samuelemei
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giovedì 24 dicembre 2015
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la creatività artistica dell'omicidio
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Woody Allen si ripete, Woody Allen è tornato, Woody Allen colpisce ancora! Ė solo questione di punti di vista! Ciò che conta è che “Irrational man” tiene gli spettatori con il fiato sospeso, incollati allo schermo: il maestro newyorkese ha colto nel segno. Questa volta si comincia con un silenzio surreale; i classici titoli di testa sono scanditi soltanto dallo sciabordare delle onde del mare che si infrangono su una scogliera. Quindi attacca il ritmo incalzante di “The 'In' Crowd”, vero leit-motiv "operistico" in chiave blues della pellicola, mentre Abe Lucas (un inquietante Joaquin Phoenix), professore di filosofia alcolizzato, depresso e con manie suicide, si trasferisce nel Rhode Island per lavorare nel college Brailyn.
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Woody Allen si ripete, Woody Allen è tornato, Woody Allen colpisce ancora! Ė solo questione di punti di vista! Ciò che conta è che “Irrational man” tiene gli spettatori con il fiato sospeso, incollati allo schermo: il maestro newyorkese ha colto nel segno. Questa volta si comincia con un silenzio surreale; i classici titoli di testa sono scanditi soltanto dallo sciabordare delle onde del mare che si infrangono su una scogliera. Quindi attacca il ritmo incalzante di “The 'In' Crowd”, vero leit-motiv "operistico" in chiave blues della pellicola, mentre Abe Lucas (un inquietante Joaquin Phoenix), professore di filosofia alcolizzato, depresso e con manie suicide, si trasferisce nel Rhode Island per lavorare nel college Brailyn. Il brillante ma dannato professore irrompe nella vita di Rita, insegnante di chimica, e della studentessa Jill (l’affascinante Emma Stone) che, a modo loro, si innamorano di lui tentanto di sbloccarlo dalla crisi nichilistica in cui è precipitato. La svolta avviene per caso: in una tavola calda Abe e Jill ascoltano fortuitamente la storia di una donna sul punto di perdere l'affidamento dei figli per colpa di un giudice corrotto. Ecco la scintilla che serviva per dare un senso alla sua vita insignificante: Abe decide di architettare il delitto perfetto e fare giustizia una volta per tutte. A questo punto la trama assume tinte noir e la suspense imbriglia sempre più lo spettatore. Il nostro “eroe” riesce nell’impresa e ritrova per incanto tutta l’energia e la voglia di vivere, grazie anche all’amore per Jill. Tuttavia la verità sembra riemergere attraverso una detection lenta ma implacabile. Quando la ragazza scopre l’identità dell’assassino, il ricorso ad un nuovo omicidio si propone come una conclusione logica inevitabile...
“Irrational man” si presenta come una riuscita variazione sul tema di “Match point”, nuovo squisito omaggio di Woody Allen all’estetica dell’omicidio che tanto deve a “Delitto e castigo” di Dostoevskij. Ancora una volta il maestro, ormai ottantenne, ci mostra senza fronzoli il potere crudele e ineluttabile del caso. Ormai non è più il beffardo oscillare di un anello-pallina da tennis sul nastro dell’esistenza, ma una trama congegnata in modo lucidissimo, con cura estrema dei particolari. Il confine tra la vita e la morte, il riscatto morale e la perdizione è rappresentato da un’irrilevante torcia, vinta per caso in una Luna Park, che deciderà la sorte dei due protagonisti.
