candi93
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venerdì 11 aprile 2014
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da salvatore di roma a salvatore dell'umanità
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Dopo aver sbancato il boxoffice americano, Noah arriva in Italia a meravigliare il pubblico. Protagonista, nei panni di Noè, il meraviglioso ed inimitabile Russell Crowe, particolarmente a suo agio in questo tipo di ruoli, che affronta ed interpreta divinamente non solo la sfida contro un'umanità corrotta e demoniaca, ma anche l'atroce conflitto interiore nell'essere, insieme alla sua famiglia, l'unico a sopravvivere, sfiorando egli stesso la pazzia.
Interessante e particolarmente emozionante il tema appena accennato della Creazione, del giardino dell' Eden, del serpente e la mela, Adamo ed Eva. Profonde le scene con tema centrale la famiglia e l'amore per i figli, con un'interpretazione magistrale di Jennifer Connelly nel ruolo di moglie, a sostegno della sublime recitazione di Crowe.
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Dopo aver sbancato il boxoffice americano, Noah arriva in Italia a meravigliare il pubblico. Protagonista, nei panni di Noè, il meraviglioso ed inimitabile Russell Crowe, particolarmente a suo agio in questo tipo di ruoli, che affronta ed interpreta divinamente non solo la sfida contro un'umanità corrotta e demoniaca, ma anche l'atroce conflitto interiore nell'essere, insieme alla sua famiglia, l'unico a sopravvivere, sfiorando egli stesso la pazzia.
Interessante e particolarmente emozionante il tema appena accennato della Creazione, del giardino dell' Eden, del serpente e la mela, Adamo ed Eva. Profonde le scene con tema centrale la famiglia e l'amore per i figli, con un'interpretazione magistrale di Jennifer Connelly nel ruolo di moglie, a sostegno della sublime recitazione di Crowe.
Straordinario ed avvincente, il film spinge ad una profonda riflessione ("oggi siamo un pò tutti Noè, testimoni consapevoli di un mondo che sta morendo"), per giovani e non.
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dpdpdp
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domenica 13 aprile 2014
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ho trovato le mie bacche
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Le mie aspettative per questo film erano molto basse in principio,ma si è dimostrato essere totalmente il contrario.Inizio col dire che non dovrebbe essere considerato un film biblico nella sua vera essenza ma un film che rispecchia la visione del regista Darren Aronofsky su quello che potrebbe essere stato il diluvio universale descritto nella Bibbia.Durante la visione del film non viene mai pronunciato il nome del Signore ma viene definito in diversi modi. Il film in questione narra la storia di Noe prima e dopo il diluvio riuscendoci in maniera alquanto semplice,questo personaggio viene interpretato da un profondo Russel Crowe che attraverso la sua espressività da vita al personaggio complicato che Noe rappresenta.
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Le mie aspettative per questo film erano molto basse in principio,ma si è dimostrato essere totalmente il contrario.Inizio col dire che non dovrebbe essere considerato un film biblico nella sua vera essenza ma un film che rispecchia la visione del regista Darren Aronofsky su quello che potrebbe essere stato il diluvio universale descritto nella Bibbia.Durante la visione del film non viene mai pronunciato il nome del Signore ma viene definito in diversi modi. Il film in questione narra la storia di Noe prima e dopo il diluvio riuscendoci in maniera alquanto semplice,questo personaggio viene interpretato da un profondo Russel Crowe che attraverso la sua espressività da vita al personaggio complicato che Noe rappresenta.Le atmosfere nel film variano in continuazione,dall'atmosfera calma e riflessiva all'atmosfera burrascosa e apocalittica,e tutto ciò è reso alla perfezione attraverso l'uso di colori caldi e freddi per le scenografie quasi da far sembrare i personaggi figure bidimensionali stagliate su un foglio di carta.Gli effetti speciali vengono usati in modo intelligente per riprodurre gli innumerevoli animali e varie scene che ne richiedono l'uso,senza esagerazioni.La scelta del Cast è ottima,ogni personaggio rappresenta diversi comportamenti umani che avranno un ruolo importante per la storia.
