Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia, Germania |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Nanni Moretti |
Attori | Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini (I) Stefano Abbati, Enrico Ianniello, Anna Bellato, Toni Laudadio, Lorenzo Gioielli, Pietro Ragusa, Tatiana Lepore, Monica Samassa, Vanessa Scalera, Davide Iacopini, Rossana Mortara, Antonio Zavatteri, Camilla Semino Favro, Domenico Diele, Renato Scarpa, Francesco Acquaroli, Francesco Brandi, Filippo Dini, Gianluca Gobbi, Gianluca Cardinali, Pepita Cianfoni, Paolo De Pascale, Alessandro Gruttadauria, Francesco Lagi, Raffaella Lebboroni, Isabella Merafino, Alessandro Rossi (IV), Gianluca Caldironi, Andrea Iaia. |
Uscita | giovedì 16 aprile 2015 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,61 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 ottobre 2015
Argomenti: Mamme al cinema
Oltre a dover gestire tutti gli oneri che il suo lavoro da regista prevede, Margherita deve fare conti con le bizze della star italo-americana che ha scelto per il suo film. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 10 candidature e vinto 2 David di Donatello, 2 candidature agli European Film Awards, 1 candidatura a Cesar, 3 candidature a Globi d'oro, In Italia al Box Office Mia madre ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 3,5 milioni di euro e 1,1 milioni di euro nel primo weekend.
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Margherita sta girando un film impegnato sulla crisi economica italiana dove si racconta lo scontro tra gli operai di una fabbrica e la nuova proprietà americana che promette tagli e licenziamenti. Oltre a dover gestire la complessità del set corale di un film politico, deve fare i conti con le bizze della star italo-americana che ha scelto per interpretare il ruolo del nuovo proprietario; un attore in crisi, ostaggio della sua maschera di divo, qui esasperata dal provincialismo del cinema italiano.
Margherita è separata, ha una figlia adolescente che frequenta malvolentieri il liceo classico in ossequio alla tradizione famigliare impressa dalla nonna (insegnante di latino e greco), ha un amante, attore nel film impegnato, mollato all'inizio delle riprese, e una vita confusa, solitaria e complicata. La concentrazione, richiesta per girare un film così difficile, tutto spostato verso il lato pubblico e politico, è minacciata dalle istanze del privato e dall'ombra sempre più densa della possibile morte della madre che la costringe a un confronto difficile e doloroso, soprattutto con se stessa e con il fratello Giovanni, un ingegnere posato che si è preso un periodo di aspettativa dal lavoro per accudire la madre malata di cuore, ricoverata con poche speranze in un ospedale della capitale.
Mia madre è un film profondo e sincero, tanto da essere quasi crudele per il lavoro che compie di scavo ineluttabile e autentico.
Non è il primo film in cui Moretti "mette a nudo" se stesso nel confronto con in suoi alter-ego cinematografici. Lo ha sempre fatto. Ma la natura di questo dialogo ha da qualche tempo assunto una qualità diversa. È come se avesse avuto bisogno di liberarsi della sua stessa maschera per guardarsi in faccia. E non è un caso che questo gesto coincida con il graduale mettersi da parte dell'attore/regista a favore di altri sembianti, figure, personaggi, attori. Moretti ha dovuto non coincidere con la propria immagine per avviare un confronto con se stesso. L'ha iniziato a fare con il Caimano e con Habemus Papam. Ma lì la crisi e le domande (pubbliche e private) venivano assunte da figure "politiche", mentre ora il confronto è con il ruolo del regista nell'esercizio della sua funzione di direzione. Ecco, Moretti non ha cercato scappatoie, vie di fuga, facili "neologismi". È andato diretto al punto.
Ad aumentare la complessità di un film ricco di suggestioni psicoanalitiche e di elementi autobiografici, c'è la scelta di trovare se stessi nel corpo di una donna. Margherita (Buy), alter-ego di Moretti, non si trasforma mai nell'icona dell'Apicella che fu. In questo senso, lui e lei riescono in qualcosa di molto difficile: confondersi l'uno nell'altra, dando vita a un genio complesso e originale.
