intothewild4ever
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mercoledì 18 dicembre 2013
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un "simpatico" via vai
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Un fantastico via vai segna probabilmente la maturità del Pieraccioni uomo, il quale ormai sente fortemente il suo nuovo ruolo di padre e lo trasporta tutto nella sua pellicola e nella sua vena creativa. Peccato però che tutto ciò si traduca in un film che risulta molto paternalistico e molto distaccato dalla realtà. Pieraccioni descrive, o meglio prova a descrivere, il mondo dei giovani. Ci si immerge dentro, rimesta, affonda...e affoga.
Affoga perché racconta un mondo dei giovani totalmente dissociato dalla realtà, dimostrando di conoscere i giovani di oggi poco e male, creando dei personaggi legati più alla sua memoria di giovane degli anni '80, che contemporanei.
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Un fantastico via vai segna probabilmente la maturità del Pieraccioni uomo, il quale ormai sente fortemente il suo nuovo ruolo di padre e lo trasporta tutto nella sua pellicola e nella sua vena creativa. Peccato però che tutto ciò si traduca in un film che risulta molto paternalistico e molto distaccato dalla realtà. Pieraccioni descrive, o meglio prova a descrivere, il mondo dei giovani. Ci si immerge dentro, rimesta, affonda...e affoga.
Affoga perché racconta un mondo dei giovani totalmente dissociato dalla realtà, dimostrando di conoscere i giovani di oggi poco e male, creando dei personaggi legati più alla sua memoria di giovane degli anni '80, che contemporanei. Il film ha i suoi risvolti romantici, e dispensa comunque piccole riflessioni da condividere, ma risulta troppo debole dal lato attoriale e creativo, e soprattutto dal punto della trama.
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mickey97
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lunedì 23 dicembre 2013
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film che arriva allo spettatore, bravo pieraccioni
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Pieraccioni ritorna al cinema con un fantastico via vai pronto a darsi battaglia con gli altri film di Natale per la conquista del botteghino ma, nel caso non dovesse risultare il vincitore di questa disputa comunque amichevole non rimane altro che ricordare un prodotto decisamente valido che è arrivato allo spettatore. Pieraccioni sorprende e realizza un film che va al di là delle aspettive dello spettatore, però bisogna precisare che non si tratta di una commedia ma di una pellicola seria ma nel contempo simpatica, la quale ricorda gli universitari di Moccia con tanto di problemi personali annessi. Arnaldo Naldi ha 45 anni ed è un imprenditore serio oltre ad essere sposato con Anita, la quale lo lascia per via di uno stupido fraintendimento, ma non è il primo e nemmeno l'ultimo visto che ve ne sono altri un pò banalotti ma è inutile farsene un dramma perchè il film comunque funziona molto bene con un Pieraccioni pienamente capace di inserirsi all'interno di un contesto intelligente, al quale bisogna rendergli atto del fatto che è riuscito ad articolare il suo film attorno alle note ispirazioni inerenti al bellissimo film di Moccia.
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Pieraccioni ritorna al cinema con un fantastico via vai pronto a darsi battaglia con gli altri film di Natale per la conquista del botteghino ma, nel caso non dovesse risultare il vincitore di questa disputa comunque amichevole non rimane altro che ricordare un prodotto decisamente valido che è arrivato allo spettatore. Pieraccioni sorprende e realizza un film che va al di là delle aspettive dello spettatore, però bisogna precisare che non si tratta di una commedia ma di una pellicola seria ma nel contempo simpatica, la quale ricorda gli universitari di Moccia con tanto di problemi personali annessi. Arnaldo Naldi ha 45 anni ed è un imprenditore serio oltre ad essere sposato con Anita, la quale lo lascia per via di uno stupido fraintendimento, ma non è il primo e nemmeno l'ultimo visto che ve ne sono altri un pò banalotti ma è inutile farsene un dramma perchè il film comunque funziona molto bene con un Pieraccioni pienamente capace di inserirsi all'interno di un contesto intelligente, al quale bisogna rendergli atto del fatto che è riuscito ad articolare il suo film attorno alle note ispirazioni inerenti al bellissimo film di Moccia. Pieraccioni ci presenta Edoardo, il ragazzo che non trova il coraggio di presentarsi al padre della sua fidanzata visto che quest'ultimo è razzista e non sopporta i neri, coloro che sono diversamente colorati, poi c'è Marco con l'ambizione di divenire un chirurgo nonostante abbia paura del sangue, poi troviamo Camilla, la quale è all'ottavo mese di gravidanza e alla fine c'è Anna che ha perso i contatti con il padre. Pieraccioni quindi ci presenta le problematiche di questi ragazzi facendo sì che il suo prodotto ci tocchi dentro e lasci il segno e in effetti ci è riuscito.
