Nahid |
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Un film di Ida Panahandeh.
Con Sareh Bayat, Pejman Bazeghi, Navid Mohammadzadeh, Sahar Aghili.
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Titolo originale Nahid.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 105 min.
- Iran 2015.
- Academy Two
uscita lunedì 27 giugno 2016.
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Una donna in continua lottadi FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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venerdì 8 luglio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Nahid", l'opera prima della regista iraniana Ida Panahandeh, racconta la condizione in cui si trova l'omonima protagonista come donna, separata da un marito drogato e fannullone, con un figlio sotto la sua custodia e con i vari e pesanti problemi di carattere economico che la vessano di continuo. Nel corso delle sue giornate, si assiste alle sue lotte condotte contro il figlio adolescente che, a guisa del padre, non ha alcuna voglia alcuna di adempiere al proprio dovere e, cioè, di studiare seriamente, preferendo bighellonare per bars e dedicarsi al gioco d'azzardo, con l'ex-marito che vorrebbe tornare con lei con false promesse di trovarsi un lavoro onesto e con il proprio capo, innamorato di lei e vedovo con una piccola bambina a suo carico, che continuamente la chiede in sposa. Dopo numerosi tentennamenti a cedere definitivamente alla corte del proprio capo (vi è il rischio per una accordo legale che la donna perda definitivamente l'affidamento del proprio figlio nel caso si risposasse), numerose bugie pronunciate, sia pure a fin di bene, a tutti, Nahid converrà che la migliore soluzione per lei e per suo figlio sia proprio quella di maritarsi una seconda volta con il proprio datore di lavoro, che oltretutto possiede una sicurezza economica non indifferente al fine di poter condurre una battaglia legale per l'affido del ragazzo.
Nahid rappresenta la tipica donna moderna ed "emancipata" (per quello che il suddetto paese permette) alle prese, appunto, con numerosi problemi quotidiani, e il ritratto che viene rappresentato dalla Panahandeh è quanto mai realistico, esplicativo ed efficace ai fini di esporre, nonchè anche denunciare, certe limitazioni ormai anacronistiche vigenti ancora in Iran dove il genere maschile ancora è ancora prevaricatore e quello che in realtà comanda ed ha potere rispetto alla donna nella società di oggi. Ma, in generale, in tutta la vicenda di questa pellicola, contrariamente ad altre contemporanee sicuramente più dure nei loro contenuti, si respira un' aria di maggiore "apertura", forse, come un debole segnale di una piccola speranza per un futuro più "libero".
In conclusione, un film molto interessante nei suoi contenuti, ben diretto ed ben interpretato dagli attori locali (per noi quasi sconosciuti) tra i quali spicca, e lo spettatore ritrova piacevolmente, Sareh Bayat , già ammirata nel precedente "Una Separazione" del regista Farhadi.
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