Ti guardo |
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Un film di Lorenzo Vigas.
Con Alfredo Castro, Luis Silva, Jericó Montilla, Catherina Cardozo.
continua»
Titolo originale Desde allà.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 93 min.
- Venezuela, Messico 2015.
- Cinema
uscita giovedì 21 gennaio 2016.
- VM 14 -
MYMONETRO
Ti guardo
valutazione media:
3,56
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Confine invalicabiledi Jack BeauregardFeedback: 2407 | altri commenti e recensioni di Jack Beauregard |
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venerdì 8 aprile 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Venezuela, Caracas, un odontotecnico, cinquantenne e solitario, nel tempo libero adesca ragazzi emarginati, li invita a casa sua e si masturba in loro presenza, senza però avere nessun contatto fisico. Un giorno, uno di questi, si ribella e reagisce violentemente. In seguito, attraverso varie vicende, nasce tra di loro una sorta di legame.
Film duro, parlato pochissimo, dove però si capisce tutto: bastano brevi cenni infatti per comprendere che la figura paterna (o forse la sua mancanza) hanno influito negativamente sui due protagonisti. Questo diventerà sia il vero trait d'union tra i due, che la causa della tragedia, a cui peraltro non assistiamo direttamente (è visualizzata solo attraverso 3 bossoli e un breve accenno).
L'odontotecnico è quasi sempre impassibile, apparentemente apatico e imperturbabile, per tutto il film, eppure riesce a comunicare.
Che cosa? Desiderio, frustrazione, odio? Oppure nessuno di questi sentimenti? E come li comunica? Soprattutto grazie a un regia efficace e a un montaggio che contrappone lo sguardo a un qualcosa che non sempre si vede, ma che a volte solo si intuisce: emblematica è la scena dell'ascensore, che subito non avevo compreso, ma invece è determinante, per il significato di lontananza tra lui e il padre (non a caso il titolo originale del film è "da lontano"). Ma non solo, anche il continuo (e forse un po' troppo abusato) ricorso al "fuori fuoco" gioca il suo ruolo, creando un senso di disorientamento e lasciando un alone di "incomprensibilità" nei confronti del protagonista (un possibile difetto che però si trasforma anche in pregio, dato che contribuisce a mantenere viva e desta l'attenzione nello spettatore, senza mai cali di tensione). In pratica siamo a una forma di montaggio che va oltre l'effetto Kulesov. Ma La tensione, appunto, resta costante per tutto il film. Ci sono momenti violenti, altri sgradevoli, in generale è un film molto crudo, praticamente senza nessuna concessione alla dolcezza o alla tenerezza, anche nelle situazioni più intime. L'ambientazione è fondamentale in questo senso, il degrado civile e morale di Caracas (ma probabilmente potrebbe essere anche Bogotà, Città del Messico o una qualunque altra metropoli, non necessariamente sudamericana) è reso con realismo, rinunciando al commento musicale extradiegetico, ma lasciando solo i suoni e rumori della strada.
Sia le relazioni tra emarginati che i contatti con classi sociali più agiate sono dominati dall'unico dio esistente: il denaro. Sembra quasi non esserci spazio per altri sentimenti.
Forse questa è anche l'unica spiegazione per il finale (che comunque non mi ha convinto del tutto): quando alla fine il ragazzo mostra un vero sentimento nei suoi confronti e l'odontotecnico (che fino ad allora ha sempre e solo "guardato") cede definitivamente e completamente, abbandonandosi al contatto carnale, è come se varcasse una linea, un confine (di classe?), come se si abbassasse di livello, pentendosi subito dopo. L'osservatore, colui che ha sempre guardato (bramato, desiderato) senza mai toccare, si è alla fine sporcato. Chi ha portato per anni rancore e odio verso un padre (colpevole non si sa precisamente di cosa, ma non è questo che importa), senza però mai riuscire a dare sfogo a questa rabbia, si trova improvvisamente spiazzato, scavalcato da un evento troppo rapido e imprevisto, perchè possa controllarlo. E tutto diventa chiaro all'alba, alla luce livida del mattino dopo, quando seduto a tavola "guarda" il suo possibile futuro: un ragazzo nudo e affamato che cerca nel frigo qualcosa da mangiare, un giovane istintivo e violento, che vive per soddisfare i bisogni primari, la fame, il sesso, il possesso. Una persona difficile, incontrollabile, ma con dei sentimenti. Quelli che a lui mancano, perchè lui è solo uno che "guarda".
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