vindelahoya
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sabato 3 gennaio 2015
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il miracolo sarebbe chiamarlo film
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Sono uscito dalla sala chiedendomi una cosa sola: perché?
Penso che Alessandro Siani sia uno dei comici del momento e non a caso. Fabio De Luigi è un attore ottimo in numerosi ruoli. Riesce addirittura a "nobilitare" un cinepanettone. E allora, mi domando, perché prendere questi due che potrebbero essere protagonisti di film di alto livello e fargli recitare una sceneggiatura che definire da dilettanti è davvero uno sconto. Un "t'agg' trattat'!" in piena regola, come direbbe il buon Siani.
Veniamo alla "storia". Un giovane rampante che (non si capisce come) ha ottenuto il lavoro dei sogni in una multinazionale con sede nel futuristico centro direzionale di Napoli, viene licenziato e, di colpo, si trova nel 1900.
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Sono uscito dalla sala chiedendomi una cosa sola: perché?
Penso che Alessandro Siani sia uno dei comici del momento e non a caso. Fabio De Luigi è un attore ottimo in numerosi ruoli. Riesce addirittura a "nobilitare" un cinepanettone. E allora, mi domando, perché prendere questi due che potrebbero essere protagonisti di film di alto livello e fargli recitare una sceneggiatura che definire da dilettanti è davvero uno sconto. Un "t'agg' trattat'!" in piena regola, come direbbe il buon Siani.
Veniamo alla "storia". Un giovane rampante che (non si capisce come) ha ottenuto il lavoro dei sogni in una multinazionale con sede nel futuristico centro direzionale di Napoli, viene licenziato e, di colpo, si trova nel 1900. Ma non per una sorta di incantesimo, come in "Non ci resta che piangere". Semplicemente, riesce a trovare l'unico angolo di Italia in cui il tempo si è fermato a prima della Grande Guerra. Il borgo dove in sono arrivati né l'asfalto, né l'intonaco (limitrofo alla Costiera Amalfitana, a quanto pare di capire) è popolato da abitanti che non esprimono certo il fascino o i valori dell'antichità. Girano per la piazza come ebeti con un sorriso insensato sulle labbra, ignorando cosa siano un computer o un telefono cellulare. In questa realtà che non può essere definita surreale o da favola, vive una donna bella e sola, non vedente che, però, si muove e balla con l'agilità di una ipermetrope dotata anche della visione notturna di Cat Woman. Siani, ovviamente, senza nessun tipo di parabola evolutiva, se ne innamora e le chiede di andare a vivere in città e lei, giustamente, come se si trattasse di trasferirsi su un satellite di Saturno, si spaventa a morte.
Nel paese vivono anche i cloni delle Simpatiche Canaglie, bambini agghindati in stile inizio novecento che risiedono in un centro di accoglienza gestito dalla parrocchia. Solo che, purtroppo, è passato oltre un secolo e bisognerebbe far notare agli sceneggiatori che sono nate alcune figure professionali, tipo l'assistente sociale, l'operatore di Telefono Azzurro e altri tizi che potrebbero avere da ridire sulle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui versano i poveri infanti, abituati, tra le altre cose, a scalare tetti senza protezioni.
In questo contesto irritante al limite del disagio, si svolge la grottesca vicenda del finto miracolo di San Tommaso.
Un ultimo consiglio a Siani, se posso permettermi: sei un attore bravissimo, smettila di imitare Massimo Troisi ogni volta che la narrazione si fa, secondo te, un attimino più drammatica. Troisi un film del genere non l'avrebbe fatto neanche con la certezza di moltiplicare per 100 i tanti milioni che "Si Accettano Miracoli" incasserà al botteghino. Perché avrebbe avuto rispetto per la dignità dello spettatore.
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intothewild4ever
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mercoledì 7 gennaio 2015
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miracolo riuscito... visto il successo ottenuto.
