redrose
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martedì 5 gennaio 2016
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carol - change your life forever
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Seduta da sola in Auditorium per l’anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma, ho avuto la fortuna di vedere Carol in lingua originale e di apprezzarlo insieme a tante persone che, come me, non finivano di applaudire alla fine della proiezione. Sono quelle storie che ti rimangono appiccicate addosso anche quando le luci in sala si spengono.
Pensavo di trovarmi davanti all'ennesimo film sull'amore saffico, sulla scia di una tendenza cinematografica ormai più o meno consolidata - da La vita di Adele a Freeheld - ma Carol è molto di più. E stupisce in che modo delicato il regista Todd Haynes abbia saputo regalarci uno guardo femminile impeccabile, che non cerca mai di scandalizzare né tantomeno di raccontare battaglie civili, perché le conquiste di cui parla sono interiori e valgono molto di più dell’ipocrisia dell’epoca.
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Seduta da sola in Auditorium per l’anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma, ho avuto la fortuna di vedere Carol in lingua originale e di apprezzarlo insieme a tante persone che, come me, non finivano di applaudire alla fine della proiezione. Sono quelle storie che ti rimangono appiccicate addosso anche quando le luci in sala si spengono.
Pensavo di trovarmi davanti all'ennesimo film sull'amore saffico, sulla scia di una tendenza cinematografica ormai più o meno consolidata - da La vita di Adele a Freeheld - ma Carol è molto di più. E stupisce in che modo delicato il regista Todd Haynes abbia saputo regalarci uno guardo femminile impeccabile, che non cerca mai di scandalizzare né tantomeno di raccontare battaglie civili, perché le conquiste di cui parla sono interiori e valgono molto di più dell’ipocrisia dell’epoca.
Acclamato all’ultimo Festival di Cannes dove ha meritato il premio per l’interpretazione di Rooney Mara, il film esce oggi in Italia, proprio alla vigilia dell’attribuzione dei Golden Globes ai quali concorre con cinque nomination ed è ispirato al romanzo The Price of Salt di Patricia Highsmith, pubblicato nel 1952 e naturalmente censurato: un testo che mise a dura prova il perbenismo borghese di quel periodo. L’incontro indimenticabile fra le due donne, a pochi giorni dal Natale del 1952, è intimo e delicato ed entrambi gli sguardi delle protagoniste si soffermano su un trenino giocattolo che passa oltre le montagne di cartone, in un grande magazzino di una New York fumosa e un po' retrò.
Da una parte la sofisticata e apparentemente algida Carol, madre sull'orlo del divorzio, in cerca di un regalo per sua figlia (sposata con un uomo che evidentemente non accetta la sua omosessualità), e dall’altra Therese, giovane e fragile commessa indecisa persino su cosa ordinare a pranzo.
Si guardano tantissimo, si scrutano, con sguardi ripresi di continuo, ed è proprio attraverso i loro occhi che percepiamo la malinconia sorda di Carol, una donna matura ma infelice, e l'irrequietezza acerba di Therese, unite da un’inconsapevole e coraggiosa sfacciataggine. E Haynes non smette di mostrarci l’inquietudine e il sapore di questa scoperta, attraverso i vetri appannati delle auto e nelle stanze dei motel, in una sorta di movie on the road dove non ci sono scenari da ammirare, ma solo la fuga selvaggia e romantica dell’amore vissuto in tutte le sue sfaccettature. E non è rilevante che l’oggetto del desiderio sia un’altra donna, ma la lotta che Carol ingaggia con sé stessa, per non perdere tutto pur cercando di restare fedele alla sua natura coraggiosamente anticonformista.
Volutamente claustrofobico, nel film ciascun personaggio è segnato dal luogo in cui è confinato, Carol nella sua grande villa di un sobborgo benestante, Therese nel suo piccolo appartamento in città, come se le protagoniste non avessero altra vita che quella concessa dal luogo in cui vivono.
