ldf85
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sabato 12 aprile 2014
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la "storia" si ripete
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Il film, tratto dal romanzo dalla scrittrice americana Veronica Roth, racconta di una Chicago postapocalittica dove la popolazione è riuscita a trovare la pace dividendosi in fazioni, ognuna delle quali svolge un preciso ruolo nella società:
I Candidi che sono quelli sinceri e dicono sempre la verità. Si occupano della legislazione.
I Pacifici sono gentili e rigettano l'aggressività. Si occupano della terra.
Gli Eruditi seguono la via della conoscenza e dedicano la vita alla cultura. Si occupano della ricerca.
Gli Abneganti i quali sono altruisti e caritatevoli e per questo ricoprono posizioni di potere governativo.
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Il film, tratto dal romanzo dalla scrittrice americana Veronica Roth, racconta di una Chicago postapocalittica dove la popolazione è riuscita a trovare la pace dividendosi in fazioni, ognuna delle quali svolge un preciso ruolo nella società:
I Candidi che sono quelli sinceri e dicono sempre la verità. Si occupano della legislazione.
I Pacifici sono gentili e rigettano l'aggressività. Si occupano della terra.
Gli Eruditi seguono la via della conoscenza e dedicano la vita alla cultura. Si occupano della ricerca.
Gli Abneganti i quali sono altruisti e caritatevoli e per questo ricoprono posizioni di potere governativo.
Gli Intrepidi sono coraggiosi e forti e proteggono la popolazione.
Gli Esclusi sono persone che vivono al di fuori della società mendicando, perché non sono riusciti a superare l'iniziazione ad una fazione.
Al momento di compiere un test sulla personalità, per decidere a quale gruppo delle fazioni si appartiene, Beatrice Prior risulta Divergent, cioè non affine a nessuna categoria, un risultato rarissimo che la mette in pericolo. Infatti la società che tiene le redini del comando impone di eliminare quelli come lei poichè la loro stessa esistenza è una minaccia all'ordine così costruito.
L'ultimo film di Berger mostra una buona idea che è stata sviluppata in maniera molto approssimativa. Ritengo la scelta degli attori abbastanza discutibile in quanto i protagonisti, interpretati da Shailene Woodley (Beatrice 'Tris' Prior) e Theo James (Quattro), sono inespressivi e a dir poco imbarazzanti. La stessa Kate Winslet (Jeanine Matthews), in questo film, all'improvviso sembra un'attrice acerba alle prime armi.
Ritengo che bisognerebbe tornare a lavorare anche sulle immagini in quanto lo scenario apocalittico è molto scarno.
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fabio cappelli
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lunedì 28 aprile 2014
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come nell'antica sparta
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“Divergent”, un film ambientato in una Chicago futura che ricorda tanto l’antica Sparta Greca, la cui società era divisa per classi, aveva un rigido e stoico sistema educativo, e alienava l’individualismo a favore dell’omologazione. Il divergente è il diverso, quello incapace a sottostare alle regole imposte, dotato di libero arbitrio e soprattutto di un modo di pensare che diverge da quello comune, imposto dalle regole comunitarie. La protagonista, la cui bellezza è risaltata da studiati primi piani, ha nel sangue e nella testa il seme dell’individualismo votato al bene comune, un’eroina che trasforma la paura in coraggio, in forza, in furbizia e amore. Come Giovanna D’arco, ispirata da un fuoco interiore, combatterà il male impersonato dal gruppo dei sapienti, uno dei cinque cui è divisa la società della città americana, racchiusa, o meglio imprigionata da un muro tecnologico che la isola da un mondo sconosciuto.
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“Divergent”, un film ambientato in una Chicago futura che ricorda tanto l’antica Sparta Greca, la cui società era divisa per classi, aveva un rigido e stoico sistema educativo, e alienava l’individualismo a favore dell’omologazione. Il divergente è il diverso, quello incapace a sottostare alle regole imposte, dotato di libero arbitrio e soprattutto di un modo di pensare che diverge da quello comune, imposto dalle regole comunitarie. La protagonista, la cui bellezza è risaltata da studiati primi piani, ha nel sangue e nella testa il seme dell’individualismo votato al bene comune, un’eroina che trasforma la paura in coraggio, in forza, in furbizia e amore. Come Giovanna D’arco, ispirata da un fuoco interiore, combatterà il male impersonato dal gruppo dei sapienti, uno dei cinque cui è divisa la società della città americana, racchiusa, o meglio imprigionata da un muro tecnologico che la isola da un mondo sconosciuto. Gli ingredienti per un film godibile ci sono tutti: azione, begli attori, prove di coraggio e scazzottate; con un piccolo impegno cerebrale si può anche speculare sul sistema democratico, sul sistema educativo, sui pregi e debolezze umane.
