Monuments Men

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Un film di George Clooney. Con George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin.
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Titolo originale The Monuments Men. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 118 min. - USA, Germania 2014. - 20th Century Fox Italia uscita giovedì 13 febbraio 2014. MYMONETRO Monuments Men * * 1/2 - - valutazione media: 2,58 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
filippo catani domenica 16 febbraio 2014
un'occasione gettata al vento Valutazione 1 stelle su cinque
72%
No
28%

Su diretta autorizzazione del presidente Roosvelt, un manipolo di uomini che si occupano a vario titolo di arte viene spedito in Europa per cercare di evitare che Hitler possa razziare tutte le più importanti opere d'arte dando poi fuoco a quelle considerate "degenerate". Tratto da una storia vera.
Mettiamo subito i puntini sulle i: tra il bellissimo e omonimo libro e questo film c'è la stessa distanza che separa l'Europa dall'America; ed è proprio questo il peccato più grave di cui si macchia l'ultimo film targato Clooney. Il libro è infatti appasionante ed emozionante e sa alternare con grande gusto momenti romanzeschi a precise ricostruzioni storiche. [+]

[+] sì, ma... (di chrisbots)
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pisa93 domenica 16 febbraio 2014
un film che ha ben poco di monumentale Valutazione 2 stelle su cinque
74%
No
26%

Durante la Seconda Guerra Mondiale, un manipolo di uomini chiamati Monuments Men viene incaricato di recuperare la maggior parte delle opere d'arte trafugate dai Tedeschi. Tratto da una storia vera. Giunto alla sua quinta regia George Clooney vorrebbe stupire con un film alla Spielberg, ma non riesce ad essere incisivo. Si ispira alle ambientazioni di "Salvate il soldato Ryan" ed all'introspezione di "La sottile linea rossa", ma tutto ciò che ottiene è un involucro vuoto, senz'anima. Monumets Men è un film che fatica a trovare una sua identità, alternando commedia e dramma con la stessa semplicità con cui una ragazza si cambia d'abito. Manca proprio di quella profondità di cui un film del genere dovrebbe essere permeato. [+]

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stelio sabato 15 febbraio 2014
we are americans... Valutazione 2 stelle su cinque
73%
No
28%

George Clooney torna alla regia con l'adattamento cinematografico di un romanzo di Robert M. Edsel sull'epica impresa dei Monuments Men, uomini di cultura scelti da Roosevelt, che cercheranno di salvare le opere d'arte depredate da Hitler durante la 2° Guerra Mondiale. I presupposti del regista di trattare un argomento importante come questo con la leggerezza di una commedia d'autore sono del tutto apprezzabili, ma il risultato finale ci lascia confusi e disorientati. L'equilibrio della narrazione, da qualunque punto di vista osserviamo il racconto, è precario: se guardiamo alla storia in ottica comica e ironica, quello che risulta così disturbante e fuori luogo sono le riflessioni di Clooney(che interpreta uno dei Monuments) sull'intera missione, cariche di belle parole ma che, inserite tra una risata e l'altra, perdono così tutta la drammaticità e l'importanza del loro significato; se guardiamo alla storia invece sotto il profilo dell'epicità e dell'eroismo di questi uomini, disturbano al contrario quei continui siparietti comici degli attori, che rendono il racconto poco credibile e coerente con i presupposti dell'impresa. [+]

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andrea giostra sabato 22 febbraio 2014
il valore dell'arte e della cultura. Valutazione 4 stelle su cinque
64%
No
36%

George Clooney si conferma, ancora una volta!, regista e sceneggiatore raffinato e di grande talento nel saper trattare cinematograficamente temi di grande interesse culturale e sociale, trasformandoli in prodotti “commerciali” e di “cassetta” appetibili anche al grande pubblico di cinefili per diletto. Il brillante risultato del botteghino è sotto gli occhi di tutti, e non è certamente solo il frutto del grandissimo cast di amici che Clooney ha “arruolato” per realizzare un film bellissimo e mai eccessivo nella narrazione e nella fluidità del racconto che pone la salvaguardia dell’arte e della cultura occidentale al centro dell’essenza dell’uomo: rubare l’arte e la cultura di un intero popolo vuol dire rubargli l’anima e la sua stessa natura. [+]

[+] patrimoni da salvaguardare (di una voce)
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fight.club domenica 16 febbraio 2014
la guerra che ti ruba l'anima Valutazione 2 stelle su cinque
79%
No
21%

un film di grandi pretese con un grande cast ma che una sceneggiatura flebile accoppiata a una regia debole non mostra correttamente quello che la guerra danneggia veramente, una guerra che ruba l'anima oltre che la vita, che ti cancella la storia fatta di grandi opere e di vite comuni messe insieme nei secoli e spazzate via da dittature dove il super ego di pochi uomini tende a erodere e a rimodellare quello costruito in precedenza. una occasione mancata da Clooney che svolge il suo compitino molto modestamente senza approfondire i molti spunti che il racconto reale poteva dare , manca proprio la mano del regista di alto livello, di uno Spielberg,ad esempio,  che, nel suo "salvate il soldato Ryan", ci mostra cosa voglia dire sacrificare la vita di molti per salvarne solo uno mentre qui la domanda che aleggia, se sacrificare qualcuno per delle opere d'arte, è trattata con estrema leggerezza senza dare una risposta esatta nel quadro generale della guerra. [+]