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marce84
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sabato 4 gennaio 2014
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un fantastico peter pan
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Un fantastico via vai non delude le aspettative, anzi rappresenta l’ennesima conferma della bravura di Pieraccioni. Perché il regista toscano è un maestro di quel genere di commedia, in cui si mescolano risate, malinconia, sorrisi e leggerezza. Molti critici hanno notato che in quest’ultimo film Pieraccioni ha fatto un ulteriore passo verso la maturità. E’ vero, la storia d’amore che ha come protagonista principale lui con una figura femminile, spesso latina, non è più il filo conduttore della vicenda, ma già in “Io e Marylin” del 2009 Pieraccioni aveva cambiato registro, incentrando la trama del film su una crisi matrimoniale di un uomo di mezz’età con figlia annessa.
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Un fantastico via vai non delude le aspettative, anzi rappresenta l’ennesima conferma della bravura di Pieraccioni. Perché il regista toscano è un maestro di quel genere di commedia, in cui si mescolano risate, malinconia, sorrisi e leggerezza. Molti critici hanno notato che in quest’ultimo film Pieraccioni ha fatto un ulteriore passo verso la maturità. E’ vero, la storia d’amore che ha come protagonista principale lui con una figura femminile, spesso latina, non è più il filo conduttore della vicenda, ma già in “Io e Marylin” del 2009 Pieraccioni aveva cambiato registro, incentrando la trama del film su una crisi matrimoniale di un uomo di mezz’età con figlia annessa. Tuttavia, i risultati di quest’ultimo lavoro sono superiori: l’interpretazione risulta credibile, la storia strappa risate ed emoziona, perché gli attori sembrano molto coinvolti nella situazione rappresentata e ci mettono qualcosa di vero. Tutto ciò è anche merito di una sceneggiatura ben scritta dallo stesso regista e dalla new entry Paolo Genovese, già regista di Immaturi e del bellissimo Una famiglia perfetta. La parte che riesce meglio del film è l’empatia che si instaura tra lo spettatore e i 4 studenti inquilini, compreso l’inquilino più anziano: ci identifichiamo in loro, nei loro problemi, le loro difficoltà nell’affrontare la vita, le loro speranze, il loro modo di approcciare il mondo. Pieraccioni, seppur si possa ancora considerare il protagonista, si fa quasi da parte e lascia la scena principale a loro, ai ventenni di oggi. Sono loro, in buona parte del film, ad essere al centro. Questa può essere, a mio avviso, una diversità rispetto agli altri film in cui il regista toscano era anche il protagonista principale. Perché la storia dell’uomo di mezz’età in crisi esistenziale è solo un pretesto per parlare e riflettere sulla giovinezza, sul tempo che passa, anche dal punto di vista di un quarantenne che si trova, improvvisamente per gli scherzi del destino, ad essere catapultato a quell’epoca della vita. Anche se è passato qualche anno da Il Ciclone e Fuochi d’artificio, Pieraccioni è davvero abile a parlare a quel Peter Pan che è in ognuno di noi, a quella resistenza a voler crescere, al non rassegnarsi agli anni che passano e a vivere la crescita con una consapevolezza malinconica del tempo che passa.
