Evviva il giornalismo! Sembra di tornare ai tempi d’oro di Walter Cronkite, uno degli uomini più famosi degli Stati Uniti, e alla trasmissione-inchiesta “Sixty Minutes” della CBS con i suoi miti dell’informazione oggettiva, rigorosamente professionale e, perché no, politically correct.
Sembra anche che Micheal Keaton invecchiando azzecchi tutti i film, l’anno scorso interpretando l’attore principale di “Birdman” e quest’anno il giornalista Walter Robinson in “Spotlite”. In effetti, questo è un bel film tratto dalla storia vera dell’inchiesta condotta scrupolosamente dai quattro della squadra all’interno del giornale “Boston Chronicle Globe” con il suggerimento e la complicità del nuovo direttore Marty Baron. Il tema è quello della pedofilia dei preti ma ancor più grave è la connivenza dei Vescovi e degli alti prelati. Da un caso singolo di prete pedofilo il gruppo di “Spotlight“ risale a un fenomeno che dovrebbe essere esteso a circa il 6% degli ecclesiastici cattolici e che, si scoprirà, superò a Boston il centinaio di colpevoli. Infatti, a partire dal gennaio 2002 Il “Boston Globe “ iniziò a pubblicare articoli che portarono alla condanna di 150 sacerdoti così che nel 2003 vinse il premio Pulitzer.
Il film ha un bel ritmo - da far scordare la sua durata di 2 ore 10 minuti – ed è un crescendo d’intensità e di velocità, vivamente sottolineato sul finale dalla musica. Il film è un vero prodotto americano in cui i cattivi e i buoni sono facilmente identificabili: sembra un po’ di vedere i film western quando “arrivano i nostri” e salvano i bianchi dagli indiani…solo che qui gli indiani sono i preti cattolici con l’assenso di tutto l’establishment cittadino. I buoni invece sono gli avvocati che mangiano sulle panchine il cibo di un contenitore di plastica o giornalisti a cui gli amici portano una pizza, da assaggiare sul computer. Troppa è l’importanza del proprio lavoro, una sorta di missione cui si dedica la propria vita rinunciando a quasi tutto…eccetto il footing. Nella vastità dell’inchiesta, implicata nel losco affair, non poteva mancare la consenziente scuola cattolica, basti pensare al ruolo importante che questa istituzione ricopre nella borghesia bostoniana. Non è certo un caso che a uscire lo scandalo allo scoperto è proprio in questa città, dove c’è un’elevata concentrazione cattolica. Una Boston bellissima, forse la città più europea di tutti gli Stati Uniti, con la sua orografia dal mare alla collina e la sua morfologia con casette a schiera all’inglese e case unifamiliari più suburbane.
Gli attori sono tutti molto bravi in particolare Mark Ruffalo – candidato all’Oscar 2016 - in questa parte sembra essere l’erede di George Clooney.
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