flyanto
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martedì 20 maggio 2014
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un percorso di crescita difficile per non dire tra
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Film in cui si racconta di un adolescente di nome Davide che, scoperto di essere attratto dai maschi e soprattutto scoperta con profonda vergogna questa sua tendenza omosessuale da parte della propria famiglia, scappa di casa e si unisce ad un gruppo di altri giovani omosessuali, ma più grandi di lui. Nel corso del periodo che il giovanissimo Davide trascorre con questi individui egli verrà a conoscenza direttamente degli aspetti più duri dell'esistenza e soprattutto per lui alquanto prematuri: poichè senza soldi egli infatti si troverà costretto a dormire di notte all'aperto nei giardini pubblici del Parco Bellini di Catania col rischio di possibili incursioni da parte di qualche omofobo e di vivere comunque le proprie giornate per la strada, di venire, in quanto giovane, inesperto e di bell'aspetto, molestato svariate volte da individui molto più grandi di lui in cerca di fugaci incontri erotici, di vedere addirittura morire direttamente un caro amico e di essere, alla fine, costretto addirittura a prostituirsi egli stesso, dopo la prima esperienza con un ragazzo più grande da cui attratto, con un uomo danaroso alquanto più vecchio.
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Film in cui si racconta di un adolescente di nome Davide che, scoperto di essere attratto dai maschi e soprattutto scoperta con profonda vergogna questa sua tendenza omosessuale da parte della propria famiglia, scappa di casa e si unisce ad un gruppo di altri giovani omosessuali, ma più grandi di lui. Nel corso del periodo che il giovanissimo Davide trascorre con questi individui egli verrà a conoscenza direttamente degli aspetti più duri dell'esistenza e soprattutto per lui alquanto prematuri: poichè senza soldi egli infatti si troverà costretto a dormire di notte all'aperto nei giardini pubblici del Parco Bellini di Catania col rischio di possibili incursioni da parte di qualche omofobo e di vivere comunque le proprie giornate per la strada, di venire, in quanto giovane, inesperto e di bell'aspetto, molestato svariate volte da individui molto più grandi di lui in cerca di fugaci incontri erotici, di vedere addirittura morire direttamente un caro amico e di essere, alla fine, costretto addirittura a prostituirsi egli stesso, dopo la prima esperienza con un ragazzo più grande da cui attratto, con un uomo danaroso alquanto più vecchio. Grazie all'intervento, seppure tardivo, del padre si eviterà la tragedia finale ma tutto ciò avrà profondamente impressionato Davide, cresciuto purtroppo ormai molto in fretta ed assai traumaticamente.
Quest'opera prima dell'appena trentenne Sebastiano Riso mette a nudo e denuncia le difficoltà che molti individui incontrano nel rendersi conto e nel dichiarare, anche in seno alla propria famiglia dove ci si aspetterebbe comprensione ed amore incondizionato, di essere omosessuali. L'ambiente che qui viene ritratto è quello quanto mai ristretto mentalmente della Sicilia dove, forse, persiste più che altrove il concetto di machismo e di disonore se soltanto si hanno inclinazioni sessuali differenti da quelle ritenute nella norma, ma Riso in ogni caso vuole denunciare qualsiasi ambiente familiare e la società con cui un giovane deve scontrarsi al fine di dichiarare apertamente e vivere liberamente la propria sessualità. La condanna parte proprio dalla famiglia che dovrebbe essere l'ambiente più complice di una tale e delicata situazione e, come è ben rappresentato nel film, invece essa risulta essere l'elemento più discordante ed ostile che porta i giovani a delle soluzioni estreme o, comunque, poco consoni e sicuramente traumatiche. Pertanto raccontando questa presa di coscienza e di crescita individuale di un adolescente il film non può che non essere crudo in tutti i suoi aspetti: dalla giovane età del protagonista che rende la materia ancor più seria, alla grettezza d'animo e di pensiero, nonchè ignoranza, della famiglia che non prende affatto in considerazione a quali pericoli ed esperienze negative può andare incontro un ragazzo che vive praticamente randagio per le vie della città, alla "fauna" di personaggi omosessuali avvezzi alle più misere brutture della strada ma anch'esse vittime innocenti di un rifiuto precedente e doloroso da parte del proprio stesso ambiente familiare e sociale.