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woody62
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mercoledì 22 aprile 2015
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burger con mestiere per un film appena sufficiente
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Certo non è un capolavoro di arte cinematografica, ma nemmeno la schifezza che qualcuno vuole accreditare. "Divergent" è una onesta trasposizione del romanzo di Veronica Roth, che pur non originalissimo, propone interessanti spunti di riflessione. L'utopica società futura dove tutti conoscono e affermano il proprio ruolo in una follia ottusa e monotematica, deve fare i conti con i "divergenti". quelli cioè che capiscono ciò che è immodificabile: la natura umana è troppo complessa e articolata per ridurla ad una sola "fazione". Per questo i divergenti, oggi diremmo i "diversi", sono osteggiati, combattuti ed eliminati. In questo contesto la storia di Tris, adolscente che coglie subito la sua peculiarità rispetto agli altri, viene proposta in quattro parti - la scelta, l'addestramento, la missione e il finale - ove quella dell'iniziazione e dell'addestramento è di gran lunga prevalente.
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Certo non è un capolavoro di arte cinematografica, ma nemmeno la schifezza che qualcuno vuole accreditare. "Divergent" è una onesta trasposizione del romanzo di Veronica Roth, che pur non originalissimo, propone interessanti spunti di riflessione. L'utopica società futura dove tutti conoscono e affermano il proprio ruolo in una follia ottusa e monotematica, deve fare i conti con i "divergenti". quelli cioè che capiscono ciò che è immodificabile: la natura umana è troppo complessa e articolata per ridurla ad una sola "fazione". Per questo i divergenti, oggi diremmo i "diversi", sono osteggiati, combattuti ed eliminati. In questo contesto la storia di Tris, adolscente che coglie subito la sua peculiarità rispetto agli altri, viene proposta in quattro parti - la scelta, l'addestramento, la missione e il finale - ove quella dell'iniziazione e dell'addestramento è di gran lunga prevalente. Ripercorrendo stilemi già ampiamente collaudati sulla durezza del training militare specie per una ragazza. (vengono alla mente le difficoltà della minuta Seeger - Lara Eilbacher - che Richard Gere in "Ufficiale gentiluomo" aiuta per superare gli ostacoli più complicati, o le tribolazioni della muscolare Demi Moore "Soldato Jane"), Tris - la Woodley ben più "anziana" del suo personaggio - tutto sommato se la cava discretamente e regge il peso di oltre due ore di film dove praticamente è sempre in scena. Melensa è prevedibile è la storia d'amore con Four, il suo addestratore, che si capisce subito essere divergente come lei. E' vero che Burger non dà prova di grande fantasia nella scelta delle immagini per rappresentare questa Chicago da "day after". Eppure qualche soluzione interessante il film la propone. Vedi per esempio il test che impone ai candidati "intrepidi" di combattere le proprie paure e i propri incubi, in una lotta che può prestarsi a diversi esiti, secondo la propria indole. Poco più di un cameo per la Winslet, comunque credibile nel ruolo di "vilain". Attenzione, sono in arrivo altre due puntate della saga: "Insurgent" ed "Allegiant" (in due parti), dirette questa volta da Robert Schwentke, noto per RED (2010) e Flightplan - Mistero in volo (2007).
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ultimoboyscout
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venerdì 12 giugno 2015
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tris, intrepida con divergenze.
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E' l'ultimo concorrente per il concorso delle young adult generation franchises, made in Lionsgate-Summit, già responsabili di "Twilight" e "Hunger Games". Si tratta di una distopia ambientata in una Chicago postapocalittica in cui, in età adolescenziale, si viene sottoposti ad un test della personalità per poi scegliere la fazione più affine alla personalità stessa: Eruditi, Abneganti, Pacifici, Candidi ed Intrepidi, ognuno con caratteristiche specifiche ben definite, diverse da quelle delle altre fazioni. E poi ci sono i Divergenti, che appartengono a più di un gruppo e quindi sono ritenuti un pericolo per la società e l'ordine stabilito. E' il primo film di una trilogia (come i romanzi di Veronica Roth da cui è tratto) e mescola azione, amore, percorso di crescita e politica in maniera da rendersi piacevole ad un pubblico giovane, una maniera un po' semplicistica in cui colpiscono i personaggi dell'eroina Divergente Tris e della golpista Erudita Janine.
