Latin Lover

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Un film di Cristina Comencini. Con Virna Lisi, Marisa Paredes, Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Candela Peña.
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Commedia, Ratings: Kids+16, durata 114 min. - Italia 2015. - 01 Distribution uscita giovedì 19 marzo 2015. MYMONETRO Latin Lover * * * - - valutazione media: 3,34 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

5 discendenti travolte da un fascino misterioso. Valutazione 3 stelle su cinque

di GreatSteven


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martedì 30 ottobre 2018

 LATIN LOVER (IT, 2015) diretto da CRISTINA COMENCINI. Interpretato da Virna Lisi, Marisa Paredes, Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Candela Peňa, Pihla Viitala, Nadeah Miranda, Francesco Scianna, Neri Marcorè, Claudio Gioè, Lluìs Homar, Toni Bertorelli, Jordi Molla
Saverio Crispo, un volto inconfondibile del cinema italiano, un genio (come lo definisce il critico Picci), è venuto a mancare un decennio fa. Le sue quattro figlie, avute da mogli diverse in altrettante parti del mondo, si radunano nella sontuosa casa della piccola località pugliese dove l’attore ebbe i natali. La figlia francese, con il più piccolo dei tre figli avuti da tre padri differenti. La figlia spagnola, l’unica sposata, con un marito che impunemente la tradisce. E l’ultima figlia svedese che il padre non l’ha quasi mai neanche visto. Giungono anche le due vedove, la prima moglie italiana che se lo è ripreso e curato durante la vecchiaia, e la di lui collega iberica che si era unita a lui in matrimonio ai tempi degli spaghetti-western. Nessuna delle figlie ha conosciuto appieno il fenomenale padre che ognuna ha mitizzato e adorato nelle svariate epoche della sua trionfale carriera. Quando la celebrazione è ancora in atto, mentre ancora è in attesa la quinta figlia, la statunitense riconosciuta con la prova del DNA, irrompe invece Pedro Del Rio, lo stunt che pare conoscere l’attore dongiovanni meglio delle sue stesse parenti femmine. Fra conferenze stampa, proiezioni, rivelazioni notturne di segreti, le donne dell’incorreggibile divo rivaleggiano e si confrontano, in un crescendo rossiniano di emozioni e situazioni tragicomiche. Ritratto di una famiglia allargata e intercontinentale che il film critica velatamente ma pur sempre con un’acredine convinta, associato alla descrizione del quadro biografico fittizio di un artista che ha girato il mondo più per sedurre e abbandonare donne che per recitare, seminando segni della sua presenza in maniera inequivocabile con l’esperienza di un teatrante consumato quale lui stesso era. Sostenuta dalla robusta sceneggiatura di Laura Calenda (scritta con la regista), impreziosita dalle musiche di Andrea Farri e baciata dalla carezzevole fotografia di Italo Petriccione, l’opera di C. Comencini è una divertente commedia corale al femminile incentrata su un gruppo di signore che fra di loro si conoscono meno di quanto credono, poiché, finché le confessioni fattesi vicendevolmente su segreti, rivelazioni, frasi taciute, incursioni omosessuali e avventure impensabili non vengono a galla, un autentico legame che le unisca non esiste. Il crisma che al termine le rende sorelle al 100%, malgrado siano pur sempre sorellastre sul piano genetico, consiste proprio nell’aver conosciuto meglio il loro padre, al quale sono interessati pure un critico cinematografico (Bertorelli) che ha recensito la sua intera filmografia, un giornalista (Gioè) a caccia di notizie sulla sua vita privata e il cascatore (Homar) col quale ha pure avuto una relazione amorosa fugace rimasta celata per lungo tempo. Comencini si conferma autrice in tutto e per tutto della sua creatura dal momento che punta sulla recitazione per altro impeccabile delle sue attrici, valorizzandole una per una per i propri talenti: V. Lisi (cui il film è dedicato, già ammalata durante le riprese e scomparsa prima che Latin Lover uscisse nelle sale italiane) come prima moglie assennata cui soltanto il vino veritas estorce gli aneddoti più reconditi; M. Paredes, seconda moglie, di origini spagnole, che ricorda i profumi preferiti del marito e rivela con svariato ritardo di portare una parrucca in testa da lei stessa definita un "topo morto"; A. Finocchiaro, primogenita melodrammatica, che con l’abituale espressione stralunata e il piglio stupito non perde un colpo; V. Bruni Tedeschi, secondogenita nevrastenica in cura presso uno psicanalista, capace però di ritrovare un equilibrio mentale dopo una serie di fortuite scenate; C. Peňa, terzogenita pragmatica e fedele al marito che invece la cornifica senza neanche troppa avvedutezza, forse colei che più di ogni altra figlia ama il padre che le donne hanno in comune; P. Viitala, quartogenita svedese introversa che ha seguito le orme paterne, probabilmente la meno riuscita del reparto femminile perché recita troppo sotto le righe; e N. Miranda, quintogenita americana autrice di tre album di musica, che chiude il film in un immaginario duetto con Saverio (uno Scianna che interpreta con maestria e autocompiacimento un personaggio beckettiano, quasi un Godot che però nessuno aspetta perché il suo nome, anzi, la sua rinomanza, è sulla bocca di chiunque) al pianoforte nell’esecuzione di un brano italo-americano. Ma sul fronte maschile non si rimane tantomeno delusi: abbiamo un ottimo N. Marcorè più tranquillo e misurato del solito che si sollazza nel fare la parte del montatore degli ultimi film di Crispo; un C. Gioè assetato di gossip, ma con impeccabile eleganza; un T. Bertorelli ossessionato dal suo attore preferito tanto da bandire una cerimonia in suo onore per esaltarne, magari pure oltre i debiti limiti, la memoria; un J. Molla "unico marito", ricco produttore di vini e propenso ai tradimenti coniugali come una mosca che fiuta il miele; e un L. Homar energumeno onnisciente che strappa l’applauso e pure un frammento di commozione nel parlare del suo amico (e occasionale partner!) mentre sullo schermo scorrono le immagini delle sue eclettiche prove attoriali. Nessun sentimentalismo e una morale profondamente educativa per un caleidoscopio interiore e sfaccettato che si identifica come atto d’amore per il cinema e favore per i più genuini valori famigliari che rinsaldano i nuclei e aiutano a superare le difficoltà che minacciano di scioglierli lambendo coste pericolose.

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