La premiatissima famiglia Gyllenhaal (Jake e la straordinaria sorella, Maggie) ci hanno regalato grandi emozioni al cinema, in questi ultimi anni. Maggie rimane indimenticabile nel ruolo di un'autolesionista nello splendido film Secretary (2002), una ragazza distrutta che finalmente sembra prendere in mano le redini della sua non-vita, grazie all'incontro con un sadomasochista. Storia imperdibile!
Il protagonista di questa storia è il fratello (non da meno come attore), irrobustito all'improvviso dal film Disney Prince of Persia (che trasformò completamente il suo aspetto perennamente allampanato, spettinato, caracollante e ingobbito). Comunque gli è rimasta quell'allure da lunatico che si addice perfettamente al protagonista di questo film.
È una bella storia, scritta bene, con una piccola dose d'ironia e senza autocompiacimento.
C'è una coppia, all'apparenza felicemente sposata, ma in realtà tenuta in piedi da un mercimonio piuttosto esplicito: lei è stata il Pigmalione di un ragazzo senz'arte né parte, Davis, che si è prestato a lasciarsi plasmare dal suocero (il padre di Julia), per arrembare una carriera, fredda e spietata di grandi successi economici.
Julia muore per un incidente stradale e Davis si ritrova solo in quella meravigliosa prigione dorata che la moglie gli aveva costruito intorno. Deve finalmente fare i conti con la realtà: quella vita che gli sembrava felice, non era la sua; aveva accettato di entrarci per compiacere lei, perché in realtà lui non sapeva nulla di se stesso e non si conosceva affatto. Per questo si è lasciato plasmare a piacimento dalla famiglia di Julia.
Ecco il tema: incontriamo un uomo che è fermo all'adolescenza, che ha lasciato in frigorifero la cosa più importante, la sua identità. E poi c'è un ragazzo, Phil, che sta appena scoprendo di essere “diverso” e non ha ancora deciso se fingere di non esserlo («di fingere di essere attratto dalle ragazze per un po', per poi cambiare città e vita dopo i 18 anni» - come gli consiglia Davis) oppure di affrontare il dolore che l'essere fedeli alla propria identità comporta sempre…
Questi due ricercatori d'identità s'incontrano nel modo più incredibile e nasce una bellissima amicizia fra Davis, la madre di Phil, Karen Moreno (Naomy Watts) e Phil.
Davis aiuta Phil o viceversa?
Chissà… nell'itinerario di distruzione delle strutture che la società costruisce intorno ai “diversi” - in fondo è l'unico modo per uscirne, da queste prigioni, distruggerle! - i due ragazzi si spalleggeranno fino alla resa dei conti finale.
Phil amava Julia? Probabilmente no: avevano costituito una società di mutuo soccorso e per il profitto di entrambi; era un rapporto di natura economica. Ma con Phil e con sua madre, Karen, sarà diverso: nessun mercimonio. Solo la dura e spietata verità. Nessuna cautela, nessuna ipocrisia. È l'unico modo per costruire un vero rapporto con l'altro.
Quando siamo disperati e sembra che non ci sia alcuna via d'uscita, la vita ci viene incontro, facendoci incontrare qualcuno di cui abbiamo assolutamente bisogno. Con il quale arrancare fuori dal tunnel dell'oscurità e ritrovarsi in un bosco pieno di vita.
…o sulla giostra che Julia amava, quella coi cavalli a dondolo, sulla spiaggia.
Dopo la demolizione, occorre ripartire, non ancora ricostruire, perché per questo occorrerà tempo e amore.
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