teno pionini
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domenica 30 giugno 2013
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corri brad, corri!
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Non è impresa facile esprimere un pensiero o un giudizio organico e chiaro su un film che (al pari delle orde brulicanti di zombi che con la velocità di un fiume in piena inondano intere città in una manciata di secondi) corre come un treno e trafelato lascia dietro di sé tutto ciò che non è necessario, si invola verso un finale in cui sembra che il sipario cali mentre gli attori sono ancora in scena. Prima di ogni lucida analisi, la sensazione che questa costosissima pellicola lascia dopo i titoli di coda è quella di un film che corre per sopravvivere, disperatamente, senza meta fino ad accucciarsi in un riparo di fortuna sperando che tutto presto finisca. Non è onesto ignorare il problema del rapporto fra World War Z e il ben definito genere degli zombie-movie, ma mi sembra necessario farlo per analizzare il film in sé stesso, sganciandolo da una tradizione cinematografica che ha le sue regole e di cui World War Z eredita solo la Z.
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Non è impresa facile esprimere un pensiero o un giudizio organico e chiaro su un film che (al pari delle orde brulicanti di zombi che con la velocità di un fiume in piena inondano intere città in una manciata di secondi) corre come un treno e trafelato lascia dietro di sé tutto ciò che non è necessario, si invola verso un finale in cui sembra che il sipario cali mentre gli attori sono ancora in scena. Prima di ogni lucida analisi, la sensazione che questa costosissima pellicola lascia dopo i titoli di coda è quella di un film che corre per sopravvivere, disperatamente, senza meta fino ad accucciarsi in un riparo di fortuna sperando che tutto presto finisca. Non è onesto ignorare il problema del rapporto fra World War Z e il ben definito genere degli zombie-movie, ma mi sembra necessario farlo per analizzare il film in sé stesso, sganciandolo da una tradizione cinematografica che ha le sue regole e di cui World War Z eredita solo la Z. In estrema sintesi in WWZ gli zombi sono a milioni, resi per il 90 % del film in computer grafica (cosa che mi ha un po' irritato), corrono, gli attacchi degli zombie (ma sarebbe meglio dire infetti) alle persone non sono mai analizzate in dettaglio ma restituite spesso con inquadrature grandangolari (suggestive, ma ripetitive e troppo frequenti), non vi è una goccia di sangue. WWZ non è uno zombie-movie, avendo optato per un una fetta di pubblico ben più grande. Proseguiamo. Gerry Lane (Brad Pitt) ex impiegato delle Nazioni Unite, per proteggere la sua famiglia ingaggia una corsa contro il tempo ai quattro angoli del pianeta per cercare (lui da solo) una soluzione alla piaga che sta decimando l'umanità. Il film, pur nella prevedibilità della trama, riesce nello scopo per cui (credo) sia stato ideato e realizzato: intrattenere. L'adrenalina scorre e il senso di angoscia di ritrovarsi intrappolati in una città inghiottita dai non-morti è concreta e genuina; il panico è restituito anche da una regia e da un montaggio che prediligono scene cortissime e rapide piuttosto che la chiarezza narrativa nelle scene di fuga di massa. L'idea di rivestire un film che parla di una pandemia mondiale di significati e allusioni alla politica internazionale attuale (di per sé un' idea tutt'altro che oziosa e fuori luogo) non è supportata dalla sceneggiatura, la quale non riesce ad armonizzare e diluire i frenetici spostamenti del protagonista, impegnato in maniera un po raffazzonata e senza un progetto preciso a cercare una soluzione prima in Korea del Sud (quella buona), poi a Gerusalemme (bella sorpresa trovare ebrei, arabi e cristiani in pace nella città Santa, ma anche questa felice intuizione è poco sviluppata) e infine in Galles. L'esile filo narrativo che lega tutti questi viaggi spesso sfugge allo spettatore. La presenza di Pitt (interpretazione all'altezza) nella trama è totale e soverchiante, non si sviluppano né altri personaggi né storie parallele e l'approfondimento psicologico di tutti i personaggi rasenta lo zero, ridotti a figure cartonate per permettere al protagonista di compiere la sua eroica impresa. Chi ama, nei film del genere, spiegazioni scientifiche sulla diffusione del visrus e sui possibili modi per sconfiggerlo rimarrà deluso. In conclusione si tratta di un buon blockbuster, che con una cura maggiore della trama, delle situazioni internazionali e dello sviluppo dei personaggi sarebbe stato perfettamente all'altezza delle sue pretese.
