themaster
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lunedì 13 aprile 2015
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blomkamp,fenomenale e incompreso
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Che in questi anni la fantascienza stia risorgendo è abbastanza chiaro,come è chiarissimo a tutti(o quantomeno dovrebbe esserlo) che Neil Blomkamp insieme a Duncan Jones,James Gunn,Joseph Kosinski e un sacco di altri giovani registi stia facendo risorgere un genere che sembrava ormai morto e sepolto.
Con Chappie (Humandroid non si può proprio sentire) il regista si riprende dal parziale marchettone che era Elysium (bellissimo film) forse un pò troppo commerciale ancora più di quanto non lo fosse District 9 e firma uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi dieci anni come era stato per Snowpiercer e per lo stesso District 9.
Come tutte le opere d'arte questa pellicola dai più non è stata capita forse per la sua essenza indie che permea tutta l'opera,si intuisce che il film è stato girato in poco tempo e con un budget nettamente ridotto rispetto a Elysium e stavolta si ritorna nell'amata città natale del regista ovvero Johannesburg che viene mostrata con un occhio molto critico divorata dalla criminalità e dalla cattiveria dell'essere umano.
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Che in questi anni la fantascienza stia risorgendo è abbastanza chiaro,come è chiarissimo a tutti(o quantomeno dovrebbe esserlo) che Neil Blomkamp insieme a Duncan Jones,James Gunn,Joseph Kosinski e un sacco di altri giovani registi stia facendo risorgere un genere che sembrava ormai morto e sepolto.
Con Chappie (Humandroid non si può proprio sentire) il regista si riprende dal parziale marchettone che era Elysium (bellissimo film) forse un pò troppo commerciale ancora più di quanto non lo fosse District 9 e firma uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi dieci anni come era stato per Snowpiercer e per lo stesso District 9.
Come tutte le opere d'arte questa pellicola dai più non è stata capita forse per la sua essenza indie che permea tutta l'opera,si intuisce che il film è stato girato in poco tempo e con un budget nettamente ridotto rispetto a Elysium e stavolta si ritorna nell'amata città natale del regista ovvero Johannesburg che viene mostrata con un occhio molto critico divorata dalla criminalità e dalla cattiveria dell'essere umano.
Blomkamp gira il suo film benissimo e riesce a donare al tutto un ritmo e una tensione non indifferenti,l'azione si capisce perfettamente le sequenze più intense vengono gestite dal regista con il suo solito appeal e stile molto particolari volti a rendere il tutto sì spettacolare ma mai tamarro e barocco come avrebbe fatto un cane come Zack Snyder o un Michael Bay qualsiasi. Una cosa che ho sempre apprezzato dello stile di questo autore è la sua abilità nel gestire i visual effects che,nonostante il budget risicato risultano sempre incredibilmente realistici e mai fuori luogo.
La fotografia non è male anche se non è il tratto che distingue maggiormente Chappie dalle masse anzi l'ho trovata un pò sottotono in certi punti anche se dona degli ottimi scorci.
Il cast è bello pieno,a partire da un villain odiosissimo e con un pessimo taglio di capelli interpretato da Hugh Jackman il quale ce la mette tutta per camminare sui testicoli dello spettatore e ci riesce,una Sigourney Weaver sprecatissima e Dev Patel veramente molto bravo e che interpreta un personaggio incredibilmente metaforico e denso di significato. Non mi pronuncio sulla performance al doppiaggio di Sharlto Copley nel ruolo del protagonista anche se sono sicuro che abbia fatto un ottimo lavoro.
Il punto forte di questa pellicola è la regia e sicuramente lo script,anzi non la sceneggiatura in sè ma i temi che porta in scena e soprattutto come li affronta.
Chappie è un film denso di metafore e riferimenti biblici,oltre che a riferimenti,citazioni a tutto il cinema di fantascienza degli ultimi quarant'anni.
