ollipop
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lunedì 9 febbraio 2015
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scontato ma elegante e piacevole
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razzismo affrontato con ironia ma non per questo cosi superficialmente come sembrerebbe
situazioni scontate ma simpatiche con umorismo elegante e per nulla noioso: e' evidente che il tema si presta a stereotipi ma la sceneggiatura e la vivace recitazione affiancate a una piacevole ambientazione e a una colonna sonora azzeccata confezionano un film piu che discreto che si lascia guardare e ci offre! qualche riflessione per nulla banale.
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nanni
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lunedì 16 febbraio 2015
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non sposate le mie figlie
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“Non sposate le mie figlie”
film, sull'integrazione, sul razzismo, sull'immigrazione e sui matrimoni misti, accattivante e inoffensivo che vola leggerissimamente su tematiche che altri si riservano di trattare con differente impegno.
Volendo inaugurare la nuova stagione delle favole del terzo millennio( c'era una volta un algerino, un ebreo, un cinese..............e un africano.... e che come tutte le favole che si rispettino assicura il lieto fine....vissero tutti felici e contenti) il film non si deve preoccupare di andare troppo in profondità.
Dunque, nel suo genere, il film, molto gradevole, si regge sostanzialmente sul buon ritmo delle sue battute soavi e ciniche allo stesso tempo, mai volgare ti scorre addosso piacevolmente.
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“Non sposate le mie figlie”
film, sull'integrazione, sul razzismo, sull'immigrazione e sui matrimoni misti, accattivante e inoffensivo che vola leggerissimamente su tematiche che altri si riservano di trattare con differente impegno.
Volendo inaugurare la nuova stagione delle favole del terzo millennio( c'era una volta un algerino, un ebreo, un cinese..............e un africano.... e che come tutte le favole che si rispettino assicura il lieto fine....vissero tutti felici e contenti) il film non si deve preoccupare di andare troppo in profondità.
Dunque, nel suo genere, il film, molto gradevole, si regge sostanzialmente sul buon ritmo delle sue battute soavi e ciniche allo stesso tempo, mai volgare ti scorre addosso piacevolmente.
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nino pell.
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martedì 17 febbraio 2015
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originale e gradevole commedia francese
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Originale e gradevole commedia in perfetto stile francese. Assolutamente non ci sono sbavature che fanno scadere la pellicola in situazioni scontate o banali o che sfiorano minimamente la volgarità. Il primo tempo ha un'impronta decisamente molto umoristica in quanto evidenzia in maniera squisitamente ironica varie tematiche scaturite dalle differenze sociali e di costume che vengono a determinarsi tra razze differenti di persone. Mi è piaciuto molto il tipo di interpretazione del padre delle spose in quanto la sua originaria vena sottilmente razziale si smorza, nel corso del film, fino a diventare più pacata e accondiscendente pur di vedere felici le proprie figlie e poi perché i rispettivi generi, ance se provenienti da culture differenti, si dimostreranno persone per bene, educate e decisamente intelligenti.
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Originale e gradevole commedia in perfetto stile francese. Assolutamente non ci sono sbavature che fanno scadere la pellicola in situazioni scontate o banali o che sfiorano minimamente la volgarità. Il primo tempo ha un'impronta decisamente molto umoristica in quanto evidenzia in maniera squisitamente ironica varie tematiche scaturite dalle differenze sociali e di costume che vengono a determinarsi tra razze differenti di persone. Mi è piaciuto molto il tipo di interpretazione del padre delle spose in quanto la sua originaria vena sottilmente razziale si smorza, nel corso del film, fino a diventare più pacata e accondiscendente pur di vedere felici le proprie figlie e poi perché i rispettivi generi, ance se provenienti da culture differenti, si dimostreranno persone per bene, educate e decisamente intelligenti. Il secondo tempo si rileva essere più romantico e sentimentale in quanto si concentra a narrare riguardo il futuro matrimonio della quarta figlia del protagonista con un uomo di colore e poi perché il finale della storia ci risulta davvero molto bello poiché in esso possiamo assistere ad una raggiunta coesione di intenti e di vedute nell'ambito di tutti i componenti della famiglia allargata. Piacevole e garbata commedia come solamente il prezioso film francese continua da tanto tempo a regalarci. Sicuramente meritevole di essere aggiunta alla mia collezione di films.
