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Ultimo aggiornamento venerdì 10 novembre 2017
Una donna, per non perdere il posto di lavoro, deve convincere i colleghi a rinunciare ai loro bonus. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a BAFTA, ha vinto un premio ai European Film Awards, 2 candidature a Cesar, 2 candidature a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Due giorni, una notte ha incassato 932 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Sandra ha un marito, Manu, due figli e un lavoro presso una piccolo azienda che realizza pannelli solari. Sandra 'aveva' un lavoro perché i colleghi sono stati messi di fronte a una scelta: se votano per il suo licenziamento (è considerata l'anello debole della catena produttiva perché ha sofferto di depressione anche se ora la situazione è migliorata) riceveranno un bonus di 1000 euro. In caso contrario non spetterà loro l'emolumento aggiuntivo. Grazie al sostegno di Manu, Sandra chiede una ripetizione della votazione in cui sia tutelata la segretezza. La ottiene ma ha un tempo limitatissimo per convincere chi le ha votato contro a cambiare parere.
I Dardenne fecero il loro esordio con un lungometraggio di finzione nel panorama cinematografico mondiale nel 1996 con La promesse in cui si trattava il tema del lavoro clandestino. Con il successivo Rosetta tornarono ad affrontare l'argomento occupazione conquistando non solo una Palma d'oro a Cannes ma anche e soprattutto una legge a tutela del lavoro giovanile che prese il nome del film in quanto originata dalle discussioni che in Belgio questo aveva suscitato. Sono solo due esempi dell'attenzione portata all'argomento dai due registi che ora torna al centro del loro cinema. Gli appassionati (cinefili e non) ricorderanno certo lo straordinario esordio di Sidney Lumet dietro la macchina da presa. Si intitolava La parola ai giurati e in esso Henry Fonda doveva convincere una giuria, in gran parte favorevole a una condanna per parricidio, a mutare parere. La condanna che i Dardenne individuano oggi è quella, endemica, della perdita del posto di lavoro. Venute meno le tutele, con l'assenza nelle piccole aziende del nucleo sindacale, le decisioni restano appannaggio dei proprietari. Oppure, come in questo caso, possono essere subdolamente delegate a una guerra tra poveri che spinga ognuno a guardare ai propri bisogni azzerando qualsiasi ideale di solidarietà. Quella solidarietà che i due registi riescono ancora a rinvenire nella famiglia (quella di Sandra con un marito solido al fianco e i bambini che l'aiutano a individuare gli indirizzi dei colleghi da cercare per convincerli a cambiare decisione). Anche se non per tutti è così. Il percorso della protagonista ci pone di fronte alle situazioni più diverse: c'è chi si nega, chi ha paura, chi ricorda un suo gesto di generosità del passato. Le etnie di provenienza sono le più diverse ma il senso di insicurezza profonda accomuna tutti. I Dardenne non hanno mai edulcorato la loro rappresentazione della realtà e non lo fanno neppure in questa occasione. C'è chi cambia idea così come c'è chi si irrigidisce ancora di più. Poi c'è Sandra. Questa giovane madre incline al pianto e alla disistima di se stessa che nella sua ricerca di consensi ritrova progressivamente la forza di reagire senza umiliarsi, di chiedere comprensione per sé conservandola per gli altri. Sono così i personaggi dei Dardenne. Veri perché fragili. Veri perché umani.