La toscanità rimane un elemento forte anche in questo film, ma la mischia ad altri personaggi con una forte inflessione dialettale: personaggi romaneschi, siciliani.
A tutto questo si aggiunge un tocco di leggerezza, di ironia e di poesia che pervade tutto il film grazie ad una colonna sonora mai invadente. VOTO 7
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ultimoboyscout
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venerdì 7 febbraio 2014
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tutti cercano la propria santa maria.
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Torna la commedia di Pieraccioni scritta a quattro mani con Paolo Genovese ed interpretata dal regista toscano assieme agli amici di sempre Panariello e Ceccherini. Manca lo slang spagnoleggiante maccheronico e la super bellona latina di turno (anche la Autieri & co. sono un bel vedere) ma non mancano di certo le risate genuine cui ci ha abituato, Pieraccioni rivive i suoi vent'anni circondandosi di giovani e utilizza nientemeno che una caravella come macchina del tempo. Genovese, come detto, sostituisce il compare di tante commedie e di tante scritture Giovanni Veronesi ma il risultato non cambia: ne esce una commedia ai tempi dell'immancabile crisi con un finale più che rassicurante e con l'incontro/confronto/scontro tra due generazioni, adulti e giovani, da cui comunque tutti ne escono piuttosto bene.
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Torna la commedia di Pieraccioni scritta a quattro mani con Paolo Genovese ed interpretata dal regista toscano assieme agli amici di sempre Panariello e Ceccherini. Manca lo slang spagnoleggiante maccheronico e la super bellona latina di turno (anche la Autieri & co. sono un bel vedere) ma non mancano di certo le risate genuine cui ci ha abituato, Pieraccioni rivive i suoi vent'anni circondandosi di giovani e utilizza nientemeno che una caravella come macchina del tempo. Genovese, come detto, sostituisce il compare di tante commedie e di tante scritture Giovanni Veronesi ma il risultato non cambia: ne esce una commedia ai tempi dell'immancabile crisi con un finale più che rassicurante e con l'incontro/confronto/scontro tra due generazioni, adulti e giovani, da cui comunque tutti ne escono piuttosto bene. Confronto generazionale che rimane sui toni dell'ironia, mai un vero e proprio scontro, con sogni, dubbi e speranze che ne formano il cuore pulsante. Il romance non è più al centro della pellicola, il buon Leo torna piuttosto ai tempi de "I laureati", riprendendone le atmosfere e omaggiando il proprio film d'esordio con la famosissima gara del dopo ristorante, quella per non pagare il conto ma con esiti decisamente diversi rispetto a quelli di gioventù. Film ottimo per temi, gag e personaggi, uno dei migliori (se non il migliore) della recente filmografia dell'attore-regista fiorentino che nonostante l'assenza dell'immancabile Rocco Papaleo confeziona un viaggio indietro nel tempo bellissimo, convincente e ricco di significati in cui un ultraquarantenne insegna ai più giovani a godersi quel momento irripetibile che sono i vent'anni, aiutandoli nei vari punti di svolta delle loro vite, come ogni buon fratello maggiore farebbe. Genovese porta una ventata di freschezza e di novità con la sua comicità romana, inserendo nel rodatissimo "contesto toscano" di Pieraccioni Marzocca e Battista, che si integrano alla perfezione agli habitués che popolano normalmente i film del regista.
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stefano bruzzone
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giovedì 2 ottobre 2014
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fiacco
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Arnaldo ha una bella moglie, due figlie gemelle, un lavoro sicuro in banca, una villetta nella quieta provincia italiana. Ma un equivoco spinge la moglie a cacciarlo di casa e Arnaldo, invece di dispiacersi, coglie al volo l'occasione per reinventarsi quella vita che era diventata noiosa e ripetitiva. Dopo aver risposto a un annuncio, si ritrova a condividere un appartamento con quattro studenti universitari, ognuno dei quali ha un "problemone" da risolvere: Camilla non ha detto ai genitori di essere incinta, Marco studia medicina ma non sopporta la vista del sangue, Anna ha perso i contatti con il padre ed Edoardo, mulatto, è fidanzato con una ragazza il cui padre è un razzista conclamato.
