The Survivalist

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La natura umana al suo stato più spietato e crudo. Valutazione 2 stelle su cinque

di ashtray_bliss


Feedback: 29534 | altri commenti e recensioni di ashtray_bliss
sabato 3 settembre 2016

The Survivalist è certamente un film che merita e cattura l'attenzione. In primis per il futuro prossimo nel quale è ambientato,  ma del quale lo spettatore non percepisce nulla se non fosse per l'informazione proveniente da un grafico all'inizio della prellicola stessa. In secondo luogo perchè come un post-apocalittico che si rispetti concentra tutta l'essenza della storia attorno alla vera natura umana; quella natura spoglia di sentimenti elevati, di morale e di etica, mettendo a nudo, nel più letterale dei sensi, la natura umana più essenziale e primaria, dove tutto ruota attorno alla mera sopravvivenza, alla lotta contro il prossimo, visto come un nemico ed avversario pronto a prendere il sopravvento, dove tutto quanto c'è di bello e raffinato al mondo scompare sotto l'alone della disperazione, desolazione e disgregazione umana. Tale contesto di grigiume e appiattimento interiore viene in pieno contrasto con la magnificenza del luogo in qui si svolge l'azione di quasi tutto il film: all'interno di un bosco maestoso e spietato (riccorenti sono i simboli dualisti) che serve da rifugio al anonimo protagonista della pellicola ma che al contempo si rende il luogo inospitale e pericoloso del suo confinamento, fisico ed emotivo. In tale contesto l'uomo si dedica alla coltivazione del suo orticello che gli procura gli alimenti necessari per sopravvivere, e munito di fucile e poche cartucce il giovane tutti i giorni ripete lo schema routinario della sua esistenza, accertandosi che nel perimetro dell'abitacolo non vi siano nemici. Un giorno però la sua routine verrà spezzata dall'arrivo di due donne, una anziana madre e una giovane figlia che chiedono rifugio e cibo all'uomo in cambio delle prestazioni sessuali della più giovane. Il tutto ha alla base uno scambio di servizi legati strettamente al dualismo sopravvivenza e bisogno/istinto umano da soddisfare, privi di sentimentalismi ed altri legami psico-affettivi. Il tutto resta freddo, meccanico, vuoto. L'uomo acconsente ad accogliere il casa le donne ma restando sempre sulla difensiva. Nessuno può fidarsi di nessuno. Le relazioni umane si basano su scontri più o meno violenti e su scambi d'interesse. Più mani per coltivare l'orto, piu' persone per proteggersi dagli agguati degli intrusi. Ma in questo contesto di freddezza emotiva, di mancanza di empatia e di distacco totale qualcosa è destinato a cambiare. Quando l'uomo resterà ferito nel tentativo di salvare la ragazza da una violenza assistiamo al primo cambiamento di prospettiva in un film cupo, nichilista e pessimista sulla natura umana. Il secondo cambiamento è incentrato sul personaggio della stessa giovane. La ragazza s'intenerisce, si affezziona ed infine si innamora di colui che sino al giorno prima rappresentava uno sfruttatore del suo corpo e che le teneva il fucile puntato addosso. Non solo; quando capirà di essere rimasta incinta, emergerà ancora una volta, dirompante, la natura più spietata ed incontrollaile dell'animo umano, rendendo la giovane dal volto angelico ed innocuo in una brutale matricida. La natura, l'istinto di autoconservazione prende il sopravvento ancora una volta, e la ragazza capisce che per creare una famiglia e mantenere l'equilibrio a tre dovrà sbarazzarsi dell'anello più debole e vecchio della catena. Spiragli di luce e barlumi di speranza sono rari in questa pellicola ma sono decisivi per fotografare e delineare al meglio il cambiamento lento ma progressivo del survivalista del titolo, della sua rinascita interiore e del riappacificamento con alcuni frammenti dell'aspetto umano che aveva sepolto sotto le sabbie del tempo. L'empatia, la solidarietà, l'istinto di proteggere il più giovane e debole, la compassione che dimostra nei confronti della madre donandogli una morte più veloce e meno traumatica indicano l'evoluzione del protagonista. Alla fine l'uomo stesso deciderà di sacrificarsi per far fuggire da quel paradiso tramutato in inferno la ragazza, ripristinando quel minimo di umanità ed equilirio morale che credevamo fosse andato perso per sempre. 
The Survivalist è un film intimista e crudo, che racconta in maniera lucida e diretta la vita di persone involute e disumanizzate, senza ingentilire troppo alcuni passaggi. E' un film che concentra tutta la sua essenza sulla spietatezza umana posta davanti alla minaccia costante di morte, una lotta contro il tempo per sopravvivere fino al giorno seguente. Eppure, alla fine, ci lascia un senso agrodolce di speranza assistendo al sacrificio volontario di un uomo per salvare la sua neotrovata compagna incinta. L'umanità dopotutto non si è spenta del tutto, e anche sotto le prove più ardue e disperate da sopportare basta poco per risvegliare i sentimenti della nostra umanità i quali in fondo sono gli unici veri elementi a guidarci in avanti: compassione, solidarietà, empatia, amore.
Fingleton firma una pellicola fieramente indipendente, forse un pizzico troppo intimista e cruda, che seppur senza risultare un capolavoro incisivo del genere (a tratti ricorda pellicole passate, quali Essential Killing, The Rover), riesce comunque a gestire in maniera abilissima solo tre interpreti, mettendo cosi in piedi un dramma famigliare, che vagamente si lega alle tragedie greche, in un contesto futuristico ma non troppo lontano o inverosimile da quello che potrebbe effetivamente verificarsi
Buona la regia, sublime la fotografia naturale del luogo, convincenti le interpretazioni dei tre sofferti e sofferenti personaggi. I dialoghi invece sono ridotti all'osso perchè i movimenti, le espressioni, gli sguardi sono quelli che sorreggono quasi interamente il peso di questa pellicola semi-riuscita trasmettendo l'intensità dei momenti e delle emozioni provate. L'unico vero e proprio neo di questo lungometraggio? la lentezza con cui si svolge l'azione, la diluizione, forse eccessiva, dei tempi. Resta comunque un prodotto valido che merita di essere visto e apprezzato quando si ha voglia di riflettere. 2,5/5.

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tommy lunedì 28 marzo 2022
complimenti!
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Ho rivisto i film a cui non avevo dato molta iportanza e grazie a te mi sono ricreduto. Sei veramente in gamba e spero di avere da te nuovi consigli. Buon lavoro

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