Eppure la ricerca spasmodica della loro identità e la loro inesauribile carica emotiva, le porterà ben più lontano superando la consapevolezza dei personaggi che, animati da passioni e ambizioni che loro stessi non riescono ancora a decifrare e riconoscere, le condurranno ad affacciarsi ad un nuovo cammino sulla scia dei cambiamenti culturali in atto. Troneggia un’intensa e sensuale Cate Blanchett, irrequieta come le sigarette che fuma, in un film elegante e raffinato che trasuda magia e sentimento. Viscerale.
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emyliu`
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sabato 9 gennaio 2016
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il supremo sguardo saffico di carol
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Siamo ad altissimi livelli di cinematografia d'autore per narrare una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50. Un angelo caduto dallo spazio, così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente, ha una dolcissima bambina ed è sposata con un uomo altrettanto attraente, ma la sua natura non conforme che la fa sentire attratta da altre donne, la sta portando verso un'infelice esistenza anaffettiva. Finché la fulminea comparsa di Therese risveglia in lei l'assopita passione, sconvolgendole anche la vita familiare già alla deriva fino ad un drammatico epilogo.
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Siamo ad altissimi livelli di cinematografia d'autore per narrare una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50. Un angelo caduto dallo spazio, così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente, ha una dolcissima bambina ed è sposata con un uomo altrettanto attraente, ma la sua natura non conforme che la fa sentire attratta da altre donne, la sta portando verso un'infelice esistenza anaffettiva. Finché la fulminea comparsa di Therese risveglia in lei l'assopita passione, sconvolgendole anche la vita familiare già alla deriva fino ad un drammatico epilogo.... Il film ha una struttura narrativa ciclica da cerchio che si chiude, cominciando da una scena del finale per poi narrare la storia in flashback. Tutto incentrato sui primi piani del bel viso e del seducente portamento di Cate Blanchett che, tra i tanti ruoli fin'ora interpretati, qui è alla sua massima forma espressiva, molto probabilmente da Golden Globe e da Oscar come migliore attrice. Le scene d'amore saffico sono di rara eleganza, così come ogni singola inquadratura, in una impressionante ricostruzione filmica anni 50, con una fotografia magistralmente virata. Tutto in questa pellicola sembra funzionare, senza una benché minima incertezza, senza un benché minimo difetto, proprio come il corpo dell'angelica e conturbante Therese che accende di inquieto desiderio il supremo sguardo saffico di Carol.
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(di antonio montefalcone)
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alessiascarso
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lunedì 4 gennaio 2016
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una rara ed elegante prova d’autore
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Dai personaggi dei libri di Patricia Highsmith sono nati film di Alfred Hitchcock, René Clément, Anthony Minghella, Wim Wenders, Liliana Cavani. Per ultimo, da un suo libro del 1952, The Price of Salt, viene alla luce il film “Carol”, diretto da Todd Haynes, regista e sceneggiatore statunitense, con protagoniste Cate Blanchett e Rooney Mara.
Il film è stato presentato al festival di Cannes, dove Rooney Mara ha vinto il premio come miglior attrice.
Ambientato nella New York degli anni '50, “Carol” racconta la storia di due donne appartenenti ad ambienti molto diversi, travolte da una reciproca passione.
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Dai personaggi dei libri di Patricia Highsmith sono nati film di Alfred Hitchcock, René Clément, Anthony Minghella, Wim Wenders, Liliana Cavani. Per ultimo, da un suo libro del 1952, The Price of Salt, viene alla luce il film “Carol”, diretto da Todd Haynes, regista e sceneggiatore statunitense, con protagoniste Cate Blanchett e Rooney Mara.
Il film è stato presentato al festival di Cannes, dove Rooney Mara ha vinto il premio come miglior attrice.
Ambientato nella New York degli anni '50, “Carol” racconta la storia di due donne appartenenti ad ambienti molto diversi, travolte da una reciproca passione. Carol (Cate Blanchett) è una donna attraente intrappolata in un matrimonio di convenienza e senza amore, e Therese (Rooney Mara) è una ventenne che lavora come impiegata in un grande magazzino a Manhattan, sognando una vita più gratificante.
