True Story |
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Un film di Rupert Goold.
Con Felicity Jones, Maria Dizzia, Rebecca Henderson, Gretchen Mol, Ethan Suplee.
continua»
Drammatico,
- USA 2015.
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Furto d''identità "utile" per scavare dentro di sédi ladyOrchidFeedback: 310 | altri commenti e recensioni di ladyOrchid |
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sabato 5 dicembre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film dalla trama intrigante (ancor di più per il fatto che si tratta di una storia vera). Micheal Finkel (interpretato da Jonah Hill) è un giornalista del New York Times che già da subito sembra non brillare di luce propria. Scrive molto bene, ma commette delle leggerezze. Leggerezze che gli costano il posto di lavoro. Lui non si da per vinto, e continua a cercare un'occasione per vivere finalmente il suo momento di gloria. E la trova. Scopre che qualcuno, non uno qualsiasi, ma Christian Longo, assassino accusato di ben 4 omicidi, gli ha rubato l'identità, spacciandosi per lui. Quale migliore occasione per cercare allora di salvare la sua carriera? Inizia un rapporto epistolare con Longo, fatto di lettere ma anche di tanti incontri introspettivi dove si aprono l'uno con l'altro, ognuno scoprendo qualcosa in più su loro stessi. Ma già dai primi incontri ci appare evidente che siamo davanti ad un grande James Franco, che ha carisma,ha personalità (anche più di una, ma non importa, perché lui può interpretarle tutte). Inizia a raccontargli la sua vita, manipolandolo abilmente, così come manipolerà la corte al processo e chiunque gli capiti a tiro. Ovviamente è l'occasione della sua vita, può finalmente scrivere un libro con la totale esclusiva sulla vicenda , non può lasciarsi sfuggire questa possibilità. Ma più andiamo avanti nella visione (che comunque ho trovato molto scorrevole) più ci rendiamo conto che questo furto d'identità ha dato a Finkel semplicemente un modo per guardare dentro se stesso , e capire quanto sia frustrato e quasi invidioso della personalità di Longo. È qui che si instaura un contrasto tra il disprezzo per quello che potrebbe aver fatto, e il dubbio che possa davvero essere un assassino spietato, e al tempo stesso quasi un'ammirazione morbosa per la sua persona, i suoi modi, il suo fascino. Il finale ci lascia con un sacco di dubbi,ma non è volutamente quello il fulcro della vicenda. Finkel ottiene poi il successo sperato, grazie al libro scritto su Longo. Ma ne rimarrà affascinato sempre. E chissà se stavolta, non sarà lui a "rubare" un po' di personalità a Longo?Un film scorrevole e piacevole, ma dobbiamo davvero tanto all'interpretazione di Franco ; credibile, carismatico, affascinante e bravissimo a mentire.
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