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E' l'ultimo concorrente per il concorso delle young adult generation franchises, made in Lionsgate-Summit, già responsabili di "Twilight" e "Hunger Games". Si tratta di una distopia ambientata in una Chicago postapocalittica in cui, in età adolescenziale, si viene sottoposti ad un test della personalità per poi scegliere la fazione più affine alla personalità stessa: Eruditi, Abneganti, Pacifici, Candidi ed Intrepidi, ognuno con caratteristiche specifiche ben definite, diverse da quelle delle altre fazioni. E poi ci sono i Divergenti, che appartengono a più di un gruppo e quindi sono ritenuti un pericolo per la società e l'ordine stabilito. E' il primo film di una trilogia (come i romanzi di Veronica Roth da cui è tratto) e mescola azione, amore, percorso di crescita e politica in maniera da rendersi piacevole ad un pubblico giovane, una maniera un po' semplicistica in cui colpiscono i personaggi dell'eroina Divergente Tris e della golpista Erudita Janine. Shailene Woodley potrebbe diventare la nuova Jennifer Lawrence (anche se sarà durissima), passata come lei per il cinema indipendente per poi finire in un franchise che le potrebbe spalancare le porte del successo planetario. Gli accostamenti alla saga di "Hunger Games" sono evidenti, dalla società oppressiva alla divisione in fazioni, fino all'iniziazione brutale dei ragazzi, e proprio come nei film di Gary Ross e Francis Lawrence è evidente la metafora attualissima dei giovani costretti a sopravvivere in una società difficile ed ostile, in cui viene sottolineato il realismo dei rapporti interpersonali. Piace la ricostruzione di Chicago, la Winslet è una villain glaciale e credibile e tra la Woodley e James c'è un'innegabile alchimia, ma la sceneggiatura è piatta e lineare e tutto va come deve andare. Strizza l'occhio non solo ad "Hunger Games" ma anche a "Matrix" pur restando lontano da entrambi, ma questa nuova saga teen sci-fi promette decisamente bene.
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guiznuk
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sabato 12 aprile 2014
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buona idea di partenza, sviluppo poi prevedibile
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Ambientato in un ipotetico futuro, la società è divisa in cinque fazioni a cui è affidato un compito ben preciso. I nuovi entrati, dopo aver scelto a che gruppo dedicarsi per tutta la loro vita, devono imparare le regole e gli stili di vita che la loro decisione ha portato. Anche solo dall'introduzione il lettore potrà ricordarsi sicuramente di Hunger Games in cui la società era divisa secondo dei criteri. Tralasciando questo richiamo, la protagonista è Beatrice, poi Trix. Ella risulta una 'Divergente', una classe di persone che devono essere eliminate poiché non controllabili dal potere. Tuttavia colei che verifica le attitudini della ragazza, glielo confessa, però la registra come un 'Abnegante': la classe dei suoi genitori che per la generosità caratterizzante comanda la società.
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Ambientato in un ipotetico futuro, la società è divisa in cinque fazioni a cui è affidato un compito ben preciso. I nuovi entrati, dopo aver scelto a che gruppo dedicarsi per tutta la loro vita, devono imparare le regole e gli stili di vita che la loro decisione ha portato. Anche solo dall'introduzione il lettore potrà ricordarsi sicuramente di Hunger Games in cui la società era divisa secondo dei criteri. Tralasciando questo richiamo, la protagonista è Beatrice, poi Trix. Ella risulta una 'Divergente', una classe di persone che devono essere eliminate poiché non controllabili dal potere. Tuttavia colei che verifica le attitudini della ragazza, glielo confessa, però la registra come un 'Abnegante': la classe dei suoi genitori che per la generosità caratterizzante comanda la società. Trix decide di entrare negli 'Intrepidi', cioè coloro che per il loro coraggio difendono le persone. Uno dei suoi insegnanti è Quattro: fin dall'inizio si capisce che tra loro ci sarà un bacio che poi avverrà. Aspettando il momento tenero, nonostante la protagonista abbia delle difficoltà iniziali, ovviamente riesce a sconfiggere le proprie paure, requisito fondamentale per essere un 'Intrepido', e a ricevere complimenti. Arriva l'ostacolo: per avere la carica di 'Intrepido' si deve superare un test in cui i valutatori leggeranno direttamente il cervello del candidato. Di conseguenza Trix deve comportarsi di fronte a situazioni proposte, non come una 'Divergente', ma come un' 'Intrepida'. Grazie