God's Not Dead

Uno scempio di proporzioni colossali. Dalla sceneggiatura alla regia, passando per la mediocre recitazione della maggior parte del cast. Un mix di banalità e luoghi comuni, permea la pellicola per le quasi due ore di proiezione, pretendendo di evocare un forte messaggio spirituale. Nonostante la trama principale potesse avere qualche potenzialità, a questa vengono però accostate altre tre storie, che gli sceneggiatori cercheranno di collegare tra loro nel corso del film, e sottolineo “cercheranno”. La critica non è mossa tanto al messaggio, ma al come questo viene trasmesso, ovvero tramite eventi comuni che però scatenano reazioni inverosimili nei vari personaggi. Come detto in precedenza se fosse stata meglio articolato, il dibattito tra il giovane alunno e l’esperto professore avrebbe potuto catturare l’attenzione, soprattutto trattandosi di una tematica parecchio difficile ed interessante, ma purtroppo buona parte delle battute degne di essere chiamate tali, lo sono solamente perché citazioni di filosofi o scienziati. Trovo sconvolgente inoltre, che in un contesto universitario, il dibattito non sia altro che un susseguirsi di aforismi, facilmente contestabili, e che un professore detenente una cattedra non consenta ai propri alunni una libera espressione di fede all’interno dell’edificio scolastico per motivi strettamente personali (potevano dunque inventarsi qualcosa di più interessante). A peggiorare il tutto, unito alla pessima sceneggiatura e trama vi è la regia di Harold Cronk, paragonabile a quella di un telefilm per ragazzini degli anni ’90, e il talento recitativo di alcuni attori, tra cui il peggiore è sicuramente Benjamin Ochieng, il quale, nelle poche scene in cui compare o ripete la stessa battuta con un sorrisino beffardo, o si limita a mostrare come non si dovrebbe recitare in un film. Voto 1 su 5 (perché di meno non si può dare)