Vengono inoltre rappresentate diverse emozioni umane,ira,vendetta,rabbia,amore....nella pellicola,la colonna sonora da più profondità alla narrazione.
Tutti questi piccoli accorgimenti riescono a fare di "Noah"un film interessante che non cade mai nel banale,un film che merita di essere visionato e apprezzato per quello che realmente è,semplicemente la visione di un uomo sul personaggio di Noe e sulla grande impresa che "Il Creatore"ha affidato lui.
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(di giumil)
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darkangel95
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sabato 19 aprile 2014
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epico e inaspettato fantasy biblico
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Faccio una premessa:io so troppo poco delle sacre scritture per giudicare se il film ne sia davvero fedele,lo recensiró quindi come un normale film cosa che mi sembra giusta da fare.
Partiamo dalla cosa migliore : il cast stellare.Russel Crowe nei panni di Noè funziona,riposto completamente nelle mani del Signore e fermo nelle sue convinzioni finchè gli eventi lo porteranno a vacillare.Jennifer Connolly nel ruolo della moglie fedele e della madre che per i propri figli è disposta a sfidare Dio sembra essere la sua parte ideale,Emma Watson nel ruolo della ragazza sterile e perennemente vacillante rende l'atmosfera già cupa ancora più palbabile e Logan Lerman,desideroso e malleabile fa aumentare la suspance.
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Faccio una premessa:io so troppo poco delle sacre scritture per giudicare se il film ne sia davvero fedele,lo recensiró quindi come un normale film cosa che mi sembra giusta da fare.
Partiamo dalla cosa migliore : il cast stellare.Russel Crowe nei panni di Noè funziona,riposto completamente nelle mani del Signore e fermo nelle sue convinzioni finchè gli eventi lo porteranno a vacillare.Jennifer Connolly nel ruolo della moglie fedele e della madre che per i propri figli è disposta a sfidare Dio sembra essere la sua parte ideale,Emma Watson nel ruolo della ragazza sterile e perennemente vacillante rende l'atmosfera già cupa ancora più palbabile e Logan Lerman,desideroso e malleabile fa aumentare la suspance.Ora immaginate questo cast interpretare la storia di Noè e della sua arca,aggiungete una rivisitazione con elementi fantasy,un ritmo furioso con una tensione palpabile crescente e colpi di scena inaspettati.Questo è Noah,ultimo nato del visionario Darren Aronofsky che con tanta personalità reinterpreta le sacre scritture in un modo coraggioso e originale che non sarà compreso da molti. Epico e inaspettato questo kolossal risucchia le sue 2 ore e 20 e ci pone davanti a un manipolo di personaggi con una missione da cui dipende il mondo con il conseguente impatto psicologico;il messaggio centrale è forte: Se Dio ci ha creati a propria immagine e somiglianza allora possiamo uccidere e creare come lui? Vivere come uomini liberi che scelgono il proprio destino o come servi di Dio? Durante il film viene da chiedersi chi sia veramente nel torto,se davvero sia giusta la fine del mondo.
Insomma decisamente quello che non ti aspetti di vedere.Guardatelo,ma senza mai fermarsi alle apparenze,cercate di identificare da che parte stareste.
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(di antonio montefalcone)
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hidalgo
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sabato 12 aprile 2014
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dal vangelo secondo aronofsky
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La prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver visto questo film è che non sarebbe stato facile recensirlo. Il rischio, dal mio punto di vista, è quello di limitare il tutto a "mi è piaciuto" o "non mi è piaciuto", mentre questo Noah meriterebbe di essere analizzato a fondo in quanto film tutt'altro che banale. Almeno nelle intenzioni.
Darren Aronofsky è un regista che, nel bene e nel male, non lascia mai indifferenti e dal quale ci si può aspettare di tutto. Il tutto, in questo caso, è la sua personalissima versione della storia di Noè, nipote di Matusalemme e ultimo discendente della stirpe dei Set.
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La prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver visto questo film è che non sarebbe stato facile recensirlo. Il rischio, dal mio punto di vista, è quello di limitare il tutto a "mi è piaciuto" o "non mi è piaciuto", mentre questo Noah meriterebbe di essere analizzato a fondo in quanto film tutt'altro che banale. Almeno nelle intenzioni.
