The Idol |
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Un film di Hany Abu-Assad.
Con Tawfeek Barhom, Ahmed Al Rokh, Hiba Attalah, Kais Attalah.
continua»
Titolo originale Ya Tayr El Tayer.
Biografico,
durata 100 min.
- Palestina, Qatar, Gran Bretagna 2015.
- Adler Entertainment
uscita giovedì 14 aprile 2016.
MYMONETRO
The Idol
valutazione media:
3,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Diventeremo famosi e cambieremo il mondodi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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martedì 19 aprile 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gaza, a prima vista, non appare molto diversa da altre città mediterranee in riva al mare. E’ piena di bambini vivaci che giocano; tra loro scoppiano per futili pretesti furiose liti causa di serrati inseguimenti in viuzze, scalette, corridoi, balconi, tetti, salti nel vuoto e traffico cittadino. Verrebbe da pensare alle “criature” di Napoli se non fosse che Gaza, purtroppo, mostra anche interi quartieri ridotti in macerie. Ma anche laggiù i bambini coltivano sogni. Mohamed Assaf (da bambino è impersonato da Kais Attalah) ha quello di diventare cantante. La sorella Anour (Hiba Attalah), appena più grande di lui, gli ripete: “Diventeremo famosi e cambieremo il mondo”. E’ lei che organizza la “band” con strumenti di fortuna per fare concerti in strada. Il primo è un insuccesso che si conclude banalmente con l’acqua in testa ai concertisti, versata da una donna infastidita da quello che ritiene un inutile baccano. Cantare ai matrimoni può servire a fare soldi per comperare strumenti musicali veri. Ma Anour si ammala alle reni e deve fare dialisi ogni due giorni: il cammino per il successo di Mohamed si complica; perfino un amico del ragazzo, un integralista, dice che cantare è contro la religione. Ma Mohamed (da adulto viene impersonato da Tawfeek Barhom) cresce e diventa un buon cantante. Gli ostacoli che deve superare adesso sono molto più difficili e purtroppo permanenti: le frontiere e i posti di blocco; come quelli egiziani (ma non solo) per partecipare alle selezioni che condurranno i finalisti prescelti alla serata per “Arab Idol” a Beirut, in Libano … Cantando si può diventare famosi; quanto a cambiare il mondo (ed in che modo) è una questione da vedere. Il mondo palestinese cambia, è vero: ma sembra che si omologhi, pur se con musica tradizionale locale, al mondo occidentale dove si idolatra un cantante rock quasi fosse il messia. Ma un po’ della luce dei riflettori sul cantante-icona illumina anche la Palestina, ricordando al mondo le difficoltà e le sofferenze di questa terra e del suo popolo che si riconosce, ingenuamente, nel suo cantante, esplodendo in scene di delirio ad una sola nota o un minimo acuto di Mohamed. In questo quadro le ingenuità del racconto si perdonano, senza indagare troppo su cosa fa parte del vero nella reale vicenda e quanto invece è romanzato: la malattia di Anour è effettivamente accaduta o se si tratta solo di un espediente per aggiungere drammaticità alla storia? Non importa. Anzi le ingenuità possono diventare un pregio; anche noi, come molti altri, abbiamo un sogno ingenuo: un futuro migliore per la Palestina; un futuro di pace e concordia – tra pari – con Israele. Un film da vedere. Ingenuamente.
Valutazione *** FabioFeli
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