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Film di una mediocrità imbarazzante. Trama talmente inconsistente che, per scendere a un livello più basso, forse bisogna scendere negli inferi del cinepanettone della mai compianta e, cinematograficamente parlando, fortunatamente scomparsa coppia, Boldi-De Sica. Battute delle più becere e idiote, alcune prese pari pari da vecchie barzellette circolanti sui social, condite da situazioni improbabili o desuete come: una parrocchia cadente con chiesa con tetto sfondato regolarmente aperta al pubblico; un parroco che nel 2014 gira in tonaca e che ospita bimbi (orfani?) in una struttura assolutamente inidonea e contro le leggi vigenti, e che per maestro ha il solo suddetto parroco; dei cittadini di un paese rimasto agli anni 60, con un'età media dei cittadini prossima ai 60-70 anni, e che non conosce nemmeno cos'è una connessione internet, etc.
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Film di una mediocrità imbarazzante. Trama talmente inconsistente che, per scendere a un livello più basso, forse bisogna scendere negli inferi del cinepanettone della mai compianta e, cinematograficamente parlando, fortunatamente scomparsa coppia, Boldi-De Sica. Battute delle più becere e idiote, alcune prese pari pari da vecchie barzellette circolanti sui social, condite da situazioni improbabili o desuete come: una parrocchia cadente con chiesa con tetto sfondato regolarmente aperta al pubblico; un parroco che nel 2014 gira in tonaca e che ospita bimbi (orfani?) in una struttura assolutamente inidonea e contro le leggi vigenti, e che per maestro ha il solo suddetto parroco; dei cittadini di un paese rimasto agli anni 60, con un'età media dei cittadini prossima ai 60-70 anni, e che non conosce nemmeno cos'è una connessione internet, etc. etc. etc.
Unica cosa credibile della trama del film, è che un paese intero rimane coinvolto nella frode di assurgere a miracolosa, una statua che di miracoloso nulla ha, e lo fa solo per il proprio tornaconto economico; immagino però che questa non era una nota satirica volutamente inserita dallo sceneggiatore Napoletano...
Siani dimostra ancora una volta, qual'ora ce ne fosse bisogno, che c'è una frotta di Italiani che, legittimamente, magari va al cinema solo in periodo Natalizio. Con un film leggerissimo (quasi impalpabile), riesce a far ridere frotte di famiglie che non necessariamente sono appassionate di cinema, ma che sono solo armate della voglia di ridere senza pensare troppo. Lui li accontenta in pieno, ed infatti fa il record di incassi. Resta però il fatto che, cinematograficamente parlando, il film è decisamente pessimo, sotto molti punti di vista.
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cristina t. chiochia
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sabato 7 febbraio 2015
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un film che crede nei miracoli
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Già la doppia locandina dice tutto. E cosi, se nel "Principe abusivo" Alessandro Siani regista si proponeva da solo sul trono con la corona su di un piede, ecco che ora torna alla regia con "si accettano miracoli" o accanto a Fabio de Luigi in atto di benedirlo, come un novello lucignolo, oppure in mezzo a dei bambini oranti, come pinocchio. Nella storia di questi tre fratelli che si ritrovano dopo tanti anni e dopo essersi costruiti vite cosi differenti, lucignolo-pinocchio Siani parla di miracoli per riderci su. E non sempre in modo "canonico".
Se il personaggio di Fulvio-Lucignolo (Alessandro Siani) ben ricalca i tempi in cui viviamo- novello tagliatore di teste che per legge di contrappasso viene anche lui licenziato dalla multinazionale per cui lavora.
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Già la doppia locandina dice tutto. E cosi, se nel "Principe abusivo" Alessandro Siani regista si proponeva da solo sul trono con la corona su di un piede, ecco che ora torna alla regia con "si accettano miracoli" o accanto a Fabio de Luigi in atto di benedirlo, come un novello lucignolo, oppure in mezzo a dei bambini oranti, come pinocchio. Nella storia di questi tre fratelli che si ritrovano dopo tanti anni e dopo essersi costruiti vite cosi differenti, lucignolo-pinocchio Siani parla di miracoli per riderci su. E non sempre in modo "canonico".