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Arnaldo ha una bella moglie, due figlie gemelle, un lavoro sicuro in banca, una villetta nella quieta provincia italiana. Ma un equivoco spinge la moglie a cacciarlo di casa e Arnaldo, invece di dispiacersi, coglie al volo l'occasione per reinventarsi quella vita che era diventata noiosa e ripetitiva. Dopo aver risposto a un annuncio, si ritrova a condividere un appartamento con quattro studenti universitari, ognuno dei quali ha un "problemone" da risolvere: Camilla non ha detto ai genitori di essere incinta, Marco studia medicina ma non sopporta la vista del sangue, Anna ha perso i contatti con il padre ed Edoardo, mulatto, è fidanzato con una ragazza il cui padre è un razzista conclamato.
Pieraccioni perde di vista da subito il succo della storia per dare spazio alle vicende dei 4 giovani con i quali condivide l'appartamento è il film ne risente. Quasi defilato il regista toscano strappa qualche sorriso, pochi, con le sue solite situazioni da impacciato e qualche battuta in toscano, ma la pochezza di contenuti uccide definitivamente il film tramutandolo in una sit com della peggiore specie. Inutili anche le apparizioni dei soliti Ceccherini e Panariello per i quali è stato ritagliato un ruolo superfluo che non incide sulla storia..insomma sembra quasi che sia stato obbligato dargli una parte. Pieraccioni mi piace molto ma adesso credo debba dare una svolta, un segno di maturità al suo lavoro ammesso che ci riesca.
Voto: 5
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achab50
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giovedì 4 febbraio 2016
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come il maiale, non si butta via niente
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Veramente lo spettatore medio che pensa di passare 90 minuti disintossicanti si chiede chi glielo ha fatto fare di scegliere questo film, e la tentazione di farsi restituire il biglietto, ovvero di scrivere a Pieraccioni che restituisca il prezzo del biglietto, è fortissima.
Non un solo minuto del film è originale, tutto è un raffazzonare di situazioni già viste, oltretutto realizzate in maniera sciatta e senza che scatti mai, e ripeto mai, il meccanismo della comicità (ed in questo il film rappresenta davvero un record fra quelli d'evasione). Ormai Pieraccioni è il Giovanni Allevi del cinema: un cinquantenne che continua a fare il ragazzetto con i risultati che si vedono.
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Veramente lo spettatore medio che pensa di passare 90 minuti disintossicanti si chiede chi glielo ha fatto fare di scegliere questo film, e la tentazione di farsi restituire il biglietto, ovvero di scrivere a Pieraccioni che restituisca il prezzo del biglietto, è fortissima.
Non un solo minuto del film è originale, tutto è un raffazzonare di situazioni già viste, oltretutto realizzate in maniera sciatta e senza che scatti mai, e ripeto mai, il meccanismo della comicità (ed in questo il film rappresenta davvero un record fra quelli d'evasione). Ormai Pieraccioni è il Giovanni Allevi del cinema: un cinquantenne che continua a fare il ragazzetto con i risultati che si vedono.
Nulla ci viene rispamiato, nemmeno il tentativo di non pagare il ristorante con la corsa dei commensali; la location (Arezzo) affascinante viene ripresa con noia e con frequenti sovraesposizioni!
Non c'è una situazione che sia lontanamente verosimile.
Parliamo degli attori: un Panariello che fa il cumenda razzista proprio non si può vedere, così come il cameo di Enzo Iachetti era evitabile per il suo bene; e qui ci fermiamo per amor di patria.