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maramaldo
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domenica 15 febbraio 2015
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intelligenza e ...coraggio
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(col senno di poi,...incoscienza). Ambedue, rigorosamente made in France. Qui da noi latitano e per quanto riguarda il cinema e l'indotto c'è chi pensa che abbiano da un pezzo delocalizzato. Se non fossero intervenuti certi fatti, Non sposate le mie figlie! era destinato (sempre qui da noi) ad essere frainteso e/o sottovalutato grazie al titolo e a recensioni del seguente tenore: "...piacevole commedia...con leggerezza adombra problematiche derivanti in Francia dall'integrazione etnica...qualche battutaccia scorretta...un certo buonismo...un fondo di ottimismo..."
Onestamente, Philippe de Chauveron opera in camouflage e attraverso un umorismo nonchalant schizza uno scherno corrosivo su tutto e tutti.
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(col senno di poi,...incoscienza). Ambedue, rigorosamente made in France. Qui da noi latitano e per quanto riguarda il cinema e l'indotto c'è chi pensa che abbiano da un pezzo delocalizzato. Se non fossero intervenuti certi fatti, Non sposate le mie figlie! era destinato (sempre qui da noi) ad essere frainteso e/o sottovalutato grazie al titolo e a recensioni del seguente tenore: "...piacevole commedia...con leggerezza adombra problematiche derivanti in Francia dall'integrazione etnica...qualche battutaccia scorretta...un certo buonismo...un fondo di ottimismo..."
Onestamente, Philippe de Chauveron opera in camouflage e attraverso un umorismo nonchalant schizza uno scherno corrosivo su tutto e tutti.
Già dal titolo originale, Qu'est ce qu'on a fait au bon Dieu? Son quattro i bon Dieu (tre, a voler essere theologically correct) delle cui religioni si mostra qualche aspetto che desta...ilarità. Ma il titolo, che voleva dire? Semplice: che i Francesi di una volta si erano costruiti un mondo ( e un modo di vivere) che sarebbe piaciuto al Creatore in quanto realizzava i suoi disegni. Non siamo lontani da God bless America o Gott mit uns.Tema centrale, quindi, la Francia, entità che se non ha un che di divino (la France éternelle) poco ci manca.
Da capire fin dai primi fotogrammi: cielo azzurro, tinte pastello di una palazzina in armonioso stile neoclassico, il municipio di Chinon. Chinon? Esiste, ho controllato su Wikipedia: città d'arte e di storia (antica ed importante), Unesco, frequentata dal cinema (Chabrol, Tavernier)...sapete come è stata chiamata? La fleur du jardin de la France. Come dire: signori, questa è la Francia (e non le banlieue di Parigi o di Marsiglia), state a vedere cosa vi succede... e amusez-vous.
Tanto patriottismo non impedisce a de Chauveron (e, forse, lo motiva) di dileggiare i compatrioti autoctoni, anziani (disorientati e impotenti) e giovani (senza ...spessore come le 4 figlie e il giovinastro vizioso nel cammeo del cliente dell'avvocato Rachid). Ma nel racconto ci sono personaggi positivi, I 4 generi. Emblematicamente positivi, rappresentano futuro e speranza. Tutto il sarcasmo che si rovesciano addosso (tra di loro, beninteso: i Francesi doc non se la sentono di far gli spiritosi ormai se non su di...sè stessi), queste irrisioni di maniera, appunto, son epidermiche. Come epidermica è la tinta della pelle o i tratti somatici di cui non vedono l'ora di sbarazzarsi almeno attraverso il mélange della prole. Essi sono e si sentono francesi. E ci credono. D'altronde, in che altro dovrebbero credere? Han sentito dai vecchi che Francia - uno dei nomi di Europa - significa civiltà, progresso, benessere, diritto...insomma, quanto di meglio è riuscita a fare l'Umanità. Perchè non inscriversi al club? Purtroppo - "inseguiti dalle origini" per far perdere le cui tracce occorrono generazioni -, trovano "ostici" alcuni concetti come quello di "libertà". Credenze e costumi sono alieni all'idea. Solo il tempo può rimuovere o neutralizzare.
