Un castello in Italia

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Un film di Valeria Bruni Tedeschi. Con Valeria Bruni Tedeschi, Louis Garrel, Filippo Timi, Marisa Borini, Xavier Beauvois.
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Titolo originale Un château en Italie. Commedia, durata 104 min. - Francia 2013. - Teodora Film uscita giovedì 31 ottobre 2013. MYMONETRO Un castello in Italia * * 1/2 - - valutazione media: 2,65 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Adieu dolce vita Valutazione 3 stelle su cinque

di Pascale Marie


Feedback: 3179 | altri commenti e recensioni di Pascale Marie
giovedì 6 febbraio 2014

Il film di Valeria Bruni Tedeschi racconta la storia di una ricca famiglia, i Rossi Levi, che sommersi dai debiti sono costretti a vendere la principesca villa e vivono tra Castagneto e Parigi. La regista alterna vicende tragiche, bravo Filippo Timi, a divertenti ma strane situazioni che lei stessa interpreta con il suo stile da calma-nevrotica comedienne e le divide in tre stagioni, inverno, primavera, estate. E' anche la storia di un amore complicato fra una donna di 43 anni, ex attrice, la ricca Louise Rossi Levi, che alla sera ogni tanto distribuisce pasti caldi ai poveri, ed un bel parigino molto più giovane di lei, Nathan che lavora in piccole parti dividendosi tra cinema e studi fotografici. Il film si apre sul set di un film che Nathan sta girando dove incontra e parla ad una Louise molto confusa alla ricerca di un rosario perso e che deve  affrettarsi a prendere il treno. Le lascia comunque il suo indirizzo. Louise si incontra in villa con la sua famiglia a cui è molto legata, la madre una donna semplice come lei si definisce, e il fratello Ludovic, malato terminale di aids con cui ha un rapporto di complicità ed affettivo quasi morboso unito ad atteggiamenti a volte infantili. All'incontro è presente anche il Sindaco che vuole sapere se la Villa sarà venduta ma ognuno ha progetti molto diversi al riguardo. Louise pensa che la Villa potrebbe servire per grandi feste, come Colonia vacanze per bambini poveri o un centro per drogati, la madre pensa invece di aprirla al pubblico come Museo domenicale e la piccola cappella, dove lei prega spesso, potrebbe servire per celebrare matrimoni e battesimi. Ludovic non è d'accordo, Castagneto non si vende, il pubblico può accedere ma solo per visitare il giardino. La madre fa notare che le spese da affrontare sono enormi, tasse, stipendi, assicurazioni e in più l'allagamento dell'anno prima. Il marito ha venduto il loro impero per un tozzo di pane. Si ritrovano in seguito da un avvocato per discutere sul rimpatrio dei loro soldi e per mettere all'Asta la Villa e la madre, consapevole che potrebbe andare in prigione dice loro che le porteranno là le arance. I due fratelli scoppiano a ridere ma lei li zittisce per il loro comportamento da discolacci. Le scene cambiano ogni tanto e si vede Ludovic con Jeanne, la sua bella fidanzata nel parco ancora innevato che si baciano su una panchina. E ancora Ludovic, solo nel parco, improvvisa una finta partita a tennis, stile Jack Tati, che esultante per la vittoria stringe mani invisibili. Ricordo di un tempo che per lui non verrà più. E appare Serge, frequenta un centro di alcolisti anonimi, ha grossi problemi economici, potrebbe perdere il suo studio e chiede aiuto quasi gli fosse dovuto, alla signora Rossi Levi che gli dà 300 euro che lui rifiuta, vuole il Canaletto che vendendolo,potrebbe risolvergli i problemi. Lei gli dice che gli ha voluto bene, era amico dei suoi figli, ma Ludovic sta male ed ha altri problemi ora, e lui chi è poi? Serge si rivolge anche a Ludovic che però lo liquida subito con non siamo la Croce Rossa noi, e lo riincontra per strada con Jeanne che lo manda via, Ludovic sta male, si accascia per terra e alla richiesta di aiuto di Jeanne non appare nessuno. Ludovic e Jeanne si sposeranno all'ospedale dove festeggeranno in camera sua trasformata in sala da ballo per tutti. Intanto fra un avvenimento e l'altro, si inserisce la peculiare storia fra Louise e Nathan che in giro in vespa sembrano due spensierati ragazzi. Nathan la va a trovare con la scusa di riportarle il rosario. Sarà poi Louise che andrà a trovarlo a Parigi, si ricorda quel numero 43... Gli dice che cerca l'amore, vuole un figlio, Nathan vuole solo divertirsi, non vuole un figlio, non vuole diventare padre. Inoltre loro sono lontani socialmente,lei è ricca ed è abituata ad un'altra vita molto diversa dalla sua, ha lasciato anche il lavoro.  La voglia di maternità per Louise diventa un' ossessione e ha comportamenti strani e insoliti, in chiesa si bagna il ventre con l'acqua santa, si reca presso delle suore dove c'è una sedia speciale che se si siedono può aiutare le donne a rimanere incinte. Obbliga Nathan ad andare  in un centro di inseminazioni ed anche qui il suo comportamento è al massimo dell'isterismo quando discute con un'infermiera. Louise parte per Londra con la madre che in auto le dice di trovarsi uno psicanalista perchè ha bisogno di parlare con qualcuno. All'Asta Louise ha dei ripensamenti e non vuole più vendere, ma è troppo tardi, la vendita si è conclusa a 2milioni e 600 mila sterline. E così ritornano nella proprietà ormai venduta, assistono all'abbattimento di un grosso albero attorniati da alcuni ex dipendenti molto critici nei loro confronti e ai curiosi. Louise si allontana, ma Nathan è lì esultante, non ci sono più differenze fra loro e non tutto è perduto per il futuro. Ho sempre considerato Valeria Bruni Tedeschi una brava attrice e questo suo film è interessante e da vedere.   

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theophilus venerdì 7 febbraio 2014
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Mi perdoni, ma la sua non è una recensione, ma solo un riassunto eccessivamente lungo di un film su cui non mi sembra valga la pena di spendere troppe parole.Probabilmente abbiamo visto questa storia a partire da punti di vista molto differenti. Ho letto il suo commento alla mia recensione e francamente non ho ben capito perché non si dovrebbe considerare "Un castello in Italia" come una trasposizione autobiografica, ma solo come storia a se stante, dal momento che l'autobiografismo è palese e la stessa Valeria Bruni Tedeschi non può fare altro che riconoscerlo.Enzo Vignoli

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