Se il personaggio di Fulvio-Lucignolo (Alessandro Siani) ben ricalca i tempi in cui viviamo- novello tagliatore di teste che per legge di contrappasso viene anche lui licenziato dalla multinazionale per cui lavora. L'affidamento ai servizi sociali che ne consegue, non ha grande attinenza se non con la dimensione fiabesca in cui diventa un Pinocchio dove il fratello Don Germano (Fabio De Luigi), parroco e direttore della comunità dove dovrà scontare la pena, diventa Geppetto. Se il plot all'inizio regge, è il ripercorrere lo schema già visto in film come "benvenuti al nord" e "benvenuti al sud" che appiattisce la favola scritta da Siani, come un film già visto, insomma. Si è infatti un piccolo borgo del sud d'Italia, vi è il trasferimento di un manager consumato e furbo, una popolazione allegra e confusionaria. Il vero miracolo, ovvero le lacrime della statua del Santo di Paese su cui ruota tutto, insomma, trasforma le gag, non sempre di buon gusto, in contenitori di buon umore. E cosi quando finisce,un pò ti dispiace. Perchè ci si diverte a guardarlo, apprezzando alcuni colpi di scena ma se ne esce un pò mortificati come dopo aver assistito un copione gia' visto. E cosi quasi non ti interessa come andrà a finire il film anche se è ben recitato sicuramente, ma con una sceneggiatura sicuramente ben strutturata ma ben conoscita perchè troppo simile ad altri film. O forse è proprio il miracolo di fare films molto simili tra di loro a creare l'incantesimo dell'incasso? Infondo, il pubblico, li ama per questo.
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otis88
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martedì 6 gennaio 2015
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una buona idea sviluppata malissimo
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Convinto da un trailer accattivante e da una pubblicità aggressiva probabilmente ho nutrito troppe aspettative in questo film. Una buona idea di partenza infatti si è poi rivelata un prodotto mediocre per non dire noioso. Sebbene l'idea del finto miracolo poteva offrire una storia solida per un film comico, di fatto questa non viene sviluppata restando un contorno a gag e situazioni che con i propositi esposti nel trailer hanno poco a vedere. Riassumendo i clamorosi punti deboli del film :
1 va bene enfatizzare l'idea del paese sperduto e un po' arretrato, ma non vedo la necessità di vestire i bambini come un esercito di Oliver Twist. Sembra un dettaglio ma questa stonatura, che vi assicuro non è possibile notare, aggiunta ad altre come il fatto che nessuno sappia cosa è internet toglie alla trama quella base di realismo necessaria per non cadere nel demenziale.
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Convinto da un trailer accattivante e da una pubblicità aggressiva probabilmente ho nutrito troppe aspettative in questo film. Una buona idea di partenza infatti si è poi rivelata un prodotto mediocre per non dire noioso. Sebbene l'idea del finto miracolo poteva offrire una storia solida per un film comico, di fatto questa non viene sviluppata restando un contorno a gag e situazioni che con i propositi esposti nel trailer hanno poco a vedere. Riassumendo i clamorosi punti deboli del film :
1 va bene enfatizzare l'idea del paese sperduto e un po' arretrato, ma non vedo la necessità di vestire i bambini come un esercito di Oliver Twist. Sembra un dettaglio ma questa stonatura, che vi assicuro non è possibile notare, aggiunta ad altre come il fatto che nessuno sappia cosa è internet toglie alla trama quella base di realismo necessaria per non cadere nel demenziale.
2- va bene tutto, ma se Siani - Autieri - De Luigi sono fratelli qualcuno dovrà spiegarlo il perché due sono evidentemente Napoletani mentre uno è Romagnolo. Il fatto che nella trama De Luigi dica di essere andato a Ravenna a fare il seminario non è abbastanza a
dare credibilità al paradosso.
3- Non contesto l'uso del napoletano per fare battute o esclamazioni, ma avere interi dialoghi praticamente incomprensibili è una ingenuità clamorosa. Fra l'altro i dialoghi in napoletano dovrebbero essere i momenti più comici che quindi , per un Bergamasco, si traducono in un semplice "che ha detto?" al vicino di poltrona.
