Sono un cultore del grande cinema americano e come tale sono cresciuto seguendo la cinematografia di Steven Spielberg, che ho sempre identificato come il massimo esponente contemporaneo di questo cinema.
Le opere di Spielberg avvolgono lo spettatore con un’atmosfera calda, ben curata, molto “americana”; il suo cinema ti coccola e ti appaga, facendoti uscire soddisfatto dalla sala cinematografica. Numerosi sono gli elementi comuni alle sue pellicole: la maniacale cura dei particolari; l’altissima tecnica registica; sceneggiature ben delineate e caratterizzate da un finale che, anche se non interamente lieto, è comunque sempre attento a soddisfare il pubblico. Questo suo cinema ha influenzato numerosi autori, da me molto apprezzati (su tutti cito Robert Zemeckis e Peter Jackson), che sfornano grandi film seguendo queste linee guida.
In questa pellicola si ritrova compiutamente il grande cinema americano di Steven Spielberg.
Straordinaria la riproduzione scenica degli anni cinquanta, figlia di un lavoro certosino che non tralascia alcun aspetto: costumi, scenografia, interni, comportamenti ed aspetto fisico dei personaggi ecc. La regia di altissimo livello, di cui Spielberg è stato capace anche stavolta, sublima questi aspetti costituendo insieme ad essi la maggiore forza del film.
Ottimi gli interpreti, tutti perfettamente in parte, compresa (e non era scontato) la star Tom Hanks: il grande attore è necessario per richiamare l’attenzione del pubblico, ma in questo caso è anche adattissimo al ruolo che gli viene assegnato e bravissimo nell’interpretarlo facendone risaltare le varie sfaccettature (padre di famiglia, professionista scrupoloso, uomo onesto e perbene con alti valori etici). Inoltre nessuno come Tom Hanks incarna lo spirito americano che Spielberg vuole celebrare con film di questo genere: è la quarta pellicola che girano insieme e a mio avviso è la più riuscita dopo “Salvate il soldato Ryan”.
Bravissimi anche gli altri interpreti: su tutti voglio citare la spia russa Rudolf Abel, la moglie del protagonista e il funzionario sovietico a Berlino Est. Non mi è piaciuto invece il doppiaggio del giudice americano.
Ulteriore merito di quest’opera è quello di ricostruire con notevole precisione e compiutezza gli anni della guerra fredda, impartendo di fatto un’ottima lezione di storia.
Vengono esplicitamente trattati anche temi di grande impegno socio-politico ed etico-morale.
Da brividi la scena del tentativo di scavalcamento del muro a Berlino, a cui il protagonista assiste dal finestrino di un treno.
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