Partiamo dall'idea,già vista e stravista ma che viene affrontata in una maniera singolare,innanzitutto Chappie viene creato quasi per un capriccio da Deon(Patel) che senza esserne del tutto consapevole,dà vita ad un essere senziente,dotato di un'anima,di una coscienza e di una mente in tutto e per tutto identici a quella umana eppure mai così lontana da quest'ultima,Chappie è in grado infatti di distinguere tra il bene e il male più di quanto non farebbe un qualsiasi essere umano,è spogliato di qualsiasi pregiudizio ed egoismo e agisce sempre e comunque per aiutare il prossimo e mai sè stesso tranne quando comincerà ad essere corrotto dall'essere umano. La metafora biblica e religiosa consiste nel fatto che Chappie non veda quasi mai il suo creatore Deon(Patel) e quando lo incontra gli pone i medesimi quesiti che ognuno di noi porrebbe trovandosi di fronte al Dio in cui crede,perché Il creatore ci da vita per poi farci morire? Che cos'è l'anima? Dove andiamo quando il nostro corpo muore? Che cos'è il paradiso? La metafora esiste però tra due livelli,in quanto Chappie è unico nel suo genere e sarà per mano sua che l'essere umano arriverà ad un livello superiore,sarà un apparentemente comune robot,una macchina con sentimenti umani a diventare il nuovo Dio degli uomini,segnando un passo fondamentale nell'evoluzione quando (SPOILER SE NON AVETE VISTO IL FILM NON LEGGETE) trasmetterà l'anima degli uomini in fin di vita in delle macchine,il futuro dell'uomo sono le macchine è questo il livello successivo della metafora portata in scena da Blomkamp,Chappie diventa un creatore a sua volta,un Dio tra gli uomini,e anche tra le macchine,fantastico il momento in cui pur potendo uccidere il cattivone di turno non lo fa dicendo:-Umano cattivo,io ti perdono- una divinità benevola quindi privata della sua innocenza dalla bestialità dell'essere umano,è bello vedere come Chappie sia sorpreso e disgustato lui stesso si chiederà :-Perchè voi umani dovete essere cattivi? Perchè tante bugie?Tanta sofferenza?- ed è ciò che chiunque sano di mente si dovrebbe chiedere.
Un'altra cosa che mi colpisce di Blomkamp è la violenza psicologica e fisica delle sue pellicole,un qualcosa di assolutamente simbolico a dimostrazione di come gli uomini non sappiano esprimersi se non con la violenza. Un film quindi pieno,un film totale in cui convivono intrattenimento,arte,sentimenti e riflessione,Chappie è un'esperienza unica e irripetibile che in pochi hanno avuto la fortuna di comprendere a pieno (io non sono tra questi),un film possente e mastodontico,Chappie è cinema allo stato più puro. Voto 9,5/10
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ratzo
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domenica 12 aprile 2015
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mmmmmmmm
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beh visti i precedenti lavori del regista mi aspettavo un film degno di molte stelle, devo essere onesto.
Sia District 9 che Elysium si sono dimostrati dei bei film di fantascienza.... questo aiuto ! un minestrone mal riuscito fra Corto circuito, Robocop, Ghost in the shell, Appleseed ed un video di Chris Cunningham. l'unica cosa che salverebbe questa pellicola potrebbe essere quel messaggio sociale che è sempre riuscito ad infilare nei suoi film il regista. in questo caso ci prova : sta nel fatto che un robot con una coscienza artificiale nato nel ghetto, è coinvolto da subito nella piccola media delinquenza organizzata, la quale si propone come unica strada per salvarsi la vita.
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beh visti i precedenti lavori del regista mi aspettavo un film degno di molte stelle, devo essere onesto.
Sia District 9 che Elysium si sono dimostrati dei bei film di fantascienza.... questo aiuto ! un minestrone mal riuscito fra Corto circuito, Robocop, Ghost in the shell, Appleseed ed un video di Chris Cunningham. l'unica cosa che salverebbe questa pellicola potrebbe essere quel messaggio sociale che è sempre riuscito ad infilare nei suoi film il regista. in questo caso ci prova : sta nel fatto che un robot con una coscienza artificiale nato nel ghetto, è coinvolto da subito nella piccola media delinquenza organizzata, la quale si propone come unica strada per salvarsi la vita. Questo succede a qualunque essere umano senziente in quelle condizioni.