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paolaccio
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giovedì 3 ottobre 2013
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non il solito scenario
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Gli Z ci sono, e mordono.
inizia in sordina, come da tradizione, magari mentre stai andando a lavoro in auto con la tua famiglia in una tranquilla mattinata feriale.
Eppure accade e non ce scampo, a meno di non avere la fortuna di essere uno che con il governo ci collabora e che quindi può farsi venire a prendere da un elicottero e trasportare su di una nave dell'esercito al largo di NY.
La sicurezza ha il suo prezzo si sa, e quindi per garantire la salvezza alla tua famiglia ti costringi reclutato in una missione alla ricerca dell'inizio dell'inferno, nella speranza di trovare il tassello dell'inizio della fine, in una pellicola apocalittica dinamica, non scontata dove più che bruta violenza sopravviverai se saprai cogliere i dettagli.
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Gli Z ci sono, e mordono.
inizia in sordina, come da tradizione, magari mentre stai andando a lavoro in auto con la tua famiglia in una tranquilla mattinata feriale.
Eppure accade e non ce scampo, a meno di non avere la fortuna di essere uno che con il governo ci collabora e che quindi può farsi venire a prendere da un elicottero e trasportare su di una nave dell'esercito al largo di NY.
La sicurezza ha il suo prezzo si sa, e quindi per garantire la salvezza alla tua famiglia ti costringi reclutato in una missione alla ricerca dell'inizio dell'inferno, nella speranza di trovare il tassello dell'inizio della fine, in una pellicola apocalittica dinamica, non scontata dove più che bruta violenza sopravviverai se saprai cogliere i dettagli.
P.s. Un P. Favino all'altezza del compito, senza inutili protagonismi.
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jaylee
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sabato 6 luglio 2013
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l'ultima onda
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Uno dei film più attesi dell’anno, World War Z di Marc Forster è un thriller apocalittico di quella che potrebbe essere l’ultima guerra dell’umanità… contro una marea di Zombie, una vera è propria pandemia che sembra sbucata dal nulla e alla quale niente sembra resistere. Ecco dunque nel succo, i riferimenti nel titolo, l’estensione “mondiale” e la Z che sta per “Zombie” e allo stesso tempo evoca l’ultima lettera dell’alfabeto (dunque della Storia).
Brad Pitt interpreta il protagonista Gerry Lane, specialista in infiltrazioni dell’ONU che ha il compito di trovare una cura attraversando nel processo ben tre continenti, nella speranza di poter tornare dalla sua famiglia prima che sia troppo tardi anche per loro.
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Uno dei film più attesi dell’anno, World War Z di Marc Forster è un thriller apocalittico di quella che potrebbe essere l’ultima guerra dell’umanità… contro una marea di Zombie, una vera è propria pandemia che sembra sbucata dal nulla e alla quale niente sembra resistere. Ecco dunque nel succo, i riferimenti nel titolo, l’estensione “mondiale” e la Z che sta per “Zombie” e allo stesso tempo evoca l’ultima lettera dell’alfabeto (dunque della Storia).
Brad Pitt interpreta il protagonista Gerry Lane, specialista in infiltrazioni dell’ONU che ha il compito di trovare una cura attraversando nel processo ben tre continenti, nella speranza di poter tornare dalla sua famiglia prima che sia troppo tardi anche per loro.
Il film, diretto con ottimo mestiere da Forster, punta molto sul ritmo e sulla potenza evocativa di immagini impressionanti, su tutte, lo sciamare degli Zombie che riempiono gli spazi come un fiume in piena, travolgono cose ed oggetti come un’onda e scalano mura come fossero un esercito di formiche. Difficile non rimanerne colpiti, anche se, a volte, il ritmo stesso diventa così convulso, ipercinetico, da rendere alcune scene quasi delle forme indistinte. Di fatto le scene all'aperto sono la parte migliore del film, laddove invece le scene di interni, dove l'adrenalina rallenta per far spazio al thriller psicologico, sono più deboli e meno sviluppate di quanto lo avrebbe permesso un cast internazionale di tutto rispetto.