Sono diverse le ragioni che fanno di questo film un’occasione unica per godere di una rara ed elegante prova d’autore priva di sbavature.
Innanzitutto le prestazioni delle due protagoniste. Negli anni ’50 non era costume manifestare apertamente le emozioni, a maggior ragione sentimenti che l’opinione pubblica non solamente non approvava ma che considerava altamente amorali. Questo spiega le superbe prove delle due attrici. Sono riuscite a condensare le emozioni comunicandole in uno sguardo, un respiro, un gesto tra i capelli, un sorriso appena accennato, una mano sulla spalla. Il regista le ha indagate tra le dita delle mani, tra le pieghe delle labbra, negli occhi. Si può penetrare in ogni momento il pensiero delle protagoniste, grazie alla intima e sapiente messa in scena.
Il direttore della fotografia Edward Lachman spiega che insieme al regista hanno deciso di restituire l’epoca attraverso la scelta fotografica di girare in pellicola Super16. Notoriamente l’utilizzo del 16mm comporta la presenza di molta granulosità nella resa fotografica, dovuta al processo di esposizione di questo tipo di pellicola. Hanno voluto che questa accentuata granulosità acquisisse un valore di tipo antropomorfico nelle inquadrature, giacché l’esplorazione dei sentimenti inespressi ma tangibili tra le due protagoniste è caratterizzato fortemente da questa grana analogica, viva, organica sul volto delle protagoniste. La mimica del viso delle attrici si apre a interpretazioni, si arricchisce di sfumature, si schiariscono quei sentimenti che i personaggi per convenzione non dovrebbero rivelarsi. Soprattutto nei cambi di luce il 16mm regala calore emotivo e contribuisce a svelare sentimenti che il digitale non avrebbe potuto esprimere.
Altro elemento notevolissimo di questo film è la colonna sonora. Difficile trovare parole per descrivere qualcosa che si esprime sui binari di in un altro linguaggio. La musica è caratterizzata da armonie ambigue e strumenti freddi come pianoforte, clarinetto e vibrafono. La scelta della freddezza serve a sottolineare le emozioni soffocate tipiche dei personaggi e del loro tempo. Regista e compositore hanno deciso che la musica, nonostante contenga le potenzialità per rivelare molto, non avrebbe dovuto superare il livello di espressione dei personaggi. Così le stesse musiche si comportano come i personaggi del film. Alludono, suggeriscono, tratteggiano, sottintendono, ma non dicono, non annunciano, non definiscono, non manifestano. Tre temi principali seguono le due donne. Il tema della passione, che apre anche il film, che è anche il momento musicale che sottolinea i momenti emozionali delle protagoniste. Il tema di Therese, tutto pianoforte, dove le note della mano sinistra sono ovattate e quelle della mano destra appaiono distinte a mostrare la melodia, che evidenzia l’attrazione timorosa che Carol ha su Therese. Il tema dell’assenza e della perdita, che accompagna il momento epistolare, che commenta quello della separazione. Quello che accade con le musiche di Carter Burwell è che il film si riempie di grazia.
A pochi film corrisponde così tanta eleganza formale e laconica eloquenza. In pochi film si sviluppa un’empatia così forte nei confronti dei personaggi. Andrebbe visto in lingua originale, anche se si ha poca dimestichezza con la lingua, perché la presenza scenica delle due attrici protagoniste, l’uso soppesato dei toni, dei respiri, e l’armoniosa messa in scena trascendono il livello pur bellissimo dei dialoghi.
Attualmente “Carol” ha ricevuto 5 candidature ai Golden Globe 2016, miglior film, miglior regia, miglior colonna sonora, e ben due nomination per le due protagoniste per il ruolo di miglior attrice. In attesa di sapere quali di questi riuscirà a portare a casa alla cerimonia del 10 gennaio, si attendono conferme anche il 14 gennaio, data in cui usciranno le nomination per gli Oscar 2016.
Distribuito in Italia da Lucky Red sarà nelle nostre sale dal 5 gennaio 2016.