Stupisce l’abilità di Allen nel costruire un intreccio introspettivo corale, coniugando citazioni filosofiche illustri (Kant, Kirkegaard, Sartre), il pessimismo esistenzialista iniziale del protagonista e il problema morale della responsabilità di ogni azione umana nel complesso di un’architettura filmica agile, scorrevole ed efficace. Con il cinismo che lo contraddistingue, Allen celebra e demistifica nello stesso tempo la speculazione filosofica, costruendo due paradossi morali nevralgici: l’omicidio è un atto di affermazione vitale dato che l’assassino dà un senso alla vita attraverso la morte; ogni azione, morale o immorale che sia, condiziona senza appello la nostra vita. Anche la più piccola decisione implica responsabilità e modifica inevitabilmente il nostro mondo. “Irrational man”, mettendo in scena l'intima battaglia di ragione e istinto (conflitto tra ideale e reale), si rivela una spietata radiografia, dai contorni kafkiani, dell’ambiguo “spazio morale” dell’essere umano.
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maopar
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venerdì 25 dicembre 2015
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woody allen e la filosofia della vita
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IRRATIONAL MAN
Farò una citazione che potrebbe svilire i magnifici dialoghi che avvengono tra un professore di filosofia e i
suoi Allievi di una prestigioso college…” la filosofia è quella cosa che con la quale e senza la quale si
rimane tale e quale”… questo ritornello che studenti liceali di molti decenni fa ripetevano quando i concetti
di filosofia risultavano indecifrabili … costituisce la vera chiave di lettura degli argomenti trattati e che
alla stessa conclusione giunge il film.
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IRRATIONAL MAN
Farò una citazione che potrebbe svilire i magnifici dialoghi che avvengono tra un professore di filosofia e i
suoi Allievi di una prestigioso college…” la filosofia è quella cosa che con la quale e senza la quale si
rimane tale e quale”… questo ritornello che studenti liceali di molti decenni fa ripetevano quando i concetti
di filosofia risultavano indecifrabili … costituisce la vera chiave di lettura degli argomenti trattati e che
alla stessa conclusione giunge il film..
Abe affascinante professore di filosofia da alla sua mancanza di voglia di vivere una interpretazione
Filosofica e, con la stessa propedeuticità del metodo scientifico e con la dialettica dei ragionamenti ,
conviene con i suoi alunni che Vivere la Realtà non può trovare soluzioni nelle elaborate tesi filosofiche…
Abe conviene che i Credenti facendo propria la morale Cristiana sono avvantaggiati…Il problema è di chi
Rimane nei recinti della visione laica della vita…
Nel relazionarsi con due donne una matura Rita ,insoddisfatta professoressa sposata e alla ricerca di
soluzioni estreme.. E Jill una studentessa affascinata dalla figura controversa del nuovo professore,
Abe dimostra un comportamento convincente alla sua dichiarata insoddisfazione , atteggiamenti che lo
Spettatore,in una prima fase, e portato a giudicare in modo coerente e comprensibile.
Ma la vita è un divenire imprevedibile di situazioni , caso o destino come si vuole considerare ,il racconto
Procede con situazioni alleniane di grande effetto sulla attenzione in sala ,che neanche un pranzo di
Natale può assopire….Tutti gli eventi della vita determinano effetti a catena imprevedibili…
Una vincita , una scelta, potrà illuminare.. una soluzione efficace di salvezza..
Ci sono principi etici insormontabili che non possono consentire soluzioni di comodo .Anche se
Apportano vantaggi personali , in questo caso trovare una folle soluzione alla propria insoddisfazione,
che coinvolge la vita o la libertà di qualcun’ altro . Esiste una Morale Universale che consente di vivere nel
rispetto dell’altro , e che nessuna tesi filosofica può alienare…
Altrimenti si finisce Nell’ IRRAZIONALE…..
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[+] esiste una morale universale? perbacco!!!
(di maynardi araldi)
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vanessa zarastro
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domenica 20 dicembre 2015
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eros e tanatos?
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"Irrational man" è un film “carino”, un’ennesima prova della professionalità di Allen anche quando si cimenta in tematiche più importanti. Ritmo incalzante, panorami bellissimi, descrizione appropriata di milieu bene americano non meno conformista degli altri. Musiche efficaci dal jazz ai preludi di Bach. Però nonostante le tematiche trattate non induce alla riflessione e scorre via agevolmente. Del resto negli ultimi 23 anni Allen ha girato 23 film!