Darren Aronofsky è un regista che, nel bene e nel male, non lascia mai indifferenti e dal quale ci si può aspettare di tutto. Il tutto, in questo caso, è la sua personalissima versione della storia di Noè, nipote di Matusalemme e ultimo discendente della stirpe dei Set. Nella Genesi non c'è una descrizione particolarmente dettagliata della vita del Patriarca, così Aronofsky si prende delle libertà che in altri tempi gli avrebbero garantito l'etichetta di eretico. Il visionario regista di Brooklyn tenta una rischiosa fusione tra la Bibbia e il fantasy, tra la religione e la magia, aggiungendo alla sua allucinazione messaggi a favore dell'ambiente e degli animali. Il risultato finale è un kolossal imperfetto e a tratti ridicolo (vedi I Vigilanti), ma anche potente e spettacolare, delirante e coraggioso. Il film era destinato a far discutere e così sarà, ma "discutibile" non significa necessariamente "sbagliato": da un punto di vista estetico, di sbagliato Noah non ha niente. Ottima fotografia, scenografie maestose, effetti speciali eccellenti, montaggio serrato ed efficace e attori convincenti. A lasciare perplessi è invece la sceneggiatura. Tralasciando I Vigilanti - per chi scrive, il vero punto debole del film - la sensazione è che Aronofsky abbia toccato troppi argomenti per esseri racchiusi in un solo film, finendo così per fare un pò di confusione. Il film è incentrato sull'uomo, sulla sua malvagità verso il mondo e i suoi simili. Questo è lo spunto per consentire al regista di The wrestler di mostrarci un Noah sprezzante nei confronti dei suoi simili e anche di se stesso. Il discendente di Set non esita ad uccidere i suoi simili quando questi a loro volta si macchiano dell'uccisione di un animale. "Giustizia", la definisce Noè, il quale, presumibilmente vegano, spiegherà poi ai suoi figli che gli umani mangiano la carne perchè credono li renda più forti. Noah ci viene proposto come un guerriero radicale e determinato, pronto a tutto pur di fare la volontà del Creatore (la parola Dio non esiste nel vocabolario ateo di Aronofsky). Ed è proprio l'aspetto psicologico del Patriarca ad essere una delle cose più interessanti e innovative del film. Noè non esita, non ha dubbi nè incertezze, ma sente su di lui il peso della grande responsabiltà che gli è stata affidata. E' convinto di sapere quello che fa, ma in realtà ha male interpretato la volontà Divina, tant'è vero che si autoconvince che nel mondo post-diluvio non ci sarà posto per gli esseri umani. La razza umana si estinguerà insieme all'ultimo membro della sua famiglia, è l'interpretazione che da al nuovo inizio, perchè Il Creatore è stanco degli uomini e non ne vuole più sapere di loro. Questa sua convinzione lo porterà a tramutarsi in un fanatico invasato disposto a sacrificare tutto e tutti (animali esclusi) pur di non deludere il Creatore. "Non lo faccio perchè lo voglio fare, ma perchè lo devo fare", dice alla moglie. In questa frase c'è tutto il peso che l'uomo Noè porta sulle spalle e che nessuno, eccetto il Creatore, può comprendere. Tanta carne al fuoco, dunque. Troppa, per pretendere anche una sceneggiatura lineare e priva di buchi. Russell Crowe ci mette tanto del suo per dare credibilità a questa versione dark del costruttore dell'Arca. Il premio Oscar attinge a Massimo Decimo Meridio (Il Gladiatore) e John Nash (A beautiful mind), consegnando ai posteri un'altra interpretazione da leccarsi i baffi (e la barba). Bravissima e sempre bella anche Jennifer Connelly, moglie coraggiosa e devota di Noah. Convincenti Emma Watson e l'inossidabile Anthony Hopkins, sufficienti le prove di Logan Lerman e del villain Ray Winstone. Nel complesso, la pellicola di Aronofsky si potrebbe definire un blockbuster d'autore, non del tutto riuscito ma audace e in perfetta sintonia con il suo modo di intendere il cinema, che può piacere o meno (personalmenete dei suoi film ho amato solo The wrestler, finora) ma che ha sempre un suo perchè. Non è un regista che fa zero a zero, non punta mai su "l'usato garantito" come fanno molti altri suoi colleghi. Ha il suo stile, si becca i fischi o gli applausi e tira dritto per la sua strada. Tanto di cappello, a prescindere.
