Due giorni, una notte |
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Un film di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne.
Con Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne, Simon Caudry.
continua»
Titolo originale Deux Jours, Une Nuit.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 95 min.
- Belgio 2014.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 13 novembre 2014.
MYMONETRO
Due giorni, una notte ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Il lavoro è dignità
di FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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giovedì 27 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sandra (Marion Cotillard) non sta lavorando perché è in malattia,attanagliata da quel morbo subdolo chiamato depressione. In sua assenza nella fabbrica belga dove è impiegata viene offerto un bonus di mille euro ai sedici lavoratori, se voteranno sì alla contemporanea riduzione di personale che comporta il licenziamento di Sandra: vi ricorda qualcosa di simile e recente in Italia? Indovinato. La donna, sposata e madre di due figli, ha bisogno dello stipendio come dell’aria che respira, perché la sua famiglia ha cambiato casa e sta pagando un oneroso mutuo. Una sua collega, una amica cara con un minimo di cognizioni sindacali, contesta la prima votazione sfavorevole a Sandra, perché il capo del personale prima del voto ha fatto capire che chi rifiutava il bonus poteva essere licenziato a sua volta. Il titolare accetta di far ripetere il referendum. Sandra ha solo due giorni e una notte per convincere 9 colleghi di lavoro su 16 a rinunciare al bonus per poter tornare al lavoro. Ci riuscirà? Con l’aiuto del marito (Fabrizio Rongione, già in altri cast dei film dei Dardenne), dei suoi bambini e della sua amica inizia a contattare uno ad uno i suoi compagni di lavoro. C’è un avvicendarsi di colleghi favorevoli a rovesciare il voto, nonostante la perdita del bonus, e di altri che rispondono picche, per validi o miserevoli motivi. Uno di questi ultimi non ascolta ragioni e dà in escandescenze; arriva a colpire il padre, impiegato nella stessa azienda, che cerca di frenarlo; il padre comunque voterà per Sandra. Un contrattista immigrato, nonostante il reale rischio di essere “tagliato” dall’azienda, accetta di votare per Sandra. Una collega in un primo momento nega l’aiuto, ma il comportamento autoritario ed egoista del marito, ispiratore del rifiuto, le fa cambiare idea, tanto che la donna rompe l’unione. Ma per ogni sì, c’è un no. Il tempo sembra non finire mai, oppure troppo presto: ancora troppe persone da convincere per arrivare ai fatidici 9. Sandra ricade in preda ai suoi fantasmi. E’ stanca di percorrere quelle strade, suonare ai citofoni di chi si nega: le sembra di chiedere la carità. Desidera dormire. Molto profondamente. Sembra destinata a perdere addirittura tutto … Un film che parla del mondo del lavoro e dei drammi che un periodo di crisi come quello attuale provoca. Il continuo altalenare di Sandra tra il crollo e la ripresa di consapevolezza e fiducia in se stessa induce ad amare riflessioni su come la ricerca del profitto generi l’umiliazione e la assoluta infelicità di tanti. I piani sequenza di Sandra che cammina, sempre più a spalle curve, per le anonime stradine di Bruges e il suo disperato saluto ai suoi bambini sono un segno doloroso di tutto questo. Ma che senso ha, ci si chiede, distruggere una o più persone per un misero “pugno di dollari”? Solo chi, pur colpito dalla perdita del lavoro, recupera l’autostima e la voglia di lottare, riesce a sopravvivere. Ce la farà Sandra? Per uno che ce la fa quanti sono quelli che non resistono e si tolgono la vita? Di nuovo una grande storia dei Dardenne, facilitati nel loro compito dalla monumentale prova della Cotillard, fragile e dolente protagonista. Un film che non ha bisogno di essere pubblicizzato – come ultimamente con ingiustificata ed irritante enfasi vediamo fare nei trailer di molti film – come una storia “vera”, perché è reale. Semplicemente reale. Da non mancare. Valutazione *** 1/2 FabioFeli
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