Come dicevamo, ottimo mestiere, ma decisamente scarsa originalità… il tutto sembra un buon mix di tutta la filmografia zombie/epidemia virale da Cesar Romero in poi, anche se viene prediletto il lato cinetico di quel filone (dunque Io Sono Leggenda, 28 giorni dopo e l’Alba dei Morti Viventi – la versione di Zack Snyder- ed evito di citare i vari Resident Evil), piuttosto che il tradizionale lento e compassato Zombie che nasce –su larga scala- con La Notte Dei Morti Viventi (siamo nel 1968) e trova il suo più degno e recente successore nella serie televisiva The Walking Dead. Forse l’unica innovazione vera e propria risiede nella dimensione “globale” e non solo USA-centrica che tipicamente caratterizza gli altri film del genere, ed infatti la cura viene ricercata in India, Israele ed infine in Galles, dove Gerry troverà l’ultima speranza in un team di medici internazionali, tra cui il nostro Pierfrancesco Favino (che ad onor del vero, non sfigura affatto!). Peccato che questa peculiarità si fermi a quello che probabilmente è una mera operazione commerciale di volti e accenti non-USA, mentre avrebbe potuto esplorare un riferimento alle migrazioni mondiali in massa dai Paesi del Sud verso quelli del Nord (ovvero le ondate di zombie, proprio come ci appaiono, o ci vogliono far apparire, le questioni di cui sopra) , problema risolvibile solo a livello globale e non locale -proprio come succede nel film- ma che rimane una tematica appena scalfita.
In definitiva, divertente e teso World War Z rappresenta un buon prodotto, che trova il suo picco nella visionarietà della fotografia, ma un po’ troppo superficiale rispetto al potenziale. (www.versionekowalski.it)
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alphy85
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martedì 9 luglio 2013
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world war z è world war z!
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Partendo dal tema principale del film gli Zombie, penso si possa con tranquillità dire che per una volta arriva al cinema qualcosa di nuovo e non la classica imitazione dei vari Resident Evil e affini, World War Z è un film molto scorrevole capace di raggiungere elevati picchi di ansietà che si alternano a scene di di sentimento che, come il 99% delle volte accade, non sfociano in scene a sfondo sessuale, o in eroine seminude o compagne iper sexy che a tutto servono tranne che a sostenere davvero l'eroe di turno, in questo film si concentra l'attenzione sulla razionalità che argina il primario istinto di non separarsi dai propri cari e di rischiare se stessi pur di difenderli a qualsia costo.
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Partendo dal tema principale del film gli Zombie, penso si possa con tranquillità dire che per una volta arriva al cinema qualcosa di nuovo e non la classica imitazione dei vari Resident Evil e affini, World War Z è un film molto scorrevole capace di raggiungere elevati picchi di ansietà che si alternano a scene di di sentimento che, come il 99% delle volte accade, non sfociano in scene a sfondo sessuale, o in eroine seminude o compagne iper sexy che a tutto servono tranne che a sostenere davvero l'eroe di turno, in questo film si concentra l'attenzione sulla razionalità che argina il primario istinto di non separarsi dai propri cari e di rischiare se stessi pur di difenderli a qualsia costo. Il film non risultà mai noioso, e tiene lo spettatore con gli occhi incollati allo schermo pur fornendo durante la sua proiezione momenti che definirei esilaranti per un pubblico che ha da tempo svilupppato un vaccino a mostri di ogni genere e che riesce quindi a cogliere il lato comico di certe vicende pur essendo questo ad alto rischio di tachicardia. Per qunato riguarda poi una visione più ampia del film, direi che è apprezzabile la mancata forzatura di un mondo che immediatamente si stringe in una collaborazione che come sappiamo sarebbe a dir poco inverosimile, le nazioni si muovono autonomamente e gli organi internazionali intervengono in ausilio e nel tentativo di un coordinamento che però non è facile. L'eroe in celebre Brad Pitt non viene dunque privato della possibilità di accedere ad informazioni e risorse, ma il tutto si esaurisce ad un aiuto in loco e non ad un supporto più ampio come spesso accade in questi film. il finale poi è ben ragionato la soluzione che poi una soluzione non è potrebbe lasciare spazio a un sequel che può anche non avere ragione di esistere in quanto si potrebbe lasciare allo spettatore la possibilità di elaborare come si evolveranno le cose grazie ai dati ed agli spunti forniti sul finale del film. Brad Pitt come sempre mostra le doti di un grande attore molto versatile ed espressivo, qui nei panni di un'investigatore che dovrà attingere a tutte le proprie capacità deduttive per compiere il suo lavoro, ed assicurarsi la salvezza della propria famiglia. World War Z è uno Zombie movie diverso non è un Horror nonostante le componenti non mancano e quindi ai più può non piacere se quello che si aspettano sono litri di sangue ecc.. ma è una visione fresca di un tema visto e rivisto. Ampiamente consigliata la sua visione per chi ama gli action gli zombie e il buon cinema.