Insomma il Pieraccioni sta raccogliendo spezzoni e ritagli di film che poi rimette assieme come un puzzle da mille pezzi cui ne manchino duecento. Cosa mai può uscire da questo guazzabuglio?
Certo che il cinema italiano è in discesa: qui sembra addirittura morto e sepolto.
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great steven
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giovedì 28 gennaio 2021
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un pieraccioni ridondante e senza trovate.
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UN FANTASTICO VIAVAI (IT, 2013) di LEONARDO PIERACCIONI. Con LEONARDO PIERACCIONI, GIORGIO PANARIELLO, CHIARA MASTALLI, GIUSEPPE MAGGIO, MARIANNA DI MARTINO, DAVID SEF, SERENA AUTIERI, MASSIMO CECCHERINI, MAURIZIO BATTISTA, MARCO MAZZOCCA, ALICE BELLAGAMBA ●Arnaldo Naldi ha quarantotto anni, una bella moglie, due figlie gemelle, un lavoro sicuro in banca e una villetta nella quieta provincia italiana. Cacciato di casa dalla consorte per via di un equivoco banale in cui c’è di mezzo il suo collega Giovannelli, anziché dispiacersi, coglie al volo l’opportunità di reinventarsi e, rispondendo a un annuncio, affitta una camera libera in un appartamento nel quale convivono quattro studenti universitari.
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UN FANTASTICO VIAVAI (IT, 2013) di LEONARDO PIERACCIONI. Con LEONARDO PIERACCIONI, GIORGIO PANARIELLO, CHIARA MASTALLI, GIUSEPPE MAGGIO, MARIANNA DI MARTINO, DAVID SEF, SERENA AUTIERI, MASSIMO CECCHERINI, MAURIZIO BATTISTA, MARCO MAZZOCCA, ALICE BELLAGAMBA ●Arnaldo Naldi ha quarantotto anni, una bella moglie, due figlie gemelle, un lavoro sicuro in banca e una villetta nella quieta provincia italiana. Cacciato di casa dalla consorte per via di un equivoco banale in cui c’è di mezzo il suo collega Giovannelli, anziché dispiacersi, coglie al volo l’opportunità di reinventarsi e, rispondendo a un annuncio, affitta una camera libera in un appartamento nel quale convivono quattro studenti universitari. Ognuno con un problema più o meno assillante da risolvere: Anna ha rotto i rapporti col padre e si diverte carnalmente con un minorenne; Andrea è iscritto a medicina e vorrebbe diventare chirurgo, ma lo spaventa il sangue; Camilla è all’ottavo mese di gravidanza, il padre del bambino non sa nemmeno di avere un figlio e lei non ha ancora affrontato l’argomento coi genitori; Edoardo, mulatto, è fidanzato con la figlia di un imprenditore pacchiano e burbero, nonché razzista convinto. Arnaldo li aiuta tutti coi suoi metodi poco ortodossi ma pur sempre efficaci, capendo al contempo che il suo punto di vista sulle cose può ancora cambiare. Infatti il nostro simpatico bancario si rende conto che "nulla è scritto" nel futuro di una persona e il futuro presenta sempre sorprese inaspettate, proprio come quando si ha poco più di vent’anni. Ormai risulta chiaro che Pieraccioni vive di rendita. Il suo stile era già ben definito fin dagli esordi cinematografici nella triplice veste di attore/regista/sceneggiatore e da allora non è mutato di una virgola. L’inghippo? Quello di ripetersi ogni volta in modo sempre meno brillante e credibile. Questa commedia appare lenta, monotona, fiacca nei dialoghi che aspirerebbero a essere spassosi, superficiale e frettolosa nel messaggino finale, condito con la lieta fine che sa smaccatamente di déjà-vu. Personaggi fastidiosamente non realistici e disegnati alla carlona, come il cineasta toscano ci ha purtroppo abituati negli ultimi anni, salvo forse Panariello e Ceccherini che recitano meglio del solito. Un’occasione sprecata soprattutto per il quartetto di attori giovani.