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[+] recensione quasi perfetta
(di igorbru73)
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[+] sarebbe stato un colossal, ma è uno scempio!
(di flaminia72)
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simplyme
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mercoledì 16 aprile 2014
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un'epica evasione
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Io ho trovato il film molto coinvolgente... In molti punti (per esempio, la descrizione della Creazione) mi ha particolarmente toccata. Ottimo il cast. Leggo però qualche opinione davvero opposta alla mia... E' proprio vero: de gustibus, non disputandum est!!! :)
Io, in ogni caso, consiglio il film a chi non l'ha ancora visto! *****
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ferdinando
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martedì 15 aprile 2014
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lo spirito non è materia.
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L'occasione per un grande rappresentare che si allineasse con il robonte del colossal moderno sarebbe stata grande e allettante per qualunque regista hollywoodiano (la catastrofe addirittura universale, gli animali e la natura in generale, l'uomo che combatte per il suo sopravvivere), ma, al contrario, nel film domina una dimensione del narrato che definisce il senso di un silenzio metafisico. Un silenzio che apre alla percezione dello spirituale che il film sa trasmettere nella splendida cornice delle immagini nuove e straordinarie, nell'appropriato commento sonoro e nel recitato degli interpreti, tutti grandissimi (a mio parere Russel Crowe raggiunge l'inarrivabile John Huston del sontuoso "La Bibbia" del 1966 dello stesso John Huston), gli attori evidentemente coinvolti nell'ispirato del regista.
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L'occasione per un grande rappresentare che si allineasse con il robonte del colossal moderno sarebbe stata grande e allettante per qualunque regista hollywoodiano (la catastrofe addirittura universale, gli animali e la natura in generale, l'uomo che combatte per il suo sopravvivere), ma, al contrario, nel film domina una dimensione del narrato che definisce il senso di un silenzio metafisico. Un silenzio che apre alla percezione dello spirituale che il film sa trasmettere nella splendida cornice delle immagini nuove e straordinarie, nell'appropriato commento sonoro e nel recitato degli interpreti, tutti grandissimi (a mio parere Russel Crowe raggiunge l'inarrivabile John Huston del sontuoso "La Bibbia" del 1966 dello stesso John Huston), gli attori evidentemente coinvolti nell'ispirato del regista. Il contenuto è quello del Genesi biblico ed è ben noto, anche attraverso il trascorso della filmografia biblica, perciò lo taccio, anche se esso in questo film viene riscritto vestendosi di nuovo intuito (il doppio tronco dell'albero dell'Eden, il mango pulsante invece della mela, i primi Adamo ed Eva vestiti di luce, il bosco che sorge miracolosamente dalla cenere vulcanica per dare legna alla costruzione dell'arca, il re della terra che penetra furtivamente nell'arca tentando di corrompere il cuore del figlio di Noah Cam affinché uccida il padre, gli animali addormentati da un fumo oppiaceo, gli angeli caduti pietrificati ma dal cuore di luce che aiutano a costruire e poi a proteggere l'arca dall'assalto degl'uomini imbestialiti così redimendosi al loro cielo dell'origine, ecc. ecc; le novità sono davvero molte e lascio allo spettatore il piacere di scoprirle). Lo spirituale non è materia e colmi di questa verità si esce silenziosi dalla sala cinematografica, silenziosi per non turbare il fermentare della traccia che il film ha segnato nell'interiore. Sono i registi come Darren Aronofsky che aprono la speranza del perpetursi del cinema come arte del rappresentare (nel senso letterale dell'immagine immediata e non soltanto intellettiva, cioè nel senso che Fellini e Kurosawa seppero dargli) oltre che del puro dire per rappresentare (per questo sono ben più efficaci i libri e, in un certo senso, anche il teatro).