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jacopo b98
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mercoledì 21 agosto 2013
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uno zombie-kolossal spettacolare e divertente
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Gerry Lane (Pitt) è un ex-funzionario dell’ONU, è sposato con una bella donna (Enos), ha due figlie (Argrove e Jerins), ed è felice. Fino a quando un virus non comincia a contagiare l’umanità, trasformando gli infetti in…zombie. Inizia la Terza Guerra Mondiale, il presidente USA è ucciso, Boston, New York, ecc. sono prese dai non morti, il mondo è in crisi. Uno dei vertici ONU (Mokoena) chiede a Gerry di rientrare in servizio in cambio di un posto per la sua famiglia su una nave sicura. Inizia così un viaggio attraverso il globo, dalla Corea a Israele, fino all’Irlanda, per trovare la cura al virus e vincere la guerra.
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Gerry Lane (Pitt) è un ex-funzionario dell’ONU, è sposato con una bella donna (Enos), ha due figlie (Argrove e Jerins), ed è felice. Fino a quando un virus non comincia a contagiare l’umanità, trasformando gli infetti in…zombie. Inizia la Terza Guerra Mondiale, il presidente USA è ucciso, Boston, New York, ecc. sono prese dai non morti, il mondo è in crisi. Uno dei vertici ONU (Mokoena) chiede a Gerry di rientrare in servizio in cambio di un posto per la sua famiglia su una nave sicura. Inizia così un viaggio attraverso il globo, dalla Corea a Israele, fino all’Irlanda, per trovare la cura al virus e vincere la guerra. Tratto dal romanzo di Max Brooks La guerra mondiale degli zombie, sceneggiato da Damon Lindelof, Matthew Carnahan e Drew Goddard e diretto da Forster (Monster’s Ball, Il cacciatore di aquiloni) è una piacevolissima sorpresa nel genere fanta-horror. In un periodo di crisi cinematografica questo mega kolossal è un bella occasione per divertirsi: c’è tutto quello che ci vuole: un divo, zombie, violenza, una storia di discreto interesse ed un regista in grado di dar spettacolo. Ed è propria quest’ultima la cosa efficace del film: World War Z è un film spettacolare. Come dimenticare l’attacco a New York, il ritratto di devastazione dell’America dopo l’attacco zombie e l’incidente dell’aereo? Scene memorabili che danno spunto di riflessione: non è impossibile oggi far un film di consumo di discreta qualità e che manda a casa lo spettatore. Piace ai giovani World War Z: tensione? A palate. Sangue? Abbastanza, ma mai troppo. Pitt? C’è, eccome. L’attore riesce a dar un discreto spessore al personaggio e si impegna come produttore in un progetto ad alto costo. Una volta tanto si torna a casa contenti e soddisfatti e, perché no, anche un po’ spaventati.
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tiamaster
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venerdì 5 luglio 2013
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gli zombie non spaventano,ma intrattengono
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World War Z è un film difficile da recensire, perchè avendo avuto una produzione lunga e travagliata (originariamente il film doveva uscire otto mesi fà) è a tratti disorganico e frettoloso.Sicuramente il film intrattiene bene, è inteso e, (solo nella prima ora) un pò macabro.Si prova tensione e angoscia, molte sequenze sono adrenaliniche e spettacolari (scena d'Israele).L'aspetto più riuscito del film è "l'internazionalità", il viaggio intorno al mondo che il protagonista compie per trovare la cura al'epidemia zombie, che è sicuramente uno degli aspetti più interessanti del film.Ma anche i difetti sono tanti:il finale buttato là, assolutamente frettoloso e che fà presagire un sequel, alcuni momenti ridicoli e poco credibili (vedi la storia sul nord Corea di come ha contenuto l'epidemia o la soluzione di come combattre gli zombie, veramente insensata) personaggi privi di spessore o inutili (lo scienziato,che pare il personaggio più importante del film dura non più di 10 minuti).
