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Considerando i campioni di incassi della nuova commedia italiana (e i loro budget milionari), questo film, realizzato con pochi mezzi e qualche volenteroso sponsor, centra forse meglio l'obiettivo di intrattenere piacevolmente lo spettatore su temi di attualità: in primis la assurdità e banalità di politiche pubblicitarie ideate da qualche creativo da strapazzo e senza scrupoli; con altrettanta evidenza emerge il tema del lavoro (che manca) e la conseguente accettazione di compromessi umilianti. Però, se il protagonista, a caccia di lavoro, dopo le prime difficoltà e imbarazzi, alla fine ne uscirà vittorioso (ottima la scena in cui lo stesso protagonista tiene una lezione di marketing in una aula scolastica) accettando convintamente il suo ruolo di lavoratore che si è saputo reinventare, per la politica commerciale in sè non c'è nessuna comprensione: il regista è impietoso e manda il promotore della stessa a fare il venditore ambulante. Film quindi piacevole e armonico con buone recitazioni (a tratti un po' teatrali), gustose scenette e simpatici personaggi. Discreta introspezione psicolgica del protagonista alla prese con la sua dignità umana e sociale. Se un difetto va trovato, alcune (poche) scene sembrano superflue.
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