Timbuktu

Varrebbe la pena di vedere questo film anche solo per sentire la voce strepitosa di Fatoumata Diawara, cantante del Mali, che nel film interpreta la cantante condannata dai jihadisti alla fustigazione. Dunque questo sarebbe un film dai dialoghi ingenui e dilettanteschi nella loro ridondanza? Invece sono dialoghi straordinari, in primo luogo per come rendono le difficoltà di comunicazione in un ambiente multietnico con doppie traduzioni e lingue che si intrecciano Tuareg, Arabo, Bambara, Francese e Inglese... geniale! . I dialighi sono essenziali - questo sì - ma più che sufficienti per cogliere il senso del film che è il confronto fra la secolarizzazione che investe le società africane e l'assurda pretesa dei jihadisti di uniformare tutte le comunità ad un modello astratto di Islam, proprio laddove l'Islam è penetrato perché più del cristianesimo ha saputo convivere sincreticamente con le culture locali. Sarà proprio la secolarizzazione che ci salverà dalla Jihad