Abe Lucas è un professore di filosofia che è il ritratto del classico intellettuale impegnato politicamente (quante marcie e manifestazioni ha fatto!) partecipando a varie spedizioni umanitarie, alla ricerca di uno scopo nella vita che non sia un’ennesima elucubrazione mentale con cui fare un ulteriore libro.
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"Irrational man" è un film “carino”, un’ennesima prova della professionalità di Allen anche quando si cimenta in tematiche più importanti. Ritmo incalzante, panorami bellissimi, descrizione appropriata di milieu bene americano non meno conformista degli altri. Musiche efficaci dal jazz ai preludi di Bach. Però nonostante le tematiche trattate non induce alla riflessione e scorre via agevolmente. Del resto negli ultimi 23 anni Allen ha girato 23 film!
Abe Lucas è un professore di filosofia che è il ritratto del classico intellettuale impegnato politicamente (quante marcie e manifestazioni ha fatto!) partecipando a varie spedizioni umanitarie, alla ricerca di uno scopo nella vita che non sia un’ennesima elucubrazione mentale con cui fare un ulteriore libro. Spiega agli studenti del college le teorie de Kant e di Kirkegaard un po’ a modo suo, tra il trasgressivo e l’informale.
Disilluso da varie esperienze negative come la morte in Irak del suo migliore amico e l’abbandono della moglie, demotivato in ogni sua azione, Abe affoga nell’alcool la sua depressione.
Corteggiato da Rita Richards (Parker Posey) una collega passionale con un grande desiderio (amore e lussuria) di fuga e dalla sua studentessa talentuosa Jill Pollard (Emma Stone), riuscirà a capovolgere la sua apatia attraverso un fatto astruso: la programmazione di un omicidio che dovrebbe rivelarsi perfetto. Abe si auto-investe del ruolo di giustiziere reputando “morale” far fuori un giudice non imparziale (forse corrotto) che stava per emettere una sentenza ingiusta contro una mamma con due bambini piccoli. Quindi fare del bene compiendo il male (Hanna Arend?). Ritrova con questo tutta la gioia di vivere, il piacere dei sensi, il risveglio dell’eros.
Varie altre vicende - compreso un finale alla Dino Risi - trovano il giusto scenario nel campus dell’University of Rhode Island,.
“Irrational Man” non può non evocare “Match Point”, un’altra prova di Woody Allen tra amori e omicidi premeditati ma a mio avviso era meglio perché c’era una maggior critica sociale – non a caso lo aveva ambientato in Inghilterra – e più riferimenti e citazioni (Alfred Hitckoch su tutti).
Bravi i protagonisti, specialmente Joaquin Phenix, ingrassato quel tanto da avera la pancetta del bevitore e con un’aria sempre un po’ stonata.
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[+] può essere eros e tanatos,
(di gpistoia39)
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mauridal
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domenica 3 gennaio 2016
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il grande vecchio woody ha perso un po' di pelo ma
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il grande woody non ha perso il vezzo di interrogarci sul senso della vita e delle cose tutte che ci circondano. Vezzo intellettuale e qui più che mai in questo irrational man, un laico interrogativo che sfocia nel metafisico incontro tra filosofia e senso pratico della vita, in una sequela di paradossi tra le ragioni della vita da vivere e la salvezza nella morte che il nostro prof. di filosofia protagonista del film, profonde in pensieri sragionati , più che irrazionali. Il film del pccolo grande Woody, è gradevolmente impegnato, affronta i temi esistenziali soliti ma giustamente ripetendo come ogni autore, sempre la stessa opera. Qui troviamo una differenza nelle figure femminili , che non sembrano più l'ossessione di Woody, ma al contrario una serena e disincantata descrizione della freschezza femminile in Jill/Emma Stone giovane studentessa che , di una nevrotica e angosciata figura ricorrente, come la prof.