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[+] super 16mm
(di johnny1988)
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michele
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venerdì 1 gennaio 2016
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classico e bellissimo
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La sfida più difficile per chi il cinema lo fa è senz’altro quella di riuscire a trovare sempre nuove storie da raccontare, una vera impresa invece è essere capaci di narrare storie simili e parallele in modo originale. Quest’ultimo era l'ostacolo principale che sostanzialmente Todd Haynes si trovava difronte, inutile infatti negare che “Carol” ci ha subito riportato alla memoria, fin dalle prime immagini che sono circolate in rete, quel “Lontano dal paradiso” che all’epoca aveva convinto tutti, pubblico e critica. Carol è un film di struggente e poetica bellezza, dove ciò che funziona non si basa tanto sull’eccellente costruzione di un elemento filmico in particolare che predomina sugli altri, quanto piuttosto nell’alchimia che lega tutte le parti di cui si compone l’immagine cinematografica, studiate e curate nei minimi dettagli.
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La sfida più difficile per chi il cinema lo fa è senz’altro quella di riuscire a trovare sempre nuove storie da raccontare, una vera impresa invece è essere capaci di narrare storie simili e parallele in modo originale. Quest’ultimo era l'ostacolo principale che sostanzialmente Todd Haynes si trovava difronte, inutile infatti negare che “Carol” ci ha subito riportato alla memoria, fin dalle prime immagini che sono circolate in rete, quel “Lontano dal paradiso” che all’epoca aveva convinto tutti, pubblico e critica. Carol è un film di struggente e poetica bellezza, dove ciò che funziona non si basa tanto sull’eccellente costruzione di un elemento filmico in particolare che predomina sugli altri, quanto piuttosto nell’alchimia che lega tutte le parti di cui si compone l’immagine cinematografica, studiate e curate nei minimi dettagli. La scenografia così squisitamente anni ’50 e magnetica si trasforma quasi in un elemento animato del film, come se fosse un’attrice comprimaria tanto è la sua forza espressiva. Le interpretazioni sono memorabili, Cate Blanchett si conferma forse la migliore attrice su piazza in questo momento e Rooney Mara sembra destinata a una carriera che può raggiungere i livelli più alti. Fotografia, sceneggiatura, musica non presentano sbavature, la storia cresce con una delicatezza che era difficilissima da calibrare per poi toccare alte vette d’intensità, ma la regia sopraffina ne detiene sempre il controllo e la misura. Tutto davvero molto classico e bellissimo.
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writer58
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sabato 30 gennaio 2016
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innamorarsi a manhattan
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E' il terzo film consecutivo tra quelli che ho visto nelle ultime settimane ambientato negli anni '50. Dopo il "ponte delle spie" e "Il labirinto del silenzio" (opera che tratta un tema importante, il processo di Francoforte ai criminali nazisti di Auschwitz, con modalità che mi sono parse didascaliche e scolastiche), anche "Carol" si sviluppa nel primo dopoguerra, a New Iork nel 1952. Nella sequenza iniziale, due donne parlano sedute al tavolino di un caffè. La più giovane è Therese, impiegata in un grande magazzino di Manhattan, l'altra è Carol (interpretata da un'eccellente Carol Blanchett), donna abbiente, madre di una bambina e in procinto di divorziare dal marito.
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E' il terzo film consecutivo tra quelli che ho visto nelle ultime settimane ambientato negli anni '50. Dopo il "ponte delle spie" e "Il labirinto del silenzio" (opera che tratta un tema importante, il processo di Francoforte ai criminali nazisti di Auschwitz, con modalità che mi sono parse didascaliche e scolastiche), anche "Carol" si sviluppa nel primo dopoguerra, a New Iork nel 1952. Nella sequenza iniziale, due donne parlano sedute al tavolino di un caffè. La più giovane è Therese, impiegata in un grande magazzino di Manhattan, l'altra è Carol (interpretata da un'eccellente Carol Blanchett), donna abbiente, madre di una bambina e in procinto di divorziare dal marito. Il film di Haynes percorre a ritroso la storia del loro rapporto, da un incontro casuale avvenuto sul posto di lavoro di Therese, alla loro frequentazione, al viaggio fatto insieme verso ovest. Therese è affascinata da Carol, dalla sua eleganza, dalla sua algida sensualità, dall'essere oggetto di desiderio, si fa plasmare da lei, dice di sì a tutte le sue proposte, Carol vede in Therese un'alternativa a un rapporto famigliare che si sta disintegrando, a un uomo che non ama, trova in lei uno stampo che accoglie il suo desiderio, che lo accetta con riconoscenza e che glielo restituisce senza ambivalenze, con una passione genuina.