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cianoz
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domenica 20 aprile 2014
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il cast è autoesplicativo
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Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini, Giorgio Panariello. Tre nomi che da soli bastano a capire a quale pattume siamo di fronte. Pieraccioni comparve di fronte a tutti noi con "Il Ciclone" alcuni anni fa strappando una certa simpatia e facendo ben sperare per il futuro. Fiducia mal riposta, dato che da lì in avanti tutti i suoi film sono stati una fotocopia l'uno dell'altro, con la precisazione che di anno in anno Pieraccioni è andato stufando, sempre lo stesso, sempre con lo stesso cliché, sempre le solite storie. L'unico cambiamento è stato l'accurata scelta di attori sempre peggiori fino ad arrivare all'arruolamento di attori indegni di questo nome come i due in questione (Panariello e il non-si-capisce-ancora-come-lo-si-possa-definire-attore Ceccherini).
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Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini, Giorgio Panariello. Tre nomi che da soli bastano a capire a quale pattume siamo di fronte. Pieraccioni comparve di fronte a tutti noi con "Il Ciclone" alcuni anni fa strappando una certa simpatia e facendo ben sperare per il futuro. Fiducia mal riposta, dato che da lì in avanti tutti i suoi film sono stati una fotocopia l'uno dell'altro, con la precisazione che di anno in anno Pieraccioni è andato stufando, sempre lo stesso, sempre con lo stesso cliché, sempre le solite storie. L'unico cambiamento è stato l'accurata scelta di attori sempre peggiori fino ad arrivare all'arruolamento di attori indegni di questo nome come i due in questione (Panariello e il non-si-capisce-ancora-come-lo-si-possa-definire-attore Ceccherini).
Se siete indecisi tra spendere i soldi di un biglietto per un film di Pieraccioni e spenderli per... qualunque altra cosa esista la scelta non esiste nemmeno; sono sicuramente meglio spesi per qualunque altra cosa. Incluso buttarli nella spazzatura.
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giulimovies
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martedì 1 settembre 2015
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un "fantastico" pieraccioni
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In questo film Pieraccioni cambia le sue priorità, non più risate su risate, ma riflessioni su riflessioni.
La prima parte del film è forse un pò fiacca, ma ha anch'essa il suo perchè; ma è la seconda parte a trascinare lo spettatore in un vortice di emozioni. Il film tocca temi importanti: il razzismo, il rapporto padre-figlia, la maternità. Tutti temi trattati nel modo migliore possibile, con quel tipo di eleganza e raffinatezza in cui Pieraccioni è un maestro.
Non mancano poi battute e risate, seppur in un ruolo minore.
Bravi anche gli attori che interpretano gli studenti. Meno convincente forse la coppia di amici del protagonista.
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In questo film Pieraccioni cambia le sue priorità, non più risate su risate, ma riflessioni su riflessioni.
La prima parte del film è forse un pò fiacca, ma ha anch'essa il suo perchè; ma è la seconda parte a trascinare lo spettatore in un vortice di emozioni. Il film tocca temi importanti: il razzismo, il rapporto padre-figlia, la maternità. Tutti temi trattati nel modo migliore possibile, con quel tipo di eleganza e raffinatezza in cui Pieraccioni è un maestro.
Non mancano poi battute e risate, seppur in un ruolo minore.
Bravi anche gli attori che interpretano gli studenti. Meno convincente forse la coppia di amici del protagonista.
Una cosa è sicura. Pieraccioni non delude le aspettative, e ci porta stavolta a capire l'importanza di temi oggi forse ancora non del tutto capiti.
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daniele frantellizzi
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domenica 29 dicembre 2013
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un cinepanettone in maschera
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Una leggera delusione si impadronisce dello spettatore convinto di assistere ad un film di Pieraccioni, che invece si ritrova ad osservare sconsolato una copia sbiadita del più classico dei cinepanettoni.