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Prima di scrivere queste righe, ho dato un'occhiata in rete alle leggi sul lavoro in Belgio. Sembra che in quel paese il lavoratore non possa essere reintegrato, tranne nel caso di licenziamenti palesementi discriminatori.In tutti gli altri casi si versa un indennizzo proporzionale all'anzianità di servizio. Ciò solleva un primo problema. Nel film dei fratelli Dardenne "Due giorni, una notte", l'indennizzo [...] Vai alla recensione »
Crudo, schietto, ruvido proprio come e' la realta che viviamo sulla nostra pelle, specialmente da quando la catastrofica crisi economica ha bussato alla nostra porta. Mettendo a dura prova noi ma di conseguenza anche le relazioni umane che ne derivano. Un'analisi cristallina e chirurgica di come il potere dei soldi in tempi di crisi, come una bilancia e' in grado di pesare a discapito del [...] Vai alla recensione »
Insinuare lo sguardo in uno spioncino per aver l’occasione di osservare dal di fuori la vita che scorre autentica; esserne risucchiati di nuovo all’interno, in un vortice di emozionalità che non nasce dal dramma incalzato, ma da un puro realismo. E’ il breve sunto di ciò che accade allo spettatore di fronte ad uno qualsiasi dei film dei fratelli Jean-Pierre e Luc [...] Vai alla recensione »
DUE GIORNI, UNA NOTTE dei Fratelli DARDENNE ( di Maria Cristina NASCOSI SANDRI ) La m.d.p., usata spesso a mano, per dare più drammaticità alla vicenda che man mano si dipana sotto ai nostri occhi, indugia, saepe et libenter sul viso intenso, bellissimo anche senza trucco, anzi grazie a ciò ancor più vero ed autentico nel divenire del plot, di Marion Cotillard, stavolta operaia sull’orlo di perdere [...] Vai alla recensione »
I fratelli Dardenne impostano la pellicola e la regia del film intorno agli eventi sociali (gli effetti della perdita del lavoro, il conflitto tra poveri, l’abitudine di molti imprenditori di scaricare il peso delle proprie decisioni e delle proprie responsabilità sulle spalle dei lavoratori) e sul personaggio di Sandra, spingendo l’acceleratore sulle sue debolezze e sulla sua paura di perdere la [...] Vai alla recensione »
In una piccola città industriale Sandra, che era in malattia da qualche mese per depressione, perde il lavoro in una piccola industria di pannelli solari, dove lavorano diciassette operai, anzi sedici adesso. Avendo ottenuto la possibilità di eseguire una seconda votazione, due giorni e una notte sono il tempo che Sandra – una brava Marion Cotillard - ha per cercare di far cambiare [...] Vai alla recensione »
Di Jean-Pierre e Luc Dardenne. “Due Giorni una notte” è un lavoro che ti sorprende, soprattutto se lo vedi poco dopo un film come “Lo Hobbit”, pochissimi attori, fondamentalmente due, lei e il marito, esterni ed interni semplicissimi ed ordinari, tutta la cifra del film è all'insegna dell'assoluta normalità, di quella quotidianità ove ciascuno [...] Vai alla recensione »
Sandra (Marion Cotillard) non sta lavorando perché è in malattia,attanagliata da quel morbo subdolo chiamato depressione. In sua assenza nella fabbrica belga dove è impiegata viene offerto un bonus di mille euro ai sedici lavoratori, se voteranno sì alla contemporanea riduzione di personale che comporta il licenziamento di Sandra: vi ricorda qualcosa di simile e recente in Italia? Indovinato.
Intenso e necessario, rappresenta l'ennesima dimostrazione della notevole caratura dei Dardenne, capaci come pochi di inquadrare il nostro tempo, di evidenziarne lo sfaldamento morale, senza inutili lustrini a corredo. Dopo il non eccellente Le Gamin au vélo, i cineati belgi tornano su livelli di caratura assoluta per questa pellicola marcatamente sociale ed umana, attuale e profetica, specchio di [...] Vai alla recensione »
Asciutto, profondo, antiretorico, Due giorni, una notte è un film per cinefili autentici. La ripetitività delle scene (Sandra deve fare il giro dei suoi colleghi operai di una piccola fabbrica di pannelli solari per cercare di convincerli a votare contro il suo licenziamento sacrificando il bonus di mille euro) è solo apparente: in realtà ogni colloquio apre uno squarcio [...] Vai alla recensione »
La condizione di partenza dell’operaia Sandra nella lotta per la reintegrazione in azienda è complessa: una prima votazione perdente, per sua fortuna annullata, l’ostilità preconcetta del capo reparto, il poco tempo prima della nuova votazione, una pregressa depressione, forse vinta forse no, una sindrome da “sola contro tutti“.