Anche il dialogo fra il creatore ed il protagonista sul senso dell'esistenza non è male.... nulla di nuovo, se hai letto Asimov poi lo troverai addirittura riduttivo e grossolano.
Ci potrebbe anche essere un'altro spiraglio ideologico contro i freni evolutivi della società imposti dalla religione e dagli interessi economici delle grosse multinazionali. Ma niente! Tutto scivola via come pioggia sul k-way davanti alla pessima recitazione dei Die Antwoord. Lei bellissima per carità , lui rappresenta quell'atmosfera di ghetto a noi ignoto e dalle fattezze ignote al grande pubblico, la loro musica affascinante non c'è che dire, bella anche la colonna sonora, ma come attori...... meglio Will Smith, che è tutto dire!
Sembra quasi che un qualche produttore della sony sia andato dal regista con un mucchio di soldi e dei vincoli: fare apparire il più possibile i due musicisti sul grande schermo. Aiuto! se qualcuno potesse impedire un'altro scempio simile che lo faccia ! l'unico augurio è che Neill Blomkamp si sia tenuto un po' di quattrini per fare il prossimo film come vuole lui, senza imposizioni di sorta....
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mavez
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sabato 11 aprile 2015
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interessante sebza essere banale
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Personalmente questo film mi è piaciuto davvero , mi immaginavo qualcosa di più scontato come "automata" invece la trama è decisamente non-convenzionale , parte un po lentamente poi si sviluppa in modo articolato diventando mano a mano sempre più interessante , una giusta dose di azione ed effetti ma anche una bella trama . Senza voler spoilerare penso che un finale meno "happy ending" avrebbe dato un taglio molto più riflessivo , ma nel cinema odierno pare impossibile finire con meno di "vissero tutti felici e contenti" , però almeno il film esce dagli sterotipi dei fumetti e degli eroi teenager e pone, come deve fare la vera fantascienza , domande sociali e personali oltre ad offire uno spaccato credibile di una futuribile società umana .
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Personalmente questo film mi è piaciuto davvero , mi immaginavo qualcosa di più scontato come "automata" invece la trama è decisamente non-convenzionale , parte un po lentamente poi si sviluppa in modo articolato diventando mano a mano sempre più interessante , una giusta dose di azione ed effetti ma anche una bella trama . Senza voler spoilerare penso che un finale meno "happy ending" avrebbe dato un taglio molto più riflessivo , ma nel cinema odierno pare impossibile finire con meno di "vissero tutti felici e contenti" , però almeno il film esce dagli sterotipi dei fumetti e degli eroi teenager e pone, come deve fare la vera fantascienza , domande sociali e personali oltre ad offire uno spaccato credibile di una futuribile società umana . Il film contiene alcune macrospiche incongruenze ma mi sento di scusarle perchè alla fine la visione nel suo insieme lascia un senso di soddisfazione che non provavo da un po, per un prodotto almeno quel poco diverso dagli altri da renderlo interessante . Consiglio la visione a tutti anche solo per vedere questa interpretazione della fantascienza di Neill Blomkamp
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parieaa
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domenica 19 aprile 2015
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altra occasione mezza sprecata
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Ormai siamo al terzo lungometraggio di Neill Blomkamp, e le vette toccate con District 9 restano ben lontane, sia dal punto di vista dell'incisività delle varie scene, che dalle scelta narrative del regista. Se nel primo film si notava chiaramente che vi era una completa autonomia artistica, nei 2 successivi questa viene meno (specialmente in Elysium), lasciando intendere o che gli studios non si fidano di lui o che lui stsso non ha la forza di imporre il proprio punto di vista o ancora che la qualità del primo lavoro fu un fortuito caso. Il film in sè non è affatto malvagio, anzi scorre abbastanza piacevolmente e con qualche fulminante battuta o trovata qua e là.