alle esercitazioni precedenti di Quattro, (ah, prima si sono baciati fortunatamente), riesce a scamparla. Ma gli 'Eruditi' vogliono conquistare il potere usando gli 'Intrepidi' per uccidere gli avversari 'Abneganti' grazie ad un siero che iniettato controlla la mente dei guerrieri. Ottima occasione per far uccidere qualche personaggio caro e infatti tocca ai genitori della protagonista. Dopo un finale con il solito discorso di fronte ad un sole basso, si giunge alla conclusione che se all'inizio il film tentava di seguire una rotta leggermente precisa, quando si giunge all'azione che dovrebbe essere il clou, ci si perde totalmente in un'accozzaglia di uccisioni, combattimenti, siringhe volanti, abbracci che alla lunga stancano e non portano assolutamente a niente. Il messaggio qual è? L'uomo, pregi e difetti, non deve essere bloccato nella sua libertà? Non esiste società perfetta? Fate l'amore non fate la guerra? Uno dei compiti più difficili in questi film d'azione, oltre a quello di curare i particolari futuri se si è scelta un'ambientazione temporale del genere, è quello di bilanciare le parti di scontro con quelle più discorsive. Spesso si tende a dividere il film in due parti spezzate: la prima che comprende una lunga introduzione mostrando la nuova situazione e regolamenti vari, la seconda che sbatte allo spettatore una sequenza di scene di pura azione che a causa del loro grande numero fanno perdere il filo logico e l'interesse. Neil Burger ha tentato di inserire qualche espediente affinché non ci fossero solamente scontri e mostra di armi tecnologiche in diretta dal futuro, però i momenti teneri si sono mostrati poco interessanti, piatti, insomma ovvi! Sarebbe necessario iniziare una calibrazione della trama del film, non analizzando i singoli eventi, ma anche considerando il lavoro finale totale così che la pellicola risulti capace di intrattenere e di emozionare, e non di far indovinare cosa accadrà.
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eleonora panzeri
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martedì 16 dicembre 2014
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hunger games vs divergent
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Penso che questo film sia molto bene realizzato e il cast molto ben scelto.
Lo volevo vedere da molto tempo e non ha assolutamente deluso le mie aspettative.
Impossibile non fare un confronto tra «Divergent» e «Hunger Games» per certi versi figli di uno stesso genere cinematografico, poco importa se in Divergent siamo sulla terra in un futuro post bellico.
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Penso che questo film sia molto bene realizzato e il cast molto ben scelto.
Lo volevo vedere da molto tempo e non ha assolutamente deluso le mie aspettative.
Impossibile non fare un confronto tra «Divergent» e «Hunger Games» per certi versi figli di uno stesso genere cinematografico, poco importa se in Divergent siamo sulla terra in un futuro post bellico.
Il film anche in questo caso è ispirato ad una saga letteraria, non avendola letta posso basarmi solo su quello che ho visto. Benché il film mi sia piaciuto sono molti i punti che mi lasciano perplessa, rendendolo nel complesso inferiore alla saga degli «Hunger Games».
La suddivisione in fazioni, non è una grande novità. Il fatto che nel futuro si possa pensare ad un governo basato sulle caste risulta aberrante, dato che sarebbe la conferma che la storia dell’umanità fino ad oggi non ha insegnato nulla.
In Hunger Games il regime totalitario di Snow metteva gli abitanti dei vari distretti in condizioni tali da non potersi ribellare. Situazione differente in Divergent dove tutti accettano l’ordine costituito del sistema in maniera convinta. La protagonista infatti lo comincia a mettere in discussione solo dopo aver scoperto di essere una Divergente.
Trovo riduttivo inserire solo cinque fazioni e molto strana l’esistenza degli esclusi, dato che tutti devono essere inquadrati in una fazione (da qui il problema dei divergenti) non è chiaro il perché esistano delle persone escluse, che dal mio modo di vedere le cose avrebbero potuto organizzarsi e decidere magari di cambiare un regime che li obbligava a vivere come dei mendicanti.
Se è la perfetta programmazione che viene cercata, l’escluso non dovrebbe esistere ma semplicemente andrebbe eliminato. Assurda la ricerca dei pochi divergenti o il preoccuparsi delle grandi minacce fuori dal muro, con un gruppo interno insoddisfatto, infelice ed emarginato. Povertà e disperazione portano a violenza e a criminalità, strano che questo non sia stato sfruttato.
