annalisarco
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mercoledì 16 ottobre 2013
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u.s.a sgretolati dall'interno: white house down!
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Roland Emmerich si conferma un asso degli action/disaster movies firmando "Sotto Assedio", dove racconta la presa della Casa Bianca dal suo interno da parte di criminali non delle migliori intenzioni, che scelgono però il giorno sbagliato per mettere sotto scacco la White House: l'agente Cale (Channing Tatum) si trova lì per sostenere un colloquio ed entrare a far parte della scorta del Presidente Sawyer (Jamie Foxx). Gli darà non poco filo da torcere. "White House Down" (titolo originale) apre molti temi di interesse americano, a cominciare dall'eterno conflitto con il Medio Oriente, i milioni di soldati rimasti uccisi da strategie americane non proprio andate a buon fine, e la dubbia sicurezza degli Stati Uniti.
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Roland Emmerich si conferma un asso degli action/disaster movies firmando "Sotto Assedio", dove racconta la presa della Casa Bianca dal suo interno da parte di criminali non delle migliori intenzioni, che scelgono però il giorno sbagliato per mettere sotto scacco la White House: l'agente Cale (Channing Tatum) si trova lì per sostenere un colloquio ed entrare a far parte della scorta del Presidente Sawyer (Jamie Foxx). Gli darà non poco filo da torcere. "White House Down" (titolo originale) apre molti temi di interesse americano, a cominciare dall'eterno conflitto con il Medio Oriente, i milioni di soldati rimasti uccisi da strategie americane non proprio andate a buon fine, e la dubbia sicurezza degli Stati Uniti. Il film si incentra infatti sulla figura di Cale, l'unico "soldato americano" all'interno della Casa Bianca a non lavorare per loro, ma allo stesso tempo l'unico in grado di portare in salvo il Presidente e scongiurare un attacco di dimensioni mondiali. Emmerich sottolinea così l'inefficienza delle truppe americane: carri armati, soldati, CIA, Intelligence, nessuno riesce a prendere in mano la situazione. Il che ci fa soregre il dubbio sulla reale efficenza del governo americano... Troppi gli episodi storici, a iniziare dall'11 Settembre, che spingomo a dubitare, complottismo a parte. E ciò che viene fuori guardando Sotto Assedio, è anche la fragilità di uno Stato che, simbolicamente, si sgretola dall'interno, nel suo simbolo maggiore: la Casa Bianca. Molti i richiami al Presidente Obama, molti pronti a puntare il dito contro il suo governo, responsabile per alcuni del decadimento degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, Emmerich lancia un messaggio positivo: è possibile risollevare le sorti degli Stati Uniti, eliminare i buchi interni che non permettono la ripresa, fidarci di un Presidente che farebbe di tutto per il suo Paese. Questo almeno è quello che ha fatto Jamie Foxx interpretando un Presidente simpatico, atletico, sorprendentemente pronto all'azione in caso di bisogno, passando sopra al suo "Nobel per la Pace". Sul piano tecnico, Emmerich non ci risparmia grandi riprese, elemento caratterizzante di tutti i suoi film ("Independence Day", "2012") e ci racconta 137 minuti di adrenalina pura. Come sempre presente è il difficile rapporto padre-figlio che si risalda solo dopo il gesto eroico da parte del padre. Buon film dunque, che non accoglierà l'approvazione di tutti (americani in primis) proprio per i temi trattati e per come viene dipinto uno dei colossi mondiali: uno Stato impreparato, fragile, che perde facilmente il controllo e che vede la guerra come unica soluzione ad ogni problema.
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elet88
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lunedì 10 marzo 2014
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voto: 2 o 3 stelle? scelgo 3 e vi spiego perché
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All'inizio del 2013, nelle sale cinematografiche serpeggiava Olympus Has Fallen, un film in cui c'è una fi*ata di titolo con un grandissimo attore (Morgan Freeman) che ti chiedi come sia potuto finire in una baraonda del genere senza senso e tanta stupidità.
Alla fine del 2013 serpeggiava invece Sotto Assedio (White House Down), un film d'azione che, preso per quel che è, non ha nulla da rimpiangere. Verrebbe solo da chiedersi come mai accadano certe cose: un hacker informatico che si impossessa del NORAD (e non solo) senza che qualcuno se ne accorga e può lanciare un missile (un ICBM) che andrà ad intercettare l'Air Force One in volo colpendolo materialemente (cosa del tutto assurda e insensata).