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Ormai siamo al terzo lungometraggio di Neill Blomkamp, e le vette toccate con District 9 restano ben lontane, sia dal punto di vista dell'incisività delle varie scene, che dalle scelta narrative del regista. Se nel primo film si notava chiaramente che vi era una completa autonomia artistica, nei 2 successivi questa viene meno (specialmente in Elysium), lasciando intendere o che gli studios non si fidano di lui o che lui stsso non ha la forza di imporre il proprio punto di vista o ancora che la qualità del primo lavoro fu un fortuito caso. Il film in sè non è affatto malvagio, anzi scorre abbastanza piacevolmente e con qualche fulminante battuta o trovata qua e là. Però la sensazione di deja-vu resta imperante per tutto il tempo, e non sarebbe nemmeno tanto grave (ormai tutto o quasi è già stato visto e il difficile ormai è riproporlo in modo diverso), ma è la totale leggerezza e superficialità con la quale vengono affrrontate alcune tematiche a risultare quasi fastidiosa. Praticamente quasi tutti i film di fantascienza vengono chiamati in causa, ma vengono solo accennati e mischiati l'un l'altro, producendo uno strano minestrone vagamente nauseante. Certo bisogna dire che non è nemmeno tutta colpa del regista, perchè il cast e la sceneggiatura di certo non aiutano: la Weaver è inutile e pure dannosa, Patel fuoriforma e decisamente troppo ingenuo, Jackman non è per nulla incisivo, troppi personaggi streotipati di contorno, un ingeniere da solo e su un computer casalingo crea una vera a.i. dal nulla, una società che produce macchine da guerra potenzialmente devastanti non ha un minimo di sicurezza interna, l'intera coscienza umana scannerizzata da 8 playstation4 (guardacaso il film è della Sony e c'è pure un sacco di altra pubblicità occulta)... . Fortunatamente almeno c'è Chappie, che quasi da solo salva ciò che di salvabile resta, il solo ad essere degno di nota ed ad avere battute intelligenti e che inducono anche un po' a riflettere e che nonostante viva in mezzo alla lordura rimane puro e innocente (più o meno), quasi ad indicare che se gli umani diventano cattivi non è proprio solo colpa dell'ambiente. Anche il personaggio di Mama risulta saltuariamente interessante (peccato che l'attrice recita, che non è un'attrice, recita veramente male), incarnando bene cosa può essere l'amore materno. Gli effetti speciali non sono granchè (ma nemmeno in District9 lo erano, ennesima prova che non sono da soli fondamentali), non c'è colonna sonora, e la fotografia è neutra. La scenografia è quella tipica degli Streetmovies. L'azione è deficitaria, specialmente nel finale scialbo e confuso (dove Jackman diventa il re delle battutine stantie e banali). Insomma ancora una volta un'ottima occasione mezza sprecata retta solo da alcuni gesti e battute del protagonista, prima fra tutte "perchè voi umani mentite sempre!?". 2 stelle e mezzo.
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[+] la “diversità” commovente di chappie
(di antonio montefalcone)
[ - ] la “diversità” commovente di chappie
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fede slevin
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domenica 31 maggio 2015
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poteva essere...ma non è
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Nella Johannesburg di un futuro quanto mai prossimo, la polizia combatte la criminalità con l'aiuto di droidi all'avanguardia realizzati dalla potente società Tetravaal grazie all'ingegno di Dean, la cui grande aspirazione è quella di dotare i robot di coscienza al pari degli umani. Alle sue spalle trama il collega ex militare Vincent Moore, creatore di un robot da guerra manovrabile dall'uomo, mai andato in produzione poichè surclassato dai più agili e funzionali soldati di Dean. Sullo sfondo, una banda di "gangster" minacciata di morte dal boss della zona che vedrà in Chappie (il droide destinato alla rottamazione su cui Dean tenterà il suo esperimento) l'unica speranza di salvezza...