Passiamo adesso agli «Intrepidi», la fazione protagonista del film. Ogni paese ha un suo esercito, sarebbe bello non fosse così, tuttavia sono felice che il nostro non se ne vada in giro per la città a saltellare su e giù da palazzi e da treni in corsa (ma il treno che prendono sempre dove va? sopratutto quanti ne passano a caso?). La paura è sicuramente il nemico più grande dell’uomo, ma la gentilezza e il rispetto sono dei valori importanti. Mantenere l’ordine con minacce e soprusi fisici a mio avviso non è un modo intelligente di gestire un esercito del futuro, possibile che in questa realtà l’evoluzione dell’umanità abbia avuto una botta d’arresto così radicale? Non ho capito da quale minacce devo proteggere le altre caste gli intrepidi, visto che dopo il muro ci sono «i pacifici», felici agricoltori che coltivano la terra e allevano il bestiame. Se ci fossero delle minacce reali fuori dal muro, come farebbero i pacifici a vivere serenamente la loro vita?
Fino a qui ho messo in discussione tutto eppure il film mi è piaciuto. Gli attori sono stati determinanti in questo.
La bella e dolcissima Shailene Woodley nei panni di Tris, riesce a dare un’interpretazione molto più divertente e accattivante della Lawrence in Hunger Games. Allo stesso modo Theo James, a dispetto del nome del personaggio, Quattro (a rischio di un effetto Bonzo, come in Ender’s Games) riesce a renderlo molto interessante. A confronto Peeta e Gale (protagonisti maschili di Hunger Games) sembrano noiosi e privi di personalità, non saprei dire se dipende dal fatto che i ruoli sono diversi. Katniss anche nel libro non è trainante come protagonista e l’interpretazione della Lawrence è in linea con quella descritta dai romanzi, per i due ragazzi Theo James dimostra che si poteva fare di meglio, il suo profilo in fondo non è molto diverso da quello di Gale.
Si potrebbe parlare delle profonde filosofie della natura umana, postulate dalla Matthews (aspirante leader del nuovo mondo) ma trovando un regime così costituito profondamente arretrato e irrealistico, penso che «Gli eruditi» (fazione in lotta per il potere) hanno ben poco da stare allegri, perché tutta questa grande intelligenza proprio non la vedo.
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ilbeda
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mercoledì 22 aprile 2015
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un mondo al femminile
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Il film contiene dei buoni spunti, interessante il tema, purtroppo manca un po' di contestualizzazione, le recitazioni non sono eccezionali e qualcosa della storia è semplicistico o prevedibile.
La pellicola si lascia vedere piacevolmente, le oltre due ore passano bene e questo non è poco visto che oramai siamo abituati a film di circa 90 minuti.
La cosa che mi ha colpito è il mondo al femminile: la storia la fanno Tris, sua madre, Jeanine Matthews (K. Winslet) e l'amica di Tris Christina, le figure maschili sono prevalentemente secondarie, deboli e spesso negative a parte Quattro che pero' è solo un comprimario. Ne esce un film sull'adolescenza che ricalca alcuni stereotipi (il bullo, il bravo ragazzo, la ragazzina per bene) ma propone delle varianti, che trasformano proprio la ragazzina per bene in qualcosa di nuovo.
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Il film contiene dei buoni spunti, interessante il tema, purtroppo manca un po' di contestualizzazione, le recitazioni non sono eccezionali e qualcosa della storia è semplicistico o prevedibile.
La pellicola si lascia vedere piacevolmente, le oltre due ore passano bene e questo non è poco visto che oramai siamo abituati a film di circa 90 minuti.