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il grande woody non ha perso il vezzo di interrogarci sul senso della vita e delle cose tutte che ci circondano. Vezzo intellettuale e qui più che mai in questo irrational man, un laico interrogativo che sfocia nel metafisico incontro tra filosofia e senso pratico della vita, in una sequela di paradossi tra le ragioni della vita da vivere e la salvezza nella morte che il nostro prof. di filosofia protagonista del film, profonde in pensieri sragionati , più che irrazionali. Il film del pccolo grande Woody, è gradevolmente impegnato, affronta i temi esistenziali soliti ma giustamente ripetendo come ogni autore, sempre la stessa opera. Qui troviamo una differenza nelle figure femminili , che non sembrano più l'ossessione di Woody, ma al contrario una serena e disincantata descrizione della freschezza femminile in Jill/Emma Stone giovane studentessa che , di una nevrotica e angosciata figura ricorrente, come la prof. Rita aggressiva sessualmente , senza risultati. Dunque un film alla Woody dove gli intrecci tra storie che si incontrano e vite che il caso ha voluto incontrare diventano un tutt'uno e talvolta portando a conclusioni inattese. Il tema del thriller , strizza l'occhio allo spettatore ma non è centrale , pur dilungandosi sul senso e sui modi di un assassinio, diventa tuttavia un ironico e divertente intermezzo nel groviglio di temi che la mente del prof.Abe Lucas , con la giusta faccia di Joaquin Phoenix ,propone. Il grande vecchio Woody avrà pure perso qualche pelo ma ....
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alex2044
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lunedì 11 gennaio 2016
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può un omicidio essere morale ?
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Un inizio un po' di maniera ma funzionale a descrivere l'ambiente ed i personaggi principali . Un parte centrale , preponderante , interessante e coinvolgente . Un finale forse un po' brusco ma tutto sommato calzante . Woody Allen è riuscito ancora una volta a costruire un film gradevole che si guarda con simpatia . Entrato in sala con un po' di titubanza mi sono dovuto ricredere . Siamo distanti da alcuni capolavori del passato ma quello che ormai si può chiamare genere Allen ancora una volta ha allietato e divertito un discreto numero di spettatori . Le citazioni colte non mancano ma sono come sempre appropriate , Kant ,forse un po' banale , ma Sartre e ancora di più Kierkegaard non sono da tutti i giorni .
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Un inizio un po' di maniera ma funzionale a descrivere l'ambiente ed i personaggi principali . Un parte centrale , preponderante , interessante e coinvolgente . Un finale forse un po' brusco ma tutto sommato calzante . Woody Allen è riuscito ancora una volta a costruire un film gradevole che si guarda con simpatia . Entrato in sala con un po' di titubanza mi sono dovuto ricredere . Siamo distanti da alcuni capolavori del passato ma quello che ormai si può chiamare genere Allen ancora una volta ha allietato e divertito un discreto numero di spettatori . Le citazioni colte non mancano ma sono come sempre appropriate , Kant ,forse un po' banale , ma Sartre e ancora di più Kierkegaard non sono da tutti i giorni . Il quesito poi, " può un omicidio essere morale ?" E' un bel ed intrigante quesito . Che poi il film dimostri che il delitto non paga non è altro che la logica conseguenza dell'essenza stessa di quest'opera . Gli attori sono tutti bravi ma certo Joachin Phoenix con il suo adipe debordante è una presenza magnetica inquietante ma non respingente . Gli ambienti interni ed esterni con i loro richiami alla vecchia Europa sono il consueto omaggio del vecchio Woody a questa parte del mondo da lui particolarmente amata . Arrivederci Woody ed alla prossima .
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maynardi araldi
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mercoledì 16 dicembre 2015
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larealtà ha ragioni che la filosofia non comprende
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Elementi costitutivi: acqua-fuoco-aria-terra, dell’antico Anassimene, rimangono gli stessi anche per Woody Allen. La base della Vita. La base dei suoi film. Traducendosi, cinematograficamente, nell’implacabilità del Caso.