4- L'idea del finto miracolo come ho detto poteva essere buona..ma andava sviluppata! Innanzitutto non si capisce come Siani abbia fatto il "trucco" delle lacrime, che non è proprio una cosa da poco. Successivamente il momento di notorietà del paesello si traduce in un quarto d'ora di caciara mentre doveva essere il momento più ilare del film. Il fatto poi che della trama non gliene freghi molto lo si evince dal finale, assolutamente ridicolo, girato male e in una scena da venti secondi.
5- essendo un film comico ci sta anche che la trama sia di contorno, ma tutte le gag non hanno un filo comune oltre a far ridere davvero poco. Su quasi due ore di film vi sono almeno 40 minuti di scene inutili, che decontestualizzano il film e non aggiungono o levano niente.
6- nemmeno l'aspetto sentimentale viene sviluppato. In 10 minuti Siani si pente, viene cacciato, riaccolto e perdonato : ma come si fa anche solo a pensarlo? Pure la storiella amorosa si sviluppa in tre scene senza senso.
7-ci sono momenti simpatici, senza dubbio, ma che rendono più nel trailer che nel film perché totalmente fuori trama. Hai una storia d'amore e un finto miracolo, perché allunghi la trama con la storia della Autieri e con scene in cui i ragazzini fanno scherzi stile "piccole pesti"? ( cerbottana con i sassi e colla sulle sedie, tristezza).
Riassumendo:
Poteva essere il nuovo Benvenuti al Sud visto il cast e la trama, invece verrà dimenticato presto. Farà un sacco di incassi visto che la sua pubblicità è ovunque, ma non è così che si fa un buon film.
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gigino
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domenica 11 gennaio 2015
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siani un pizzico di modestia per cortesia.
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Condizionato da battage pubblicitario sono andato a vederlo sperando almeno di fare qualche risata. L'inizio prometteva benino la parodia del cerimoniale pre-licenziamento rispecchia,in parte la realtà .Poi una caduta verticalr!
Si passa dai grattacieli ed agli uffici iper-tecnologici del centro direzionale di Napoli ad una atmosfera simil bucolica di un paesello nei primi anni '50 che poi è limitrofo alla costiera amalfitana cosa molto improbabile tanto da poterlo considerare un grave errore "geografico". Una sceneggiatura infarcita di battute trite e ritrite con una recitazione che fa poco onore ad attori che hanno dimostrato in altri film capacità molto superiori. Siani che molto spesso tenta di imitare Massimo Troisi facendo di fatto una penosa figura.
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Condizionato da battage pubblicitario sono andato a vederlo sperando almeno di fare qualche risata. L'inizio prometteva benino la parodia del cerimoniale pre-licenziamento rispecchia,in parte la realtà .Poi una caduta verticalr!
Si passa dai grattacieli ed agli uffici iper-tecnologici del centro direzionale di Napoli ad una atmosfera simil bucolica di un paesello nei primi anni '50 che poi è limitrofo alla costiera amalfitana cosa molto improbabile tanto da poterlo considerare un grave errore "geografico". Una sceneggiatura infarcita di battute trite e ritrite con una recitazione che fa poco onore ad attori che hanno dimostrato in altri film capacità molto superiori. Siani che molto spesso tenta di imitare Massimo Troisi facendo di fatto una penosa figura. Le numerose scene di folla lasciano immaginare i cospicui mezzi economici ed organizzativi (bloccare la costiera amalfitana sul fiordo di Furore non è cosa da poco) che potevano essere impegnati in ben altro modo . Comunque il pubblico sta andando a vederlo e questo mi fa riflettere su come siamo influenzati dalla pubblicità/mass media e come,purtroppo, sia peggiorato il gusto ed il senso critico del pubblico.
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shaque
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lunedì 19 gennaio 2015
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al cimena siani è sempre "ni"
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Solito film di Siani, tante gags, qualche battuta degna di nota ma nessuna storia. Ancora una volta, l'attore si dimostra brillante in alcuni momenti ma decisamente a corto di idee per ciò che concerne trama e sceneggiatura. Per sorridere senza troppo impegno per unìora da trascorrere al cinema.