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World War Z è un film difficile da recensire, perchè avendo avuto una produzione lunga e travagliata (originariamente il film doveva uscire otto mesi fà) è a tratti disorganico e frettoloso.Sicuramente il film intrattiene bene, è inteso e, (solo nella prima ora) un pò macabro.Si prova tensione e angoscia, molte sequenze sono adrenaliniche e spettacolari (scena d'Israele).L'aspetto più riuscito del film è "l'internazionalità", il viaggio intorno al mondo che il protagonista compie per trovare la cura al'epidemia zombie, che è sicuramente uno degli aspetti più interessanti del film.Ma anche i difetti sono tanti:il finale buttato là, assolutamente frettoloso e che fà presagire un sequel, alcuni momenti ridicoli e poco credibili (vedi la storia sul nord Corea di come ha contenuto l'epidemia o la soluzione di come combattre gli zombie, veramente insensata) personaggi privi di spessore o inutili (lo scienziato,che pare il personaggio più importante del film dura non più di 10 minuti).Insomma il film intrattiene bene, anche se non privo di difetti è con degli zombie che potevano essere usati in modi molto più macabri,sinistri o disturbanti
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miroforti
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venerdì 2 agosto 2013
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worl war z
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Brad Pitt e gli zombie (o zombi, all’italiana, che dir si voglia). Gli zombie voluti e prodotti da Brad Pitt. Che sono tanti e corrono veloci e agilissimi, e si inseriscono nella tradizione di 28 giorni dopo – horror per altro pregevole – più che in quella di papà Romero. Che siano zombie lo dicono titolo e personaggi, anche se i non morti in questione sono il frutto di un misterioso contagio e non risalgono da sottoterra risvegliati da un male tanto diabolico quanto irrazionale. La malattia – gli infetti – è il moderno protagonista di numerose apocalissi cinematografiche. In vari film dell’orrore è il surrogato nell’era scientifica della possessione demoniaca, ma per quanto possa essere fantastica o inverosimile è pur sempre una disfunzione organica o psicologica, e anche se non ne conosciamo le caratteristiche riusciamo a comprenderla e a gestirla in quanto problema che ha una qualche causalità o logica.
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Brad Pitt e gli zombie (o zombi, all’italiana, che dir si voglia). Gli zombie voluti e prodotti da Brad Pitt. Che sono tanti e corrono veloci e agilissimi, e si inseriscono nella tradizione di 28 giorni dopo – horror per altro pregevole – più che in quella di papà Romero. Che siano zombie lo dicono titolo e personaggi, anche se i non morti in questione sono il frutto di un misterioso contagio e non risalgono da sottoterra risvegliati da un male tanto diabolico quanto irrazionale. La malattia – gli infetti – è il moderno protagonista di numerose apocalissi cinematografiche. In vari film dell’orrore è il surrogato nell’era scientifica della possessione demoniaca, ma per quanto possa essere fantastica o inverosimile è pur sempre una disfunzione organica o psicologica, e anche se non ne conosciamo le caratteristiche riusciamo a comprenderla e a gestirla in quanto problema che ha una qualche causalità o logica. Gli zombie che invece escono dalle tombe, escono dalle tombe e basta.
I nomi che muovono i fili di World war Z sono quelli delle mega produzioni hollywoodiane e il risultato è coerente a questi presupposti: un mega film d’azione che all’horror ruba l’icona del non morto e a Io sono leggenda tutto il resto. Il primo punto dolente è proprio la mancanza di originalità che permea l’intera opera. Ormai dovrebbe essere un fatto risaputo: fare un film sugli zombie è rischioso, è un argomento abusato e ritrito, e perciò sono sempre necessarie la reinvenzione dei meccanismi, delle ambientazioni, del contesto in cui calare la storia. Il binomio zombie-critica sociale poi è stato proposto fin dal 1968 e anche su questo versante l’analisi per funzionare deve essere fresca e magari anche acuta e approfondita. Nulla di tutto ciò nel film di Marc Forster che propone situazioni di repertorio senza guizzi significativi né sul fronte narrativo, né su quello visivo e una piramide di infetti che tenta di scavalcare il muro di Gerusalemme non basta a evitare la banalità del tutto. La tensione latita anche per questo, con situazioni subito riconoscibili e già affrontate dallo spettatore in altre cinematografiche sedi, e in effetti il film non se ne preoccupa troppo, preferendo l’azione e la guerriglia. Anche il dramma familiare che accompagna l’eroe-martire Gerry Lane (Pitt) sa di già visto e di superficiale tanto che moglie e bambini vengono dimenticati (non da Gerry, dal film) in un momento cruciale per la loro sopravvivenza. Dal dramma alla critica, si cerca di mischiare politica internazionale, disagio sociale, inefficienza delle autorità ma senza un bersaglio preciso le nostre frecce non possono certo fare centro. Tanto più che sono frecce scoccate senza forza sufficiente e senza il necessario coraggio.
