Perfect Day

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An almost perfect film Valutazione 4 stelle su cinque

di Zarar


Feedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar
domenica 13 dicembre 2015

Un bel fim, assolutamente da vedere. La vicenda, ispirata dal libro insieme intimista e ironico di una cooperante spagnola, Paula Farias, ruota intorno a quattro cooperanti di una associazione internazionale e ad un interprete locale in un teatro di guerra imprecisato nei Balcani (Bosnia?). Un giorno x li vede di fronte ad un problema dei tanti che sono chiamati ad affrontare a beneficio della popolazione civile, la bonifica di un pozzo in cui è stato gettato un cadavere per renderlo inutilizzabile. Un compito non troppo arduo, ma che si trasforma, nel mondo capovolto di una feroce guerra civile, in una missione impossibile: trovare la corda necessaria è un’impresa epica, per cui sei costretto a vagare inutilmente da un villaggio all’altro; l’ostilità dei locali  è dietro ogni angolo e può bloccarti senza alcuna ragione; anche il semplice spostarsi significa misurarsi con la morte per le mine seminate ovunque; una demenziale burocrazia della forza di intervento internazionale è ‘il fuoco amico’ finale che ti paralizza definitivamente. Alla fine di un  sarcasticamente definito “perfect day”, i cinque esasperati  devono buttare alle ortiche la corda (di impiccati) che potrebbe servire allo scopo e vengono dirottati dalla base su un altro piacevole incarico (stasare le latrine di un campo profughi) mentre – ciliegina sulla torta - una pioggia violenta comincia a cadere. Ebbene, alle loro spalle, in un fiat, la pioggia colmerà il pozzo e lo libererà dall’ingombrante cadavere. La regia è eccellente nel governare immagini, tempi e ritmi del racconto: dalla carrellata iniziale nel pozzo buio che ti proietta sin dall’inizio in un tunnel senza uscita, al labirinto di strade viste dall’alto che portano i protagonisti da una rovina all’altra, da un rifiuto all’altro, ai claustrofobici primi piani degli stessi protagonisti chiusi nel loro fortino/pullmino, ai tempi e azioni e eventi che balzano davanti agli occhi tutti casuali, tutti inaspettati, lo spettatore si sente insieme agli attori costretto, smarrito e vertiginosamente trascinato  verso il basso, in quella che è la guerra per il regista: crudele, senza senso, senza eroi e senza illusioni, a volte tristemente comica nella sua assurdità. Grava soprattutto sulle teste dei più deboli, vecchi, donne, bambini che – ci mostra il regista con grande sobrietà - semplicemente provano a continuare a vivere. Alcuni si aggrappano a una bandiera  (la vedetta in mezzo al nulla); solo un bambino – nella sua ancora intatta innocenza - può attaccarsi a un brandello di speranza (vana). Più ‘fuori posto’ di tutti – ironicamente -  i protagonisti cooperanti, che sono venuti a fare del ‘bene’, come se ci fosse spazio per il bene, per l’umanità, la generosità nella crudeltà cinica delle guerre. E’ quello che efficacemente ci trasmettono gli attori protagonisti (bravi soprattutto Del Toro e Robbins) ed una sceneggiatura astuta nel suo minimalismo: la buona volontà, sia essa ingenua o ormai del tutto disincantata, dei cooperanti è destinata a cozzare inesorabilmente con la realtà, ad essere beffata dal caso; e dunque non resta che rifugiarsi  nella ‘normalità’  dell’anormale, nell’attaccamento testardo e senza grandi aspettative al singolo compito, nel gioco degli escamotages, persino nel dialogo banale, nel riscatto della propria umanità in quella che Ungaretti, anch’egli reduce da una guerra sanguinosa, chiamò ‘allegria di naufragi’

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wallander sabato 26 dicembre 2015
un po' troppo "spoilerante" questo commento
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Non entro nel merito del commento Zazar anche perché sostanzialmente condivido, ma hai praticamente raccontato tutto il film... per me che l'ho appena visto non è un problema ma andassi al cinema... sorprese vicino allo zero!

[+] hai ragione (di zarar)
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tespi domenica 10 gennaio 2016
forum e critica: un piccolo suggerimento
29%
No
71%

Wallander solleva il problema di non svelare la trama dei film; rilancio sollevando anche quello di rivelare in anticipo allo spettatore anche la stessa forma espressiva o anche la categoria letteraria. Sarebbe veramente bello andare a vedere un film conoscendo solo i nomi del regista e degli attori!Purtroppo non è così, ma almeno (piccolo suggerimento) prima di andare al cinema non leggiamo nulla del nostro film!

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