Due giorni, una notte - recensione Il film è tutto nell'orizzonte grigio adagiato sul blu di due occhi, nel mare di lacrime che scende, negli abissi bui dell'animo da cui si prova ad emergere, e timide risalite a galla si riconoscono in un sorriso che trema o nell'intonazione di una canzone rock che risuona da una voce strozzata.
Che dire, i Dardenne dogma o no colpiscono ancora e forte anzi rendono proprio più fruibili i propri film avendo abbandonato soluzioni filmiche che come in precedenza potevano far passare in secondo piano lo sguardo documentaristico, iper realistico e allo stesso tempo empatico su una certa realtà. La realtà di periferie del nostro mondo, diseredati, [...] Vai alla recensione »
Per molti film, prima ancora che la forma o il contenuto, quello che li rende significativi è il tempo in cui vengono realizzati, il momento storico-sociale in cui vengono pensati, girati e visti. E l’ultima fatica dei Dardenne ne è una felice riprova. Davanti ad una cinica scelta (il posto di lavoro di una collega o un bonus da 1000€?) il pedale del sentimentalismo, o peggio [...] Vai alla recensione »
Una giovane donna vorrebbe tornare al proprio posto di lavoro dopo essere uscita da una brutta depressione. Il capo della fabbrica però subordina il suo reintegro alla perdita di un bonus di mille euro per gli altri lavoratori che si dovranno esprimere con un referendum. La donna dovrà cercare di convincere i colleghi a votare in suo favore.
Il film non è nulla di eccezionale. i ritmi sono lenti e gli attori nella media. La cotillard stupisce per la troppa emotività e si avvicina in maniera considerevole alla "nostra " Giovanna Mezzogiorno, le sue intrepretazioni sono ormai sempre più drammaticamente isteriche. Tuttavia consiglio la visione per l'attualità della trama, in questo periodo meglio [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta i fratelli Dardenne non deludono. Un nuovo film intenso e amaro che mostra chiaramente l' imbarbarimento morale che procede nel lavoro e nella vita. Il fastidio che si prova nel vederlo è figlio del non voler vedere la realtà (come accadeva al neorealismo). Tristi rapporti interpersonali che vengono minati difronte a un piccolo vantaggio economico, fregandosene delle [...] Vai alla recensione »
Fra qualche decina d’anni, forse i miei nipoti si avvicineranno a film come questo con lo stesso atteggiamento con cui io ho guardato le pellicole sulla grande depressione o sul secondo dopoguerra: storie sovente drammatiche solo con qualche lampo di luce qua e là, ma, soprattutto, il tentativo di raccontare un mondo andato in pezzi e la fatica richiesta dal tentativo di rattopparlo.
Sandra sorride poco. Non ne ha il tempo né motivo. La depressione l'ha tenuta lontana dal lavoro, che ora vuole riprendere, per vivere e per sentirsi viva. Durante la sua assenza l'azienda ha fatto a meno di lei e adesso vorrebbe barattarla con un incentivo economico a vantaggio degli altri dipendenti. Supportata dal marito, Sandra incontra ognuno dei colleghi per convincerli a rinunciare al bonus [...] Vai alla recensione »
Due giorni, una notte - recensione Il film è tutto nell'orizzonte grigio adagiato sul blu di due occhi, nel mare di lacrime che scende, negli abissi bui dell'animo da cui si prova ad emergere, e timide risalite a galla si riconoscono in un sorriso che trema o nell'intonazione di una canzone rock che risuona da una voce strozzata.
