Una storia sbagliata

"Una storia sbagliata" di Gianluca Tavarelli è la metafora dell'Iraq

Una storia d'amore bella e disperata. Una giovane donna che intraprende un viaggio alla ricerca della verità per superare un dolore immenso. Due popoli diversi ma uniti dalla stessa miseria, dalla vergogna e dalla paura di un futuro buio. È Una storia sbagliata, il bel film di Gianluca Maria Tavarelli, regista che si cimenta molto e bene anche con la televisione (Maria Montessori, Il giovane Montalbano) e che quando sceglie il grande schermo lo fa scegliendo temi forti, sociali, impegnati. Stavolta si parla appunto di verità e amore, ma anche di terrorismo, missioni di pace, inquinamento ambientale. Stefania (Isabella Ragonese di rara intensità) è un'infermiera che lascia per la prima volta la sua città, Gela, per andare coi medici di Emergenza Sorrisi a Nassiriya, a operare i bambini iracheni col labbro leporino. Ma è subito chiaro che la sua è una fuga da qualcosa che non riesce a elaborare. E in un gioco di continui rimandi al passato, il regista svela via via, come 'in un thriller, la vera «missione» di Stefania. «Per scrivere questo film sono partito da una frase della Bibbia: la verità rende liberi» racconta Tavarelli. «Nel momento in cui guardi negli occhi il tuo nemico, qualsiasi esso sia (un lutto, un rivale, un tradimento), riesci a comprenderlo e alla fine a vincerlo. Tutto il film è il viaggio di un essere umano alla ricerca di un nemico da guardare negli occhi». Ma perché ha scelto come scenario proprio Nassiriya? «Mi piaceva l'idea di riuscire a raccontare la Storia attraverso le vite normali di gente normale. Stefania è una ragazza di provincia che non conosce nulla al di fuori della sua quotidianità, ma all'improvviso deve fare i conti con una realtà di cui ha sentito parlare solo dai giornali o alIa tv. In questo mondo dove le informazioni sono sempre filtrate dai media, lei vuole capire da sola come stanno davvero le cose. E parte per l'Iraq». Dove scoprirà che a ogni latitudine amore, dolore, nascita e morte hanno lo stesso significato.
Da Il Venerdi, 29 maggio 2015


di Federica Lamberti Zanardi, 29 maggio 2015