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Elementi costitutivi: acqua-fuoco-aria-terra, dell’antico Anassimene, rimangono gli stessi anche per Woody Allen. La base della Vita. La base dei suoi film. Traducendosi, cinematograficamente, nell’implacabilità del Caso. Nella soggettività del significato. Nei fraintendimenti dell’amore. Nei delitti e magari forse (non si sa….) nei castighi.
“La ragione è condannata a porsi degli interrogativi ai quali non sa rispondere” ammonisce Kant.
E il bel tenebroso, il professor Abe (Joaquin Phoenix,) la pensa allo stesso modo. Irrazionale? Razionalissimo! Uomo charmant e ‘mala carne’, sopravvissuto a sé stesso e dotato di pancetta alcolica. Maschio misterioso che appare nel campus delle convenzioni accademiche. Talmente intrigante da non poter che stimolare le curiosità sessuali di signore e signorine.
Ma il professor Abe non ama niente. E non ama nessuna. E’ già morto da tempo immemorabile, mentre il suo corpo incede nei corridoi universitari. Nelle aule di cui è il sarcastico professore di filosofia. Nei party dove magari si punta la pistola alla tempia. Perché questa è la vera e unica lezione: il Caso... indifferente.
Abe non ama la fedifraga di mezza età (Parker Posey) che gli si butta addosso. Né avverte l’urgenza di “muse” ispiratrici che lo sostengano nella stesura del testo su Heidegger, che non riesce.
E non ama nemmeno il cliché dell’allieva dalle pupille a cuoricino (Emma Stone). Personaggio, quest’ultima, molto meno antipatico, perverso e polimorfo di quello interpretato da juliette lewis’ ‘in mariti e mogli’ (in un ruolo simile ma di segno opposto).
Forse perché, sia la fedifraga che la ‘cuoricina’, germogliano entrambe dallo stesso ceppo.
Che è un mondo di privilegi. Protetto dal benessere economico. E soprattutto dalle teorie, utili a tenere alla larga le loro belle scarpine, dalla sporcizia della pratica nella realtà.
Torna in mente la violenza di "Crimini e misfatti". Ma epurata dalla disperazione. E dalla comicità che ne era il contraltare. Resta un film leggero come un esercizio di cui si ha pratica….
Phoenix ha il viso e il corpo adatti. Sia nell’ottundimento della depressione nichilista. Che nell’euforia di chi dichiara che non la speranza… bensì “l’azione” -anche nel Male- scardina la via d’uscita.
Il finale delude per un ottimismo sforzato. Anzi: spompato. Forse per prendere le distanze dalle dinamiche di Match Point. Ma Irrational man, il professore pragmatico, caustico, sprovvisto di sensi di colpa, non assomiglia affatto alla versione edulcorata di Match Point. E’ un nuovo studio, su “quegli stessi interrogativi” ai quali, come diceva Kant, non si sa rispondere.
O perlomeno la risposta non sarà definitiva per nessuno di noi.
P.S. colonna sonora spettacolare. The in crowd del Ramasey lewis Trio… accompagna il film, con una scansione così fascinosamente ritmata, da far ballare i piedi sotto la poltrona.
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[+] quando un omicidio è un atto di giustizia?
(di maynardi araldi)
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maumauroma
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sabato 19 dicembre 2015
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irrational man
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Se siete stanchi della vostra vita, in preda alla depressione, svuotati di ogni interesse, vittime di una incipiente e imprevista impotenza sessuale,forse una soluzione c'e' per dare un nuovo motivo di esistere, un nuovo slancio vitale, un nuovo lustro alle vostre passioni: progettare ed eseguire l'uccisione di qualcuno,magari a fin di bene. E'quello che capita a Abe Lucas,fascinoso professore di filosofia presso un college americano,con un trascorso che lo ha svuotato di ogni energia vitale e costretto a un eccessivo consumo di alcol.Tra una lezione sul principio della morale di Kant, sul pessimismo di Kirkegaard, sull'importanza della casualita' nell'esistenza umana di Sartre, trova il modo di farsi sedurre da insegnanti e allieve,senza pero' trovare una soluzione al suo male di vivere; finche' il Caso ci mettera' lo zampino,coinvongendolo in una esperienza imprevista e imprevedibile,che gli dara' si una rinnovata voglia di vivere, ma che lo portera'inevitabilmente a uno scontro morale con la coscienza collettiva e alla sua fine .
