L'attore Giorgio Pasotti con "Io, Arlecchino" si cimenta per la prima volta, con anche la collaborazione di Matteo Bini, alla regia presentando un film discreto nella sua resa ma purtroppo ancora lontano da una riuscita completa e matura. In esso egli interpreta un giovane presentatore di un programma scadente e popolare di un'emittente locale romana che aspira ad un salto di qualità professionalmente parlando, ma anche per ciò che concerne la propria vita personale. Ciò che gli farà prendere sempre maggiore consapevolezza e soprattutto che gli darà la forza necessaria di ribellarsi ad un ambiente e ad un sistema lavorativo superficiale, falso e per lui poco convincente, sarà il suo ricongiungersi col padre (Roberto Herlitzka) in seguito ad un serio ricovero in ospedale di quest'ultimo Trascorrendo insieme gli ultimi mesi di vita del genitore, un attore teatrale specializzato nella parte del personaggio di Arlecchino, il giovane protagonista si renderà conto di quanto sia vacua la propria vita e di come egli sia sceso professionalmente a bassi compromessi accettando di condurre programmi televisivi di bassa qualità ed allontanandosi sempre di più da quello che significa dedicarsi seriamente al teatro o, comunque, al mondo dello spettacolo.
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L'attore Giorgio Pasotti con "Io, Arlecchino" si cimenta per la prima volta, con anche la collaborazione di Matteo Bini, alla regia presentando un film discreto nella sua resa ma purtroppo ancora lontano da una riuscita completa e matura. In esso egli interpreta un giovane presentatore di un programma scadente e popolare di un'emittente locale romana che aspira ad un salto di qualità professionalmente parlando, ma anche per ciò che concerne la propria vita personale. Ciò che gli farà prendere sempre maggiore consapevolezza e soprattutto che gli darà la forza necessaria di ribellarsi ad un ambiente e ad un sistema lavorativo superficiale, falso e per lui poco convincente, sarà il suo ricongiungersi col padre (Roberto Herlitzka) in seguito ad un serio ricovero in ospedale di quest'ultimo Trascorrendo insieme gli ultimi mesi di vita del genitore, un attore teatrale specializzato nella parte del personaggio di Arlecchino, il giovane protagonista si renderà conto di quanto sia vacua la propria vita e di come egli sia sceso professionalmente a bassi compromessi accettando di condurre programmi televisivi di bassa qualità ed allontanandosi sempre di più da quello che significa dedicarsi seriamente al teatro o, comunque, al mondo dello spettacolo. Riuscirà così alla fine a dare una svolta definitiva alla propria vita.
La vicenda di questa pellicola non presenta alcuna novità nel suo contenuto: il tema, infatti, della crisi professionale ed esistenziale è stato già molteplici volte trattato precedentemente in più films e l' "iter" seguito dal protagonista al fine di un cambiamento radicale della propria vita segue le tappe "classiche" ed un poco scontate determinando così una riuscita dell'opera quanto mai prevedibile. Ma nel complesso, ripeto, la regia risulta lineare e precisa e, pur rivelando ancora svariate e plausibili incertezze da parte di Pasotti, sicuramente è tesa verso future produzioni più sicure.
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