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fabio1957
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martedì 20 gennaio 2015
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deludente
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Premesso che sono un grande ammiratore di Siani attore e cabarettista, di cui apprezzo il senso dell'umorismo,la maschera,la mimica, la capacità d'improvvisazione e quant'altro, proprio per questo mi aspettavo da questo Siani, regista per la seconda volta, una prova sicuramente migliore.La trama è esilissima, le battute poche e scontate e poi con una cornice di attori di alto livello,quali Giacomo Rizzo,Benedetto Casillo,Serena Autieri, solo per citarne alcuni, avrebbe potuto e dovuto fare senz'altro meglio. Le idee sono veramente poche e i dialoghi inconsistenti,la verve comica del protagonista è fuori discussione, ma non basta a reggere la sceneggiatura di questo film.
Speriamo nel prossimo
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ultimoboyscout
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mercoledì 8 aprile 2015
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un miracolo non proprio riuscito.
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Siani è un tagliatore di teste temuto e rispettato a cui la sua azienda decide, a sua volta, di tagliare la testa. DeLuigi, è suo fratello ed è sacerdote di un piccolo e tranquillo borgo, la cui esistenza, così come quella dei suoi abitanti, verrà sconvolta dall'arrivo forzato del primo. Proprio una sua trovata porterà una ventata di freschezza (e una montagna di soldi) ma il vero miracolo sarà rimettere le cose a posto. Tra una risata (veramente una, di numero) e un minimo di commozione, il film invita a riflettere sull'importanza delle tradizioni e soprattutto delle nostre radici e su quei valori che i tempi moderni ci hanno fatto perdere.
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Siani è un tagliatore di teste temuto e rispettato a cui la sua azienda decide, a sua volta, di tagliare la testa. DeLuigi, è suo fratello ed è sacerdote di un piccolo e tranquillo borgo, la cui esistenza, così come quella dei suoi abitanti, verrà sconvolta dall'arrivo forzato del primo. Proprio una sua trovata porterà una ventata di freschezza (e una montagna di soldi) ma il vero miracolo sarà rimettere le cose a posto. Tra una risata (veramente una, di numero) e un minimo di commozione, il film invita a riflettere sull'importanza delle tradizioni e soprattutto delle nostre radici e su quei valori che i tempi moderni ci hanno fatto perdere. Siani ricrea un piccolo mondo antico sottoforma di una commedia poetica e romantica, una fantasy-comedy in costume in un angoletto del sud Italia dove le lancette del tempo si sono fermate agli anni Cinquanta o giù di lì. Il risultato è una fiaba che critica i tempi moderni che non piacciono quasi a nessuno e soprattutto è chiara la visione non proprio ottimistica del futuro da parte del regista, una fiaba come lo era "Il principe abusivo", entrambe storie sospese nel tempo, lontane dall'oggi. La pellicola parte piuttosto bene, tra Siani e DeLuigi c'è innegabile alchimia (basta solo non chiedersi come possano essere fratelli), il gioco tra caratteri e caratteristiche di Nord e Sud regge, portando allegria e novità alla commedia nostrana. Regge anche il falso miracolo, il ritorno all'antico e l'arte di arrangiarsi che in tempi di crisi come i nostri torna prepotentemente d'attualità. Ma poi il "boom economico" rovina tutto il resto del film che arriva a liquefarsi in un finale banale, sciocco e assolutamente prevedibilissimo, l'unico che non avrebbe dovuto esserci. Belle le ambientazioni, meravigliose le comparse, veri abitanti dei piccoli paesi dove è stata girata la pellicola, Siani il miracolo vero lo ha fatto al botteghino dove ha incassato uno sproposito col suo film assolutamente mediocre, ricco di buoni propositi e nulla più. E DeLuigi, che è bravo davvero, dovrebbe fare più attenzione nella scelta dei copioni, dopo "Soap opera" e "Si accettano miracoli" è al secondo scivolone consecutivo nel giro di pochi mesi. Non per demeriti suoi, ma perdersi in prodotti scadenti non gli fa per niente bene.
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supersantos
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venerdì 4 agosto 2017
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si accettano consigli.
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Purtroppo il prodotto finale è molto pasticciato.