Il contesto storico viene ricostruito con accuratezza, il sessismo e l'ipocrisia della società americana nel periodo della guerra fredda, i valori tradizionali della famiglia, del patriottismo e del successo individuale sono rappresentati con efficacia . E' una società in cui l'omosessualità è considerata una perversione e una malattia.
Le due protagoniste, infatti, devono in qualche modo occultare la natura della loro relazione, che subisce i contraccolpi delle vicende famigliari di Carol. Il marito richiede la custodia esclusiva della figlia, motivando la richiesta con le tendeze lesbiche della sua consorte.
La storia narrata si muove tra libertà e necessità, tra amore e potere, tra desiderio e repressione della diversità, con finezza e senza facili concessioni agli stereotipi. Il rapporto tra le due protagoniste è anche un rapporto di potere in cui Carol detta i tempi, le condizioni, gli spazi e le iniziative. E' una relazione in cui le differenze di classe sociale incidono, Carol è benestante e può proporre alla sua partner un viaggio verso Occidente, alla ricerca di un altrove dove vivere il reciproco desiderio. Ma è anche una relazione d'amore, in cui il corpo bianchissimo di Carol diventa un'icona della ricerca di purezza, di libertà, al di fuori delle convenzioni asfissianti e claustrofobiche dell'epoca.
Una notazione critica: la contraddizione tra universo maschile e femminile, per quanto fondata, è rappresentata in modo un po' manicheo: sembra che i maschi nel film siano solo degli individui capaci di bere, corteggiare goffamente le donne, imporre il proprio predominio. Questa dicotomia serve probabilmente a esaltare la relazione tra le protagoniste, ma rende un po' dicotomica la narrazione.
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vanessa zarastro
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martedì 5 gennaio 2016
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il diritto alla diversità
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Carolè un film d’interni, di sguardi, di sensazioni, di atmosfere. È un film intimo che seduce e circuisce lo spettatore con le riprese, la musica e la bravura delle due fantastiche attrici, Cathe Blanchett e Rooney Mara, entrambe da Oscar. Phillis Nage ha scritto la sceneggiatura ispirandosi al contestato romanzo The Price of Salt di Patricia Higsmith uscito nel 1952.
Ambientato a New York agli inizi degli anni ’50 nell’America puritana e bigotta all’inizio della caccia alle streghe che siano idee politiche o “diversità”. L’omosessualità è considerata una perversione che va curata - non a caso il suocero di Carol parla del “dottore” invece dello psicoterapeuta – e diventa una faccenda immorale.
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Carolè un film d’interni, di sguardi, di sensazioni, di atmosfere. È un film intimo che seduce e circuisce lo spettatore con le riprese, la musica e la bravura delle due fantastiche attrici, Cathe Blanchett e Rooney Mara, entrambe da Oscar. Phillis Nage ha scritto la sceneggiatura ispirandosi al contestato romanzo The Price of Salt di Patricia Higsmith uscito nel 1952.
Ambientato a New York agli inizi degli anni ’50 nell’America puritana e bigotta all’inizio della caccia alle streghe che siano idee politiche o “diversità”. L’omosessualità è considerata una perversione che va curata - non a caso il suocero di Carol parla del “dottore” invece dello psicoterapeuta – e diventa una faccenda immorale. Carol ha una deliziosa bambina ma con il marito, troppo preso dai suoi affari, sta alla soglia del divorzio nonostante lui la desideri ancora. Therese è una giovane commessa che lavora nei grandi magazzini e Carol l’incontra per caso sotto Natale in cerca di un regalo per la figlia - comprerà un trenino elettrico sotto suo suggerimento. Ne nasce una sorta di coup-de-foudre entrambe sono incuriosite e affascinate dall’altra. Carol è una ricca ed elegante signora borghese, molto ben vestita, curata nei dettagli come ad esempio le spille che porta usualmente molto alte verso il collo. Assomiglia e ha la classe di Lauren Bacall mentre Therese ha l’ingenuità e la freschetta di Audry Hepburn.