Insomma, un film che lascia nello spettatore un senso di profondo sgomento e disgusto, nonchè ribellione, per lo stato di emarginazione che molti individui definiti "diversi" devono subire, ma molto ben diretto ed interpretato, con una menzione speciale per il giovanissimo e bellissimo Davide Capone nella parte del protagonista.
Un piccolo, seppur altamente drammatico, gioiello da non perdere.
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antonietta dambrosio
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sabato 1 novembre 2014
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davide come l'ernesto di saba
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"Aveva i capelli castani, riccioluti e leggeri, gli occhi color nocciola
(come quelli di certi cani barboni); camminava alquanto dinoccolato, con la [+]
"Aveva i capelli castani, riccioluti e leggeri, gli occhi color nocciola
(come quelli di certi cani barboni); camminava alquanto dinoccolato, con la
grazia della adolescenza che si crede sgraziata, e si teme ridicola."
Così come Ernesto prende vita attraverso il morbido tratto della penna di
Umberto Saba, Sebastiano Riso nella sua opera prima, con la stessa
delicatezza pone lo sguardo su Davide. I suoi capelli hanno il rosso del
sole che sta per spegnersi, ed il bianco della pelle gli donano una bellezza
efebica che si pone in contrasto col buio della sua soffitta dove, al riparo
da tutto, è libero di cantare ed esprimersi in un mondo che gli somiglia.
Ma per suo padre quella soffitta è la conferma di una malattia che va
curata con siringhe di virilità e con la violenza capace di correggere una
natura sbagliata. La violenza di suo padre si scaglia nella distruzione di
quel mondo che Davide stava definendo piano ed in cui si riconosceva, e non
bastano i baci amorevoli di sua madre sui segni di tale violenza a
proteggerlo e trattenerlo. Davide scappa lontano da lui, in una Catania
immersa nel buio, alla ricerca di anime simili che troverà a Villa Bellini,
un grande parco popolato da occhi tristi quanto i suoi. In una Catania degli
anni ottanta Davide e i suoi amici trovano posto solo di notte, perchè di
giorno una società ipocrita finge di non vedere, di non sentire il
disperato grido di dolore che nasce dal bisogno di uscire dagli schemi di
omologazione per poter definire liberamente il percorso che conduce a
riconoscere ed affermare un'identità sessuale. Sorretti dalle semplici note
di "Amore stella" sono uniti nelle loro solitudini, nella necessità di una
protezione che abbia un colore diverso dal bianco, il colore dell'abito del
padre di Davide terribilmente uguale a quello del saccente e cinico
sfruttatore delle loro giovinezze. E' una pellicola non perfetta per quel
che riguarda la collocazione temporale ed anche povera nei dialoghi, ma ci regala
un forte chiaroscuro grazie anche all'interpretazione del giovane Davide
Capone e Micaela Ramazzotti nel ruolo della madre di Davide da un lato, e
dall'altro l'ostile Vincenzo Amato, nel ruolo del padre che anche
nell'ultima scena, con l'abito bianco macchiato dal sangue di Davide, si
preoccupa ancora del giudizio della gente. Una verità che sembra quasi ci
possa scorrere di fianco, e che la società chiede di non vedere, fa sentire
colpevoli. Ci si sente smarriti quando, poi, le luci del cinema si accendono
e ad aver vissuto la tristezza ed il forte senso di impotenza eravamo solo
in tre, tutti gli assenti non hanno sentito, non hanno visto. (Antonietta D'Ambrosio)
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melvin ii
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giovedì 7 agosto 2014
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una sicilia ancora legato ai tempi di bell'antonio
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Il biglietto d’acquistare per “Più buio di mezzanotte” è : 4)Ridotto
“Più buio di mezzanotte” è un film del 2014 diretto da Sebastiano Riso, scritto da Sebastiano Riso,Stefano Grasso e Andrea Cedrola, con:Davide Capone, Vincenzo Amato, Pippo DelBono, Micaela Ramazzotti,Lucia Sardo.
Catania è una città complessa, umorale e particolare. Al suo interno vivono varie anime in eterna lotta: Tolleranza, perbenismo, machismo, razzismo, ignoranza, allegria e indolenza e ipocrisia.
Mio padr, nato negli trenta e vissuto all’epoca del “Bell’Antonio” di Vitaliano Brancati non diceva neanche la parola “gay”, ma preferiva gridarmi contro che ero”strano” “asociale” e che non avrebbe mai cresciuto un figlio “anormale”.