La cosa che mi ha colpito è il mondo al femminile: la storia la fanno Tris, sua madre, Jeanine Matthews (K. Winslet) e l'amica di Tris Christina, le figure maschili sono prevalentemente secondarie, deboli e spesso negative a parte Quattro che pero' è solo un comprimario. Ne esce un film sull'adolescenza che ricalca alcuni stereotipi (il bullo, il bravo ragazzo, la ragazzina per bene) ma propone delle varianti, che trasformano proprio la ragazzina per bene in qualcosa di nuovo. Non a caso nella seconda parte del film Tris sottolinea piu' volte come i "cattivi" di turno non si aspettino che lei agisca con risolutezza e decisione e di come lei immancabilmente invece colpisca (anche sparando addosso agli avversari e ferendoli). La figura femminile è sfaccettata e la si rappresenta nei suoi ruoli vecchi e nuovi: la brava ragazza appunto, l'amica fedele, la madre premurosa, la donna in carriera e l'adolescente idealista sì, ma intelligente, carina e finalmente padrona del suo destino decisa a combattere non solo moralmente o farsi guidare ed ammansire come futura donna di casa ma combattendo fisicamente e "salvando" lei, con l'aiuto di altre donne, il "mondo" in oggetto. E questo ci porta ad un tema sullo sfondo, non specifico di questo film ma dell'immaginario cinematografico e televisivo di questi ultimi anni: l'uomo dipinto come semplice, debole, insicuro o perfino inetto (tranne rare eccezioni), cosa rappresentata bene da cartoni animati quali Peppa Pig o i Simpson (ma anche molte sit com) in cui l'uomo è superficiale e stupidotto e la donna (o mamma) saggia, intelligente e accorta.
Per concludere: si propongono dei modelli femminili in qualche modo nuovi (non lo sarebbero se volti al maschile) e le atmosfere sono originali, da vedere.
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topolinik
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mercoledì 9 aprile 2014
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già visto
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Divergent promette bene ma non mantiene. La prima frase che mi è venuta da dire fuori da cinema è "credevo che Kate Winslet scegliesse con maggior cura i suoi copioni", infatti ero andato in sala solo per lei. Il film si muove su un binario (oggidì) pericolosissimo, ossia quello dei teenage movie, e ne esce mestamente sconfitto. Per buona parte delle due ore, infatti, non fai che chiederti "ma quando comincia veramente?" e la delusione arriva poco dopo, quando hai cambiato idea e in effetti cominci a chiederti "ma quando finisce?".
Non si trova un'idea nuova che sia una, anche a volerla cercare bene. C'era bisogno di un altro film di ambientazione post-apocalittica (chi ha detto "the omega man")?, c'era bisogno di un nuovo romanzo di formazione (chi ha detto "harry potter")?, c'era bisogno dell'ennesima divisione in classi sociali ermetiche (chi ha detto "upside down" o "snowpiercer"?), o dell'ennesima eroina sulle cui spalle pesa il destino del mondo (ma alla fine scopri che non è nemmeno l'unica "divergente")? ma allora di che parla il film "Divergent"? Io ancora me lo chiedo, e sicuramente se lo chiede ancora il regista che ha colto l'occasione per piazzare solo la prima parte di una (l'ennesima) saga patinata che non seguirò in sala.
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Divergent promette bene ma non mantiene. La prima frase che mi è venuta da dire fuori da cinema è "credevo che Kate Winslet scegliesse con maggior cura i suoi copioni", infatti ero andato in sala solo per lei. Il film si muove su un binario (oggidì) pericolosissimo, ossia quello dei teenage movie, e ne esce mestamente sconfitto. Per buona parte delle due ore, infatti, non fai che chiederti "ma quando comincia veramente?" e la delusione arriva poco dopo, quando hai cambiato idea e in effetti cominci a chiederti "ma quando finisce?".
Non si trova un'idea nuova che sia una, anche a volerla cercare bene. C'era bisogno di un altro film di ambientazione post-apocalittica (chi ha detto "the omega man")?, c'era bisogno di un nuovo romanzo di formazione (chi ha detto "harry potter")?, c'era bisogno dell'ennesima divisione in classi sociali ermetiche (chi ha detto "upside down" o "snowpiercer"?), o dell'ennesima eroina sulle cui spalle pesa il destino del mondo (ma alla fine scopri che non è nemmeno l'unica "divergente")? ma allora di che parla il film "Divergent"? Io ancora me lo chiedo, e sicuramente se lo chiede ancora il regista che ha colto l'occasione per piazzare solo la prima parte di una (l'ennesima) saga patinata che non seguirò in sala.
Insufficienti tutti i protagonisti, che rasentano la credibilità a sprazzi e forse per sbaglio. Molti, troppi pretesti riempitivi, a cominciare dalla tecnologia, invasiva e avanzatissima quanto ininfluente ai fini narrativi, tanto i combattimenti li fanno ancora con calci e pugni e la gente muore con la solita pallottola in fronte. Troppi minuti preziosi a indulgere sulle amicizie che nascono nel clima cameratesco, del tutto inutili (cosa ce ne frega se hanno il bagno in comune maschi e femmine?), tanto che viene anche il sospetto che nel libro ci fosse materiale per ben tre film.