Ennesimo urlo liberatorio dell'amareggiato Neil Blomkamp, che dopo aver "condannato" l'umanità (impersonificata dai suoi conterranei sudafricani) su temi scottanti quali quelli visti in District9 e, vagamente, in Elysium sembra non riuscire ad andare oltre, cadendo nuovamente nella solita sceneggiatura di buoni contro cattivi, morale contro profitto ed innocenza contro brutalità.
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Nella Johannesburg di un futuro quanto mai prossimo, la polizia combatte la criminalità con l'aiuto di droidi all'avanguardia realizzati dalla potente società Tetravaal grazie all'ingegno di Dean, la cui grande aspirazione è quella di dotare i robot di coscienza al pari degli umani. Alle sue spalle trama il collega ex militare Vincent Moore, creatore di un robot da guerra manovrabile dall'uomo, mai andato in produzione poichè surclassato dai più agili e funzionali soldati di Dean. Sullo sfondo, una banda di "gangster" minacciata di morte dal boss della zona che vedrà in Chappie (il droide destinato alla rottamazione su cui Dean tenterà il suo esperimento) l'unica speranza di salvezza...
Ennesimo urlo liberatorio dell'amareggiato Neil Blomkamp, che dopo aver "condannato" l'umanità (impersonificata dai suoi conterranei sudafricani) su temi scottanti quali quelli visti in District9 e, vagamente, in Elysium sembra non riuscire ad andare oltre, cadendo nuovamente nella solita sceneggiatura di buoni contro cattivi, morale contro profitto ed innocenza contro brutalità. Il tutto, pericolosamente annacquato da sempre più spunti tipici del Bockbuster. Un film che si divide nettamente tra il "QUEL CHE POTEVA ESSERE" e "QUEL CHE E' VENUTO FUORI". Partendo dal primo, merita un plauso il tema religioso della pellicola che, attraverso un Dean "creatore" capace di far compiere il salto evolutivo all'umanità, arriva a ridefinire il concetto di "vita" (reincarnazione in un nuovo corpo, lasciando inalterata la coscienza). Chappie, in tutta la sua umana ignoranza iniziale, parla al suo creatore come un uomo potrebbe parlare a Dio, arrabbiandosi per averlo creato mortale. Ma Dean non è niente di più che una "mamma", capace di dare la vita e amare la sua creatura in tutta la sua fragilità, con la differenza di potergli donare un corpo di titanio ultraresistente, gettando le basi per il successivo ribaltamento metaforico che vedrà Dean passare da dio di Chappie a suo pari. Da notare anche il contrasto (ormai abusato) di "soldato-uomo di fede" impersonificato da Moore che rappresenta il passato (la sua macchina è obsoleta come lui), il conservatore, colui che rifiuta il futuro perchè dev'essere l'uomo a guidare la macchina e non viceversa, una lotta interiore tra il pensiero ateo/umanocentrico e quello religioso, quasi di sudditanza nei confronti di un nuovo dio, Chappie, che man mano che si evolve, rivela sempre più la sua trasformazione da creato (bimbo insicuro e indifeso) a creatore (dona la vita e perdona i malvagi) pur rimanendo sempre macchiato dall'imperfezione umana. Tutti questi spunti, però, non trovano un canale di comunicazione, rimanendo delle brillanti idee confezionate in uno stile ambiguo, che non trova la sua vera indole, tra il superficiale (a tratti patetico) e il riflessivo. Una forzatura, quella di voler esplicitare così drasticamente la fragilità di Chappie, che sfocia nella messa in ridicolo della banda gangster che si trova a fargli da famiglia, in cui solo il linguaggio adottato serve a far capire al pubblico che si tratta di delinquenti. Sequenze da video rap che dovrebbero strappare una risata, ma fanno cadere le braccia proprio come l'episodio splatter delle sequenze finali. La verosimiglianza dov'è? Blomkamp, non siamo ritardati come Chappie e "Mamy", prova a lasciare qualcosa più implicito e costruire personaggi più seri e complessi, invece che nascondere la morale in un prodotto da cassetta. Delusione allo stato puro.