World war Z è troppo attento alle regole dell’intrattenimento per riflettere a mente lucida e tenta di sopperire alla mancanza di idee vincenti con la quantità di zombie messi in mostra sullo schermo. Purtroppo anche quest’ultima freccia non va a buon fine e tra esplosioni e montagne di infetti si tenta in tutti i modi di riempire dei vuoti che non possono essere colmati e l’unico rischio di contagio possibile è quello dello sbadiglio in sala.
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claudia arena
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domenica 28 luglio 2013
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una corsa forsennata che rallenta.
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Esige attenzione già dai primi minuti: una famiglia come tante (forse un po' troppo da mulino bianco) che si alza al mattino, fa colazione insieme, sale in macchina e inizia la giornata. Se non fosse per quel papà fuori dalla norma: troppo bello per fare solo il “casalingo”, e difatti si scopre subito, dalla prima tazza di caffè latte che il protagonista Lane (Brad Pitt) lavorava per le Nazioni Unite. Ma tornando alla mattina come tante, alla colazione insieme e all'uscita in macchina, subito si parte in una corsa sfrenata dove, mentre l'auto macina metri, succedono fatti strani che portano l'auto a correre tra altre auto ferme in mezzo alla strada, incidenti, e persone che gridano e si azzannano tra loro.
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Esige attenzione già dai primi minuti: una famiglia come tante (forse un po' troppo da mulino bianco) che si alza al mattino, fa colazione insieme, sale in macchina e inizia la giornata. Se non fosse per quel papà fuori dalla norma: troppo bello per fare solo il “casalingo”, e difatti si scopre subito, dalla prima tazza di caffè latte che il protagonista Lane (Brad Pitt) lavorava per le Nazioni Unite. Ma tornando alla mattina come tante, alla colazione insieme e all'uscita in macchina, subito si parte in una corsa sfrenata dove, mentre l'auto macina metri, succedono fatti strani che portano l'auto a correre tra altre auto ferme in mezzo alla strada, incidenti, e persone che gridano e si azzannano tra loro. Un virus sta velocemente colpendo tutta la popolazione e trasformando altrettanto velocemente tutti in qualcosa di simile a zombie.
Il film assomiglia in più punti ad un film di qualche anno fa: "Io sono leggenda" con Will Smith. Un uomo, l'eroe di turno anche lui con una posizione di rilievo, questa volta nell'esercito, deve salvare il mondo da un virus, malattia, contagio. Nel caso di Smith non ha a che fare con un virus ma con una possibile cura per il cancro andata male, i contagiati non diventano zombie ma qualcosa di simile: creature che urlano e temono la luce. Piccola nota particolare: i contagiati di entrambi i film hanno la smania di battere la testa forsennatamente sui parabrezza delle macchine.
La trama dunque è un po' banale, tuttavia alcune cose spiccano su altri film: una buona interpretazione di Brad Pitt che seppure stereotipato nelle sue espressioni e movenze sa gestire bene l'adrenalina, alcuni personaggi che l'attore principale incontra nel suo lungo viaggio verso la salvezza dell'umanità che rimangono discretamente impressi nella memoria dello spettatore, come la ragazza militare che perde la mano ma nonostante questo continua a sparare con la mano rimasta e tenere sotto braccio dell'altra mano che non c'è più, una mazza da basball (potere del cinema o della forza di volontà?) e una buona interpretazione del nostro italiano Pierfrancesco Favino che non sfigura al fianco del mito Brad Pitt. Sicuramente un punto a favore è la colonna sonora, enfatizza i momenti di tensione e rende il tutto elegante e godibile, composta da Marco Beltrami.
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giorpost
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mercoledì 30 ottobre 2013
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da boyle a lawrence,gli zombi copia non convincono
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Il filone post apocalittico prende sempre più piede nel panorama cinematografico contemporaneo. Sono ormai decine i titoli ambientati in una terra desolata a seguito di una catastrofe naturale oppure, come nel caso di World War Z (USA, 2013), dopo una pandemia mondiale che rende gli uomini bestie feroci assetate di carne umana. Se negli anni 60/70 la parola zombie fu inflazionata ed i film annessi e connessi venivano sfornati con frequenza periodica, oggi si ritorna al genere dopo una pausa di qualche decennio, si usano aggettivi diversi per descrivere i cosiddetti non- morti, grossi budget a disposizione che rendono i mostri più veritieri e si scelgono grandi nomi per richiamare pubblico.
