L'Evento |
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Un film di Lorenzo D'Amelio.
Con Raffaele Ausiello, Lucia Rocco, Cecilia Lupoli, Pietro Juliano.
continua»
Thriller,
durata 109 min.
- Italia 2014.
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Un labirinto filmico tra eros e thanatos
di Liberato RussoFeedback: 200 | altri commenti e recensioni di Liberato Russo |
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lunedì 9 marzo 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PARTE 1 - "... Chi lo avrebbe mai detto, desiderare di morire! Se succedesse adesso forse si rimetterebbe tutto a posto." Un pensiero subdolo che striscia malefico nell’inconscio, parole velenose appena sussurrate che rimbalzano tra la mente e il cuore o un’infinità di brividi per ciò che sta per accadere, per quell’attimo che si manifesta ripetutamente, così caustico, così terribilmente al bivio… tra la vita e la morte. Forse ciò che sta per accadere può ripetersi ancora in un eterno e claustrofobico divenire e, in quel divenire, è possibile scegliere la propria strada, dare un senso alle proprie azioni, dipingere con il nero o con il bianco il proprio domani. “Sliding Doors”, mi verrebbe da dire, tanto per citare un film e provare a rimanere in tema! Su questa ipnotica sorgente - tra mille interrogativi - nasce e si sviluppa il film di Lorenzo D’Amelio: “L’EVENTO”, un lavoro cinematografico indipendente che si muove nel filone del thriller psicologico con pochi artifici ma con puntualità geniale. Si potrebbe definire “un intreccio noir” degno di un romanzo di Edgar Allan Poe o di una trama cinematografica di Hitchcock, in cui domina su tutto l’ossessione, l’angoscia, l’ansia spasmodica che da un momento all’altro quel particolare evento metta fine ad una vita dissoluta e senza via di salvezza. La disperazione del protagonista, vittima di una “male occulto” che si manifesta sin dalle prime battute del film, insegue la liberazione eterna da quell’orrendo istante in cui il cuore sembra fermarsi mentre la crisi si manifesta in tutta la sua crudeltà. Quella disperazione raggiunge l’apice fino a farsi preghiera, scandita tra le lancette dell’orologio (anch’esse assassine ) e recitata nello scorrere del tempo ostile, dove l’occhio inerme assiste alla crocifissione del proprio respiro e della propria coscienza. E in quel “male oscuro”, in quella maledetta crisi del cuore, tutto è possibile, tutto potrebbe divenire concreto, ma quel tutto potrebbe anche disfarsi all’improvviso, come la tela di Penelope nella notte buia. (...continua Parte 2)
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