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[+] tutto nell'universo è materiale
(di vapor)
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melvin ii
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lunedì 14 aprile 2014
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un fantasy biblico
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“Noah” è un film del 2014 diretto e prodotto da Darren Aronofsky, sceneggiatura di Darren Aronofsky e Ari Handel. Con:Russel Crowe, Jennifer Connelly, Anthony Hopkins, Ray Winstone, Emma Watson, Logan Lerman, Douglas Booth.
“Noah” ha sicuramente un merito, spinge lo spettatore,tornato a casa, a rispolverare gli studi del catechismo per capire quali e quante licenze artistiche si è preso il regista.
Facciamo subito chiarezza, “Noah” non è un film biblico tout court. Aronofsky parte dalle Sacre Scritture , ma poi crea e in qualche maniera reinventa il personaggio di Noè.
Vedendo Noah, confesso che ho rimpianto “I Dieci Comandamenti” del 1956 di Cecil B.
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“Noah” è un film del 2014 diretto e prodotto da Darren Aronofsky, sceneggiatura di Darren Aronofsky e Ari Handel. Con:Russel Crowe, Jennifer Connelly, Anthony Hopkins, Ray Winstone, Emma Watson, Logan Lerman, Douglas Booth.
“Noah” ha sicuramente un merito, spinge lo spettatore,tornato a casa, a rispolverare gli studi del catechismo per capire quali e quante licenze artistiche si è preso il regista.
Facciamo subito chiarezza, “Noah” non è un film biblico tout court. Aronofsky parte dalle Sacre Scritture , ma poi crea e in qualche maniera reinventa il personaggio di Noè.
Vedendo Noah, confesso che ho rimpianto “I Dieci Comandamenti” del 1956 di Cecil B. De Mille.
Il Mosè di Charlton Heston rimane ancora oggi, un’ interpretazione straordinaria e unica nella storia del cinema.
Il Noè di Russuel Crowe, nonostante l’impegno e il carisma, non sfiora neppure l’intensità interpretativa e la forza magnetica di Heston.
Non voglio tediarvi, come una maestrina dalla penna rossa, sugli errori storici del film.
Personalmente ritengo che la creatività di un artista può spingersi a riscrivere la storia, rimanendo però credibile e dando un anima e un senso al film.
Aronofsky prima con The Wrestler e poi con il Cigno Nero ha convinto prima la critica e poi il pubblico, sentendosi così pronto per un kolossal. Ha alzato la posta, raccontando il tema del Diluvio Universale e offrendo allo spettatore il suo punto di vista su temi assai complessi e delicati come libero arbitrio e Creazione.
Noah è in vero un ibrido non riuscito tra fantasy e opera biblica.
Dopo che Il Creatore(cosi viene definito nel film) ha cacciato Adamo ed Eva dal Paradiso Terreste, gli uomini sono costretti a vivere con il sudore della propria fronte sulla Terra, divisi tra gli eredi di Caino, Abele e Seth.
Il Mondo è impregnato di odio e malvagità e corruzione. Il film inizia con il giovane Noè che assiste impotente al brutale assassinio del padre Seth Anni dopo, Noè(Crowe), vive una vita ascetica con la famiglia, quando una notte in sogno il Creatore gli affida il compito di creare l’arca per salvare gli innocenti dalla sua ira, che si manifesterà sotto forma di diluvio.
Chiesto il sostegno a suo nonno Matusalemme(Hopkins), Noè inizia la costruzione dell’Arca con la collaborazione dei Vigilanti, giganti di pietra, ovvero Angeli Caduti che hanno deciso di seguire Adamo sulla Terra.
Gli uomini impauriti dall’imminente Diluvio guidati da Tubal-Cain(Winstone), erede di Caino, tenteranno d’impadronirsi dell’Arca e si consumerà una violenta battaglia.
Noè spietato, seguirà fino in fondo il volere del Creatore e negherà a chiunque di salvarsi sull’arca, deludendo anche il figlio Cam(Lermam) che sperava di portare con sé l’amata.
Il Diluvio spazzerà via tutto e tutti. Noè sarà chiamato a una drammatica scelta tra seguire il volere del Creatore o l’istinto di sopravivenza quando la figliastra Ila(Watson) partorirà due gemelle
nell’Arca.