Di questo film si apprezzano le riprese, lo scorrere asciutto di una vicenda umana di lavoro e solidarietà, e i dialoghi. La storia, però, è eccessivamente poco credibile. Una ragazza con problematiche di depressione e quindi presumibilmente poco produttiva, è licenziata con una votazione interna alla sua azienda, e cerca di farsi riassumere pregando i suoi [...] Vai alla recensione »
realistico. Si lascia seguire bene e non ha né edulcorazioni né drammi che lasciano angoscia. E' la dura realtà del lavoro salariato e della povertà umana dei nostri giorni, dell'assenza di solidarietà e di empatia. Ma c'é un riscatto in questa storia, non tutte le persone cedono al ricatto lavoro/più soldi mettendo una mano sulla coscienza [...] Vai alla recensione »
Quando la piccola azienda per cui lavora che si trova in difficoltà finanziare, chiede ai suoi 16 dipendenti di scegliere tra un bonus e conservare il posto a Sandra, comincia per lei un momento di grossa crisi. I colleghi hanno scelto il bonus di 1000 euro e Sandra, che già in passato ha avuto crisi depressive, crolla e si rinchiude in casa. Con l’aiuto del marito e di un’amica ottiene di far ripetere [...] Vai alla recensione »
“Due giorni, una notte” è un film del 2014 diretto da Jean-Pierre e Luc Dardenne. Sandra è una donna sposata e con due figli la quale vive in un forte stato di depressione che le ha causato l’assenza dal lavoro all’interno di una fabbrica per un certo arco di tempo per causa di malattia. Un giorno però il direttore della ditta propone ai colleghi appartenen [...] Vai alla recensione »
I fratelli Dardenne proseguono la propria filmografia all'insegna delle tematiche sociali e rivolta ai disagiati sociali. Si sono già occupati, conservando negli anni le regole del Dogma (seppur in modo sempre più sfumato), di emarginazione economica, immigrazione clandestina, lavoro nero, bambini orfani, tossicodipendenza. E con questa pellicola affrontano la guerra tra poveri della società contemporanea [...] Vai alla recensione »
Ottime recitazioni. Tema di drammatica attualità. Sensibilità narrativa. Regia e dialoghi asciutti ed essenziali. Cosa si può chiedere di più ad un film di 90 minuti ? Il tema di attualità è : lavorare di meno per lavorare tutti. Nel microcosmo di Sandrà sul tema sociale si misurano i diversi personaggi e per ciascuno il problema diventa un caso [...] Vai alla recensione »
Film in cui si racconta di una donna che ha solo un weekend a disposizione al fine di convincere gli altri suoi colleghi a non votare a favore del proprio licenziamento. Sarà un lungo, estenuante e penoso compito per lei .... Quest'ultima opera dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, come del resto anche le loro precedenti, affronta un tema serio, sociale e dunque anche scomodo portando lo spettatore [...] Vai alla recensione »
Questa volta i fratelli Dardenne hanno costruito un pretesto per toccare le corde del cuore. €1000 di bonus ai 16 dipendenti di una ditta di pannelli solari se nella votazione segreta interna opteranno per i soldi, ma lasciando così a casa la diciassettesima dipendente Sandra, la bravissima Marion Cotillard. Il titolare e il suo cerbero-caporeparto Jean-Marc hanno notato che possono [...] Vai alla recensione »
Un film che vale la pena vedere. Ha un buon ritmo, è essenziale, e racconta una storia possibile dei nostri tempi. Questa storia - la prospettiva di perdere il lavoro per una giovane donna appena uscita da un periodo di crisi personale - si rivela l'occasione per un confronto tra la protagonista e i suoi colleghi di lavoro. I suoi colleghi sono posti di fronte alla scelta di ricevere un bonus o rinunciarvi [...] Vai alla recensione »
Film da vedere. Senza alcun fronzolo, con stile asciutto ed essenziale, racconta un conflitto etico dei nostri tempi. Sebbene alcuni passaggi non siano del tutto convincenti, il cuore del film è nella risalita personale della protagonista che si confronta con i propri colleghi di lavoro costretti a scegliere tra il beneficio di un bonus e la rinuncia di questo che permetterebbe a lei di riguadagnare [...] Vai alla recensione »
Sandra ha un marito, due figli ancora piccoli e solo 48 ore di tempo per convincere i colleghi dell'azienda di pannelli fotovoltaici dove lavora a rinunciare al loro bonus di 1000 euro nella votazione che le consentirà di non essere licenziata dal suo capo. Non ostante la depressione e la sua fragilità emotiva riuscirà a farsi spronare dal marito a trascorrere il fine settimana incontrando ad uno ad [...] Vai alla recensione »
Sandra è un'operaia di un'azienda cinese che dopo un periodo di malattia a causa di forte depressione riceve una telefonata da una collega con questo contenuto: in fabbrica il capo reparto ha indetto una votazione fra i dipendenti di quel reparto per decidere se preferiscono ricevere un bonus di 1000 euro o licenziare Sandra. L'azienda è in crisi e questa azione è necessaria.