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Se siete stanchi della vostra vita, in preda alla depressione, svuotati di ogni interesse, vittime di una incipiente e imprevista impotenza sessuale,forse una soluzione c'e' per dare un nuovo motivo di esistere, un nuovo slancio vitale, un nuovo lustro alle vostre passioni: progettare ed eseguire l'uccisione di qualcuno,magari a fin di bene. E'quello che capita a Abe Lucas,fascinoso professore di filosofia presso un college americano,con un trascorso che lo ha svuotato di ogni energia vitale e costretto a un eccessivo consumo di alcol.Tra una lezione sul principio della morale di Kant, sul pessimismo di Kirkegaard, sull'importanza della casualita' nell'esistenza umana di Sartre, trova il modo di farsi sedurre da insegnanti e allieve,senza pero' trovare una soluzione al suo male di vivere; finche' il Caso ci mettera' lo zampino,coinvongendolo in una esperienza imprevista e imprevedibile,che gli dara' si una rinnovata voglia di vivere, ma che lo portera'inevitabilmente a uno scontro morale con la coscienza collettiva e alla sua fine .Il tema del significato della vita umana e soprattutto della suo inevitabile epilogo torna prepotente in quest'ultimo film di Woody Allen,che non e' tra i suoi migliori,ma che comunque sempre affascina e coinvolge per la sicurezza della regia,per la capacita' innata di sublimare il dramma in ironia,per riuscire a farci sempre riflettere,uscendo dalla sala, sul significato delle nostre vite.Come sempre esemplare l'interpretazione di Joachin Phoenix(stavolta con il fascino appena offuscato da una incipiente pancetta,),mentre Emma Stone,seppur brava, sembra ormai recitare quasi esclusivamente con gli occhioni azzurri.Bella,come sempre accade nei film del regista newyorkese,la colonna sonora.
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[+] un teorema dostoevskiano secondo allen
(di antonio montefalcone)
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no_data
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mercoledì 6 gennaio 2016
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la filosofia alleniana del caso
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Non credere in Dio,né nella Verità,né in tutte le altre prigioni che la razionalità umana si è costruita nei secoli,ma al cieco Caso che combina irrazionalmente i fatti e gli uomini,sconvolge i piani, gettando alla rinfusa i pezzi.Sembra essere questa la "filosofia del Caso" a cui Woody Allen ha dato vita negli anni, mettendo in scena una specie di teatro filosofico in cui ciascuno dei suoi film, e dei suoi film i personaggi,incarna la necessità e la contingenza,il senso e il non senso dell'esistenza,la vita e la morte,il mondo e l'interiorità di ciascuna psiche.Ogni personaggio è un Woody latente a metà strada tra l'autoreferenziale e l'autobiografico,una sintesi perfetta di qualità e difetti nel tragicomico tentativo di cercare un senso alla vita.