L’approdo sulla terra ferma dopo lungo e faticoso navigare e l’inizio della ricostruzione chiude il film, come è scritto anche nella Bibbia, ma ancora una volta il regista inserisce il suo tocco personale non convincendo però alla fine il pubblico in sala.
Scrivere di Noè non era semplice. Gli autori compiono delle scelte artistiche cercando, probabilmente, di non irritare nessuno, ma il risultato resta modesto.
Anche se originale e scritta bene, la sceneggiatura non emoziona e coinvolge.
I dialoghi sono scontati e retorici, anche se ben interpretati dal cast, con discreta forza emotiva ed partecipazione.
Il film ha all’inizio un buon ritmo e vivacità, ma lentamente si spegne, chiudendosi con lentezza e opacità.
La regia è sicuramente sontuosa, elegante visionaria e coraggiosa. Unire più generi non è da tutti, ma fallisce l’appuntamento con il kolossal, non emozionando il pubblico fino in fondo.
Russel Crowe , nonostante il tempo, è sempre un attore carismatico e di forte impatto fisico.
Ci mette cuore e talento, dando al suo Noè una buona intensità, mostrando al pubblico il travaglio dell’uomo diviso tra la chiamata del Creatore e il suo istinto di padre. Un Gladiatore sull’Arca.
La Connelly si conferma la moglie ideale per Crowe(vedi a Beautiful Mind). Riescono a dare intensità e veridicità alla coppia, nonostante il testo non aiuti.
Sir Anthony Hopkins sembra Odino in libera uscita, ma anche “i Grandi”devono pagarsi il mutuo.
Convince Ray Winstone nel ruolo del “cattivo atipico”ovvero l’uomo condannato dal dono del libero arbitrio.
Senza lode e senza infamia il supporto del resto del cast.
“Noah” non rimarrà nella memoria del pubblico come “I 10 Comandamenti”, ma stimola a confrontartsi e riflettere sul valore e importanza del libero arbitrio. Non poco per un “libro”che ha qualche millennio.
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shagrath
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sabato 12 aprile 2014
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il mito di noah
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Film spiazzante, si discosta totalmente dai classici film biblici riverenti e pedanti (buoni forse per il catechismo) per avvicinarsi a quello che la storia di Noè rappresenta: un mito antico, un dramma umano. La bibbia dedica poche righe alle vicende di Noè, e ancora meno è scritto sul suo stato d'animo. Nel film il libro viene reinterpretato aggiungendo proprio questo, trasformando un testo astratto e anche a tratti ingenuo in qualcosa di molto umano, di epico, di drammatico. Ma fa molto di più. Nella Genesi si legge " C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
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Film spiazzante, si discosta totalmente dai classici film biblici riverenti e pedanti (buoni forse per il catechismo) per avvicinarsi a quello che la storia di Noè rappresenta: un mito antico, un dramma umano. La bibbia dedica poche righe alle vicende di Noè, e ancora meno è scritto sul suo stato d'animo. Nel film il libro viene reinterpretato aggiungendo proprio questo, trasformando un testo astratto e anche a tratti ingenuo in qualcosa di molto umano, di epico, di drammatico. Ma fa molto di più. Nella Genesi si legge " C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi." Penso che il film rispetti a pieno questo spirito mitologico, rappresentanto un mondo magico e primordiale, mentre giustamente sono lasciati in disparte i fastidiosi aspetti religiosi/catechistici (ad esempio, Dio non viene mai nominato esplicitamente e soprattutto non parla direttamente a Noè come fa nella Genesi... e menomale!). Un Noah molto moderno, molto realistico in un contesto onirico, fantastico, avvincente. I paesaggi sono magnifici. Azzeccatissime le ambientazioni e i contesti. Insomma un grande fantasy drammatico ben realizzato, coinvolgente e convincente. Però c'è qualcosa che stona, qualcosa che gli autori dovevano risparmiarsi. Mi riferisco alla deriva animalista a cui viene dedicato fin troppo spazio. A parte il fatto che nella Genesi viene scritto l'esatto opposto, ovvero Dio si affretta a dire a Noè che gli animali sono stati salvati giusto per uso e consumo dell'uomo, infatti la prima cosa che fa Noè sceso dall'arca è costruire un altare per sacrificarne un po' (ma nel film non si vede nulla del genere). Per di più nel testo viene pure specificato che Caino e la sua stirpe sono agricoltori. Probabilmente hanno fatto bene a non citare tali episodi, ma invece di ribaltare i concetti della bibbia potevano semplicmente tralasciare l'aspetto "nutrizionale", perché è da capire cosa c'azzecchino le teorie vegane con un racconto mitologico. Decisamente fuori luogo. Ma si può sopportare e il film nel complesso è assolutamente consigliato.