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All'inizio del 2013, nelle sale cinematografiche serpeggiava Olympus Has Fallen, un film in cui c'è una fi*ata di titolo con un grandissimo attore (Morgan Freeman) che ti chiedi come sia potuto finire in una baraonda del genere senza senso e tanta stupidità.
Alla fine del 2013 serpeggiava invece Sotto Assedio (White House Down), un film d'azione che, preso per quel che è, non ha nulla da rimpiangere. Verrebbe solo da chiedersi come mai accadano certe cose: un hacker informatico che si impossessa del NORAD (e non solo) senza che qualcuno se ne accorga e può lanciare un missile (un ICBM) che andrà ad intercettare l'Air Force One in volo colpendolo materialemente (cosa del tutto assurda e insensata). Una curiosità: nel trailer vi sono scene non presenti nel film di questo momento, l'inquadratura è infatta diversa. Questo hacker salterà in aria a causa di una bomba per cause ignote.
L'ex agente traditore e responsabile dell'assedio intenzionato a distruggere l'Iran per mettere la parola fine alle guerre laggiù (almeno lui la vede così...) ma che perde tempo quando è il momento di premere il pulsante di lancio, con gesti lenti e pensosi.
Un Foxx che impersona un Barack Obama scattante e in forma (sicuramente meglio di quando Harrison Ford nel bello Air Force One "impersonava" un'improbabile Clinton/Bush nella stessa situazione. Tra l'altro vedere un Bush che si sporge dalla Limousine con un lanciarazzi in mano sarebbe alquanto grottesco; Foxx/Obama è invece apprezzabile e simpatico).
La bambina che sventola la bandiera come segnale di cessare l'attacco (che ricorda Nicolas Cage in The Rock col fumo verde - scena stupenda nel film di Bay).
Che dire, un buon film d'azione da 3 stelle poiché capace di intrattenerti in una serata di puro divertimento, con un buon ritmo, un plot trito e ritrito ma apprezzabile, e poca stupidità da parte dei personaggi (l'inverso di Olympus Has Fallen, dove si abbatteva un C-130 Spectre direttamente sul centro abitato! F*ck yeah!).
Un dubbio però rimane: se l'hacker aveva in mano il NORAD che coordina i lanci degli ICBM statunitensi, ed era in grado di lanciare dei missili, perchè serviva la nuclear footbal presidenziale? Potevano attaccare l'Iran direttamente da lì.
Mah, misteri della settima arte.
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liuk!
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venerdì 10 gennaio 2014
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azione pura
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Azione allo stato puro in un contesto assolutamente non plausibile dove la Casa Bianca viene assediata da un'armata Brancaleone di asiatici. Dove l'esercito, FBI, CIA e chi più ne ha più ne metta, falliscono miseramente, ecco un uomo solo, un rinnegato del presidente, che sconfigge tutti e salva il mondo dalla distruzione. Che spettacolo!!!
Se volete un' Americanata con la A maiuscola l'avete sicuramente trovata.
Di certo un film che non annoia.
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purplerain
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venerdì 31 gennaio 2014
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povera casa bianca!!
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La casa bianca è di nuovo sotto assedio. Dopo attacco al potere ci tocca assistere quasi ad un remake in pieno stile holliwoodiano. Tutto sommato però il compito del regista, tutt’altro che facile, dato il tema, riesce nel suo intento, cioè quello di creare un film che tenga lo spettatore incollato allo schermo fino al classico quanto scontato finale. A differenza di “attacco al potere” l’eroe di turno non è uno della scorta ma un aspirante, bocciato al colloquio ma pronto a calarsi nella parte dell’eroe per il bene del paese e per salvare sua figlia, prigioniera dei terroristi. Almeno stavolta la matrice non è né islamica né orientale, ma i nemici sono altri.