Una fitta di sconforto colpisce il fianco quando il leggiadro Leonardo si prodiga in squallide volgarità degne del miglior (peggior?) "Natale a...".
Il cambio di produzione si nota, come si nota l'accostamento (voluto?) ai prodotti filmici che puntualmente sbancano il botteghino in questo periodo natalizio...
Purtroppo, perché chi segue il brillante comico toscano fin dalle sue origini, gli riconosce una comicità diversa, più innocente ed idealista, basata sulle fortune/sfortune di un personaggio comune dell'Italia popolare, spesso iellato ma fondamentalmente buono, generoso, ingegnoso ed acuto nella sua semplicità.
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Una leggera delusione si impadronisce dello spettatore convinto di assistere ad un film di Pieraccioni, che invece si ritrova ad osservare sconsolato una copia sbiadita del più classico dei cinepanettoni.
Una fitta di sconforto colpisce il fianco quando il leggiadro Leonardo si prodiga in squallide volgarità degne del miglior (peggior?) "Natale a...".
Il cambio di produzione si nota, come si nota l'accostamento (voluto?) ai prodotti filmici che puntualmente sbancano il botteghino in questo periodo natalizio...
Purtroppo, perché chi segue il brillante comico toscano fin dalle sue origini, gli riconosce una comicità diversa, più innocente ed idealista, basata sulle fortune/sfortune di un personaggio comune dell'Italia popolare, spesso iellato ma fondamentalmente buono, generoso, ingegnoso ed acuto nella sua semplicità.
Il Pieraccioni di questa pellicola è completamente differente: incarna un personaggio senza scrupoli, che si atteggia a supereroe nei confronti degli stessi ragazzi che lui stesso ha incarnato al tempo de "I laureati"...la volontà pare esser quella di segnare l'inizio della maturità di un ex-ragazzo spensierato, ma il risultato sembra essere quello di un comico indirizzato verso lidi che in fondo non gli appartengono. Un Pieraccioni finalmente uomo maturo, dalla bella macchina e dal lavoro stabile, che ha relegato il suo lato infantile in un garage e che si presta con dignitosa rassegnazione alle amorevoli cure di due figlie...improvvisamente attraversa una crisi coniugale e viene cacciato di casa dalla consorte (...che dopo tanti anni non gli concede nemmeno il beneficio del dubbio). Bene, cosa fa? Si tuffa istantaneamente in una nuova/vecchia vita di spensierato teenager ma con la barba bianca, va a vivere in un appartamento misto di studenti universitari, e si presta alle loro dinamiche fatte di feste, giochi, innamoramenti e corse mattutine al paco. Così facendo ritroverà il suo equilibrio di uomo maturo (?) ed improvvisamente dopo aver dispensato consigli a destra e manca, torna all'ovile. Bene, peccato che nei giorni di fuga dalla moglie si dimentichi completamente anche delle figlie...peccato che voglia passare per una sorta di supereroe della terza età, grazie al quale tutti i suoi nuovi amici risolvono le loro grane personali riconciliandosi ognuno con la propria vita...peccato che scompaia completamente dal lavoro... Insomma, preferivamo il buon vecchio Leonardo, umile e scanzonato, idealista e sognatore, sfortunato ma tenace al nuovo Leonardo (presunto) maturo ma in realtà pessimo padre, marito, collega, etc. Incredibilmente banale, infine, la trattazione di alcune tematiche sociali forti, come il razzismo, l'immigrazione e l'aborto, stereotipate come poche volte il cinema ha saputo fare. Da salvare un unico aspetto, forse l'unico che ci riporta al Pieraccioni di gioventù: la metafora - poetica - della caravella che incarna il coraggio necessario per affrontare i cambiamenti nella vita. Una nota finale: gli studenti di tutta Italia ringrazieranno per esser stati dipinti come una massa di giovani allo sbando, incapaci di prendere un'iniziativa pertinente alle loro problematiche. Per favore, ridateci il buon vecchio Leo.
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