The Dressmaker - Il diavolo è tornato |
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Un film di Jocelyn Moorhouse.
Con Kate Winslet, Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving.
continua»
Titolo originale The Dressmaker.
Commedia sentimentale,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- Australia 2015.
- Eagle Pictures
uscita giovedì 28 aprile 2016.
MYMONETRO
The Dressmaker - Il diavolo è tornato
valutazione media:
2,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Grande prova d'attrice per Kate Winslet stilista vendicativa
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Registri narrativi ed emotivi diversi rendono allo stesso tempo più che curioso ma anche un po' incoerente questo nuovo film dell'australiana Jocelyn Moorhouse, debuttante venticinque anni fa con un bel film che s'intitolava 1SPPG e poi produttrice per il marito Paul J. Hogan, che dal promettente -Le nozze di Muriel approderà al successone di Il matrimonio del mio miglior amico con Julia Roberts. The Dressmaker (dal romanzo di Rosalie Ham, Mondadori) è la storia di un riscatto e di una vendetta. Quella di Tilly Dunnage, interpretata da Kate Winslet al massimo di una forma che la colloca al di sopra delle colleghe coetanee e l'ha già da tempo incoronata legittima erede d Meryl Streep per versatilità e autorevolezza. Siamo all'inizio degli anni 50 e Tilly, dopo molti anni di lontananza, approda inattesa al borgo natale sperduto nel sudest australiano. Appare seducente fasciata in un vistoso abito rosso, provocando lo stupore invidioso della gretta comunità. La ragione del ritorno: la giovane donna vuole essere vicina all'anziana madre Molly (Judy Davis), scorbutica megera - come tale trattata dai paesani, ma molto meno matta di quanto sembri - isolata nella sua casa cadente ai margini del villaggio. C'è qualcosa nel passato che nessuno, Molly compresa, vuole ricordare. Una verità seppellita cui tutti preferiscono la verità di comodo a suo tempo condivisa. L'altro motivo che ha spinto Tilly al ritorno è quel buco nero da chiarire, che le ha avvelenato la vita. E solo due persone la sosterranno: l'aitante giocatore di football che l'ha sempre amata incondizionatamente, e lo stravagante poliziotto cui rimorde la coscienza per aver subito la falsificazione dei fatti. Tilly, ancora bambina, fu spietatamente messa al bando dopo un incidente che era costato la vita al compagno di giochi figlio del sindaco. Il destino avrebbe condotto la ragazza a Parigi e a diventare una sarta esperta, una stilista raffinata. Abilità che, ora, le servirà a mettere a punto il suo piano di scardinamento delle certezze conformiste, e colpevoli, di concittadini e concittadine. Il tono incalzante del racconto, la generosa coloritura nella descrizione di ambienti e personaggi, l'acidità mista ma con misura a tenerezza che introduce a una ballata di sapore picaresco un po' sopra le righe e perfino un po' fumettistica: questo insieme, con stile deciso e coinvolgente, domina la prima e più riuscita porzione del film, quella con più personalità. Poi si scarta in senso sentimentale e melodrammatico, anche sorprendentemente e con esiti inaspettati, ma confondendo le acque e indebolendo la struttura. Con un incoerente passaggio dalla commedia nera al melò pieno di lutti e lacrime. Resta a campeggiare al centro di un cast ricercato ed efficace (Hugo Weaving è l'eccentrico poliziotto con un debole per i travestimenti femminili. Judy Davis, anche lei australiana (è tra le attrici preferite da Woody Allen) l'intensa protagonista capace, proprio come Meryl Streep, di trascorrere dall'opacità alla più luminosa bellezza. Interprete a tutto tondo.
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