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La casa bianca è di nuovo sotto assedio. Dopo attacco al potere ci tocca assistere quasi ad un remake in pieno stile holliwoodiano. Tutto sommato però il compito del regista, tutt’altro che facile, dato il tema, riesce nel suo intento, cioè quello di creare un film che tenga lo spettatore incollato allo schermo fino al classico quanto scontato finale. A differenza di “attacco al potere” l’eroe di turno non è uno della scorta ma un aspirante, bocciato al colloquio ma pronto a calarsi nella parte dell’eroe per il bene del paese e per salvare sua figlia, prigioniera dei terroristi. Almeno stavolta la matrice non è né islamica né orientale, ma i nemici sono altri. Così come in molti dei lavori precedenti, Emmerich si affida alla sua bravura nell’utilizzo degli effetti speciali e si avvale dell’uso di proiettili degni del miglior film di genere spara tutto; la figura del protagonista è un Channin Tatum sempre più convincente e aiutato da una sceneggiatura abbastanza fluida e all’uso della più classica ironia dei film di genere, che abbraccia molto come approccio un’ altra pellicola famosissima del regista, cioè “Indipendence day” , il film ci regala uno spettacolo piacevole, a volte scontato e anche un po’ ripetitivo, ma almeno, viaggiando tra il reale e il surreale, evita di annoiare e esagera il giusto!! Resta tuttavia un film che sembra ricalcare un po’ troppo pellicole già viste, inutile citarle, e uscendo poco dopo attacco al potere il film non può che sembrare una copia quasi conforme, ma almeno ha il pregio di divertire e restare interessante fino alla fine.
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luigi chierico
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lunedì 9 giugno 2014
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si salvi chi puo’
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Ancora una volta la solida democrazia pacifista dell’America, ma con le armi a portata di mano, è il pretesto per fare un film che vuol essere una denuncia e minaccia insieme, quasi a dire “guardate cosa può succedere!”. Non è bastato eliminare il più grande presidente democratico e suo fratello. Era il 22 novembre del 1963 quando a Dallas veniva vigliaccamente ucciso John Fitzgerald Kennedy. Il tema del sequestro del Presidente, di un attentato, di un tradimento da parte degli uomini che più gli sono vicini, segretari e consiglierei, senatori e ministri della difesa, è molto caro agli americani, non se ne comprende la ragione. Lo stesso tema, se non assente,è così poco presente nella storia del cinema italiano, francese ed inglese.
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Ancora una volta la solida democrazia pacifista dell’America, ma con le armi a portata di mano, è il pretesto per fare un film che vuol essere una denuncia e minaccia insieme, quasi a dire “guardate cosa può succedere!”. Non è bastato eliminare il più grande presidente democratico e suo fratello. Era il 22 novembre del 1963 quando a Dallas veniva vigliaccamente ucciso John Fitzgerald Kennedy. Il tema del sequestro del Presidente, di un attentato, di un tradimento da parte degli uomini che più gli sono vicini, segretari e consiglierei, senatori e ministri della difesa, è molto caro agli americani, non se ne comprende la ragione. Lo stesso tema, se non assente,è così poco presente nella storia del cinema italiano, francese ed inglese. Non è il caso di fare il lungo elenco, ma cito uno per tutti” Sette giorni a maggio”. Siamo su un altro pianeta, un cinema senza uso di armi, senza inseguimenti e senza bambini. Colossi del cinema degli anni 60 quali: Fredric March, Martin Balsam Edmond O'Brien, Burt Lancaster, Kirk Douglas.
Qui Roland Emmerich non è chiamato a controllare e dirigere l’interpretazioni di attori, a fare attenzione al dialogo, ad una storia possibile, ma incredibile.
Deve badare ai milioni e milioni di colpi di scena, no scusate, di pistola, fucili, mitra, cannoni, razzi,lanciafiamme, bazzuca, bombe a mano, chi più ne ha più ne metta. Una specie di fuochi d’artificio, questo l’artificio del regista e di chi si è spacciato per sceneggiatore e coreografo per mostrare elicotteri fatti a pezzi,fuochi e fiamme.
Deve badare che una bambina non si perda nella …..Casa Bianca trasformata nella casa delle meraviglie. Meraviglia tutto quello che accade e non accade sotto gli occhi di tutti,senatori, ufficiali,personale addetto alla difesa, dov’ è finita la FBI e la CIA?
Migliaia e migliaia di traditori compiacenti la follia di un solo uomo, un padre sciagurato, già perché ha avuto la sciagura di perdere un figlio in una guerra che purtroppo non si è più fatta.
Saltano in aria palazzi, piani, oggetti preziosi, posti di comando, salta, fisicamente, da acrobata il protagonista affidato al povero Channing Tatum, che ha la sventura di essere il padre della novella Alice, già perché non ha un nome nel film, si sa che la brava interprete è John Cale. Come in tutti i film americani d’azione non manca l’inseguimento in auto, scorribande, testa e coda, speronamenti, tamponamenti, colpi di fianco a destra e a manca; manca la credibilità in tutto quel si mostra, come se fosse tutto ovvio. Ovviamente l’eroe è fatto a pezzi, prende botte da orbi, già i tanti cecchini non riescono a colpirlo con le armi e devono ricorrere alle mani ed altro, ma per l’eroe sono “bazzecole, quisquiglie, pinzillacchere” come diceva il grandissimo indimenticabile comico:TOTO’.
