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"ossessione senza fine"(2015, Doug Campbell)è, a mio modesto parere, poco più di nulla, come thriller e tv-movie(ammesso che sia un'endiadi, questa): E'un film decisamente incongruente, nel quale l'intento è forse moralistico(francamente la cosa non m'interessa, dico il vero)rappresentando un anziano(o quasi)medico molto affermato che si innamora della giovane paziente, vittima di incidente, che è prativamente una liceale all'ultimo anno. La forzatura melodrammatica toglie spazio a quel po'di"thriller"che era nel film, precipitando il tutto in un clima di prevedibilità, di noia, di non attesa(quando invece la suspense è in primis proprio attesa...), dove il tuttto si "salva", volendo, almento al moralismo programmatico, con la fuga finale del"vilain"; ma ciò è comunque poco, rispetto a un tv-mvoie comunque troppo lungo rispetto a quanto vuo dire/mostrare, che è comunque(come detto sopra(decisamente poco. Il resto è affidato al protagonista Eric Rboerts, notoriamente il fratello maggiore e meno fortunato dell'arcinota(mio domando perché, ma è un appunto totalmente mio)Julia. Bravo, Eric Roberts lo è, anche se la sua recitazione non saprei definirla se non"espressionistica"; espressione certo imprecisa rispetto alla tecniche attoriali(semmai siamo nell'ambito stanislawskiano, ma spinto al massimo), in quanto esprime tutta la frustrazione di un uomo che non è mai riuscito, nonostante tutto il successo, a incontrare una donna che lo soddifsfi non si sa bene(e meno che mai lo sa lui stesso, almneo a livello conscio)da quale punto di vista... Brianna Chomer si farà; Deborah Zoe è bravina, ma... tutto il peso del fikm, in qualche modo, è sulle spalle di Roberts e della sue performances non strabilianti... Francamente c'è altro da vedere e di cui occuparsi, in questo mondo... So che liquido il tutto in modo molto tranchant, ma non saprei che altro fare. francamente... C'è spazio per altre considerazioni, volendo, ma queste attengono all'atteggiamento contraddittorio che negli States domina rispetto alla"questione sessuale", dove tra ipocrisia e moralismo da un lato e "afflati"pruriginosi dall'altro., non si sa bene che cosa scegleire o meglio da che parte penda l'opera(meglio: il prodotto)in questione. Qui la scelta è chiara e paradossalmente al tempo stesso ambigua... El Gato
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