Suite Francese

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Un film di Saul Dibb. Con Michelle Williams, Kristin Scott Thomas, Matthias Schoenaerts, Sam Riley, Ruth Wilson.
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Titolo originale Suite Française. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 107 min. - Gran Bretagna, Francia, Canada 2015. - Videa uscita giovedì 12 marzo 2015. MYMONETRO Suite Francese * * * - - valutazione media: 3,00 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Il racconto che non volle morire Valutazione 4 stelle su cinque

di paolo patrone


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domenica 17 maggio 2015

'Suite francese', il film. Da un racconto incompiuto di  Irène Némirovsky. In una piccola cittadina della Francia occupata dai tedeschi (anni ’40), l’amore impossibile che sboccia lieve sulle note di un pianoforte galeotto fra una giovane francese e un ufficiale tedesco, proiettato dalla sua vita privata di compositore musicale in una guerra che non potrà mai abbracciare. Per la recensione del film rimando al magnifico scritto di Marianna Cappi. Qui trascrivo soltanto qualche piccola considerazione personale, in calce alla quale appunto vari  pezzi  di  articoli e riferimenti biografici e bibliografici, reperiti qua e là sul web e per i quali, in eccezione al mio solito, evito di specificare le fonti. La temperatura di colore della fotografia avvolge la narrazione filmica in delicato velo di caldi colori pastellati, a volte un po’ ‘brumosi’ (la vecchia grana dei negativi di una volta), che restituiscono  ed avvolgono in verosimiglianza lo spettatore in quella che doveva essere l’atmosfera di vita di quell’epoca. Il teatro della rappresentazione si avvale di un audio che in sonorità marcate ben restituisce la pesante cadenza del passo dell’invasore tedesco e del suo incalzante inumano ritmo martellante nelle scene più mortali.Delicata e notevolmente intonata la colonna musicale.Si sa che dallo scritto alla trasposizione filmica c’è sempre qualche tradimento. Non ho letto il libro e quindi non posso fare commenti tuttavia da tutta la regia mi traspare una mano amorosa, che dirige con delicatezza, il più possibile nell’ombra, l’orditura delle sequenze sceniche. Credo che più che il rispetto della forma, il regista abbia avuto la capacità -forse- di cogliere l’anima della storia.Reputo che il plauso della recitazione vada ex aequo ad entrambi i protagonisti. Non solo alla Williams. A parer mio, anzi, non per una maggiore capacità interpretativa, ma per la ‘nuance’ portata sulla scena, forse, forse, un pelino in più a lui, che a suo torto ha, però, quello di un impossibile orrendo cognome.E l’amore della storia nella realtà storica ? Possibile, perlomeno nei limiti della possibilità formale, ma molto improbabile, anche se le convergenze circostanziali delle pieghe della vita a volte sono veramente galeotte.Molto più probabilmente l’immagine allo specchio di una personalità (quella di Irène Némirovsky) estremamente candida nella visione del mondo a lei circostante, un’ immagine leibniziana del migliore dei mondi possibili.Come ebbe a scrivere la figlia minore Elisabeth Gille (Babette):"Nella mia adolescenza ce l’avevo con lei per via della sua mancanza di coscienza politica. Non era scappata, sebbene avesse avuto la possibilità di farlo, e aveva messo mia sorella e me in pericolo. Siamo state arrestate e avremmo dovuto, a rigor di logica, finire come lei e come mio padre, ad Auschwitz. La sua cecità era criminale. Negli anni Trenta, persino nella sua opera, non era affatto colpita di quanto accadeva ai poveri ebrei dei quartieri popolari di Parigi. Mia madre tuttavia non era di destra: giustificava la Rivoluzione sovietica. Ma viveva in un mondo privilegiato senza capire cosa accadesse attorno a lei. Sembra che quando il poliziotto l’ha condotta alla prefettura per consegnarla ai tedeschi, nel 1942, le abbiano proposto di fuggire. E lei abbia risposto : “Non andrò due volte in esilio”. Aveva finito col considerarsi francese e chiudeva gli occhi davanti al resto. Nulla lascia trapelare la sua inquietudine, se non con il marito, e ha chiesto la naturalizzazione francese nel 1938. Ma era troppo tardi."Il parere, quindi ? Un film da vedere assolutamente. (Da parte di uno che non ama particolarmente questo genere di film).

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