Regali da uno sconosciuto - The Gift |
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Un film di Joel Edgerton.
Con Jason Bateman, Rebecca Hall, Joel Edgerton, Beau Knapp, David Denman.
continua»
Titolo originale The Gift.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 108 min.
- USA 2015.
- Koch Media
uscita giovedì 3 marzo 2016.
MYMONETRO
Regali da uno sconosciuto - The Gift
valutazione media:
2,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una storia che va oltre i schemi del thrillerdi Francesco55093Feedback: 200 | altri commenti e recensioni di Francesco55093 |
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lunedì 16 maggio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Trasferitisi da Chicago, Simon (Jason Bateman), manager nel campo dei sistemi di sicurezza informatici, e Robyn (Rebecca Hall), designer freelance, cercano di farsi una nuova vita in California. L’ incontro con Gordon detto “Gordo”, ex compagno di liceo di Simon, sarà per la coppia l’ inizio di un rapporto opprimente che presto li obbligherà a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra chiaramente rientrare nello stereotipo dello stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due però, avrà delle conseguenze infelici. L’ esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon Mosley), che è anche sceneggiatore ed attore, ci consegna una storia che non si limita a conformarsi agli schemi narrativi del thriller, ma va oltre ampliando lo sguardo su alcuni importanti temi d’ attualità, rinunciando però ad una disamina approfondita della personalità dei personaggi che invece meriterebbero di essere meglio scandagliate. Il livello registico è senza dubbio di valore, in quanto la suspense di alcune scene ha un impatto decisamente positivo sull’ attenzione dello spettatore, rivelando anche una certa perizia nell’ uso di taluni tecnicismi del genere; anche la ricerca di alcuni effetti (la sagoma che si allontana dietro il vetro della doccia) risulta rilevante, così come l’ estetica di alcune immagini (l’ alba ripresa mentre Robyn fa jogging) e l’ impiego di una colonna sonora che, sullo sfondo, concorre al pathos che percorre il film dall’ inizio alla fine. Il montaggio merita anch’ esso di essere evidenziato, con una successione scorrevole delle immagini ed una sapiente collocazione di quelle scene che sono funzionali all’ esigenza dello spettatore di tirare il fiato, di prendersi una pausa tra un momento pregno di emotività ed un altro. Tuttavia, è la sceneggiatura a rappresentare il punto di forza della pellicola: quella che all’ inizio sembra la vicenda di un maniaco ossessionato dalle sue vittime, con il suo tipico decorso narrativo, si trasforma in un racconto sulla meschinità dell’ uomo contemporaneo nella sua corsa verso il successo. Ciò è evidente nei trascorsi adolescenziali di Simon. Il suo passato, infatti, rivela un tratto caratteriale che è anche un aspetto strutturale delle nostre società: il cinismo e la spietatezza applicati come regole di vita, alimentati come sono da una competitività esasperante. Su questo punto, però, il finale sottende una denuncia, una presa di posizione dell’ autore e può finanche essere letto come un invito alla speranza. Tra i temi affrontati vi è pure quello degli effetti che le nostre azioni possono avere sulla vita altrui. Su questo punto, il film sembra esortare a riflettere ed a rinunciare alla leggerezza quando si compiono delle scelte che possono investire la sfera personale degli altri ed avere un impatto sul loro destino; una questione questa che è ben esplicitata dal segreto di Simon che ha origine ai tempi del liceo e che lo stesso Simon tenta di tenere celato, soprattutto nei confronti di Robyn (ma che in realtà tenta di rimuovere anche dalla propria mente). La scoperta di tale segreto da parte di Robyn rappresenta una svolta nel film, poiché dà il via ad una nuova fase pregna di mistero e di inquietudine che, insieme ad altri segmenti della trama, partecipa all’ imprevedibilità di un’ opera che assicura intrattenimento ed allo stesso tempo un’ apertura su rilevanti questioni sociali.
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