A parte qualche piccola tentazione, dove è più evidente lo scambio di ruoli, la Margherita del film è una figura autonoma, la cui sensibilità e intelligenza non è eterodiretta. E lo stesso Moretti (che interpreta il fratello Giovanni) vive in uno spazio riservato, metabolizzando l'imminente morte della madre con una riservatezza commovente e laica, lasciando alla sorella il primo piano di una crisi mai esasperata, ma appunto profonda e complessa.
Ma c'è tanto di più in questo film così stratificato, solo in apparenza intimista. Intorno al nucleo di un dolore privato, Moretti con i suoi sceneggiatori e sceneggiatrici erige un edificio fatto di diversi piani, ognuno dei quali sviluppa un discorso, un tema, una riflessione.
Mia madre quindi è anche un film sul cinema, sul rapporto tra realtà e finzione.
La prima scena è uno scontro tra manifestanti operai e poliziotti. Per come è stata girata, prim'ancora di scoprire il film nel film, si intuisce che c'è puzza di "finzione", ma nel senso (potremmo dire tutto italiano) di fasullo: le botte dei poliziotti non sono così realistiche, l'azione dei manifestanti appare improbabile, l'azione è povera... non è solo una sensazione, presto qualcuno grida "stop" e inizia a lamentare la povertà della scena. È Margherita al centro del suo set che inizia a mietere dubbi nei suoi collaboratori, facendosene carico lei stessa. Parlando al direttore della fotografia che aveva posizionato la camera dentro alla mischia riproducendo un senso di realismo brutale e spettacolare, Margherita esprime il suo dubbio etico: "ma tu stai con i poliziotti o con i manifestanti"? Domande che pochi si fanno, ormai, ma che Moretti continua a fare e non è un caso che le sequenze del film nel film, il racconto della protesta degli operai, siano così maldestre, improbabili, finte (Moretti infatti non girerebbe mai un film così).
Ma c'è dell'altro, se volessimo andare a fondo. La dimensione politica e pubblica, la lotta degli operai, la crisi economica così come s'affacciano nel film sembrano aver perso ogni urgenza e necessità. Non interessa a nessuno della sorte degli operai. In questo senso Mia madre è un film che racconta una stanchezza e una inadeguatezza. L'ingegnere Giovanni (interpretato da Moretti) si è messo in aspettativa per poi dare le dimissioni e la regista Margherita gira il suo film politico senza troppa convinzione, come fosse un dovere, con una certa stanchezza e sfiducia verso il mezzo stesso, verso la finzione. Margherita, come il suo divo americano dopo l'ennesima notte di ciak andati male, vuole tornare alla realtà, che si quella tangibile del privato e qualcosa d'altro in via di definizione.
In questo senso il film è di una cupezza esemplare, quasi senza scampo, perché attraverso l'alter-ego, ci dice che il suo autore non riesce più a credere che iquel cinema (il suo? quello italiano? quello di finzione?) sia il modo più efficace per raccontare il presente politico e sociale. Non per questo, sia ben chiaro, bisogna intendere Mia madre come un'opera che si rifugia nell'intimismo e nel privato. Anzi proprio nell'attivare questa dialettica così stringente tra individuo e società, privato e pubblico, personale e politico, attore e regista, uomo e icona... il film s'appresta ad essere un manifesto del nostro tempo complesso e problematico.
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Il film è ben fatto, ben diretto. La Buy è un bel personaggio, la mamma adorabile ma su tutti spicca la bravura e la simpatia di Turturro. Il film sancisce la notevole maturazione di Moretti che qui si limita a ritagliarsi il ruolo dimesso del figlio peraltro esempio di amore filiale. Margherita è regista impegnata, non [...] Vai alla recensione »
ottimi gli attori, splendida Giulia Lazzarini, ma anche gli altri giusti nel loro ruolo. La sceneggiatura non è sublime perchè la quotidianità non lo è. La vicenda della fine di una madre, molto amata, per chi l'ha vissuta è fatta proprio di quell'andirivieni di dolore e di speranza senza concretezza che accompagna gli ultimi tempi della vita di una persona.
Mia Madre: World's First recipient of a "Black Hole" award Ihave decided to create a new award system for films - commencing with those films currently being produced in Italy - which more accurately reflects reality and as an antidote to the current "Star" rating system. The "Black Hole" rating system is aimed at everyone associated with the production of the particular [...] Vai alla recensione »
Un bel film , in alcune parti molto bello . Moretti si dimostra un regista che non lascia mai indifferenti e che non si adagia mai sul suo passato anche se prestigioso . Margherita Buy è bravissima , forse la sua miglior interpretazione in carriera . John Turturro bravo e simpatico, lo stesso Moretti molto intenso e partecipato . Gli altri attori tutti credibili .