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aristoteles
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giovedì 6 agosto 2015
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il mitico chappie
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La storia non regge ,ci sono troppe falle nella sceneggiatura.
Sembra quasi che abbiano dovuto fare in fretta le cose,montaggi dei robot che si fanno in pochi secondi,personaggi buoni e cattivi che prendono discutibili iniziative personali,lettori di neuroni trovati su un tavolo,gangster lontani dallo spessore di Tony Montana,ritorno dal regono dei morti,etc.
Sopratutto il finale è tragicomico ed imbarazzante anche se probabilmente lo scopo finale era di poter apparecchiare la tavola per il sequel.
Detto questo ,la grafica è ottima ,la regia pure e il film non annoia perchè l'azione è frenetica.
Sopratutto mi è piaciuto veramente tanto il personaggio di Chappie,si muove veramente bene e fa grande simpatia,meravigliose le reazioni quando gli "toccano" un parente ,buffo e disarmante nella sua semplicità ,agile e scattante ,sembra un attore vero non un robot.
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La storia non regge ,ci sono troppe falle nella sceneggiatura.
Sembra quasi che abbiano dovuto fare in fretta le cose,montaggi dei robot che si fanno in pochi secondi,personaggi buoni e cattivi che prendono discutibili iniziative personali,lettori di neuroni trovati su un tavolo,gangster lontani dallo spessore di Tony Montana,ritorno dal regono dei morti,etc.
Sopratutto il finale è tragicomico ed imbarazzante anche se probabilmente lo scopo finale era di poter apparecchiare la tavola per il sequel.
Detto questo ,la grafica è ottima ,la regia pure e il film non annoia perchè l'azione è frenetica.
Sopratutto mi è piaciuto veramente tanto il personaggio di Chappie,si muove veramente bene e fa grande simpatia,meravigliose le reazioni quando gli "toccano" un parente ,buffo e disarmante nella sua semplicità ,agile e scattante ,sembra un attore vero non un robot.
Che peccato aver costruito intorno a un potenziale "mito" una baracca senza fondamenta.
Forse nel prossimo film (film non sequel) il regista raggiungerà la maturità.
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thief
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domenica 12 aprile 2015
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il robot dal cuore di titanio
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Non è fantascienza, non è un se, è solo un quando,i fondatori di Google si stanno già chiedendo come sarà il mondo quando gli androidi svolgeranno ogni tipo di lavoro meglio, più velocemente e più economicamente di qualsiasi essere umano. Un mondo come quello di Humandroid, in cui robot prestanti combattono il crimine per le strade sempre meno violente di Johannesburg, facendo da scudo ai sempre più sparuti poliziotti umani nelle sparatorie. Si fa presto a parlare di fantascienza, specie quando ci si trova davanti al terzo lavoro di un regista come Neill Blomkamp, che ci lascia decisamente un chiave di lettura riflessa sulla società di oggi. Perchè una macchina non può essere cosciente ? Se fosse possibile insegnare ad una macchina a leggere, a dipingere, che potesse avere una sua Coscienza; forse risolveremmo il problema che ci spinge a cercare ogni secondo una scusa per non essere migliori di noi stessi, per cercare per un istante di pensare anche agli altri.