Le due donne partono insieme verso l’Ovest senza una metà e lì l’amore prenderà il sopravvento dimenticando di tutti i problemi lasciati alle spalle: Carol ha avuto un’ingiunzione dal marito che vuole l’affidamento della bambina, Therese avendo lasciato il lavoro di commessa per la fotografia deve sviluppare questa passione trovando una sua identità precisa per affermarsi nel mondo. Non è un caso che è stata scelta proprio la macchina fotografica, lo sguardo con cui il regista sposta l’attenzione continuamente da una all’altra, da una mano a una spalla a un volto…riprende i movimenti sinuosi delle due donne. Carol è un film sensuale dove gli spazi esterni non ci sono e dove la Grande Mela, una volta tanto, non è affatto protagonista. Il viaggio è fatto di motel, alberghi, bar dove fare colazione. L’esterno è talvolta riflesso, il mondo è ovattato, si ascolta sempre dell’ottima musica da Bing Crosby a Billie Holiday. Qua e là è evocato Edward Hopper che pone le sue figure in spazi vuoti illuminati da una luce cruda, con un senso di sospensione e di perdita di punti di riferimento come ad esempio in “New York Restaurant” oppure in “Chop Suey” per accrescere il senso d'isolamento che pervade alcuni locali anonimi. Le luci nel film sono sempre artificiali, soffuse e, quando in rarissimi casi s’intuisce la luce naturale - come all’interno della redazione del New York Times - le tapparelle sembrano contrastare quella del sole.
Il film concorre ai Golden Globes fra pochi giorni con cinque nominations. Rooney Mara ha già ricevuto la Palma ex-aequo come migliore attrice al festival di Cannes 2015.
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angelo umana
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martedì 12 gennaio 2016
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un grande amore e niente più
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Io e te un grande amore niente più … sono solo le parole di una canzone datata, in Carol si tratta di un amore veramente grande, pulsante in ogni momento, che avvicina sempre più le due donne conosciutesi in un grande magazzino di Manhattan dove la ricca Carol si reca per un regalo alla sua figlioletta poco prima di Natale. Una donna dagli occhi ammalianti e circondata di un’aura quasi magica, libera e risoluta, si sta separando dal marito perché i suoi desideri si rivolgono verso persone del suo stesso sesso. La compagna conosciuta è la commessa Therese, sola in America, di origini europee e giovane promessa della fotografia: la comunicazione al banco del grande magazzino si stabilisce subito, fatta di sguardi assorti e parole composte, educate, del resto è stato un amico giornalista di Therese a dirle che rimbalziamo uno sull’altro come in un flipper e talvolta si incontra qualcuno con cui vale la pena di restare.
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Io e te un grande amore niente più … sono solo le parole di una canzone datata, in Carol si tratta di un amore veramente grande, pulsante in ogni momento, che avvicina sempre più le due donne conosciutesi in un grande magazzino di Manhattan dove la ricca Carol si reca per un regalo alla sua figlioletta poco prima di Natale. Una donna dagli occhi ammalianti e circondata di un’aura quasi magica, libera e risoluta, si sta separando dal marito perché i suoi desideri si rivolgono verso persone del suo stesso sesso. La compagna conosciuta è la commessa Therese, sola in America, di origini europee e giovane promessa della fotografia: la comunicazione al banco del grande magazzino si stabilisce subito, fatta di sguardi assorti e parole composte, educate, del resto è stato un amico giornalista di Therese a dirle che rimbalziamo uno sull’altro come in un flipper e talvolta si incontra qualcuno con cui vale la pena di restare. Therese avrebbe voluto un trenino elettrico da bambina, lo dice a Carol che le chiede consiglio, e un trenino questa compra per la sua bambina.