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Il biglietto d’acquistare per “Più buio di mezzanotte” è : 4)Ridotto
“Più buio di mezzanotte” è un film del 2014 diretto da Sebastiano Riso, scritto da Sebastiano Riso,Stefano Grasso e Andrea Cedrola, con:Davide Capone, Vincenzo Amato, Pippo DelBono, Micaela Ramazzotti,Lucia Sardo.
Catania è una città complessa, umorale e particolare. Al suo interno vivono varie anime in eterna lotta: Tolleranza, perbenismo, machismo, razzismo, ignoranza, allegria e indolenza e ipocrisia.
Mio padr, nato negli trenta e vissuto all’epoca del “Bell’Antonio” di Vitaliano Brancati non diceva neanche la parola “gay”, ma preferiva gridarmi contro che ero”strano” “asociale” e che non avrebbe mai cresciuto un figlio “anormale”. Mio padre sceglieva le ragazze con cui dovevo stare e mi imponeva le feste e seppure non sia mai stato un uomo violento, un paio di volte mi schiaffeggiò perché rifiutavo d’accettare i suoi”consigli”.
La generazione di mio padre misurava la virilità di un uomo e la sua forza dal numero di donne che si corteggiavano.
Nonostante mio padre, ho sempre amato le donne e la loro compagnia, ma chi ha altri inclinazioni come può reggere certi trattamenti?
I padri e le famiglie siciliane del 2014 sono pronte ad accettare la diversità sessuale dei propri figli?
Catania famosa nel resto d’Italia per la sua movida notturna è davvero cambiata rispetto ai tempi del “Bell’Antonio”?
L’esordiente Riso prova a rispondere a queste domande, raccontandoci la storia di Davide(Capone), un quattordicenne inquieto e alla ricerca della sua identità. Vive a Catania con la sua famiglia piccolo borghese e soprattutto tradizionalista. Il regista ci porta fin dalle prime sequenze dentro una Catania diversa dalle cartoline e dalle pagine dei giornali. Lo spettatore osserva come Davide cerchi e trovi la compagnia dei suoi “simili” e si trovi a vivere e poi sopravvivere per strada e nei giardini pubblici di Villa Bellini Si alternano scene molto crude e secche di un ambiente degradato, povero e dove la prostituzione diventa l’unico modo per mangiare. Incontri fugaci e occasionali nei vicoli più malfamati della città o nei cinema porno scandiscono la giornata di questa comunità. Sullo schermo vengono presentati una carrellata di personaggi, che se forse per un istante possono far nascere un sorriso allo spettatore, subito dopo non si può non provare malinconia e tristezza per la loro solitudine abbandonati da tutto e tutti. Davide preferisce la strada alla sua famiglia, dove il padre Massimo(Amato) bigotto e austero non lo accetta e vuole “guarirlo” dal suo stato anche a costo di fargli iniezioni di ormoni e la madre Rita dolce e affettuosa,ma non in grado però d’aiutarlo e proteggerlo Così Davide per strada ha la sua prima esperienza sessuale e dopo per fame, è costretto ad accettare “l’aiuto” di un pappone (DelBono).
La sceneggiatura, seppure semplice e scarna, riesce a descrivere con incisività ed efficacia la realtà e soprattutto i sentimenti del protagonista e le sfaccettature dei vari personaggi riuscendo a coinvolgere lo spettatore
La regia seppure di taglio più televisivo che cinematografico, si dimostra comunque di talento e capace dimostrare il lato nascosto e più oscuro di Catania grazie anche una fotografia degna di menzione
Il limite del film è in un ritmo non costante, discreto nella prima parte, lento e discontinuo nella seconda parte.
Il film si regge sull’intensa e convincente interpretazione di Davide Capone, capace di dare un’anima al suo personaggio e di trasmettere al pubblico la varietà dei sentimenti. Una nomination ai prossimi David, ci auguriamo che non manchi.
Belli e intensi sono i camei” della Ramazzotti e di DelBono.
Il finale anche se “aperto” è di buona intensità regalando emozione e complicità allo spettatore, unendosi alla voglia di libertà e indipendenza di Davide in una città e in un famiglia ancora in piena sindrome da”Bell’Antonio”.
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