Il tempo, simboleggiato dal fluire del fiume sulla cui riva si siede a riflettere, malinconico e rassegnato, Monsieur Verneuil,(Attore splendido, Christian Clavier, impersona la Patrie: una piega della bocca ti descrive un dramma familiare e nazionale, lo "scattino" al sentir la Marsigliese vale un saggio di sociologia.) E in questa corrente che si porterà via tanti di quei feticci, Monsieur Verneuil vede scomparire il fantasma di qualcosa che, forse, non è mai esistito, ma che ha sempre tenuto dans son coeur, sicchè non gli resta che canticchiare nostalgico, (tra sè, avec une certaine pudeur):
Douce France, cher pays de mon enfance...
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pentagrammamagazine.it
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giovedì 31 agosto 2017
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recensione: non sposate le mie figlie!
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Film francese uscito nell'aprile 2014, ha ottenuto in pochissime settimane in Francia un enorme successo classificandosi per ben 4 settimane al primo posto nel box office e totalizzando complessivamente 12, 2 milioni di entrate. Diventa così il più grande successo al box office francese del 2014 e addirittura il 6° film ad ottenere un così grande successo nella storia del box office francese.
Inutile dire che, oltre a diversi premi e al successo in Francia, il film ha collezionato grandi consensi sopratutto in Germania ma anche in altri Paesi totalizzando in un anno ben 8,127, 896 entrate, non contando le entrate italiane.
Il film infatti è uscito nelle sale italiane il 5 febbraio 2015.
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Film francese uscito nell'aprile 2014, ha ottenuto in pochissime settimane in Francia un enorme successo classificandosi per ben 4 settimane al primo posto nel box office e totalizzando complessivamente 12, 2 milioni di entrate. Diventa così il più grande successo al box office francese del 2014 e addirittura il 6° film ad ottenere un così grande successo nella storia del box office francese.
Inutile dire che, oltre a diversi premi e al successo in Francia, il film ha collezionato grandi consensi sopratutto in Germania ma anche in altri Paesi totalizzando in un anno ben 8,127, 896 entrate, non contando le entrate italiane.
Il film infatti è uscito nelle sale italiane il 5 febbraio 2015.
Ma come mai "Non sposate le mie figlie!" ha scatenato un così grande successo (ma anche diverse critiche)?
Partendo dalla trama, già si può scorgere uno dei motivi: è estremamente attuale sia in Francia che in tanti altri Paesi. Il tema sono i matrimoni misti, i preconcetti legati alle diverse culture che angosciano in maniera palese o meno gli animi dei genitori che vedono i rispettivi figli, appartenenti a diverse culture, unirsi in matrimonio.
La trama è infatti incentrata su questi aspetti: la famiglia Verneuil, cristiana, cattolica, estremamente tradizionalista e rigida è composta da quattro figlie e rispettivi genitori Claude e Marie, che vedranno man mano le loro adorate figliole legarsi in matrimonio a quattro giovani di altrettante culture diverse: un ebreo, un musulmano, un cinese, un africano. La coppia di genitori inizierà a confidarsi in privato le proprie paure, cercando di accettare alla meno peggio i futuri generi.
L'accettazione e l'elaborazione di queste nuove presenze, innescherà gag e situazioni molto divertenti ma nello stesso tempo pregne di significato; mentre si ride si riflette su un tema importante, attuale e diffuso un pò in tutto il mondo, affrontato con la leggerezza di una commedia che tale rimane nella sua apparenza, che non giudica nessuno se non in modo grottesco (in quanto commedia) ma che non può non suscitare domande o considerazioni a chi la osserva.