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Non credere in Dio,né nella Verità,né in tutte le altre prigioni che la razionalità umana si è costruita nei secoli,ma al cieco Caso che combina irrazionalmente i fatti e gli uomini,sconvolge i piani, gettando alla rinfusa i pezzi.Sembra essere questa la "filosofia del Caso" a cui Woody Allen ha dato vita negli anni, mettendo in scena una specie di teatro filosofico in cui ciascuno dei suoi film, e dei suoi film i personaggi,incarna la necessità e la contingenza,il senso e il non senso dell'esistenza,la vita e la morte,il mondo e l'interiorità di ciascuna psiche.Ogni personaggio è un Woody latente a metà strada tra l'autoreferenziale e l'autobiografico,una sintesi perfetta di qualità e difetti nel tragicomico tentativo di cercare un senso alla vita. Non sfugge a questa sovrastruttura nemmeno Abe Lucas. Professore di filosofia, mente brillante ma momentaneamente sospesa, Abe vive un' impasse esistenziale e fisico; il tradimento della moglie e la morte in Iraq di un amico lo gettano nella disperazione e in un blocco che a poco a poco si trasforma in un "buco al centro della volontà" (come per il protagonista di Fuoco Fatuo di Louis Malle) che non gli permette più di desiderare. Confessa ai suoi allievi che gran parte della filosofia è una masturbazione mentale,è attratto da una donna ma è impotente da oltre un anno. La sua vita pare non avere via d'uscita da questa (per restare in tema) sartriana Nausea;fino a quando il Caso fa sì che Abe si trovi in un bar e che ascolti una donna disperarsi ad un tavolo, perché un giudice corrotto le ha negato l'affidamento dei figli.Basta questo perché Abe abbia un'idea che modificherà la sua prospettiva sul mondo: se quel giudice morisse,il mondo sarebbe un posto migliore?L'interrogativo diventa un folle piano, grazie al quale Abe ritrova l'amore per il cibo, per il sesso, per la banale routine quotidiana. Più si avvicina la morte programmata di uno sconosciuto, più la sua esistenza si sblocca, più la Nausea si riassorbe e lascia posto al Senso e all'Azione. Poi ci sono Rita e Jill, insegnante di chimica l'una, brillante studentessa di filosofia l'altra, entrambe infatuate dal suo animo disperato. Il piano terrificante sortisce effetti anche su di loro, che potranno -la prima col sesso,la seconda in un rapporto allieva/maestro ambiguo e profondo- ottenere un posto nella vita nuova di quest'uomo geniale e tormentato.Ma una volta che il piano sarà compiuto prevarrà la colpa o sarà più forte l'egoismo di una vita che ha ripreso a scorrere? È in questo reticolo che si districa l'etica situazionale di Abe, il cui destino - forse prevedibile - farà i conti ancora una volta con la forza oscura, insondabile e non finalizzata che muove l universo alleniano. Insomma, il cinema di Allen è un circolo che perfeziona film dopo film un pensiero ormai espletato in multiformi situazioni e personaggi, bloccati in un limbo in cui le azioni si sono ormai ridotte ad una continua reinterpretazione di "Delitto e Castigo" di Dostoevskij e le più vecchie pellicole, da "Crimini e misfatti" a "Match Point".Ma chi come Allen sa mescolare l'umorismo alla piccola borghesia e all'imperativo categorico di Kant?Nella leggerezza di una commedia, ma spesso intervallata da squarci paragonabili a quelli di una tragedia greca,la riflessione sull'esistenza impregna di sé oltre cinquant'anni di filmografia, al pari di un'intera -geniale e assolutamente degna di questo nome- "summa" filosofica.
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cleme85
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lunedì 28 dicembre 2015
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filosofia che non si trova sui libri
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Abe Lucas è un professore di filosofia,dal temperamento anticonformista e ormai arenato nel pessimismo cosmico. Trasferitosi nel Rhode Island, al college Brailyn intreccerà una storia con la giovane studentessa Jill e un flirt con l’insegnante Rita Richards. Riuscirà la ragazza a fargli tornare la voglia di vivere e a contagiarlo con la sua “ingenua” curiosità e la freschezza di prime esperienze di vita?
Irrational man è un film delizioso,confezionato come una scatola di macaron dai colori pastello, a tratti cinico tendente allo stile di “match point”, a tratti dal sapore dolce con un leggero ma piacevole retrogusto amaro.
