L'amore bugiardo - Gone Girl |
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Un film di David Fincher.
Con Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Tyler Perry, Kim Dickens.
continua»
Titolo originale Gone Girl.
Drammatico,
durata 145 min.
- USA 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 18 dicembre 2014.
- VM 14 -
MYMONETRO
L'amore bugiardo - Gone Girl
valutazione media:
3,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Coerente con l’autore ma fuori da ogni logicadi Bruce HarperFeedback: 1664 | altri commenti e recensioni di Bruce Harper |
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domenica 7 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Partiamo dalla fine: Nick non riesce a dire di no, PERCHE’? Perché il personaggio interpretato da Ben Affleck non volta istantaneamente le spalle a quelle specie di strega nevrotica di sua moglie che è tornata a mendicare benevolenza dopo aver tentato per tutta la durata del film di mandarlo alla forca, inscenando un’escalation di macchinazioni e menzogne che neanche Pol Pot? E’ questa la chiave del film secondo me. Se riusciamo a dare una risposta plausibile ad una condotta implausibile allora avremo vinto la sfida. Premessa: la carne al fuoco è tanta. I temi ci sono, compresi alcuni tra i più cari all’autore: il tema del doppio, i media manipolatori, i segreti che si celano dietro le maschere sociali, il matrimonio come uno dei meccanismi di repressione. La messa in scena è come al solito impeccabile, Rosamund Pike è divina e lo score di Trent e Atticus è già in cima alle mie liste Spotify. Bene. Ora possiamo tornare al problema di partenza: perché??? Chi diamine glie lo fa fare a Mascellone di sciropparsi il ritorno di Giuda Iscariota 2.0? Lo spazio stringe per cui riduco brutalmente all’osso: il pusillanime non riesce ad opporsi perché COSÌ VUOLE LA TELEVISIONE. Perché è quello che si aspetta la gente, la comunità rurale del Missouri e l’intera razza bovina yankee che passa le serata a sciropparsi volgarissimi talk show. E’ quello che vuole LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO (di debordiana memoria) la cui egemonia assoluta ha ormai reso il buon senso degli esseri umani un semplice optional. Perché più che un giudizio sull’opinione pubblica, sulla società di massa, su una coppia di medio borghesi accecati dal cliché dell’ammmmore, lo sguardo attento di Fincher alza la posta e punta dritto al medium stesso, al dispositivo sociale e culturale: ai MASS MEDIA CHE NON DESCRIVONO MA RI-SCRIVONO IL REALE, lo controllano, lo manipolano. Che così diventa superfluo, marginale, plausibile anche se insensato, strumentale anche se imprescindibile. Perché parliamoci chiaro, in tutta l’opera di David Fincher emerge una sottintesa ma brutale verità: al Sig. Fincher del reale (della realtà, del realismo, del verosimile) non gli è mai fregato un beneamato niente(si pensi a Benjamin Button o The Game). E GG ne è l’ennesima conferma in quanto, diciamolo, il grado di credibilità degli eventi rasenta lo zero assoluto. Punto. Per dire: perché Mascellone non la corca di mazzate non appena la vede rientrare a casa? Perché i detective dell’FBI quando la interrogano sembrano dei mammiferi decerebrati al cospetto di Babbo Natale? Perché Mascellone un attimo prima si dilania le viscere per capire se ha veramente perso un figlio e un attimo dopo a domanda precisa si accontenta di un lascivo “potrebbe...” bisbigliato da Alien con il sex appeal di uno scopino da cesso? Suvvia, la rosicata è davvero troppo forte per far finta di niente. In ultima analisi dunque, anche se pienamente coerente con una poetica di fondo, IL REALE COME SEMPLICE PRETESTO PER SVISCERARE LE REAZIONI ALIENATE E ALLUCINATE DELLA MENTE UMANA AI MEZZI DI REPRESSIONE DELLA SOCIETA’ (il consumismo in Fight Club, la religione in Seven, lo status sociale in TSN, e il binomio matrimonio + mass media in GG), la pellicola pecca a mio avviso di un eccesso di presunzione e subisce più vistosamente di altre il corto circuito tra il movente ‘autoriale’ di un film a tesi e l’ossequiosa adesione ai canoni del mistery. In definitiva un’opera audace ma irrisolta. Tre stelle.
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