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Ultimo aggiornamento venerdì 15 giugno 2018
Benjamin, giovane medico tirocinante inizia a vivere le enormi difficoltà di questa professione nel reparto di medicina interna dove lavora il padre. Il film ha ottenuto 7 candidature e vinto un premio ai Cesar, In Italia al Box Office Ippocrate ha incassato 25,3 mila euro .
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Benjamin Barois ha ventitré anni e il sogno di diventare un grande medico. Ma per ora di grande ha solo il camice, offerto dall'ospedale e 'decorato' con macchie pulite. Per sei mesi dovrà occuparsi di dieci stanze e diciotto pazienti. Ad osservarlo il padre, primario autoritario nello stesso ospedale, ad affiancarlo Abdel Rezzak, medico algerino competente e umano "facente funzioni d'interno". Di guardia, una notte è chiamato a occuparsi di un paziente che accusa forti dolori addominali. Benjmain si limita a somministrargli un analgesico ma l'indomani l'uomo è morto. Padre e superiori coprono l'errore, la vedova chiede spiegazioni, Abdel pone domande, Benjamin è confuso. Deluso da se stesso, cerca la maniera di rimediare e di diventare un medico migliore.
Tra un film e l'altro, Thomas Lilti cura i pazienti. L'autore francese sa bene di cosa parla e pratica quello di cui parla.
Figlio dei Lumière e di Ippocrate, Lilti passa in rassegna al cinema le disfunzioni strutturali dell'istituzione ospedaliera francese coi suoi macchinari obsoleti, la mancanza di personale e di mezzi, la sorte dei medici stranieri relegati ai ruoli secondari, la ricerca del profitto a spese dei pazienti. Girato interamente in ospedale, Ippocrate è un racconto di formazione in corsia che segue l'apprendistato tormentato di un giovane internista al servizio di suo padre. Ma la pratica si rivela presto più dura della teoria. La responsabilità è schiacciante e il protagonista dovrà confrontarsi brutalmente coi suoi limiti, le sue paure e quelle dei suoi pazienti.
La sua iniziazione comincia e con quella un film sincero nutrito dell'esperienza del regista, degli aneddoti e delle testimonianze raccolte sul campo. Muovendosi tra un caso di coscienza, un alcolizzato che muore e avrebbe forse potuto essere salvato, un dilemma etico, una vecchia paziente giunta alla fine della vita, un conflitto sociale sordo ma permanente, alimentato dalle condizioni di lavoro estreme, le rivalità e i piccoli accomodamenti al centro di tutti i microcosmi professionali, l'autore disegna prevedibilmente ma con appropriatezza un universo ambivalente. Un universo con le sue gerarchie, i giochi di potere, il peso delle responsabilità, l'impunità, gli errori e le loro conseguenze. Il passo falso del protagonista di Vincent Lacoste, che trova in Ippocrate materia per affinare il suo eterno personaggio di loser lunare, costituisce il primo filo drammatico del film.
Il secondo, di carattere morale, riguarda il dramma di una vecchia signora che vorrebbe soltanto smettere di soffrire e lasciarsi morire. In entrambe le situazioni Benjamin si deve confrontare col medico algerino di Reda Kateb, stella francese della diversità che coltiva una mascolinità singolare. La loro compatibilità, mutuale e progressiva, produce la precisione dell'esercizio medico e dei gesti che accompagnano il proposito: la precarietà del mestiere della salute. Il percorso verso la maturità del protagonista, ambiguo, non sempre simpatico ma coinvolgente fino alla fine, è anche quello del suo interprete, un giovane attore pieno di un malessere gioioso e una nonchalance innata davanti alla m.d.p.
Articolato con disinvoltura e attraverso una messa in scena funzionale e ispirata, Ippocrate fa ingoiare la pillola, misurando la crisi che attraversa l'ospedale pubblico dopo l'introduzione della nozione di 'redditività' e lo stato di salute ottimale del cinema popolare francese. Realizzato prima di Medico di campagna ma arrivato due anni dopo nelle sale italiane, il nuovo film Thomas Lilti piazza la cura al cuore del discorso politico e raggiunge il raro obiettivo di intrattenere e informare su un'istituzione maggiore avvincente e misteriosa. Anche per questo si prescrive la visione.
IPPOCRATE disponibile in DVD o BluRay |
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Non trova il modo di approfondire le tematiche e finisce per disperdere il soggetto in rivoli inutili. Dialoghi scialbi e ritmo lento affossano il tutto.
Benjamin (Vincent Lacoste) comincia il suo tirocinio nel reparto di medicina interna diretto da suo padre, il professar Barois. È un medico alle prime armi e ha tutto da imparare, mentre l'altro tirocinante, Abdel, oltre ad avere qualche anno di più, si dimostra più competente e più umano con i pazienti. Durante un turno di notte Benjamin sottovaluta la situazione di un paziente alcolizzato, che muore. [...] Vai alla recensione »
Benjamin vuol diventare medico e inizia il suo primo stage nella clinica gestita dal padre. Il suo entusiasmo da internista si scontra, però, con le difficoltà iniziali legate alle sue paure, all'inadeguatezza, al difficile rapporto con i malati e i toro famigliari e alla concorrenza di chi ne sa di più. La Francia, di recente ha girato più film tra le corsie degli ospedali per raccontare la propria [...] Vai alla recensione »
Dimenticate Grey's Anatomy. Dimenticate Dr House. In lppocrate c'è il dolore vero. La paura. Gli errori medici che portano alla morte del paziente. Ci sono i giusti e ci sono i codardi. Le ingiustizie ma anche le scelte di redenzione. Entriamo nelle corsie di un ospedale con un giovane tirocinante (Vincent Lacoste), per inciso figlio del primario, e con un medico straniero (Reda Kateb) più esperto [...] Vai alla recensione »
Nella maggior parte di noi spettatori, l'immaginario su dottori e ospedali è stato colonizzato dalle serie tv americane. Come Dottor House, che Ippocrate di Thomas Lilti si diverte a prendere in giro in una scena. E se lo può permettere, perché il regista e sceneggiatore francese (suo Il medico di campagna) conosce bene la medicina, avendola esercitata: così, senza interventi chirurgici epici o altri [...] Vai alla recensione »