I Dardenne puntano senza vergogna sul contenuto sociale del loro film. Il non licenziamento di Sandra (Marie Cotillard), la prima a saltare in un’azienda in tempi di crisi perché reduce da una depressione, verrà condizionato alla disponibilità dei suoi colleghi a rinunciare ad un bonus di mille euro. La durezza del mercato viene fatta gestire, con un gioco antico ma sempre [...] Vai alla recensione »
Gran bel film, "Due giorni, una notte" dei fratelli Dardenne. Ci fa capire quanto siamo dentro a certe scelte, quanto e quello che rischiamo avvenga ad ognuno di noi. Sandra, la protagonista del film, sta per rientrare al lavoro dopo un periodo di depressione, ma le viene comunicato che il proprietario dell'azienda ha indetto un referendum fra i colleghi del suo reparto: se decidono [...] Vai alla recensione »
Film che centra e fotografa perfettamente la realtà di oggi senza mezze misure. Recitazione impeccabile. Soffre un po' il doppiaggio come purtroppo succede spesso nei film francesi; tutto sommato comunque c'è un'ambientazione inesistente, il modo di filmare antiquato e snervante. Il film è monotono e senza sviluppi. Che bisogno c'è di portare la realtà [...] Vai alla recensione »
Quante volte lo abbiamo sentito ai telegiornali? Quante volte osserviamo con indifferente partecipazione la questione sociale della disoccupazione, la piaga del lavoro? E ancora, quante volte l’importanza sociale, etica e comunitaria di un bene sacralizzato dalla costituzione diventa esperienza indegna, afflitta da politiche denigranti e moralmente discutibili? In Francia come in Italia [...] Vai alla recensione »
Una vergogna che questo filmetto sia stato recensito con giudizi sufficienti e valutazioni tanto lusinghiere. Basta chiedere a coloro che hanno avuto la sventura di averlo visto. La storia: potrebbe essere originale, ma soltanto se fosse stata ambientata agli inizi del secolo scorso, cioè all'inizio delle lotte sindacali e anche a quel tempo soltanto ove la contrapposizione tra il licenziamento [...] Vai alla recensione »
Dardenne superano se stessi sulle vie della provocazione del malessere:depressione e angoscia si susseguono per la povera Cotillard ,in un dramma eccessivo nei toni visto che comunque il martito un lavoro come cameriere o cuoco ce l'ha e probabilmmente la nonna aiuta con un pò di pensione..L'insistere sulla condizione di crisi della protagonista vuole provocare un pubblico [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta i fratelli Dardenne non deludono. Un nuovo film intenso e amaro che mostra chiaramente l' imbarbarimento morale che procede nel lavoro e nella vita. Oggi. Il fastidio che si prova nel vederlo è figlio del non voler riconoscere la realtà (come accadeva al neorealismo). Tristi rapporti interpersonali che vengono minati difronte a un piccolo vantaggio economico, [...] Vai alla recensione »
Un film molto bello, rigoroso (Bresson), senza fronzoli, di una attualità sconcertante (quello che ci succederà con il Jobs Act): un film sulla dignità in una "in una guerra tra poveri" fomentata dai soliti vigliacchi.
Me lo sono sempre chiesto: perché film di questo genere sono così osannati dalla critica, mentre film italiani simili vengono stroncati?
I fratelli Dardenne sono bravi fanno dei bei film ma da qui a considerarli dei fenomeni ce ne corre . Ormai sono l'emblema del politicamente corretto . Non c'è festival con relativi critici che non li esalti . Ma se qualcuno cerca il colpo d'ala che lo sorprenda può aspettare perchè tanto non arriverà .Per quanto riguarda il film il piano è sempre [...] Vai alla recensione »
Bravi questi fratelli. Li azzeccano sempre i loro film. Tutta camera a mano, ottima fotografia, inerpreti da spellarsi le mani. Il contenuto? Niente di più attuala. Mercy frere Darden.
