Padri e figlie |
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Un film di Gabriele Muccino.
Con Russell Crowe, Amanda Seyfried, Quvenzhané Wallis, Octavia Spencer, Jane Fonda.
continua»
Titolo originale Fathers and Daughters.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- USA, Italia 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 1 ottobre 2015.
MYMONETRO
Padri e figlie
valutazione media:
2,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Bentornato Muccinodi EugenioFeedback: 34763 | altri commenti e recensioni di Eugenio |
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lunedì 2 novembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Muccino senior conferma di essere uno dei registi più affermati italiani nel cinema hollywoodiano.Padroneggia con maestria talenti e mostri sacri come Russel Crowe e Jane Fonda mostrando anche di saper crescere superando la soglia del melò. Ambienta la sua storia nell’amata New York degli anni ’80. Si pone nei panni di Jake Davis, un famoso scrittore autore del celebre “Padri e figlie”, premiato col Pulitzer. Fama e successo durano poco. Un grave incidente d’auto distrugge in breve la sua vita segnando nel suo corpo oltre ai danni neurologici indotti dallo schianto, quelli di responsabilità per la morte della moglie Patricia. La sua speranza si chiama Katie, la figlioletta bambina, miracolosament incolume dopo l’incidente. Jake è sconvolto, segnato da danni neurologici che non riesce a contenere e che gli impediscono tra le altre cose di scrivere, unico suo mezzo di sostentamento. Entra in clinica lasciando la vispa figlia alla zia (sorella della defunta) ma le apparenti cure saranno solo palliativi. Sette mesi dopo, la situazione da apparente tranquillità e la gioia della figlia se da un lato leniranno il male dello scrittore dall’altro ne decreteranno, a causa della evidente malattia mai sanata e soprattutto del fallimento sia professionale che sopratutto economico. Ma nonostante tutto, nonostante le difficoltà, il paventato affidamento di Katie da parte della zia (prima amichevolmente poi con notifiche penali), le violente crisi, Jake va avanti per la sua strada a testa alta perchè spinto dal solo amore per la figlia, unica ragione di vita. Inanellando piani temporali distanti tra loro oltre vent’anni che vedono la piccola Katie col padre bambina poi lei stessa adulta psicologa che riempie il vuoto affettivo con rapporti occasionali privi di amore con ogni ragazzo, Muccino realizza un apologo amaro e difficile sulla natura di essere appunto padri e poi figli. Jake e Katie sembrano due facce della stessa medaglia, stroncati da una perdita che si protrae, volente o nolente per l’intera durata della pellicola, lei incapace di amare, lui imbolsito da un’apatia che prima si traduce in un’incapacità di effettuare ogni cosa, poi in un’improvvisa verve per la composizione del romanzo che diverrà premio Pulitizer. Non è un film retorico come potrebbe sembrare, il nuovo lavoro di Muccino, è volutamente melò, a tinte oscure e drammatiche, un film dove contano i sentimenti e dove al quieto vivere è lasciato spazio alla sdolcinatezza e all’ardore sentimentale, all’esistenza spezzata dall’amore stracciato dove il dialogo è ridotto all’osso, scarnificato. La sceneggiatura è interessante, frutto di una buona scrittura, interamente basata sul contrasto tra il dolore della perdita (accuratamente topica in alcuni istanti con musica ad hoc) e l’ansia del ritrovamento, ha in Jakes e Katie i due poli opposti dell’intero ciclo di vita,crescita,morte e sopratuttto, elaborazione del lutto. Perchè in fondo “Padri e figlie” è proprio questo: un azzardo molto ben riuscito sulle emozioni più essenziali e tragiche, che mettono a nudo la vulnerabilità dell’essere umano. Ecco lo scopo ultimo del cinema raggiunto: emozionare. Emozionare lungo strade bagnate dalla pioggia, emozionare con canzoni azzeccate (“Close to you” di Bacharach) , emozionare infine con la forza dei piani sequenza e del montaggio ondivago ,emozionare ed infine riflettere sul rapporto complicato tra genitori e figli. E val bene la messa qualche stucchevolezza di troppo. Bravo Muccino.
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