E per chi vuol assistere a questo genere di film posso dire ancora una volta con TOTO’ : “Siamo uomini o caporali?”.chibar22@libero.it
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ultimoboyscout
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martedì 30 settembre 2014
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il presidente con le air jordan!
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"Master of destruction", al secolo Roland Emmerich, colpisce ancora e dopo aver fatto tremare o saltare del tutto pezzi di mondo, decide di far cadere la Casa Bianca, nella quale il regista tedesco entra per la quarta volta. Dopo il flop di "Anonymous", Emmerich torna al genere che più gli si addice e meglio gli riesce, quello dei disastri abbinati ai pop corn, nobilitato da un cast di tutto rispetto. E' la storia di John Cale, un poliziotto che spera di entrare nei servizi segreti, che accompagna la propria giovane figlia per un tour nella Casa Bianca. Ma un commando di terroristi si impossessa del palazzo e l'ultimo baluardo è proprio Cale, che deve salvare figlia e Presidente. Film che non è peggio di tanti altri action ma neanche meglio, è piuttosto un mix abilmente assemblato di tanti e rivisti cliché che arricchiscono e spesso ammorbano il genere uniti a fracasso continuo e dosi massicce di testosterone, effetti speciali e personaggi fin troppo piatti e bidimensionali.
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"Master of destruction", al secolo Roland Emmerich, colpisce ancora e dopo aver fatto tremare o saltare del tutto pezzi di mondo, decide di far cadere la Casa Bianca, nella quale il regista tedesco entra per la quarta volta. Dopo il flop di "Anonymous", Emmerich torna al genere che più gli si addice e meglio gli riesce, quello dei disastri abbinati ai pop corn, nobilitato da un cast di tutto rispetto. E' la storia di John Cale, un poliziotto che spera di entrare nei servizi segreti, che accompagna la propria giovane figlia per un tour nella Casa Bianca. Ma un commando di terroristi si impossessa del palazzo e l'ultimo baluardo è proprio Cale, che deve salvare figlia e Presidente. Film che non è peggio di tanti altri action ma neanche meglio, è piuttosto un mix abilmente assemblato di tanti e rivisti cliché che arricchiscono e spesso ammorbano il genere uniti a fracasso continuo e dosi massicce di testosterone, effetti speciali e personaggi fin troppo piatti e bidimensionali. Ma in un action come questo fa specie vedere un presidente, ritagliato su misura del vero inquilino della Casa Bianca, in versione spalla comica. La pellicola strizza l'occhio al recentissimo e molto (troppo) simile "Attacco al potere" con Gerard Butler nei panni del salvatore, gli è complessivamente inferiore ma ne è più grande per il senso dello spettacolo di Emmerich. Il regista non risparmia proprio nulla, inserendo in una struttura da buddy movie eroismo, patriottismo, spari a profusione ed elicotteri che sfondano case. Il tono però è tutto tranne che solenne, vira verso la commedia col duo Tatum-Foxx libero di dar sfogo a trovate simpatiche e siparietti divertenti.
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themaster
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mercoledì 24 dicembre 2014
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divertente,ma mediocre
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Roland Emmerich come dico sempre ha sfornato,oltre che ad un bellissimo esordio,alcuni tra i film più brutti della storia del cinema,tra cui Godzilla,Stargate,Independence Day e Il Patriota,molti dicono anche The Day After Tomorrow,ma io non sono d'accordo.
Ecco che il regista più pachidermico e venduto di hollywood tira fuori,una pellicola d'azione degna del peggior shooter alla Pierre Morel,imbroccandone tuttavia qualcuna in più rispetto a questi pezzenti,ovvero: non si prende sul serio e non pretende di essere altro se non un film tamarro e cazzaro all'inverosimile,ora questi due aspetti non lo rendono un buon film ma aiutano a dargli un tre anzichè un due.
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Roland Emmerich come dico sempre ha sfornato,oltre che ad un bellissimo esordio,alcuni tra i film più brutti della storia del cinema,tra cui Godzilla,Stargate,Independence Day e Il Patriota,molti dicono anche The Day After Tomorrow,ma io non sono d'accordo.
