Via Castellana Bandiera |
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Un film di Emma Dante.
Con Emma Dante, Alba Rohrwacher, Elena Cotta, Renato Malfatti, Dario Casarolo, Carmine Maringola.
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Drammatico,
durata 94 min.
- Italia, Svizzera 2013.
- Cinecittà Luce
uscita giovedì 19 settembre 2013.
MYMONETRO
Via Castellana Bandiera
valutazione media:
2,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una grande opera primadi MicheleFeedback: 3116 | altri commenti e recensioni di Michele |
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giovedì 19 settembre 2013 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Presentato in concorso alla 70a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 'Via Castellana Bandiera' è il film d'esordio della regista teatrale Emma Dante. C'era grande curiosità intorno a questa pellicola, sia perché si trattava di un'opera prima e poi perché i film italiani al Lido sono sempre molto attesi nella speranza di avere qualche segnale di risveglio da parte del nostro cinema anche se non trovano mai facile terreno di conquista. Il Festival è sempre una prova ardua da superare per i nostri autori e sono molti i registi con un curriculum importante alle spalle che spesso hanno abbandonato la kermesse con qualche sassolino di troppo nella scarpa, tanto da voler, in certi casi addirittura, rinunciare a ripresentare un proprio film. E' un viziaccio tipicamente italiano quello di essere sempre esageratamente critici e crudeli verso se stessi e ciò che ci rappresenta, però non è questo il caso. Emma Dante firma una grande pellicola, un mirabile affresco di uno spaccato sociale italiano che ha la capacità di trasformarsi in corso d'opera, in un progetto di più ampio respiro, in una metafora della condizione generale in cui versa il nostro paese, bloccato e assolutamente non in grado di andare avanti. La storia è semplice: due auto con alla guida due donne, Rosa (Emma Dante) e Samira (Elena Cotta), si ritrovano a dover attraversare lo stesso tratto di strada in mezzo alle case, in una zona ai margini di Palermo tra il mare e la montagna, ma la via è troppo stretta perché entrambe le macchine vi possano transitare nei due sensi di marcia. Nessuna delle due protagoniste vuole retrocedere o cedere il passo all'altra, fino ad arrivare ad un tragico epilogo. La storia che Emma Dante porta sullo schermo acquista fin da subito una vocazione che va oltre il singolo dato di fatto, oltre l'episodio rappresentato. La storia si erge pian piano come una sorta di allegoria sociale non tanto di una zona geopolitica ben definita del nostro territorio, quanto piuttosto di una condizione che riguarda l'intero italico paese, dove l'ambizione personale e il mito supremo dell'individualismo dominano incontrastati nei confronti del processo di coesione sociale che dovrebbe essere alla base di una società sana e libera. Ognuna delle due donne al volante non ha mai intenzione di arrendersi, entrambe marcano il proprio territorio come le bestie facendo pipì sulla strada, si sfidano a colpi di sguardi, vigilano costantemente l'una sull'altra. Dall'altra parte, l'ambiente umano intorno a loro, non cerca mai di trovare una soluzione ragionevole per sistemare la vicenda, ma vede in questo episodio un'occasione per trarne un profitto economico, scommettendo su chi delle due cederà prima. Il film cresce mano a mano che va avanti e riesce, partendo dal particolare a lanciare un messaggio di allarme universale per quanto riguarda la condizione umana nella sua interezza, sempre più guidata dalle logiche egoistiche del profitto e della speculazione che hanno soppiantato definitivamente ogni valore morale e di cooperazione tra esseri viventi. Una prova ardua per una regista esordiente che riesce sempre a mantenere alto il livello della tensione, senza annoiare mai. In particolar modo ci regala un grande finale, attraverso un'unica inquadratura, che disvela allo spettatore un'altra lettura della storia, una sorta di speranza, di via alternativa che però l'essere umano oggi, non sembra proprio in grado di cogliere.
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