Bisogna ammettere che dal punto di vista estetico Divergent non sfigura. I modelli della città sono ricchi di dettagli, le ambientazioni delle fazioni sono curate (scarne le abitazioni degli Abneganti, sofisticati i palazzi degli Eruditi, simil-palestre le caverne degli Intrepidi), i colori e le luci sono sempre impeccabili (bandiere a parte) e l'uso limitato della camera "a spalla" (che sottolinea solo i momenti di maggior pathos) è apprezzabile.
Nel complesso un film ben realizzato tecnicamente ma che pecca gravemente nella sostanza e che non suggerirei a nessuno che abbia più di 25 anni o con una mezza dozzina di film sci-fi alle spalle.
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darkangel95
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giovedì 10 aprile 2014
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società distopica ma attuale
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Divergent:il primo di una trilogia di romanzi di Veronica Roth arriva nelle sale;parto subito con chiarire una cosa,il film mi è piaciuto e lo consiglio a tutti pur presentando qualche incertezza e qualche fastidioso clichè del genere offre comunque un ottimo spunto di riflessione sulla società odierna e la critica direttamente.Perchè in fondo il film parla della paura del diverso:i divergenti non sono altro che ragazzi "diversi" dalle 5 fazioni in cui la società è divisa e con le quali l'umanità crede di prosperare.Diversi nel modo di pensare eppure solo per questo vanno eliminati;una società dunque distopica ma più vicina alla realtà che mai,una società dove il popolo ha l'illusione di comandare e corrotta nelle fondamenta.
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Divergent:il primo di una trilogia di romanzi di Veronica Roth arriva nelle sale;parto subito con chiarire una cosa,il film mi è piaciuto e lo consiglio a tutti pur presentando qualche incertezza e qualche fastidioso clichè del genere offre comunque un ottimo spunto di riflessione sulla società odierna e la critica direttamente.Perchè in fondo il film parla della paura del diverso:i divergenti non sono altro che ragazzi "diversi" dalle 5 fazioni in cui la società è divisa e con le quali l'umanità crede di prosperare.Diversi nel modo di pensare eppure solo per questo vanno eliminati;una società dunque distopica ma più vicina alla realtà che mai,una società dove il popolo ha l'illusione di comandare e corrotta nelle fondamenta. E chi è nullatenente è semplicemente un "escluso" mentre i più ricchi comandano.La recinzione che circonda Chicago è il simbolo che la libertà è fuori e i divergenti sono coloro che hanno il potere di cambiare le cose e sono temuti ed eliminati dalla società. Grande il messaggio e accettabile realizzazione:qualche clichè ormai fuori moda si fa sentire e si notano fin troppe somiglianze con Hunger Games,bravissima la protagonista mentre il resto del cast rimane in ombra,rimane comunque un film da vedere e che intrattiene fino in fondo.Epilogo ovviamente aperto,e l'attesa per il secondo episodio è iniziata.
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ilaria pasqua
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sabato 19 aprile 2014
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un buon adattamento
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Beatrice vive in una Chicago post-apocalittica organizzata in cinque fazioni: Abneganti (altruisti), Candidi (sinceri), Pacifici (amanti della pace), Eruditi (intelligenti), Intrepidi (coraggiosi), ognuna dedita a uno specifico compito.
Raggiunto il sedicesimo anno d’età (nel film alzato a diciotto) i ragazzi devono sottoporsi a un test di valutazione che aiuti i giovani a decidere poi quale fazione scegliere. La scelta non è obbligata ma è il test a indicare la strada. Per Beatrice però si risolve in un buco nell’acqua, il suo test è inconcludente, lei è una Divergente. Un pericolo. Così decide liberamente la fazione che ha sempre sognato, quella che richiama maggiormente la sua curiosità: Intrepidi e lì cerca di superare la fase di iniziazione, ma soprattutto di mantenere quel segreto che potrebbe portarla alla morte.
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Beatrice vive in una Chicago post-apocalittica organizzata in cinque fazioni: Abneganti (altruisti), Candidi (sinceri), Pacifici (amanti della pace), Eruditi (intelligenti), Intrepidi (coraggiosi), ognuna dedita a uno specifico compito.
