La teoria del tutto |
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Un film di James Marsh.
Con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox, Emily Watson.
continua»
Titolo originale The Theory of Everything.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 123 min.
- Gran Bretagna 2014.
- Universal Pictures
uscita giovedì 15 gennaio 2015.
MYMONETRO
La teoria del tutto
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tutto e nientedi Romi K.Feedback: 100 |
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mercoledì 25 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I primi venti minuti sono squisitamente introduttivi, ci mostrano Hawking, le sue amicizie e ci immerge nel suo ambiente e nella sua materia. Il ritmo c'è e l’entusiasmo è alle stelle. Poi, al ventesimo minuto, la catastrofe: dopo essere andato a Londra ad assistere a una lezione sulle singolarità dei buchi neri presieduta da Penrose, Stephen sul treno di ritorno si chiede a voce alta se sia possibile applicare la stessa teoria all’origine dell’universo. A caso, mentre il latte si mescola nel tea. Da qui in poi tutto va a scatafascio. Nel senso che Stephen Hawking il cosmologo sparisce. Ci rimane un malato di SLA che affronta la decadenza fisica e che porta il nome di un premio nobel. Contiamo anche che il film non mostra quasi la gradualità di questa regressione, ma ad ogni salto temporale, che si coglie a stento perché non vi sono né invecchiamenti palesi, prima parla sempre peggio, poi muove sempre meno le sopracciglia. E per quanto sapessi da principio che si sarebbe parlato di questo, non sono riuscita a impedire la caduta delle mie palpebre, mentre il film si trascina in scene troppo lunghe che non dicono mai niente. Ho odiato da subito l'inutile al reverendo di cui tutti indoviniamo la pia signora si innamorerà in 0.2 secondi. Soprattutto perché è proprio lui a girare ifilmini con effetto pellicola vecchia stile “bella famiglia tutto sommato felice con bimbi e tanto amore” la cui unica (irritante) funzione è quella di spezzare il ritmo narrativo. Hawking e la moglie si parlano sempre meno, e ricominciano a farlo solo per una nota nel libro dello scienziato che lascerebbe uno spiraglio a Dio. Alla fine del qual dialogo tra l’altro lei gli comunica di non farcela più. Dopo che per tutto il film non una volta l’abbiamo vista davvero provata o in difficoltà, ma sempre reattiva e sì pure innamorata nonostante tutto. Più o meno. Perché la Teoria del Tutto è un film che si dichiara d’amore ma che di amore non ci fa vedere che qualche sprazzo. Viene glissato tutto ciò che poteva essere particolare come i momenti “sporchi” del dover accudire un uomo che non è nemmeno in grado di alzarsi da una sedia, all’amore carnale che ha dato origine a tre figli (e il cui peso nel film equivale più o meno a zero). Per carità, con il cosmologo (per fortuna) ancora in vita sarebbe stato ben poco rispettoso , ma allora io mi chiedo quale sia il senso di fare un film così. Di veramente rimarchevole questo film ha qualità formali: una fotografia malinconica e preziosa e una colonna sonora da brivido. Gli attori sono bravi, ma nulla di che. Vorrei spendere due parole su Eddie Radmayne che per questo ruolo si è portato a casa un Oscar: come attore ha fatto un lavoro meraviglioso. Ma ha vinto quella statuetta molto più perché era la scelta più politicamente corretta, che non per la sua effettiva bravura. Questo film, al di là del ritmo indecente e del perbenismo facile, è stato una delusione per la sua banalità congenita: si è preso un personaggio accattivante e fin troppo facilmente “tragificabile” come Stephen Hawking, gli si è tolta la fisica ed ecco a voi il dramma umano di una persona attuale, che da esploratore dei cieli è stato ridotto a canovaccio in carrozzella. Tanto è una storia vera. Pappa pronta per tutti. Ma tutto sommato, se anche una sola persona dopo aver visto "La Teoria" avrà consultato un suo libro o cercato di sapere qualcosa di più, allora forse questo film un motivo vero per esserci lo ha. Anche se nel mentre siamo morti di noia.
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