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pincenzo domenica 16 febbraio 2014
arte, guerra e retorica Valutazione 2 stelle su cinque
62%
No
38%

In un film d'azione è fondamentale che lo spettatore identifichi i paladini del bene e i cattivi da sconfiggere. La tensione narrativa scaturisce dalla battaglia tra il bene e il male, con tutte le diverse sfumature che rendono questo stereotipo ancora attuale e capace di sorprenderci. I cattivi nazisti, e sullo sfondo gli incombenti cattivi comunisti, sono mostrati nella poco conosciuta attività di razzia di opere d'arte, effettuata su larga scala in un territorio tra i più ricchi del mondo di cultura, memoria storica, arte. I buoni americani, oltre che a dedicarsi alla liberazione dell'Europa, si preoccupano di salvaguardare e di recuperare un patrimonio dell'umanità il cui valore è almeno pari a quello della vita dei soldati coinvolti in questa impresa. [+]

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catcarlo martedì 18 febbraio 2014
monuments men Valutazione 2 stelle su cinque
68%
No
32%

Allora, riassumendo: i sovietici non sembrano particolarmente svegli, i tedeschi si rivelano delle perfide carogne e gli alleati sono tutti bravi e buoni nonchè dediti al sacrificio. Fra le fila di questi ultimi, poi, gli statunitensi sono spesso belli e sempre integerrimi (anche se davanti c'è Cate Blanchett che fa le moine, a Parigi è primavera e la città è appena stata liberata), mentre con gli altri la sorte è meno benevola - e comunque il primo a defungere è quello che più ha da farsi perdonare. Se, a questo punto, qualcuno sta pensando a un film di cinquant'anni fa, non ha tutti i torti: il nuovo lavoro firmato da Clooney sembra ispirarsi direttamente alle pellicole di guerra corali (tra 'Il giorno più lungo' e 'Il ponte di Remagen') che sono stati girate, celebrando la liberazione d'Europa dalla barbarie nazista, fino alla metà degli anni Sessanta e all'irrompere del conflitto vietnamita. [+]

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wounded knee giovedì 20 febbraio 2014
molte star e poca sostanza Valutazione 2 stelle su cinque
68%
No
32%

Da un insieme di star ci si aspetta sempre un prodotto di levatura assoluta; molte volte però si resta disillusi. Questo è uno di quei casi. La storia di per se è particolare, se poi ci mettiamo che è tratta da una storia vera, gli ingredienti ci sarebbero tutti, per una buona riuscita. In realtà il film è quasi caotico a livello di montaggio, non mi rendevo conto dei passaggi temporali, se non dopo un po che cambiava location. I fatti scorrono con una superficialità descrittiva a dir poco disarmante. C'è un tentativo di introdurre un minimo di storia più umana, a Parigi; ma anche lì, la cosa si risolve con pochi fotogrammi, senza un minimo di introspezione. Il coinvolgimento empatico risulta essere nell'insieme mediocre. [+]

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vezzali lunedì 24 febbraio 2014
il parto della montagna Valutazione 1 stelle su cinque
71%
No
29%

"Monuments Men" aveva tutti gli ingredienti per diventare uno dei classici hollywoodiani nel miglior senso della parola, di quelli che intrattengono senza dimenticare di trasmettere valori o almeno un pensiero: aveva un'idea brillante iniziale (uomini al fronte una volta tanto non per distruggere, ma per tramandare il meglio della creatività umana ai posteri), aveva un grande cast (ma c'era proprio bisogno di scomodare Cate Blanchett??), aveva un budget sontuoso. Però la produzione si è dimenticata di un piccolo particolare: serviva un regista (che magari desse qualche piccola scossa anche all'encefalogramma dello sceneggiatore). Come nelle "Idi di marzo", ancora una volta Clooney è non solo piatto e incapace di trasmettere una sola emozione (neppure con le canzoncine di Natale incise dai familiari per i cari eroici e lontani), ma anche ambiguo ideologicamente, perché con tutti i suoi sbandieramenti "di sinistra" ci riesce a regalare il suo guizzo più "spiritoso" facendo una pernacchia ai russi barbari e cattivi in piena tradizione better dead than red. [+]

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jaylee domenica 2 marzo 2014
la battaglia più importante Valutazione 2 stelle su cinque
75%
No
25%

George Clooney, uno degli artisti di Hollywood più influenti degli ultimi dieci anni, ci propone la storia di una corpo speciale nell'Esercito USA che, negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, ebbe il compito di recuperare le opere d'arte trafugate dai Nazisti (ed evitare che se successivamente se le portassero via i Sovietici). Frank Stokes (Clooney) metterà insieme dunque un improbabile team di curatori di museo (M. Damon), architetti (B. Murray e J. Goodman), critici e professori d'arte (B. Balaban, J. Dujardin e H. Bonneville), tutti piuttosto attempati e con virtualmente zero esperienza in ambito militare; ma con una missione per la quale più di uno di loro pagherà con la vita: salvare la memoria della nostra civiltà attraverso le espressioni di arte che ne rappresentano il punto più alto. [+]

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