Stavolta, Inarritu sceglie l’essenzialità per dare vita al suo nuovo capolavoro.
Se c’è una parola in cui si può riassumere questa pellicola è “Cinema”.
Perchè cinema? Perchè il cinema nasce come forma d’espressione artistica, senza grandi sceneggiature nè scenografie o effetti speciali, e tralasciando questi due fattori ci troviamo di fronte un’opera degna di soddisfare i nostri sensi in modo semplice ma raffinato.
Fotografia da capogiro, merito anche delle riprese iMAX che ci fanno gustare e ammirare tutto il bello di paesaggi innevati, spesso in contrasto con il rosso del fuoco o la luce del sole.
Sonoro eccellente che mette in risalto rumori naturali ed una colonna sonora essenziale ma d’impatto assoluto.
La regia di Inarritu è ancora una volta impeccabile, coi suoi soliti piani sequenza lunghissimi che vanno da un soggetto all’altro senza mai perdere il filo di connessione tra l’uno e l’altro, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Tuttavia, Revenant non è un film di facile apprendimento, non un film per “tutti”: lo svolgimento è abbastanza lento e statico. D’altronde in un film dominato dalla fotografia non poteva essere altrimenti! La sceneggiatura è semplice ed essenziale e non è quello su cui punta il regista per farci apprezzare il suo nuovo prodotto.
E’ un piacere per la vista, per l’udito, per il nostro corpo in preda agli spasmi dovuti a ciò che stiamo vedendo: un uomo che lotta in mezzo alla natura selvaggia contro freddo e fame, disposto a tutto pur di soddisfare la sua sete di vendetta contro chi lo ha tradito.E’ talmente semplice l’immedesimazione nel personaggio che le due ore e mezza di film non le si avvertono affatto.
Alla conclusione i nostri occhi non potranno che ringraziarci per tutto ciò che abbiamo appena visto; un mix tra bellezza e crudo mai così perfettamente assimilato.
Un film che mette a nudo la vera natura dell’uomo e ci fa rendere conto come siamo veramente fatti quando non abbiamo tutto ciò che ci facilita l’esistenza, come la tecnoglia ad esempio.
La crudeltà, l’egoismo, la sete di denaro è quello che più di tutto contraddistingue l’uomo, un essere spregevole senza limiti nè etica.
Nonostante sia questo il messaggio che il regista vuole darci, il film mostra anche la parte buona dell’essere umano, quella in grado di perdonare, perchè nessuna vendetta e nessuna espressione d’odio potrà mai ridarci ciò che abbiamo perso,.
E’ Dio a decidere le nostre sorti e mettere equilibrio, niente e nessun’altro.
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