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Il filone post apocalittico prende sempre più piede nel panorama cinematografico contemporaneo. Sono ormai decine i titoli ambientati in una terra desolata a seguito di una catastrofe naturale oppure, come nel caso di World War Z (USA, 2013), dopo una pandemia mondiale che rende gli uomini bestie feroci assetate di carne umana. Se negli anni 60/70 la parola zombie fu inflazionata ed i film annessi e connessi venivano sfornati con frequenza periodica, oggi si ritorna al genere dopo una pausa di qualche decennio, si usano aggettivi diversi per descrivere i cosiddetti non- morti, grossi budget a disposizione che rendono i mostri più veritieri e si scelgono grandi nomi per richiamare pubblico. Il tutto prendendo a prestito e rimescolando cose già viste, cercando di superare il predecessore in fatto di spettacolarità. Marc Foster è un buon regista, ha girato Quantum of Solace con eleganza, ma non ha ancora un curriculum tale da poter giustificare tutta questa fiducia da parte di una casa di produzione. Eppure quando Hollywood si mette in testa una cosa, come un infante prima o poi la ottiene ed eccoci con un kolossal dalle vertiginose riprese aree, scene di massa che solo un ricco fondo cassa può consentire e Brad Pitt a disposizione con faccia e soldi, contribuendo alla realizzazione del film da co-produttore avendone acquisito i diritti dallo scrittore Max Brooks, autore sella storia. Se ci limitassimo a guardare il film sotto l’ aspetto ludico, le 2 ore si possono investire per vederlo, ma personalmente farei fatica a rivederlo una seconda volta. E spiego i perché e i percome. Prima di ogni cosa la forma ancorché la sostanza degli zombie moderni ricorda in tutto e per tutto quelli di 28 giorni dopo di Danny Boyle (2002) ed i successivi presenti in Io sono leggenda (2007), anche se questi ultimi creati in computer grafica. Occorre poi affrontare la causa, prima ancora dell’ effetto, della “malattia” che si diffonde nel genere umano in quanto nel primo film il contagio nasce da scimmie idrofobe scappate da un laboratorio, nel secondo da un virus causato da un vaccino mentre in World War Z trattasi di infezione virale non meglio identificata. In tutti i casi, dunque, il tutto nasce per eventi banali sfuggiti al controllo causando un effetto a catena inarrestabile ed inoltre l’ infezione si diffonde attraverso il contatto col sangue (dunque aggressione fisica con relativo morso). Troppe similitudini, dunque. La novità in quest’ opera, comunque di buon livello, è la soluzione finale, ovviamente ideata dall’ autore del romanzo: gli zombie attaccano chiunque risparmiando solo pochi eletti per un motivo specifico che non rivelo a vantaggio di chi non ha ancora visto il film ma che suscita senz’ altro stupore. Per l’ aspetto recitativo Pitt non è in gran forma, fa lo stretto necessario e tra l’ altro con un’ acconciatura non idonea per un ex funzionario ONU come copione recita mentre il nostro Favino, presente ormai in pianta stabile in produzioni hollywoodiane, non convince, sembra quasi svogliato, forse perché i nostri attori non sono troppo avvezzi alle sequenze di azione e suspance, come in questo caso. Alla regia contesto il girato negli ambienti chiusi, mentre come detto le sequenze di massa sono ben sviluppate e spettacolari. Ma quanto di più sbagliato potesse esser proposto ad un grande pubblico è quanto visto nella parte centrale del film che mostra risvolti sociali attualmente irrealizzabili, ovvero una riappacificazione in Medio Oriente tra palestinesi ed israeliani in nome di una salvezza da trovare al di qua di un muro sempre più alto che circonda l’ intera Gerusalemme: non si può ridicolizzare in tal modo una guerra ideologica, politica ed etnico - culturale millenaria in nome di un film sugli zombie, anche se occorre ammettere che le sequenze in Terra Santa (girate in realtà a Malta) sono piene di una giusta tensione narrativa e vedono la presenza di un ottimo interprete quale Jurgen Warmbrunn nella parte del capo del Mossad. La mia è una critica sostanziale, sia chiaro, lungi da me sconsigliare il film che comunque non può mancare nella bacheca degli appassionati di genere, tra i quali risulta anche il sottoscritto. Diciamo che se il regista ed il team di sceneggiatori (quasi tutti provenienti da Lost) avessero provato a presentarci dei mostri meno “iperattivi” di quelli di Boyle e se non ci fosse stata la solita, immancabile metropoli americana a far da sfondo nel prologo del film (in questo caso Filadelfia), avrei potuto premiare maggiormente lo sforzo. Per ora, tra le pellicole filo zombie dell’ ultimo decennio posso affermare che Regno Unito batte USA 2 a 0 (28 giorni dopo, 28 settimane dopo).