Ecco che il regista più pachidermico e venduto di hollywood tira fuori,una pellicola d'azione degna del peggior shooter alla Pierre Morel,imbroccandone tuttavia qualcuna in più rispetto a questi pezzenti,ovvero: non si prende sul serio e non pretende di essere altro se non un film tamarro e cazzaro all'inverosimile,ora questi due aspetti non lo rendono un buon film ma aiutano a dargli un tre anzichè un due. Per quanto non sia girato particolarmente bene e gli effetti speciali siano di media fattura,il film riesce a intrattenere blandamente per ben due ore e qualcosa di più,senza comunque offrire una sequenza degna di tale nome o che resti nella mente.
I punti di forza maggiori di questo White House Down sono di sicuro il cast,composto da attori in grande spolvero tra cui spicca su tutti il grande Jason Clarke che,nel ruolo del villain Emile Stenz ha fatto un ottimo lavoro,rendendolo umano e non una macchina che è cattiva perchè deve esserlo o perchè comunista,come era Rick Yune in Olympus Has Fallen,Clarke è stato bravo a conferire un carattere al suo personaggio,rendendolo accattivante e figo da vedere in azione. Channing Tatum è un attorucolo che funziona in questo tipo di ruoli e Richard Jenkins è stato bravissimo. Maggie Gyllenhaal è stata sprecatissima così come lo è stato Jamie Foxx che non capisco come mai ha dato una performance orribile,ma quando dico orribile intendo cagnesca,il che è strano perchè è già la seconda interpretazione pessima che mi offre nel giro di un paio d'anni,la prima è in The Amazing Spiderman 2 e adesso me lo ritrovo qui,spero che questo interprete che io stimo non diventi una sorta di nuovo Nicolas Cage. James Woods avrebbe fatto meglio a starsene in pensione e per il resto non ci sono state particolari sorprese dal punto di vista del cast,il secondo punto di forza è il ribaltamento dei canoni del buddy movie classico e dell'eroe americano,questa è una cosa che si nota in sceneggiatura ed è effettivamente sorprendente,i protagonisti,gli eroi della situazione,sono rappresentati come degli idioti totali,mentre i cattivi sono decisamente superiori a loro,in tutto,questa cosa non è stata male,peccato sia l'unica cosa notevole,oltre a Jason Clarke di tutto il film.
In sintesi White House Down è un film che fa acqua da ogni parte,sia in sceneggiatura,che nelle interpretazioni,che nella regia,il tutto è mediocre,a tratti pessimo,tuttavia probabilmente Emmerich sa quali sono i suoi limiti e ha deciso di accettare la sua incapacità dirigendo un film che per quanto malfatto possa essere diverte e offre una buona azione,da non vedere al cinema comunque,nè in dvd,bensì da scaricare in versione piratata,non perchè io sia a favore della pirateria,anzi,però con un film del genere non vedo in che altro modo ci si possa comportare.
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elgatoloco
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sabato 18 agosto 2018
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emmerich, europeo ormai solidamente usa
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Roland Emmerich, regista europeo(germanico)ormai solidamente made in USA, su una sceneggiatura di James Venderbilt costruisce un film ad usum solo"gringo"?No, meglio, unicamente spettacolare ma ad maiorem gloriam USA, con un guovane presidente, non a caso nero-afroamericano, con questo"Wthite House Down"(2013), film che ha tutte le caratterisitiche che avevano i film precedenti, con particolare rispetto a"Indipendence Day"(1996), poco dopo"Anonymus"(2011)e poco prima di"Indipendence Day"-nuova versione del 2016, con inusitate"deviazioni"spaziali, quasi SF... La ricetta è sempre la stessa. con una grande esibizione di spettacolarità(e là Emmerich si districa benissimo, avendo un background annoso di frequenza a Hollywood, per cui riesce a costruire situazioni sempre a loro modo credibili, anche quando rasentano l'"impossibile"o ciò che si crede tale, ossia salti"inverosimili"e atti di eroismo altrimenti inspiegabili), l'eroismo al massimo for the american State, dove dire"America"negli States vuol dire tout court USA=America, come dimostra un inno nazionale come"America", cantato anche da Elvis Presley, tra gli altri.