Ho deciso di creare un nuovo sistema di valuatzione per i films attualmente prodotti in Italia, che sia reale e in contrapposizione alla attuale valutazione che assegna "Stella" "Buco Nero" è una a valutazione che viene assegnata a tutti coloro che sollaboranoalla produzione di un film: sceneggiatore, direttore, attori, produttore e regista, includo anche i finanziatori [...] Vai alla recensione »
metti un evento triste , tieni un diario di quello che succede e poi lo filmi . Solo Moretti poteva credere che questo poteva essere in film per la presunzione che quello che gli accade è senz'altro fuori dall'ordinario e quindi va raccontato e filmato. Il risultato è un film che non decolla mai . non c'è intreccio, non c'è originalità nel racconto [...] Vai alla recensione »
C'è tutto, tranne Dio e l'assenza è tanto prevedibile (Moretti è non credente) quanto clamorosa in un film che parla di un lento trapasso. Si può essere d'accordo o meno con questa visione della vita (e della morte): senz'altro però in questo film c'è sia la sintesi di secoli di cultura occidentale laica sia il catalogo quasi completo&n [...] Vai alla recensione »
"Mia madre". Il titolo racchiude già in sè il vero significato di questo film, diverso, di Nanni Moretti. E' necessario fare una premessa : ciò che vediamo possiamo definirlo semplicemente "film" o, in maniera più ampia, "esperienza di vita" ?. Perchè ciò che Nanni Moretti ci mostra, per due ore, sono personaggi, ruoli, frasi, frammenti visivi e sentimentali in cui probabilmente molti di noi s'identifichera [...] Vai alla recensione »
GIOVANNI e MARGHERITA, nomi veri dei due attori protagonisti del film vero-finto di Moretti. La regista, senza neanche lei capirne il senso, invita l’attore a stare accanto al personaggio. Inizio vero-falso della ripresa di un film impegnato con la Buy, in psicoanalisi permanente, ancora non ci ha detto, e forse neanche lei lo sa, “se ci fa o c’è”.
non avevo grandi aspettative, quindi, non sono stato troppo deluso il film è girato (soprattutto le scene "ospedaliere") come un film per la TV o, peggio, come una fiction il modo in cui viene trattato il tutto è un po' superficiale, con gli attori che si mettono esageratamente "a fianco del personaggio" (come chiede il personaggio di Margherita Buy ai suoi attori) le relazioni non vengono approfondite [...] Vai alla recensione »
Spero che Moretti non segua il triste declino di Woody Allen: fare nuovi film alla Moretti di cui già si conosce lo sviluppo prima di andare a vederli (inquietante in questo senso la presenza di Turturro). Florilegio di alcuni dei suoi ultimi film (fatti o interpretati) possiamo così ri-vedere il tormento del personaggio (Caos Calmo), il regista alle prese con il film che si farà, [...] Vai alla recensione »
Mentre la madre è alla fine dei suoi giorni, Margherita disorientata riconsidera via via che, nelle relazioni familiari e amicali, l’accudimento avrebbe dovuto occupare il primo posto. Tra il lavoro da regista, la figlia, l’ex marito ed il fratello, Margherita si rende conto , invece, che la routine quotidiana ha &n [...] Vai alla recensione »
Questa volta non volevo scrivere una recensione, ma criticare il film solo con le foto che mi ritraggono all'uscita del cinema, supponendo che il mio volto, ancora intriso di emozioni, bastasse a descrivere il mio stato d'animo, senza tradurre in parole le inevitabili riflessioni. Proprio perchè il tema è doloroso, profondo, importante, ancestrale, angosciante, disperante, ineluttabile.
La critica lo ha osannato, il pubblico forse meno. Il sospetto che i critici debbano sempre e cmq premiare chi, come il bravo Moretti, fa film d'autore anche se molti sono boiate atomiche, va oltre il semplice sospetto e questo caso ne è la prova. 4 stelle dai critici per un'opera che potrebbe vincere l'oscar del nulla cosmico. Sceneggiatura inesistente, personaggi appena abbozzati, quello interpretato [...] Vai alla recensione »
Decisamente questo film di Moretti mi ha sorpreso. Deluso, sarebbe forse sbagliato. Mi attendevo il solito Moretti graffiante, cinico-elegante-satirico-umoristico, forte critico del malcostume. . Invece no, qui lui preferisce starsene nell'ombra: il sommesso fratello sempre pensieroso-ponderato della poco convincente sorella-regista (Margherita Buy) .
