ma Schipper riesce anche a costruire momenti di panico e a coinvolgere lo spettatore in questa folle avventura. Le emozioni sono fortissime e di ogni tipo: paura panico divertimento estasi amore amicizia sballo ansia e dolore profondo, profondissimo. Victoria probabilmente trova in questa esperienza tutto ciò che le è mancato nella vita, ed è per questo che mette in pericolo se' stessa pur di non perdere l'opportunità di scoprire la vita.
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Cominciare a girare e non fermarsi mai, già solo questo lo reputo un lavoro notevole e di sicuro molto speciale, non alla portata di chiunque! Sebastian Schipper ci regala una storia teatrale non solo tecnicamente ben girata, ben ambientata e con ottimi giovani perfettamente calati nel loro ruolo e protagonisti perfetti, ma Schipper riesce anche a costruire momenti di panico e a coinvolgere lo spettatore in questa folle avventura. Le emozioni sono fortissime e di ogni tipo: paura panico divertimento estasi amore amicizia sballo ansia e dolore profondo, profondissimo. Victoria probabilmente trova in questa esperienza tutto ciò che le è mancato nella vita, ed è per questo che mette in pericolo se' stessa pur di non perdere l'opportunità di scoprire la vita. Complimenti a tutti quanti.
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gianleo67
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sabato 14 maggio 2016
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bande à part...berlinese
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Appena conosciuti in una discoteca di Berlino dove erano stati bloccati all'ingresso, la giovane cameriera madrilena Victoria decide di seguire quattro balordi in giro per una notte di bagordi e spensieratezza. Il suo iniziale coinvolgimento umano e sentimentale si trasformerà ben presto in qualcosa di straordinario ed emozionante che non si sarebbe mai aspettata di vivere.
Storia di solitudini che si incrociano e si riconoscono, si cercano e si parlano, si inseguono e si raggiungono, forse troppo tardi, prima che la notte finisca; questa tranche de vie di una straniata e poetica Nuovelle Vague berlinese è il racconto sorprendente di una gioa di vivere che deve fare i conti con la tragiche incombenze del destino, cedendo infine alle sue lusinghe e lasciandosi trascinare fino alle sue estreme conseguenze alle soglie del nuovo giorno e di un'alba livida in cui ricominciare una vita che non sarà mai più come prima.
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Appena conosciuti in una discoteca di Berlino dove erano stati bloccati all'ingresso, la giovane cameriera madrilena Victoria decide di seguire quattro balordi in giro per una notte di bagordi e spensieratezza. Il suo iniziale coinvolgimento umano e sentimentale si trasformerà ben presto in qualcosa di straordinario ed emozionante che non si sarebbe mai aspettata di vivere.
Storia di solitudini che si incrociano e si riconoscono, si cercano e si parlano, si inseguono e si raggiungono, forse troppo tardi, prima che la notte finisca; questa tranche de vie di una straniata e poetica Nuovelle Vague berlinese è il racconto sorprendente di una gioa di vivere che deve fare i conti con la tragiche incombenze del destino, cedendo infine alle sue lusinghe e lasciandosi trascinare fino alle sue estreme conseguenze alle soglie del nuovo giorno e di un'alba livida in cui ricominciare una vita che non sarà mai più come prima.
Musa ispiratrice ed elemento catalizzatore di una Bande à part Godardiana riveduta e corretta, è una novella Odile dal nome ironicamente simbolico, un talento artistico sprecato in una caffetteria berlinese alla ricerca di una estemporanea felicità, che si concede senza remore e pregiudizi come dovrebbe fare la vita quando decide di lasciarsi andare, quando sente che l'unica via di salvezza dalla solitudine e dall'infelicità è lanciarsi a tutta velocità incontro alla sorte, giocando l'attimo col cuore in gola e la testa in fiamme, costi quel che costi, fino all'ultimo bacio, fino all'ultimo respiro.