Diversi film negli anni hanno affrontato il tema del razzismo, uno fra gli altri è il classico "Indovina chi viene a cena?". Un film molto diverso da questo francese, ma che affronta la stessa tematica: la figlia che sposa un uomo di diversa cultura, colore, ecc.
Inutile dire che la storia di "Non spostate le mie figlie!" innesca una serie di battute una dietro l'altra contando su un cast di attori molto bravi: uno tra tutti Christian Clavier, il capo famiglia bigotto che viene letteralmente sopraffatto dagli eventi mantenendo una rigidezza che alla fine non potrà che abbandonare.
Christian Clavier, nello specifico, durante le presentazioni del film ne parlò più o meno così: "E' una commedia che ride di tutto e di tutti, sappiamo che il modo migliore per far riflettere su temi importanti spesso è con una risata. i francesi sono intelligenti e sanno anche ridere dei propri difetti, quindi guardando le loro debolezze nel film possono fare autocritica, pur divertendosi." Questa presentazione si addice un pò anche agli altri Paesi, perchè un tema comune a tutti.
Philippe de Chauveron, qui sceneggiatore e alla sua sesta regia, per questo film ha preso spunto sia dall'attualità francese (diversi studi dicono che il 20 % dei matrimoni in Francia si fanno tra individui di origine e di religione diverse) dalla sua vita privata e familiare: suo fratello ha sposato una magrebina, e lui stesso ha avuto una compagna africana. Per il personaggio di Marie, il regista si è ispirato a sua madre, catechista.
La bravura degli attori, la sceneggiatura incalzante e davvero leggera, seppur condita da battute "scorrette", rendono questa pellicola gradevole e scorrevole. Non soffermandoci solo sul tema matrimoni misti, multiculturalismo, razzismo, è un film francese nel complesso divertente e recitato bene.
Questi i pregi. I difetti: In America non è stato distribuito. Censurato per il tema razziale.
Il film "Non sposate le mie figlie!" termina con un prevedibile lieto fine che sembra dire, in fin dei conti: "tutto il mondo è paese".
E probabilmente, ha ragione!
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the lonely dolphin
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venerdì 13 febbraio 2015
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un buon "classico" della commedia, divertente !
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Ero scettico, temevo qualcosa dalle parti dei "panettoni" e simili...L'ho visto per accondiscendere mia moglie e forse...mi sono divertito più di lei ! Non è un "capolavoro", è un buon filmetto divertente, che segue i piacevoli, collaudati schemi classici della soft commedy, ma che affronta con notevole coraggio e spigliatezza diversi dei tabù che caratterizzano la politically corectness, distribuendo con notevole equilibrio le sue battute ironiche, perlopiù azzeccate, a destra ed a manca. Rendendo infine un quadro realistico, smitizzante ma anche indulgente, dei principali "tic" , i luoghi comuni tipici dell'attuale società multirazziale europea.
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Ero scettico, temevo qualcosa dalle parti dei "panettoni" e simili...L'ho visto per accondiscendere mia moglie e forse...mi sono divertito più di lei ! Non è un "capolavoro", è un buon filmetto divertente, che segue i piacevoli, collaudati schemi classici della soft commedy, ma che affronta con notevole coraggio e spigliatezza diversi dei tabù che caratterizzano la politically corectness, distribuendo con notevole equilibrio le sue battute ironiche, perlopiù azzeccate, a destra ed a manca. Rendendo infine un quadro realistico, smitizzante ma anche indulgente, dei principali "tic" , i luoghi comuni tipici dell'attuale società multirazziale europea. Valida la scelta del cast e la recitazione, efficace la regia.
Le poche, marginali sbavature sono sempre rapidamente superate dall'incalzare divertente della trama. Lo aggiungo volentieri alla mia collezione di filmetti divertenti francesi da conservare per rivederli ( Una top model nel mio letto, Il mio miglior amico, L'apparenza inganna e, non so se può considerarsi "francese", il migliore in assoluto: Il Concerto di Radu Mihaileanu). DA VEDERE.