Un film malinconico, a volte nervoso, la malinconia in certi momenti sconfina nei colori, tenui fino a diventare sfumature di grigio, dell'ospedale, della casa della madre, della fabbrica. Mi piace molto la recitazione di Moretti e Buy, lui più chiuso ma tenero con la madre e la sorella, lei più emotiva ed estroversa, tira fuori la rabbia e il dolore più facilmente.
Ecce Nanni , di mauridal MIA MADRE , il più morettiano dei film di Nanni Moretti, regista maturo , per niente gravato dal peso dei successi ottenuti dai film precedenti. Ritroviamo i temi costanti del suo cinema, come il racconto ironico e al contempo triste, personaggi apparentemente decisi e incerti sul da farsi , ma sempre col dovuto distacco dell'autore [...] Vai alla recensione »
Margherita (l’espressiva Margherita Buy) è una regista impegnata nella lavorazione di un film che presenta il conflitto tra operai di una fabbrica in crisi e un manager, Barry Huggins, (John Turturro), incaricato dalla proprietà dell’azienda di fare il “tagliatore di teste”. Le prime scene girate non sembrano buone: lo scontro tra operai e manager viene rappresentato in un modo poco probabile e Margherita [...] Vai alla recensione »
Moretti fa centro un'altra volta. Cuce addosso a Margherita Buy il personaggio di una regista che si sente sola e conscia della situazione nel quale si trova L'Italia... mentalmente e culturalmente. Una donna che ormai si aggrappa a sua madre,alle esperienze avuto con lei,la madre è l'unica donna che riesce a vivere nonostante le problematiche di salute e riesce a progettare [...] Vai alla recensione »
Due film in uno e con che attori, Moretti, la Buy e Turturro, mostruosi nella bravura, magari i due italiani sono “mostri” solo un poco più piccoli di Mastroianni e la Loren in Una giornata particolare. Un film è quello che la regista Margherita sta girando, lavoratori che si vedono chiudere la fabbrica con l’americano Turturro che arriva per comprarla, in vista [...] Vai alla recensione »
Complessivamente mi è sembrato un buon film. La sceneggiatura non raggiunge vette epiche ed alcuni ruoli o personaggi non sono molto convincenti (mi riferisco a Turturro e alla Buy "Regista). Tuttavia metre scorreva la pellicola,grazie anche a un ritmo che soffre in lentezza ma allo stesso tempo lascia spazio a riflessioni,ho riconosciuto in più di un'occasione i legami profondi [...] Vai alla recensione »
Margherita sta girando un film sul mondo del lavoro, le riprese si rilevano più complicate del previsto e lei passa le giornate a litigare con tutti Lei in quel momento vorrebbe solo stare in Ospedale con la madre. Margherita ha chiamato come protagonista del suo film un attore dagli Stati Uniti, eccentrico e bizzoso, non ricorda mai le battute ma, al momento giusto [...] Vai alla recensione »
"Mia madre". Il titolo racchiude già in sè il vero significato di questo film, diverso, di Nanni Moretti. E' necessario fare una premessa : ciò che vediamo possiamo definirlo semplicemente "film" o, in maniera più ampia, "esperienza di vita" ?. Perchè ciò che Nanni Moretti ci mostra, per due ore, sono personaggi, ruoli, frasi, [...] Vai alla recensione »
Riconosco:c'è tanto impegno ,tanto mestiere e professionalità. Ma le vicende umana di Margherita assomigliano a quelle di tanta altre persone che si incontrano tutti i giorni. Quanti di noi hanno vissuto il travaglio di vedere una persona cara spegnersi lentamente e inesorabilmente? E mentre si deve badare alla persona cara che sta per lasciarsi dobbiamo continuare a correre : i problemi [...] Vai alla recensione »