Dalla notte brava pasoliniana (firmata Bolognini) all'Autoreverse patinata (firmata Klapisch) di strada ce ne corre, e se lo spunto dello sconcertante realismo di una gioventù bruciata o di un Erasmus (inglese,tedesco e spagnolo) fuori tempo massimo potrebbe non stupire più di tanto, questo film del semisconosciuto Sebastian Schipper riesce a convincere per più di un motivo, traslando la natura faustiana e catartica del racconto giovanile 'tutto in una notte' lungo le coordinate di un vicenda che ricerca l'umanità prima del movente, precipitandoci nel gioco emozionale di chi, rinunciando volontariamente alla riflessione ed al buon senso si lascia trascinare dalla natura imprevedibile ed irrazionale degli eventi. Camera a mano mobilissima ed uso straniante della messa a fuoco e del sonoro animano quel dualismo che è implicito nella percezione, dalla natura tangibile dei fatti ad una dimensione della coscienza che si fa eterea ed impalpabile, staccandosi dal corpo come l'Aiden di Beyond: Two Souls che riesce a guardare il mondo con la tenerezza e la compassione di chi ha oltrepassato la soglia della consapevolezza e riesce finalmente a raggiungere quell'attimo fugace di verità e di bellezza che non vedrà mai la luce del nuovo giorno. Bravissimi i due protagonisti principali: il Frederick Lau dello sbandato e romantico Sonne e la Laia Costa della dolcissima e generosa Victoria. Quattro nomination agli European Film Awards 2015 e tre premi alla Berlinale 2015. Quando l'amore non ha regole nè confini.
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adeledali
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lunedì 24 aprile 2017
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a berlino che giono è?
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Quanti film guardiamo senza divertirci.
Oppure ci divertiamo magari guardando scene che fanno diventare il dolore qualcosa di neutro.
Questo piano sequenza in bianco e nero mi ha tenuta ferma davanti allo schermo senza ricorrere a effetti speciali ed attori famosi.
Non saprei quale sia stato il trucco di questo regista tedesco,Sebastian Schipper per accattivarsi lo spettatore ma,stando ai premi ricevuto,un trucco c'è.
La capacità di cogliere l'essenziale:una città europea di notte e una generazione difficile ma sentimentale.
Il gioco è fatto:sembra di essere in quel locale con i giovani "veri berlinesi"e la giovane pianista madrilena.
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Quanti film guardiamo senza divertirci.
Oppure ci divertiamo magari guardando scene che fanno diventare il dolore qualcosa di neutro.
Questo piano sequenza in bianco e nero mi ha tenuta ferma davanti allo schermo senza ricorrere a effetti speciali ed attori famosi.
Non saprei quale sia stato il trucco di questo regista tedesco,Sebastian Schipper per accattivarsi lo spettatore ma,stando ai premi ricevuto,un trucco c'è.
La capacità di cogliere l'essenziale:una città europea di notte e una generazione difficile ma sentimentale.
Il gioco è fatto:sembra di essere in quel locale con i giovani "veri berlinesi"e la giovane pianista madrilena.
Parlano un inglese di base,poi il tedesco parlato ,l'inquadratura è cruda come la strada di quel quartiere.
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kaipy
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giovedì 20 luglio 2017
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bello
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Questo film non è solo interessante da un punto di vista formale (intendo il piano sequenza) ma la stessa storia non può lasciarci indifferenti. Il personaggio di Victoria si rivela lentamente non solo a noi spettatori/testimoni ma a Victoria stessa.
Nella mia città è arrivato dopo due anni, a luglio, in un cinema d'essai, con i sottotitoli. Questa è la ricetta per passare inosservati.
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carloalberto
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sabato 17 aprile 2021
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oltre il virtuosismo il nulla
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Difficile da reggere per l’intera durata se non si è amanti delle riprese con telecamera a spalla, anche se in questo caso non si soffre il mal di mare. Sorprende il virtuosismo di un regista che filma per più di due ore tenendo il filo del discorso in un unico piano sequenza senza mai perdersi per strada. Ma la drammaticità del plot non coinvolge e non emoziona prevalendo il tono documentaristico su quello intimistico ed introspettivo facendo scivolare il vissuto dei personaggi in secondo piano rispetto all’ansia dell’autore di seguire l’azione nel suo sviluppo cronologico piegandosi al rigido schema del plot da svolgere compiutamente.
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Difficile da reggere per l’intera durata se non si è amanti delle riprese con telecamera a spalla, anche se in questo caso non si soffre il mal di mare. Sorprende il virtuosismo di un regista che filma per più di due ore tenendo il filo del discorso in un unico piano sequenza senza mai perdersi per strada. Ma la drammaticità del plot non coinvolge e non emoziona prevalendo il tono documentaristico su quello intimistico ed introspettivo facendo scivolare il vissuto dei personaggi in secondo piano rispetto all’ansia dell’autore di seguire l’azione nel suo sviluppo cronologico piegandosi al rigido schema del plot da svolgere compiutamente. Non entusiasma e al di là del talento dell’autore nulla rimane oltre il fatto di cronaca nera.
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