Un film dalla bellezza struggente ed amara che tratta il problema della precarietà del lavoro mettendo da parte, giustamente, i sindacati e lasciando da soli i lavoratori e la loro eventuale solidarietà! E’ un film che sembra girato negli anni cinquanta ed invece è attuale, lo squallore del rapporto di lavoro e del potere illimitato dei datori di lavoro è di oggi e noi ne sappiamo qualcosa grazie [...] Vai alla recensione »
tre battute,sempre le stesse,per tutto il film,a tratti noioso come non mai,sceneggiatura vacua,dato che ti voglio vedere chi lascia 1000 euro per pensare al lavoro degli altri sopratutto in questa società,dove per forza di cose bisogna pensare a se stessi,non mi ha entusismato ne emozionato,la cotillard è sprecata per queste parti,sa fare molto meglio,non vedevo l'ora di andarmene dal cinema.
Film intenso, duro, quasi violento nella sua denuncia di un sistema sociale che degrada gli uomini riducendo i loro rapporti a puri "cash nexus". I Dardenne ci costringono a riflettere su uno stato di cose intollerabile, su un mondo in cui persino le vittime si persuadono rassegnate che preferire un bonus per sè valga il sacrificio del lavoro degli altri, che tutto ciò sia "norm [...] Vai alla recensione »
E' il film meno bello dei due fratellastri. Stavolta la Giuria di Cannes non li ha sopravvalutati come successo altre volte. La menzione al non indimenticabile "Figlio", 2002, e forse anche la Palma d'Oro all'"Enfant" (2005), piuttosto che a "Niente da nascondere", tra i pochissimi film importanti del sopravvalutato regista Haneke.
Grande film, raccontato anche in modo serratissimo. Ma non capisco perché pur essendo stato annunciato non è poi uscito, a parte un paio di città. Perché tutta la spazzatura definita d'essai mortalmente noiosa esce sempre e occupa le sale davanti a tre spettatori addormentati, mentre appena c'è un film splendido che veramente merita dobbiamo vedere queste [...] Vai alla recensione »
Crudo, schietto, ruvido proprio come e' la realta che viviamo sulla nostra pelle, specialmente da quando la catastrofica crisi economica ha bussato alla nostra porta. Mettendo a dura prova noi ma di conseguenza anche le relazioni umane che ne derivano. Un'analisi cristallina e chirurgica di come il potere dei soldi in tempi di crisi, come una bilancia e' in grado di pesare a discapito del [...] Vai alla recensione »
Gli attori sono bravi, ma non si può costruire un film neorealista (o anche solo minimalista) partendo da avvenimenti improbabili e dialoghi irrealistici.
Per alcuni i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne sono bravi, ma fanno sempre lo stesso film; per altri, e speriamo di essere i più, i due fratelli belgi sono artisti ispirati che non sbagliano mai il colpo. Trascurato dalla giuria di Cannes, Due giorni, una notte è una pellicola perfettamente calibrata che trova il suo magico centro in una Marion Cotillard di straordinaria sensibilità e naturalezza [...] Vai alla recensione »
Ci hanno appena certificato che i "padroni" non esistono più; ed ecco venir fuori i fratelli Dardenne, così disinformati sulla novità da mettere al centro del loro nuovo film proprio un padrone e i suoi operai, in una piccola fabbrica francese con meno di venti impiegati. Il soggetto è lineare; però i cineasti belgi (due Palme d'Oro a Cannes per Rosetta e Le fils) lo svolgono con la tensione di un [...] Vai alla recensione »
Originale, ostinatamente ripetitivo dramma dei fratelli Dardenne, cantori della quotidianità più deprimente. Belgio, venerdì. E angosciata Sandra, un marito e due bambini, licenziata dalla piccola azienda. Lunedì mattina i sedici colleghi voteranno: solo se rinunceranno ai mille euro di bonus, sarà reintegrata. Ha due giorni per convincerne almeno nove.