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Non è fantascienza, non è un se, è solo un quando,i fondatori di Google si stanno già chiedendo come sarà il mondo quando gli androidi svolgeranno ogni tipo di lavoro meglio, più velocemente e più economicamente di qualsiasi essere umano. Un mondo come quello di Humandroid, in cui robot prestanti combattono il crimine per le strade sempre meno violente di Johannesburg, facendo da scudo ai sempre più sparuti poliziotti umani nelle sparatorie. Si fa presto a parlare di fantascienza, specie quando ci si trova davanti al terzo lavoro di un regista come Neill Blomkamp, che ci lascia decisamente un chiave di lettura riflessa sulla società di oggi. Perchè una macchina non può essere cosciente ? Se fosse possibile insegnare ad una macchina a leggere, a dipingere, che potesse avere una sua Coscienza; forse risolveremmo il problema che ci spinge a cercare ogni secondo una scusa per non essere migliori di noi stessi, per cercare per un istante di pensare anche agli altri. Nel film emerge come la società odierna si relazione con la giustizia, in mondo dove ho si ha tutto o niente, ho si è assassini o poliziotti. L'autore descrivendo l'ascesa del nostro amico lo fa in modo straordinario passando dall'innocenza di un bambino che sceglie di apprendere ed imparare fino ad amare, a quella che lo porta a ribellarsi, che non vuole che la scelta di altri possa compromettere la sua vita. Nonostante le bugie che gli vengono somministrate riesce a perdonare e a diffendere chi ama, e questa al giorno d'oggi è una virtù che ha molto valore, difatti è quasi estinta. Chappie, il robot dal cuore di titanio alla fine riesce non solo a continuare a vivere ma salva anche le persone ama, come il suo creatore, trasferendo la sua coscienza in un corpo vuoto. Ringrazio Neil Blomkamp che mi ha regalato due ore di pura emozione e spero presto di vedere il mio amico di titanio per le strade.
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elamilmago
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mercoledì 23 settembre 2015
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un bizzarro sci-fi, discreto ma non imperdibile
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Sono in parte soddisfatto, Humandroid è un film con alcune idee, non tutte originali, amalgamate in modo bizzarro. La storia in sintesi segue le vicende di un giovane e geniale ingegnere/informatico impiegato in un'azienda di robot per la sicurezza cittadina. Sta sviluppando un software di intelligenza artificiale rivoluzionario, ma il suo capo non ne capisce l'utilità. Decide quindi di installarlo senza autorizzazione all'interno di un droide destinato alla rottamazione e con una limitata batteria. Le sue mosse sono seguite da un collega frustrato e invidioso del suo successo che ne approfitta per metterlo nei guai. La situazione però peggiora quando l'ingegnere e il robot vengono rapiti da un gruppo di punk sballati e originali, dei piccoli ma pericolosi criminali che finiscono per diventare i genitori adottivi della nuova intelligenza artificiale, con tutto ciò che ne consegue, fino al finale insolito, non scontato e un pò forzato, ma comunque interessante per il tentativo fatto di uscire dagli schemi.
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Sono in parte soddisfatto, Humandroid è un film con alcune idee, non tutte originali, amalgamate in modo bizzarro. La storia in sintesi segue le vicende di un giovane e geniale ingegnere/informatico impiegato in un'azienda di robot per la sicurezza cittadina. Sta sviluppando un software di intelligenza artificiale rivoluzionario, ma il suo capo non ne capisce l'utilità. Decide quindi di installarlo senza autorizzazione all'interno di un droide destinato alla rottamazione e con una limitata batteria. Le sue mosse sono seguite da un collega frustrato e invidioso del suo successo che ne approfitta per metterlo nei guai. La situazione però peggiora quando l'ingegnere e il robot vengono rapiti da un gruppo di punk sballati e originali, dei piccoli ma pericolosi criminali che finiscono per diventare i genitori adottivi della nuova intelligenza artificiale, con tutto ciò che ne consegue, fino al finale insolito, non scontato e un pò forzato, ma comunque interessante per il tentativo fatto di uscire dagli schemi. Nonostante la presenza di Sigourney Weaver che fa una particina e di hugh jackman che interpreta il collega invidioso, il film si regge soprattutto sul rapporto uomo macchina che avviene tra Chappie e i punk adottivi e le bugie che gli raccontano per crescerlo in un ambiente ostile. Il robot appena attivato è come un neonato o un bambino che grazie all'esperienza impara (molto più velocemente di un umano) e si pone delle domande sul senso della sua esistenza una su tutte "perché mi hai creato se devo morire?". Forse non piacerà a tutti il suo stile quasi sempre infantile, ma nell'insieme dell'opera funziona. Purtroppo il contesto della città assediata dai criminali troppo abusato in questo genere di opere a partire da "robocop" non aggiunge nulla alla storia, anzi ne sminuisce il valore, compreso l'inevitabile scontro tra macchine figlio di esigenze da botteghino. Anche alcune scelte compiute dall'IA tra bene e male sono un pò troppo forzate, ma non mi dilungo con le spiegazioni. Pure la fotografia non contribisce all'opera che forse avrebbe meritato di più. Un'ultima nota. Non so quanti di voi abbiano seguito le avventure di Applessed ed hanno notato una certa lontana somiglianza con briareos, a parte ciò i due prodotti non hanno nulla in comune. Sicuramente non è il classico blockbuster e nemmeno il film della vostra vita, ma vale la pena vederlo se siete amanti del genere.