La rappresentazione della realta' e' difficile. Peggio quando si tratta di sentimenti. Peggio ancora quando i sentimenti sono di chi li rappresenta. Non basta e forse non occorre che la rappresentazione sia vera. Ci vuole altro. Ci vuole la mediazione espressiva. A cinema, ci vuole la finzione cinematografica. Ci vuole il film. Mia Madre di Moretti e' un film privo di finzione cinematogr [...] Vai alla recensione »
Se questo film voleva essere una critica al cinema italiano più generico e sfibrato, allora si può dire che il risultato è ottimo nella misura in cui il film è esattamente in linea con alcune tendenze reazionarie e anodine del nostro cinema. La mano di Moretti infatti, se c'è, non si vede. Davvero ardua la visione di un film scritto così male. Dialoghi televisivi e personaggi mai approfonditi e superficia [...] Vai alla recensione »
A mio parere è un buon film, con interpreti bravi (segnatamente Buy e Lazzarini) e una storia che rende bene l'idea di come il trapasso di un parente stretto possa incidere sulla vita di ogni giorno dei congiunti, e forse anche in modo positivo (vedi il riavvicinamento dei fratelli e il possibile miglioramento del carattere della protagonista). Non mancano comunque riferimenti al presente e alla crisi [...] Vai alla recensione »
Il film esprime una sorta di inversione di ruole ra fratello e sorella:la Buy nevrotica, incapace di esprimere fisicamente i propri affetti, tutto cervello e poco emozioni e cuore -per semplificare -, che si annulla nel lavoro, che si mette sempre in discussione, che non sa chi è e dove deve andare, che affronta i problemi del mondo ma non sa risolvere i suoi.
Con la maturità Nanni Moretti ha rafforzato la propria capacità di raccontare l’uomo e la sua vita, andando oltre i limiti di un’impostazione di retroguardia politica che ha pesato sulla sua produzione degli ultimi anni. E dopo l’ottimo habemus papam il regista romano propone un omaggio alla madre, anzi alle madri, che non ci sono più in un film che in un’impress [...] Vai alla recensione »
Condivido pienamente la recensione di Zonta: è vero, il film è complesso e, come tutti i film di questo spessore, si coglierà meglio in futuro tutta la sua complessità. Moretti infatti cerca di affrontare il tema del rapporto tra regista e film, tra cinema e realtà, tra arte e realtà. Soprattutto in una società come la nostra dove gli interessi economici sembrano aver assunto una dimensione tale da [...] Vai alla recensione »
MIA MADRE (IT/FR, 2015) diretto da NANNI MORETTI. Interpretato da MARGHERITA BUY, JOHN TURTURRO, GIULIA LAZZARINI, NANNI MORETTI, BEATRICE MANCINI, ENRICO IANNIELLO, PIETRO RAGUSA, TONY LAUDADIO, STEFANO ABBATI, ANNA BELATO, DAVIDE IACOPINI, RENATO SCARPA, LORENZO GIOIELLI Margherita è una regista di successo che sta ambientando il suo ultimo film in una fabbrica occupata dagli [...] Vai alla recensione »
Questo di Moretti non è solo e al solito un film fortemente autobiografico, ma è prima di tutto un film che si interroga sul ruolo del cinema, che si interroga circa la sua possibilità di confrontarsi con la realtà e sulla sua capacità-possibilità di raccontarla. Tutto il film, fin dalla primissima scena, ci sbatte in faccia il dilemma fra ciò che il cinema come parvenza ci vuole rendere della realtà [...] Vai alla recensione »
La storia è quella di una donna regista, madre, figlia e sola , Margherita Buy che si alterna tra un set simbolo delle contraddizioni attuali e il capezzale della madre che sta morendo , una figura solida , interpretata da una Giulia Lazzarini memorabile, un'insegnante ancorata ad un mondo culturale del passato ma , in definitiva, più presente e fresco di quello di oggi.
