Chiamatemi Francesco |
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Un film di Daniele Luchetti.
Con Rodrigo De la Serna, Sergio Hernández, Muriel Santa Ana, José Ángel Egido.
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Titolo originale Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 94 min.
- Italia 2015.
- Medusa
uscita giovedì 3 dicembre 2015.
MYMONETRO
Chiamatemi Francesco
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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per nulla apologeticodi elgatolocoFeedback: 257602 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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venerdì 9 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vari film di argomento religioso e monografici sui pontefici, nel corso della storia del cinema e della storia complessivamente intesa, sono stati apologetici, mentre non lo è affatto questo"Chiamatemi Franesco: il Papa della gente"di Luchetti, che ci mostra un passaggio complessivamente"sofferto"alla condizione sacerdotale, l'adesione al peronismo di sinistra(non quello dei"montoneros"ma comunque quello legato all'anima popolare, incarnato forse più che da Juan Domingo Peron da Evita, ora riproposta nel musical di Lloyd Webber e Rice anche in italiano), la vicinanza ai poveri, la"scelta preferenziale"sancita a suo tempo sia a Puebla sia a Medellin, la particolare condizione di chi opere nei barrios che sono slums /bidonvilles, l'empatia e la capacità di ascolto straordinarie anche quando sembra assorto e/o distaccato, la condizione particolare di chi ha saputo entrare nel vivo dei problemi senza mai ergersi a"giudice"o a"maestro"(se ne ricorda anche l'esperienza pedagogica quale docente di letteratura spagnola in un costoso collegio gesuitico, invitando Jorge Luis Borges, genio letterario peraltro ateo, con relative reprimende da parte della direzione). Bergoglio poi papa Francesco nel film luchettiano, anche per merito di Rodrigo de la Serna, attore argentino capace quasi di"millimetrare"la propria interpretazione, senza cadere nei trabocchetti di certo stanislwskismo-strasbergismo(identificazione con il personaggio spinta all'estremo, intendo). Un film toccante perché totalmente antiretorico, scevro da "sviolinate"filo-clericali o-papali, ma attento all'uomo nella sua dimensione di sacerdote e segretario dell'ordine gesuitico nel periodo terribile(anni Settanta-primi Ottanta)della dittatura militare di Videla, quando riuscì salvare moltissime persone, aqnche lontanissime dalla fede religiosa se non esplicitamente avverse alla stessa. Un film rimarchevole per tutte le interpretazioni in campo, per la sceneografia, per la capacità di LUchetti di evitare forzature, eccessi retorici e altro. Da conservare, potremmo e forse dovremmo aggiungere. El GaTO
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