Sarà pure una favoletta morale,ma ci sono degli elementi davvero poco incantevoli.
I bambini sono una brutta copia di quelli di "io speriamo che me la cavo" e l'amore per una donna non vedente è la bruttissima copia di quello di "luci della città ".
Insomma idee scopiazzate a più non posso e con poca qualità.
Non parliamo della sceneggiatura che vive costantemente di momenti grotteschi e surreali,che non strappano risate e non suscitano struggenti emozioni.
Siani sottovaluta il pubblico cinematografico,pensando di essere accattivante come quando è su un palco ed in maniera diretta si confronta con il pubblico,purtroppo non è così.
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Purtroppo il prodotto finale è molto pasticciato.
Sarà pure una favoletta morale,ma ci sono degli elementi davvero poco incantevoli.
I bambini sono una brutta copia di quelli di "io speriamo che me la cavo" e l'amore per una donna non vedente è la bruttissima copia di quello di "luci della città ".
Insomma idee scopiazzate a più non posso e con poca qualità.
Non parliamo della sceneggiatura che vive costantemente di momenti grotteschi e surreali,che non strappano risate e non suscitano struggenti emozioni.
Siani sottovaluta il pubblico cinematografico,pensando di essere accattivante come quando è su un palco ed in maniera diretta si confronta con il pubblico,purtroppo non è così.
Probabilmente dovrebbe farsi dare saggi consigli da qualcuno con un filo di esperienza in più e spero che lo faccia al più presto.
Nel frattempo ha già "floppato" un paio di volte ed aggiungo che mi dispiace perché il talento per emergere non credo gli manchi.
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hop_pask
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sabato 3 gennaio 2015
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ridere non è tutto
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Giudicare un film non è mai facile: bisogna prendere in considerazione molti aspetti e spesso le opinioni sono in contrasto. Quando si parla di un film comico (cinepanettone nel caso specifico) il criterio di valutazione largamente usato è: "il film ha fatto ridere??". Se ci si fermasse a questa valutazione, che superficiale è dir poco, il film sarebbe un capolavoro. Perchè le persone al cinema, me compreso, hanno riso praticamente per tutta la durata del film. Nonostante ciò, ho sempre avuto la sensazione di avere a che fare con qualcosa di troppo tragicomico per essere vero (nell'epoca dei nonni su Facebook vorrei sapere dove esiste un paesino con gente così).
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Giudicare un film non è mai facile: bisogna prendere in considerazione molti aspetti e spesso le opinioni sono in contrasto. Quando si parla di un film comico (cinepanettone nel caso specifico) il criterio di valutazione largamente usato è: "il film ha fatto ridere??". Se ci si fermasse a questa valutazione, che superficiale è dir poco, il film sarebbe un capolavoro. Perchè le persone al cinema, me compreso, hanno riso praticamente per tutta la durata del film. Nonostante ciò, ho sempre avuto la sensazione di avere a che fare con qualcosa di troppo tragicomico per essere vero (nell'epoca dei nonni su Facebook vorrei sapere dove esiste un paesino con gente così). Uscendo dalla sala, insieme ad altri spettatori ho constatato come anche le risate, seppur numerose, fossero estemporanee: si rideva sulla gag e anche su quella successiva, ma tra le due non c'era collegamento, c'erano tante storie unite tra loro flebilmente. Insomma, nella povertà assoluta della comicità di quest'anno, dove anche Aldo, Giovanni e Giacomo non mi hanno convinto a pieno ( su Ma tu di che segno 6 e gli altri non mi esprimo neanche) questo film risulta addirittura il migliore italiano di questo periodo, facendomi venire nostalgia perfino delle solite commedie americane gratuitamente volgari e scontate.
In conclusione, film appena discreto arricchito, oltre che da Siani, anche da Fabio de Luigi, attore che io adoro e che riesce a rendere (quasi) interessante perfino la pubblicità della Dash; nonostante ciò, se i migliori film che riusciamo a fare sono quelli di Checco Zalone (attore che mi fa molto ridere, ma se fa un altro film sul terrone al nord lo faccio cadere dalle nubi), bisogna farsi un paio di domande
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