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jaylee
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domenica 20 aprile 2014
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salvati o sommersi
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l’Arca di Noè è sempre stato uno dei racconti e metafore più suggestive per raccontare il complesso rapporto divino-umano-natura. Al di là della maestria tecnica che possa richiedere la realizzazione di un diluvio, anche la narrazione non è semplice da affrontare, essendo un tema estremamente delicato da un punto di vista inter-religioso e allo stesso tempo scarno (dunque è rischioso aggiungere). Quello di Aronofsky, uno dei meno timidi registi del panorama di Hollywood (vedi Requiem per un Sogno, Il Cigno Nero, e il suo miglior film, ovvero The Wrestler), è il terzo tentativo di portare questo racconto (il secondo è il celeberrimo La Bibbia di John Huston) sul grande schermo, e il primo nel farne un film a sé stante.
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l’Arca di Noè è sempre stato uno dei racconti e metafore più suggestive per raccontare il complesso rapporto divino-umano-natura. Al di là della maestria tecnica che possa richiedere la realizzazione di un diluvio, anche la narrazione non è semplice da affrontare, essendo un tema estremamente delicato da un punto di vista inter-religioso e allo stesso tempo scarno (dunque è rischioso aggiungere). Quello di Aronofsky, uno dei meno timidi registi del panorama di Hollywood (vedi Requiem per un Sogno, Il Cigno Nero, e il suo miglior film, ovvero The Wrestler), è il terzo tentativo di portare questo racconto (il secondo è il celeberrimo La Bibbia di John Huston) sul grande schermo, e il primo nel farne un film a sé stante.
Aronofsky, realizza un film di atmosfere primordiali, al confine tra storia e preistoria, in ampie praterie spoglie che evocano un qualcosa di estremamente antico, dove la sopravvivenza appare quasi magia. Noè e la sua famiglia si nascondono dagli altri uomini, corrotti e malvagi rispetti ad una natura pura ed armoniosa, con animali e piante che sconfinano nel mitologico, ed angeli caduti resi giganti di pietra, dimenticati da Dio su una Terra che decisero di aiutare millenni fa. All'arrivo del diluvio, Noè porta la sua famiglia e gli animali sull’arca con la convinzione che loro saranno gli ultimi esseri umani sul pianeta, a riparazione di tutti i torti fatti al Creato dai propri simili; dovrà prendere decisioni terribili fino a comprendere che l’umanità che tanto detesta non è che frutto di libero arbitrio, le sue scelte libere da ogni vincolo. Arriverà dunque il mitico arcobaleno, sigillo della rinnovata alleanza con Dio e nuovo inizio.
Non si può che applaudire al coraggio di Aronofsky che,alla fine ne tira fuori un kolossal che ben esalta il 3D in tutta la sua potenza; per rendere meno scarna la storia di partenza incorpora nel film numerosi riferimenti biblici, tra cui la Creazione, Adamo ed Eva, la pelle del serpente (uno dei tocchi migliori… il serpente restituito alla sua dimensione non di peccato, ma di conoscenza, trasformazione, libera scelta: di fatto si tramanda da patriarca a patriarca), persino Sodoma e Gomorra ante-litteram ed un presagio del Sacrificio di Isacco.