Il punto è che siamo nell’America del 1952 (un bigliettaio che appare su un treno non può che essere di colore e un regalo di un uomo a una donna è facilmente un completo da cucina): un amore omosessuale è pregiudizievole per la buona società di allora e costituisce la contravvenzione ad una clausola di moralità, che il marito di Carol vuol far valere per ottenere l’affidamento della bambina. Un nuovo presidente degli Stati Uniti è stato appena eletto (Eisenhower), ma il mondo attorno resta ai margini, gli occhi del regista mirano a mostrare il rapporto che cresce tra le due. Le novelle “Thelma and Louise” fuggono per un loro privato Natale e Capodanno, è solo amore, senza pudore, con immagini di erotismo purissimo, da fare invidia a una qualsiasi grande storia tra donna e uomo. Carol ha detto a Therese: Chiedimi tutto ti prego, sembra l’implorazione di chi si vuole dedicare completamente all’altra. Pienamente centrato l’obiettivo del regista Todd Haynes, ci fa vivere un’attrazione intensa, tra due donne di valore. Non siamo persone orrende ha detto Carol al marito davanti al giudice che deve decidere dell’affidamento, lasciando che sia il padre a tenere la bimba, la quale però ha l’aria di voler correre presto da una mamma così forte e rassicurante. Un film tratto dal libro di Patricia Highsmith. L’amore saffico nostrano in Io e lei, con la Buy e la Ferilli, non si può paragonare, sarebbe nettamente sfavorito.
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nanni
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lunedì 11 gennaio 2016
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carol
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Alla vigilia di natale del 1952 Therese, giovane commessa dei grandi magazzini frankemberg di NY, incontrerà Carol, matura donna borghese, moglie e madre di Rindy, nel negozio per l'acquisto di un regalo. L'incontro tra le due donne segnerà l'inizio di un percorso d'amore e sofferenze che cambierà le loro vite. Solamente dal 2003 l'attività sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso è stata considerata legale dalla Corte Suprema degli USA. Ed era il 2013 che Barack Obama,consapevole che la strada per il reale superamente delle innumerevoli sensibilità omofobe è ancora molto lunga, nel discorso di insediamento alla Casa Bianca, affermava che "Il nostro viaggio non è completo fino a quando i nostri fratelli e sorelle gay non saranno trattati come tutti gli altri davanti alla legge.
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Alla vigilia di natale del 1952 Therese, giovane commessa dei grandi magazzini frankemberg di NY, incontrerà Carol, matura donna borghese, moglie e madre di Rindy, nel negozio per l'acquisto di un regalo. L'incontro tra le due donne segnerà l'inizio di un percorso d'amore e sofferenze che cambierà le loro vite. Solamente dal 2003 l'attività sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso è stata considerata legale dalla Corte Suprema degli USA. Ed era il 2013 che Barack Obama,consapevole che la strada per il reale superamente delle innumerevoli sensibilità omofobe è ancora molto lunga, nel discorso di insediamento alla Casa Bianca, affermava che "Il nostro viaggio non è completo fino a quando i nostri fratelli e sorelle gay non saranno trattati come tutti gli altri davanti alla legge.....".Dunque è dentro questo quadro che il lavoro diretto da Todd Haynes si inserisce facendone un film militante nella improrogabile campagna di lotta per i diritti dei gay. Stilisticamente la scelta per la cura dei registri estetici è eccessiva da risultare stucchevole. La lentezza della narrazione, invece, è un pregio notevole che ha il merito di restituire al lavoro tutta l'efficacia nella comunicazione del tema trattato.Si segnale, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, la straordinaria prova della Blanchett che da sola potrebbe già valere il prezzo del biglietto. Nell'insieme, dunque,la bella e accattivante confezione, realizzata per rivolgersi ad una platea vastissima, non è mai a scapito della profondità. Da vedere. ciao Nanni
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luca scial�
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giovedì 17 marzo 2016
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film raffinato
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New York, Natale 1954. La facoltosa e raffinata Carol entra in un negozio di giocattoli per acquistare una bambola alla figlia, suscitando l'attrazione della commesa Therese. In entrambe si risvegliano dormienti e oppresse tendenze omosessuali, che sfoceranno in un'irresistibile attrazione da tenere nascosta in una società ancora non pronta.