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gpistoia39
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martedì 24 febbraio 2015
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io ho dato 4 figlie agli immigrati
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Sicuramente una divertente commedia che "tutto è bene quello che finisce bene". Non direi proprio che sia una commedia con fondo amaro, perchè alla fine tutti vanno d'accordo con tutti, dopo ovviamente parechhie difficoltà. Bella la frase del padre nero che abbandonando la tavola dice: "tutti comunisti". Le liti fra i genitori francesi, lui che urla a lei: "catto-comunista". I tre generi che cantano la marsigliese. Il padre nero che richiede al povero pasticcere un dolce che ai suoi tempi in Francia chiamavavo "testa di negro" e ora invece viene chiamata meringa al cacao, ecc.
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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un’esilarante commedia familiare
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Claude e Marie Verneuil sono una coppia borghese, cattolica e gollista che vive nel nord della Francia. I due hanno quattro bellissime figlie, Isabelle, Odile, Segolene e Laure. Con grande dispiacere dei genitori, le prime tre hanno sposato dei “figli di immigrati” e, precisamente, un arabo, un ebreo e un cinese. Tutte le speranze della coppia di poter celebrare un matrimonio cattolico si riversano quindi sulla figlia più piccola, Laure, la quale, all’insaputa dei genitori, sta frequentando un uomo che teme non sarebbe accettato. Quando la giovane trova il coraggio di rendere nota la sua relazione, la madre è felicissima di sapere che il suo futuro genero è di religione cattolica e, così, accetta subito di conoscerlo.
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Claude e Marie Verneuil sono una coppia borghese, cattolica e gollista che vive nel nord della Francia. I due hanno quattro bellissime figlie, Isabelle, Odile, Segolene e Laure. Con grande dispiacere dei genitori, le prime tre hanno sposato dei “figli di immigrati” e, precisamente, un arabo, un ebreo e un cinese. Tutte le speranze della coppia di poter celebrare un matrimonio cattolico si riversano quindi sulla figlia più piccola, Laure, la quale, all’insaputa dei genitori, sta frequentando un uomo che teme non sarebbe accettato. Quando la giovane trova il coraggio di rendere nota la sua relazione, la madre è felicissima di sapere che il suo futuro genero è di religione cattolica e, così, accetta subito di conoscerlo. Quando giungono al ristorante però, Claude e Marie fanno la triste scoperta: il loro futuro genero è di colore.
“Non sposate le mie figlie!” è un’esilarante e ironica commedia familiare che gioca sul semplice principio secondo il quale tutti siamo in qualche modo razzisti, spinti dal legame con le nostre origini, e dal nostro orgoglio nazionale.
Grande successo della stagione cinematografica francese appena conclusasi, ”Non sposate le mie figlie!” è stato apprezzato anche all’estero, soprattutto per il modo fresco e frizzante con cui è stato trattato il delicato tema della xenofobia.
Un ruolo decisivo è affidato alle espressioni. Il volto contrariato di Claude e quello disperato di Marie, rappresentano in pieno l’anima del film.I due coniugi sono interpretati dal bravissimo Christian Clavier (famoso da noi per il ruolo di Obelix in “Asterix e Obelix contro Cesare”) e da Chantal Lauby.
A completare il cast, ci pensano Frédérique Bel, Élodie Fontan, Julia Piaton, Emilie Caen, Ary Abittan, Frédéric Chau, Medi Sadoun e Noom Diawara.
Per concludere, “Non sposate le mie figlie!” è una commedia brillante, un film che fa divertire e riflettere allo stesso tempo.
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paola d. g. 81
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lunedì 16 marzo 2015
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imperdibile
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Chi ha amato "Quasi amici", apprezzerà sicuramente questa perla di umorismo, leggerezza e intelligenza.
Non sposate le mie figlie si inserisce a pieno titolo nel filone contemporaneo della commedia francese, raffinata e arguta, grazie alla recitazione impeccabile di tutto il cast e alla sapiente trattazione di un tema "scottante" come quello dell' integrazione in una società multiculturale, con accenni al provincialismo e alla mentalità ristretta di tante famiglie "borghesi".