Al film di Foster consegno un 6 di stima ma da rivedere lo stile recitativo (che dipende in buon parte dall’ impostazione che si dà alla pellicola, non solo dal talento degli interpreti) e il girato negli spazi interni. Rimandato a settembre.
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gattacan
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giovedì 24 ottobre 2013
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che spreco di soldi, tempo, attori e di zombi
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Gli zombi e tutti i mostri sono utili per rappresentare paure e oscurita dell'uomo e della società. Ma si può decidere di non sfruttare questo fatto in un film.
Gli zombi sono divertenti, lenti e stupidi sempre in cerca di cervelli, possono farti fare delle belle risate. Ma si può decidere di non sfruttare questo fatto in un film.
Gli zombi sono spaventosi, inesorabili,orribili, cannibali, possono davvero far urlare di paura. Ma si può decidere di non sfruttare questo fatto in un film.
Va bhè è inutile stare a parlare di zombi quando non è che centrino molto con 'sto film.
In questo film si è deciso di sfruttare (male) Brad Pitt.
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Gli zombi e tutti i mostri sono utili per rappresentare paure e oscurita dell'uomo e della società. Ma si può decidere di non sfruttare questo fatto in un film.
Gli zombi sono divertenti, lenti e stupidi sempre in cerca di cervelli, possono farti fare delle belle risate. Ma si può decidere di non sfruttare questo fatto in un film.
Gli zombi sono spaventosi, inesorabili,orribili, cannibali, possono davvero far urlare di paura. Ma si può decidere di non sfruttare questo fatto in un film.
Va bhè è inutile stare a parlare di zombi quando non è che centrino molto con 'sto film.
In questo film si è deciso di sfruttare (male) Brad Pitt.
Questo film è sul suo personaggio, un super qualcosa che lavora alle nazioni unite, cosa fa o cosa ha fatto non si sa. L'unica cosa chiara è che prima del film era già un grande per gli altri e che vive tutto il film senza quasi cambiare espressione (manco si mette il cappello per intendersi). Incontra gli zombi e non sgrana gli occhi, uccide per la prima volta uno zombi e lo fa come se tutte le domeniche le passasse così, è inseguito dagli zombi non suda non si agita neppure nel tono della voce, deve fare una scelta estrema e potenzialmente letale, non una lacrima non una contrizione. INtorno a lui la gente muore non un briciolo di orrore attraversa il suo sguardo.
Trova la soluzione al problema del film (non alla trama sciapa e alle scene iper cinetiche) e non si scalda.
Fa giusto un sorriso alla famiglia ritrovata. Povera Linden, potevano rimpiazzarla con un manichino, per lo meno non avrebbe dovuto sopportare la fastidiosa figliolanza.
In sintesi i pro:
- non c'è un minimo di violenza, l'atto più violento è perpetrato da Pitt.
- non perde (troppo) tempo e dopo aver dimostrato che Pitt vuol bene alle sue bimbe lo si manda subito in azione.
- Alcune scene sono abbastanza impressionanti.
In sintesi i contro:
- non c'è un minimo di violenza, l'atto più violento è perpetrato da Pitt.
-il film sembra non perdere tempo ma alla fine ti accorgi di aver sprecato due ore di vita.
- Le scene di azione sono malgirate, confuse e poco coinvolgenti, solo tanti zombi che saltano addosso alla gente non si sa per cosa, per fargli festa forse?
- L'interpretazione del protagonista (le altre sono del tutto superflue) è piatta, anti immedesimazione, noiosa e insensata. Empatizzo maggiormente con lo zombi che lo aspetta fuori dalla porta ticchettando i denti.
- la paura non c'è, la speranza neppure, c'è un tizio che va in missione e misteriosamente ci viene detto che l'ha portata a termine.
Se volevano farci vedere le scene "pheeghe" delle cataste di zombi bastava il trailer, gli avremmo detto pure "bravi!"
Do due stelle perchè "ciliegine" è irraggiungibile ma ci manca veramente poco.
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