Todd Haynes torna sulle tematiche già affrontate in Lontano dal Paradiso, sebbene questa volta a trasgredire sia una donna e non un uomo come invece nel precedente. Ma in entrambi i casi i protagonisti lo hanno fatto andando contro i valori dominanti, il proprio quotidiano. Film comunque raffinato, mai volgare, nè sessualmente eccessivamente esplicito.
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New York, Natale 1954. La facoltosa e raffinata Carol entra in un negozio di giocattoli per acquistare una bambola alla figlia, suscitando l'attrazione della commesa Therese. In entrambe si risvegliano dormienti e oppresse tendenze omosessuali, che sfoceranno in un'irresistibile attrazione da tenere nascosta in una società ancora non pronta.
Todd Haynes torna sulle tematiche già affrontate in Lontano dal Paradiso, sebbene questa volta a trasgredire sia una donna e non un uomo come invece nel precedente. Ma in entrambi i casi i protagonisti lo hanno fatto andando contro i valori dominanti, il proprio quotidiano. Film comunque raffinato, mai volgare, nè sessualmente eccessivamente esplicito. Si concede solo una sequenza trasgressiva, pur sempre mantenendo un tocco di classe. Grazie anche al fisico sensuale ma al contempo delicato e fine delle splendide Cate Blanchett e Rooney Mara. Che ci offrono un nudo degno di un dipinto d'arte classica. Ma anche un'interpretazione per tutto il film degna della loro fama, fatta di espressioni eloquenti e sguardi intensi.
La pellicola inizia dove finisce e finisce dove inizia. Rievoca qua e là classici di Hollywood come Quelle due e Viale del tramonto, ma anche il più recente La vita di Adele.
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no_data
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martedì 12 gennaio 2016
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ivory americano !
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Carol: uno stereotipo al limite della caricatura della gran dama Newyorchese ! Una storia inconsistente piena di luoghi comuni e di personaggi fatti con lo stampino: i maschi sono tutti rozzi ed arroganti, la differenza di classe tra Carol e Therese viene trattata molto debolmente, ignorando totalmente l'aspetto "classista". Anzi, come in quasi tutti i racconti americani, per Therese e' una storia di successo: da commessa diventa fotografa per un grande giornale di N.Y.
Un film modaiolo che segue la corrente di (giusta) critica dei soprusi e discriminazioni subite dagli / dalle omosessuali sino a pochi anni fa (ed in certi luoghi ed ambienti tuttora). Una buona causa meritevole di una migliore sceneggiatura e di un migliore regista.
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Carol: uno stereotipo al limite della caricatura della gran dama Newyorchese ! Una storia inconsistente piena di luoghi comuni e di personaggi fatti con lo stampino: i maschi sono tutti rozzi ed arroganti, la differenza di classe tra Carol e Therese viene trattata molto debolmente, ignorando totalmente l'aspetto "classista". Anzi, come in quasi tutti i racconti americani, per Therese e' una storia di successo: da commessa diventa fotografa per un grande giornale di N.Y.
Un film modaiolo che segue la corrente di (giusta) critica dei soprusi e discriminazioni subite dagli / dalle omosessuali sino a pochi anni fa (ed in certi luoghi ed ambienti tuttora). Una buona causa meritevole di una migliore sceneggiatura e di un migliore regista.
Fotografia e scenografia sono ottime: reggono il confronto con i film di Ivory.
Le cose migliori del film sono gli abiti e le auto d'epoca.
Potrei dare 3 stelle ma ne tolgo una per compensare le tante immeritate 5 stelle.
Film buono per gli ammiratori di Ivory e per chi ha qualche problema non risolto nei rapporti con l'omosessualità.
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