Grande film. Moretti sa che oggi anche il cinema non riesce più a sostenere direttamente una tesi: politica, sociale, civile. Ed allora, con una Margherita Buy da Oscar, rivela ogni insicurezza della fase critica che stiamo attraversando. Un esempio della dolcezza del pensiero critico di fronte all'arroganza di chi grida di avere ragione. Si esce dalla sala malinconici, ma con una serenità positiva [...] Vai alla recensione »
Il film analizza l'ultimo periodo della vita della madre di Giovanni (N.Moretti) e Margherita (M.Buy), ricoverata all'ospedale gravissima. Giovanni, ingegnere, e Margherita, regista, vivono la degenza della madre con grande sofferenza che interferisce anche con la vita lavorativa dei due. Margherita in particolare sta girando il suo ultimo film oltre a vivere sulla sua pelle problemi sentimentali [...] Vai alla recensione »
Dopo Habemus papam,mi sarei aspettato un film brillante,magari non comico certo ,non è nelle corde di Moretti,ma perlomeno una commedia,invece siamo nella dimensione di "la stanza del figlio".Opera dunque drammatica,struggente fortemente introspettiva,iperrealistica.Certo non adatta a chi ha una madre anziana e malata.Portare in pubblico le proprie tristezze che poi sono un pò quelle di tutti, è un [...] Vai alla recensione »
Era un mercoledì pomeriggio quando sono andata al cinema. La sala era completamente deserta. E' quasi come essere sul divano di casa, con il vantaggio dello schermo gigante. Dopo la canonica lunghissima mezz'ora di pubblicità è iniziato il film. Scena iniziale: corteo di manifestanti fuori da una fabbrica, con tanto di polizia che prende a manganellate i lavoratori in protesta.
Dopo i lutti del figlio (La stanza del figlio) e della moglie (Caos calmo), ecco l'ultimo episodio di una sorta di trilogia... con Mia madre. Come in altri film su di un tema narrativo (in questo caso la malattia della madre), sviluppa il vero soggetto, cioè lo smarrimento derivante dall'inadeguatezza (come in Habemus Papam). Questa volta ad impersonarlo è una splendida Margherita [...] Vai alla recensione »
Forse Moretti ha voluto mettere, come si suol dire, troppa carne al fuoco. Di solito un fim lascia (almeno a me ) un'impressione ben precisa e netta e uno spunto di riflessione su un determinato argomento. Qui i temi affrontati sono davvero molti e a volte abbozzati. Il personaggio di Margherita mi pare un po' sopra le righe e il suo disperato tentativo di far fronte a tutti gli impegni [...] Vai alla recensione »
Con tutto il battage pubblicitario, le interviste nei settimanali, le recensioni nei quotidiani e nell’immancabile studio di Fazio, era prevedibile che il film di Moretti potesse deludere. Lo si apprezza quasi esclusivamente per la grande bravura di Giulia Lazzarini e la simpatia di John Turturro mentre i fratelli Buy-Moretti non riescono a convincere.
La regia di Moretti è pulita e realistica. Pensavo di trovare un film lento invece i tempi sono sorprendentemente azzeccati. Non so se Moretti facendo impersonare a una donna il sè stesso abbia voluto esternalizzare il dolore però è tutto molto verosimile l'ospedale la sofferenza il vissuto,il ricordo. È bello che si sappia poco della malattia della [...] Vai alla recensione »
Nanni Moretti si pone al centro del suo ultimo film,affidando l'interpretazione di se stesso a Margherita Buy. Margherita è una regista alle prese con un film che tratta il tema della crisi e della disoccupazione,ambientato in una fabbrica e incentrato sull'arrivo di un nuovo proprietario americano che vuole operare tagli e licenziamenti.
Margherita (Margherita Buy) è una regista alle prese con un film dal soggetto forse un po' antiquato: la lotta di un gruppo operai contro il padrone straniero (John Turturro) che li vuole licenziare. Storia d'altri tempi, verrebbe da dire in giorni come questi, durante i quali il concetto di lotta sociale viene criminalizzato (vedi il caso-Colosseo a Roma) se non proprio ignorato [...] Vai alla recensione »
A differenza di Sorrentino, Moretti tocca con mano il tempo che avanza attraverso il declino di chi si è abituati ad immaginare immortale: la mamma. Il film è intimo, profondo, autentico, e ci riporta alla crudissima abilità del regista nel mostrare un’afflizione mutilata di ogni esasperazione estetica. Qui il dolore è rassegnazione; è sfumato, previsto, stillato poco a poco.
Poco originale, una storia raccontata in modo banale. La recitazione della Buy non è sempre convincente e quella di Moretti è quasi fastidiosa. Il personaggio di Turturro è una caricatura che non si capisce come si inserisce nel film. alcune scene belle ma troppo poche (quella della fila davanti al cinema, quella di Turturro in macchina).