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Abe Lucas è un professore di filosofia,dal temperamento anticonformista e ormai arenato nel pessimismo cosmico. Trasferitosi nel Rhode Island, al college Brailyn intreccerà una storia con la giovane studentessa Jill e un flirt con l’insegnante Rita Richards. Riuscirà la ragazza a fargli tornare la voglia di vivere e a contagiarlo con la sua “ingenua” curiosità e la freschezza di prime esperienze di vita?
Irrational man è un film delizioso,confezionato come una scatola di macaron dai colori pastello, a tratti cinico tendente allo stile di “match point”, a tratti dal sapore dolce con un leggero ma piacevole retrogusto amaro. Benché non sia allo stesso livello dei primi ingegnosi comici alleniani, Irrational Man è comunque un buon film,dove di evince che l’attrazione sia correlata in realtà più alla similitudine caratteriale che non allo stereotipo degli “opposti che si attraggono”.
Se Joaquin Phoenix esercita un fascino indiscutibile come uomo( anche in sovrappeso),Emma Stone rimane incantevole nel vintage del suo abbigliamento.
Woody Allen gioca a ricordare come la casualità dei fatti,la quotidianità e l’imprevisto siano i veri protagonisti di quella che è l’esistenza umana,un effimero soffio di brezza da saper respirare a pieni polmoni e il più possibile.
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dhany coraucci
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martedì 12 gennaio 2016
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di irrazionale c'è solo la nostra devozione
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Non potrò mai scrivere una cattiva recensione di un film di Woody Allen, è uno degli artisti che più hanno influenzato la mia vita, tuttavia questa sua ultima pellicola mette a dura prova i miei propositi e sono tentata, forse in maniera del tutto... irrazionale, di giudicarla addirittura tra le sue peggiori ispirazioni. Ma non lo farò, terrò fede al mio illogico patto e attribuirò questo deludente, freddo ritratto senz'anima alla cattiva ispirazione che gli suscita la sua ultima musa, Emma Stone. Ce n'è sempre stata una in tutti i suoi film, fin dall'inizio, a infondergli quell'irripetibile illuminazione, quella sincerità disarmante, quell'intensità ineguagliabile, non a caso i suoi ritratti femminili sono tra i più profondi e sfaccettati che siano mai apparsi sullo schermo.
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Non potrò mai scrivere una cattiva recensione di un film di Woody Allen, è uno degli artisti che più hanno influenzato la mia vita, tuttavia questa sua ultima pellicola mette a dura prova i miei propositi e sono tentata, forse in maniera del tutto... irrazionale, di giudicarla addirittura tra le sue peggiori ispirazioni. Ma non lo farò, terrò fede al mio illogico patto e attribuirò questo deludente, freddo ritratto senz'anima alla cattiva ispirazione che gli suscita la sua ultima musa, Emma Stone. Ce n'è sempre stata una in tutti i suoi film, fin dall'inizio, a infondergli quell'irripetibile illuminazione, quella sincerità disarmante, quell'intensità ineguagliabile, non a caso i suoi ritratti femminili sono tra i più profondi e sfaccettati che siano mai apparsi sullo schermo. E i film, di solito, traggono nutrimento proprio dalla carismatica protagonista, non si limitano a girarle attorno o a descriverla, ma ne sono plasmati e condizionati: Diane Keaton, Mia Farrow, Judy Davis, Charlotte Rampling, Gena Rowlands sono solo un piccolo esempio. Emma Stone non ha, a mio parere, quei tratti nevrotici e stimolanti che si ritrovano abitualmente nelle sue muse, anzi, è proprio il contrario: è affidabile, convenzionale, completamente asessuata e così la storia che le ruota attorno, benché citi i filosofi più ardentemente pungenti e caustici, si limita all'esposizione di un “trattato” prevedibile e banale: l'intervento beffardo del Caso. In quanto a prevedibilità, non scherza nemmeno Joaquin Phoenix: da che ho memoria gli hanno sempre fatto interpretare la parte di un uomo tormentato e qui non aggiunge nulla di nuovo al suo “curriculum”.
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