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manuel bernardini
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sabato 11 aprile 2015
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sognando il futuro
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Neill Blomkamp si e' immaginato questa volta la creazione, dopo l'avvento dei primi robot poliziotti autonomi, senza sentimenti o pensiero indipendente, di un'intelligenza artificiale che invece ne ha. Una creatura senza i nostri istinti, apparte quello della sopravvivenza, che prova emozioni e si ritrova in un corpo pressoche' indistruttibile e con una capacita' d'apprendimento che non possiamo nemmeno sognarci. Uno scontro, tra tecnologia e spiritualita', tra chi crede che la coscienza e l'anima coincidano, e chi, invece, riesce a riprodurla con un software e poi addirittura a spostarla da un essere umano ad una macchina. Forse un futuro non troppo lontano?
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thief
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domenica 12 aprile 2015
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il robot dal cuore di titanio
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Non è fantascienza, non è un se, è solo un quando,i fondatori di Google si stanno già chiedendo come sarà il mondo quando gli androidi svolgeranno ogni tipo di lavoro meglio, più velocemente e più economicamente di qualsiasi essere umano. Un mondo come quello di Humandroid, in cui robot prestanti combattono il crimine per le strade sempre meno violente di Johannesburg, facendo da scudo ai sempre più sparuti poliziotti umani nelle sparatorie. Si fa presto a parlare di fantascienza, specie quando ci si trova davanti al terzo lavoro di un regista come Neill Blomkamp, che ci lascia decisamente un chiave di lettura riflessa sulla società di oggi.
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Non è fantascienza, non è un se, è solo un quando,i fondatori di Google si stanno già chiedendo come sarà il mondo quando gli androidi svolgeranno ogni tipo di lavoro meglio, più velocemente e più economicamente di qualsiasi essere umano. Un mondo come quello di Humandroid, in cui robot prestanti combattono il crimine per le strade sempre meno violente di Johannesburg, facendo da scudo ai sempre più sparuti poliziotti umani nelle sparatorie. Si fa presto a parlare di fantascienza, specie quando ci si trova davanti al terzo lavoro di un regista come Neill Blomkamp, che ci lascia decisamente un chiave di lettura riflessa sulla società di oggi. Perchè una macchina non può essere cosciente ? Se fosse possibile insegnare ad una macchina a leggere, a dipingere, che potesse avere una sua Coscienza; forse risolveremmo il problema che ci spinge a cercare ogni secondo una scusa per non essere migliori di noi stessi, per cercare per un istante di pensare anche agli altri. Nel film emerge come la società odierna si relazione con la giustizia, in mondo dove ho si ha tutto o niente, ho si è assassini o poliziotti. L'autore descrivendo l'ascesa del nostro amico lo fa in modo straordinario passando dall'innocenza di un bambino che sceglie di apprendere ed imparare fino ad amare, a quella che lo porta a ribellarsi, che non vuole che la scelta di altri possa compromettere la sua vita. Nonostante le bugie che gli vengono somministrate riesce a perdonare e a diffendere chi ama, e questa al giorno d'oggi è una virtù che ha molto valore, difatti è quasi estinta. Chappie, il robot dal cuore di titanio alla fine riesce non solo a continuare a vivere ma salva anche le persone ama, come il suo creatore, trasferendo la sua coscienza in un corpo vuoto. Ringrazio Neil Blomkamp che mi ha regalato due ore di pura emozione e spero presto di vedere il mio amico di titanio per le strade.
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