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Roland Emmerich, regista europeo(germanico)ormai solidamente made in USA, su una sceneggiatura di James Venderbilt costruisce un film ad usum solo"gringo"?No, meglio, unicamente spettacolare ma ad maiorem gloriam USA, con un guovane presidente, non a caso nero-afroamericano, con questo"Wthite House Down"(2013), film che ha tutte le caratterisitiche che avevano i film precedenti, con particolare rispetto a"Indipendence Day"(1996), poco dopo"Anonymus"(2011)e poco prima di"Indipendence Day"-nuova versione del 2016, con inusitate"deviazioni"spaziali, quasi SF... La ricetta è sempre la stessa. con una grande esibizione di spettacolarità(e là Emmerich si districa benissimo, avendo un background annoso di frequenza a Hollywood, per cui riesce a costruire situazioni sempre a loro modo credibili, anche quando rasentano l'"impossibile"o ciò che si crede tale, ossia salti"inverosimili"e atti di eroismo altrimenti inspiegabili), l'eroismo al massimo for the american State, dove dire"America"negli States vuol dire tout court USA=America, come dimostra un inno nazionale come"America", cantato anche da Elvis Presley, tra gli altri. In questo senso bene l'eroe Channing Tatum, ma emerge anche la figlia(nel ruolo, ovviamente) Joey King, appena undicenne"ribelle" saputella. Da non trascurare l'omaggio a Obama, come accennato, allora(2013)presidente, dove anche Garcelle Beauvais, nella parte di Michelle OBama, appunto allora first lady, ricalca, pur con un altro nome, l'ex-presidente... Un omaggio, diremmo, voluto, dove stavolta(senza vcler togliere la sorpresa a eventuali neo-spettatori...)l'attacco non viene da terrorsti ISIS o comunque anti-USA, ma dai"duri"(neofascisti o come si vogliano definire)dell'estrema destra ipernazionalista USA, con un James Woods particolarmente profilato, da inteprete consumato e sempre efficacissimo quale è. Film che, peraltro, non sono assolutamente"pacificisti", anzi vedono come necessario l'injtervento bellico(anche in forma di invasione)quando necessario...dove la consideerazione rimane al singolo spettatore/fruitore, ovviamente... Film da prendere o lasciare a seconda della sensibilità e dell'orientamento ideale, come ovvio. El Gato
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vincenzo iennaco
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domenica 6 ottobre 2013
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l'apocalisse alla emmerich entra alla casa bianca
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La guardia del corpo John Cale si reca alla Casa Bianca per un colloquio di lavoro per entrare nello staff della sicurezza del Presidente degli Stati Uniti. E, per recuperare il rapporto con la figlia, la porta con sé per un tour all'interno della residenza presidenziale. Ma un commando ben organizzato sta mettendo in atto l'occupazione dell'edificio con lo scopo di costringere il Presidente ad innescare il dispositivo di attacco atomico a varie nazioni. Neutralizzati tutti i sistemi di difesa da parte dei terroristi, spetterà proprio a Cale accollarsi la sicurezza del Presidente e l'incolumità della figlia.
Il buon Emmerich sa di certo il fatto suo nel confezionare un action-movie adrenalinico e dal ritmo serrato, nonostante il plot trito e ritrito.
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La guardia del corpo John Cale si reca alla Casa Bianca per un colloquio di lavoro per entrare nello staff della sicurezza del Presidente degli Stati Uniti. E, per recuperare il rapporto con la figlia, la porta con sé per un tour all'interno della residenza presidenziale. Ma un commando ben organizzato sta mettendo in atto l'occupazione dell'edificio con lo scopo di costringere il Presidente ad innescare il dispositivo di attacco atomico a varie nazioni. Neutralizzati tutti i sistemi di difesa da parte dei terroristi, spetterà proprio a Cale accollarsi la sicurezza del Presidente e l'incolumità della figlia.
Il buon Emmerich sa di certo il fatto suo nel confezionare un action-movie adrenalinico e dal ritmo serrato, nonostante il plot trito e ritrito. Sorvolando sui parossismi narrativi, discutibili ma necessari per una buona resa dell'azione, disturba un po' la rappresentazione quasi parodistica del Presidente degli Stati Uniti, ed anche se può strappare qualche sorriso a stemperare la tensione, ai fini della storia e del contesto può apparire quantomeno inappropriato.
Ma nel complesso, per quanto riguarda l'impatto visivo ed emotivo, questo ulteriore scenario apocalittico alla Emmerich offre un puro intrattenimento per un pomeriggio piovoso.
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[+] film penoso
(di jack1971)
[ - ] film penoso
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