In questa ultima pellicola di Nanni Moretti si nota una conferma e una novità. La prima riguarda il fatto che il regista romano traspone a terze figure non più interpretate da lui, le proprie idee e angosce inconsce. Come già fatto con Il Caimano e Habemus Papam. Quanto alla seconda, lo fa con maggiore ironia, leggerezza, mediante sequenze che interrompono la drammaticità [...] Vai alla recensione »
Film del migliore Moretti, lo metterei quasi alla pari di La messa è finita che per me resta il suo capolavoro. Bella sceneggiatura, misurata e fluida, che sa trattare argomenti così intimi e complessi senza mai sfociare nel patetico o nel superfluo, interpreti ottimi (specie la Buy che mi ha stupito per la sua bravura), finale eccezionale come sempre in Moretti, che ha l'arte di chiudere i suoi film [...] Vai alla recensione »
Margherita è una regista di mezza età in crisi nella vita e nella professione: la faticosa lavorazione di un film resa ancor più complicata dalla presenza del bizzoso attore americano Barry Huggins si accompagna agli ultimi giorni di vita della madre Ada, al cui capezzale si alterna o si affianca insieme al fratello Giovanni. Il soggetto è tutto qui, ma dietro alle apparenze [...] Vai alla recensione »
Secondo me il nucleo centrale del film è il parallellismo tra la malattia della madre e la crisi economica attuale. Per la maggiorparte del film regna un'assoluta incertezza sulla malattia di cui non si conosce nemmeno il nome e si ottengono spiegazioni vaghe e inconsistenti da parte dei medici e dall'altra parte la rappresentazione della crisi economica che porta la gente [...] Vai alla recensione »
A parte il fatto che ho finalmente, definitivamente e indelebilmente capito il dativo di possesso (che a quasi 60 anni non è male), e che mi sento quindi molto contenta e ringrazio, non posso dire che questo film meriti le pessime critiche che ho letto. Certo, il film manca di smalto ma non credo che l'intento sia stato quello di fornirglielo. Certo, manca la folgorante ironia e profondità di Habemus [...] Vai alla recensione »
Una regista di film impegnati passa le giornate sul set a litigare praticamente con tutti ma scopre che vorrebbe solo pensare alla madre che sta morendo, anzi forse fa il film proprio per non pensarci troppo. Un famoso attore venuto dagli Usa (impagabile John Turturro) non ricorda mai le battute, ha una pronuncia spaventosa, si eccita girando per la città al ricordo di una Roma scomparsa e forse mai [...] Vai alla recensione »
Uno dei motivi, il motivo?, per cui amiamo il cinema di Nanni Moretti è l'ostinata istanza morale sulla quale si fonda. Fin dai tempi di Io sono un autarchico , il cineasta si è posto sullo schermo in una posizione centrale di incredulo, indignato osservatore. Da un lato una società civile alla deriva; dall'altra lui, volta a volta barricato dietro un altare o una macchina da presa, sferzante, irritato, [...] Vai alla recensione »
Cosa dice una madre che sta morendo? "Dico che mi sto instupidendo a forza di stare qui". E cosa capiscono due figli passati attraverso le visite, i tubi, le tracheotomie, la terapia intensiva e le cartelle cliniche? Che a un dato momento, un momento che arriva per tutti, si smontano i letti, si fanno le valige e si torna li, dove il professore de L'attimo fuggente immaginava il Paradiso: "Solo nei [...] Vai alla recensione »
La stanza del figlio si è trasformata nella stanza della madre: altri luoghi, altri tempi, altri lutti. Sono passati più o meno quindici anni, Moretti è diventato più cupo e forse anche più stanco (la sua faccia, il suo sguardo lo denotano), il suo lavoro vero (il regista) lo sfianca, perché è sempre più difficile reggere lo scarto tra finzione e realtà e Margherita, la regista del film che si sta [...] Vai alla recensione »
È errato considerare Mia madre come l'ennesimo film di Moretti sull'elaborazione del lutto, visto come ideale conclusione di una trilogia iniziatasi con La stanza del figlio e proseguita con Caos Calmo. Certo, il tema è ben presente, ma non preponderante rispetto a quella sorta di suo «testamento» sul mestiere del regista, frutto di una lunga riflessione portata avanti nelle pellicole precedenti, che [...] Vai alla recensione »