Raggiunto il sedicesimo anno d’età (nel film alzato a diciotto) i ragazzi devono sottoporsi a un test di valutazione che aiuti i giovani a decidere poi quale fazione scegliere. La scelta non è obbligata ma è il test a indicare la strada. Per Beatrice però si risolve in un buco nell’acqua, il suo test è inconcludente, lei è una Divergente. Un pericolo. Così decide liberamente la fazione che ha sempre sognato, quella che richiama maggiormente la sua curiosità: Intrepidi e lì cerca di superare la fase di iniziazione, ma soprattutto di mantenere quel segreto che potrebbe portarla alla morte. Intanto la società inizia a mostrare i primi segni di debolezza.
Ho letto poco più di due settimane fa il libro e non potevo evitare di vedere l’adattamento, sempre causa di grandi conflitti. Il mio giudizio in questo caso è positivo. C’è da dirlo subito: Divergent è un buon adattamento. Ma c’è sempre un ma.
Il film si concentra principalmente su Tris e Quattro, sull’evoluzione della ragazza all’interno della fazione, sui contrasti, e via dicendo. Normale, perché è impossibile che nel film ci riesca a star dentro tutto senza appiattirlo. Si doveva fare una scelta. E ancora: si dovevano porre le basi per i successivi capitoli, perciò la priorità era la parte sociale e politica, quindi la presentazione del mondo, e poi sui protagonisti assoluti, andavano spiegate bene le dinamiche e i dubbi, i cambiamenti, e in più ha seminato il dubbio sul: cosa c’è fuori dalla recinzione? In questo è andato molto bene.
Proprio per questo Tris è ben caratterizzata, la sua forza d’animo, il coraggio e le debolezze si vedono. C’è la sfumatura del personaggio, stessa cosa per Quattro. Un vero peccato, ed è ciò che si nota di più, almeno per chi ha letto il libro ma a mio parere anche per chi è andato a vederlo senza saperne nulla, è l’assenza di caratterizzazione e di presenza dei personaggi secondari principali, a parte Eric e Peter, Will, Christina e Al sono quasi del tutto assenti, sono giusto un contorno, una voce di sottofondo. Manca quell’evoluzione nei rapporti: amicizia-dubbi-invidia, e tutta quella parte che porta Tris ha farsi vedere debole perché la gente comincia a guardarla con altri occhi. Quell’ambiguità, quello sforzo di sopravvivere pur andando contro la propria natura in un certo senso, la furbizia di Tris in questa parte importantissima della storia che rovescia i rapporti. Ci sono giusto pochi, pochissimi accenni.
E la mancanza dei personaggi secondari svuota alcune parti come SPOILER il suicidio di Al e la morte di Will. FINE SPOILER questo è il difetto che ho percepito di più. Come anche tutte le insicurezze di Quattro nel libro. Nel film è stato reso un personaggio con paure ma un punto saldo irremovibile per Tris. Forse il passo successivo lo farà nel successivo film.
Per il resto è un adattamento fedele, ci sono alcune scene importanti accorpate eliminando gli intermezzi (i tatuaggi e le passeggiate con gli amici ad esempio) chiaramente per necessità di tempo. Poi nel finale c’è qualche cambiamento, e forse tutto avviene più velocemente, ma l’idea di utilizzare Jeanine è buona, e forse migliora persino un po’ quella parte del libro che poteva risultare a tratti irreale (il centro di comando delle operazioni controllato solo da Quattro?! Why?) ma anche perché parliamo di Kate Winslet, ci voleva più spazio per lei.
Quattro viene chiamato Quattro per tutto il resto del film, anche quando viene scoperto il nome, e toglie un bel po’ dell’intimità che nel libro è fortissima. Ma sono dettagli.
Regia buona ma non eccezionale, meno sangue (e quello che c’è non si vede, causa divieti, il film è PG-13 ed è il massimo che poteva fare), buona recitazione ma soprattutto ottima scelta di attori. Shailene Woodley e Theo James sono due perfetti Tris e Quattro, alchimia eccezionale. E ottima Kate Winslet nel ruolo della super cattiva Jeanine. Anche Zoë Kravitz perfetta, stessa cosa per Al e Will, e questo aumenta la mia frustrazione per averli visti così poco…
Colonna sonora azzeccata e non troppo invadente, ma soprattutto non onnipresente. Scenari precisi, esattamente come me li sono immaginati.
Ci sono grandi aspettative per il secondo capitolo che sicuramente migliorerà lì dove ha fallito il primo.
Hunger Games resta, parlando sempre di trasposizioni di libri, il miglior adattamento in assoluto, soprattutto nel genere distopico. Ma anche con Divergent non ci possiamo lamentare, è riuscito nell’intento senza snaturare la storia.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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