Indimenticabili i dialoghi e la rappresentazione macchiettistica dei tic delle varie culture.
Si ride di gusto dall'inizio alla fine e rimane una sensazione di positività.
Non perdetelo!
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williamd
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domenica 28 giugno 2015
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cercasi connazionale che sposi mia figlia!
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Ennesima commedia francese di grande successo, "Non sposate le mie figlie!" è un film universale che tratta in modo molto divertente - ma anche intelligente - diversi temi che spaziano dal razzismo all'immigrazione.
Claude e Marie sono due francesi doc: cattolici e patriottici. Ricchi ed in buona salute stanno però vivendo una situazione che li sta facendo uscire di testa completamente: tre delle loro quattro figlie si sono già maritate, e fin qui non c'è nessun problema; il guaio è che tutte le loro tre belle figliole hanno preso come sposo un extracomunitario: ora fanno parte della famiglia anche un cinese, un arabo ed un ebreo. La condizione attuale è insostenibile per tutti: nessuno è neanche lontanamente razzista, ma far sedere attorno ad uno stesso tavolo un orgoglioso francese come Claude e tre uomini di cultura diametralmente opposta non può che non sfociare in una lite.
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Ennesima commedia francese di grande successo, "Non sposate le mie figlie!" è un film universale che tratta in modo molto divertente - ma anche intelligente - diversi temi che spaziano dal razzismo all'immigrazione.
Claude e Marie sono due francesi doc: cattolici e patriottici. Ricchi ed in buona salute stanno però vivendo una situazione che li sta facendo uscire di testa completamente: tre delle loro quattro figlie si sono già maritate, e fin qui non c'è nessun problema; il guaio è che tutte le loro tre belle figliole hanno preso come sposo un extracomunitario: ora fanno parte della famiglia anche un cinese, un arabo ed un ebreo. La condizione attuale è insostenibile per tutti: nessuno è neanche lontanamente razzista, ma far sedere attorno ad uno stesso tavolo un orgoglioso francese come Claude e tre uomini di cultura diametralmente opposta non può che non sfociare in una lite. Così Claude e Marie, desolati, si ritrovano a riporre le loro poche ed ultime speranze nella loro figlia più giovane, Laure, sperando che ella trovi un coniuge francese. Ma alla disperata coppia prende quasi un infarto quando Laure li presenta Charles: una spiritosa persona che fa l’attore, cattolica, ma africana.
Come già detto non è il razzismo a scatenare l’angoscia in Claude e Marie, ma il timore di non sapere con che realtà si viene a contatto: direi che si tratta di xenofobia nell’accezione non negativa del termine. Infatti nessuno disprezza nessuno, e come Claude e Marie auspicherebbero nel vedere Laure sposa di un ragazzo francese, lo stesso accade nei genitori di Charles che desidererebbero vedere suo figlio marito di una ragazza africana. La xenofobia (o paura del diverso dir si voglia) è sempre esista, è parte dell’uomo. L’uomo si fida di ciò che già conosce e si chiude a riccio verso chi egli pensa sia diverso. Tuttavia l’ostacolo non è insormontabile, anzi tutt’altro infatti a Claude e al padre di Charles, originariamente entrambi contrariatissimi al matrimonio e disposti a tutto pur di sabotarlo, basta capire che la loro uguaglianza come essere umani sta proprio nell’avere le stesse idee e gli stessi sentimenti.
Divertente e corale avrei assegnato alla commedia 3 stelle e mezza, essendo ciò non possibile valuto il film con 4 stelle, premiandolo per gli argomenti trattati, argomenti attualissimi grazie alla globalizzazione.
Concludo sottolineando che ho apprezzato la regia di Philippe de Chauveron e la prova di tutti gli attori (in particolar modo del quartetto multietnico dei coniugi che adorerei rivedere tutti assieme in un altro film) tranne quelle di Christian Clavier (Claude nel film) che in più di una occasione non mi è piaciuto.
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