Da qui in poi, però, purtroppo, è tutta in discesa: se Russell Crowe è un Noè “larger than life” (incluso nel girovita), pieno di estremi e contraddizioni (e va bene), il tutto sprofonda più nel fantasy che nello spirituale, decisamente reminiscente di Conan il Barbaro di John Milius, con mostri di pietra, armature cimmere, stivali e giacche in pelle (sic!), ma anche la stregoneria di Matusalemme - Anthony Hopkins, qui palesemente in vacanza- e della moglie di Noè-la sopravvalutatissima Jennifer Connelly. Alla fine non si può non simpatizzare con Cam che abbandona la famiglia per cercare fortuna –e moglie, poveretto- altrove.
I momenti migliori sono i brevi presagi e i racconti di Noè, dove il sogno si amalgama in modo più naturale ed appropriato con le tematiche: forse Aronofsky avrebbe dovuto aggiungere qualcosa in più del Valhalla Rising di Winding Refn (visivamente molto simile), estremamente crudo ma intriso di una spiritualità decisamente più evocativa. Invece, si posiziona tra le esigenze del blockbuster (il finale è da Walt Disney, così come la tremenda musica dei titoli di coda) e le ambizioni di un’opera superiore, senza però avere successo né nell’uno né nell’altra.
Noah si salverà? No, Sommerso (www.versionekowalski.it)
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parieaa
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domenica 20 aprile 2014
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un voto difficile
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Premetto che di bibbia non sono per nulla esperto e che quindi non posso parlare, nè voglio farlo, di quanto questo film le sia fedele. I precedenti film Aronofsky non è che li abbia proprio amati...e infatti nemmeno questo. Però devo dire che non mi è nemmeno dispiaciuto. E' un film molto strano, difficilmente inquadrabile, che volteggia tra il fantasy, lo storico e il religioso vero e proprio, senza farne prevalere nessuno in particolare. Sequenze molto suggestive, che colpiscono direttamente allo stomaco (come la scena del calpestaggio o la scena nell'accampamento degli Uomini di Noah, e altre ancora), si alternano a (inevitabili) sequenze molto lente e verbose, che non riescono a rapire lo spettatore.
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Premetto che di bibbia non sono per nulla esperto e che quindi non posso parlare, nè voglio farlo, di quanto questo film le sia fedele. I precedenti film Aronofsky non è che li abbia proprio amati...e infatti nemmeno questo. Però devo dire che non mi è nemmeno dispiaciuto. E' un film molto strano, difficilmente inquadrabile, che volteggia tra il fantasy, lo storico e il religioso vero e proprio, senza farne prevalere nessuno in particolare. Sequenze molto suggestive, che colpiscono direttamente allo stomaco (come la scena del calpestaggio o la scena nell'accampamento degli Uomini di Noah, e altre ancora), si alternano a (inevitabili) sequenze molto lente e verbose, che non riescono a rapire lo spettatore. Il tutto condito da marchi di fabbrica del regista: il tema del potere dell'ossessione che porta l'uomo a compiere qualsiasi azione, e i piani sequenza serrati (come al solito ben fatti, ma che qui non servono molto allo sviluppo della storia). Buona la prova di parte del cast, in primis un Crowe che pare più indemoniato e odioso, che animato dal creatore e uno strano Matusalemme un po' in preda alla demenza senile e goloso di bacche. Anche la Watson si è guadagnata il pane come mamma terrorizzata per i suoi figli. Insopportabile invece Percy Jackson. La colonna sonora ha un suo peso, specie in determinate scene in cui si vuole creare angoscia o paura. Di certo non mi aspettavo i Golem di pietra...che comunque non sono male e abbastanza ben fatti. Quindi, tralasciando sempre la fedeltà biblica, è un film sui vizi (molti) e le virtù (poche, ma buone) dell'umanità, senza che tutto sia eccessivamente cattedralico e moraleggiante (un po' lo è, ma anche questo era inevitabile). Certo tutto è forse un po' troppo stilizzato e allegorico, ma in genere è così che vengono narrate le leggende. Di conseguenza ,non credo che diverrà una pietra miliare del cinema, perchè nel suo insieme non è di certo un capolavoro, ma devo ammettere che alcune scene raggiungono veramente il loro scopo e impressionano. Forse sarebbe stato meglio prorio non girarlo. Le tre stelle nascono dal compromesso tra le 2 e le 4. Mai avuto così tanti Dubbi...
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