The Zero Theorem

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Un film di Terry Gilliam. Con Christoph Waltz, Mélanie Thierry, David Thewlis, Tilda Swinton, Matt Damon.
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Titolo originale The Zero Theorem. Fantascienza, Ratings: Kids+13, durata 107 min. - USA, Gran Bretagna 2013. - Minerva Pictures Group uscita giovedì 7 luglio 2016. MYMONETRO The Zero Theorem * * * - - valutazione media: 3,15 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
writer58 domenica 10 luglio 2016
orwell, 50 anni dopo... Valutazione 4 stelle su cinque
74%
No
26%

"The Zero Theorem" è un film che nasce all'insegna della continuità. Anche se sono passati 30 anni da "Brazil", Gilliam continua a sviluppare la stessa ricerca stilistica e di contenuto, una ricerca in cui la presentazione di una società disumanizzata si salda con le tematiche del senso della vita, dell' identità, del conformismo e della rivolta individuale. Un regista che ci propone un'estetica visionaria, sovrabbondante, dai colori saturi e le forme tondeggianti, dagli ambienti immensi e fortemente caratterizzati, quasi un videogioco che rappresenta il futuro con gli strumenti del passato, una sorta di "Blade runner" ambientato nel 2039 e non nel 2019 e girato a inizio di secolo. Una società in cui il dominio sulle coscienze individuali è già consolidato e i singoli competono tra di loro per interpretarne le logiche di sottomissione. [+]

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stefano capasso mercoledì 15 ottobre 2014
scegliere il caos per vivere Valutazione 3 stelle su cinque
66%
No
34%

Qohen vive in una ipotetica società del futuro, fondata sull'apparenza e sull'immagina. Apparentemente una società piena di colori e individui originale, nasconde una profonda inquietudine. In realtà tutto è vietato, esiste solo il lavoro e le lusinghe di martellanti proposta di benessere spirituale e materiale. In primo piano i social network vero tessuto connettivo tra tutte le componenti Qohen che è cosi scisso da usare il noi invece dell’io, lavora alla programmazione del teorema zero, un algoritmo che vuole provare l’assurdità dell’esistente senza sosta e a ritmi frenetici. Aspetta che una telefonata arrivi a rivelargli il suo vero talento che gli potrà cambiare la vita. [+]

[+] l’angosciante perdita identitaria ed esistenziale (di antonio montefalcone)
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vanessa zarastro domenica 24 luglio 2016
fantascienza vintage Valutazione 3 stelle su cinque
80%
No
20%

In generale non sono un’appassionata di fantascienza, ma ho deciso di vedere “The Zero Therom” avendo letto delle buone recensioni e del suo regista, ormai settantacinquenne, che propone una sorta di vintage science fiction.
In effetti il film non è affatto male essendo contemporaneamente divertente e malinconico, ironico e catastrofico e sembrerebbe essere una versione pop di “Brazil”, film cult di Terry Gillian del 1985.
Qohen Leth (un eccezionale Crisopher Waltz) in un’ambientazione distòpica, parla di sé in prima persona plurale e vuole a tutti i costi lavorare in casa, perché aspetta una fantomatica telefonata in cui dovrebbero spiegargli il senso della vita. [+]

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inesperto sabato 11 aprile 2020
può essere dimostrata l'assenza di significato? Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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In quest'opera si narra della storia triste di un uomo emarginato, ambientata in un futuro caotico ed eccentrico e girata alla Terry Gilliam's way. Quest'ultima caratteristica fa intuire per quali strade possa svilupparsi la trama, pur senza aver ancora visto il film. Un programmatore molto produttivo, Qohen, vive nell'eterna attesa di una fantomatica chiamata telefonica che possa definire finalmente il senso della sua vita. Pur di non mancarla, si autoemargina dal resto del mondo, disumanizzandosi psicologicamente tanto da arrivare ad usare il plurale maiestatis parlando di se stesso con altri. Domanda ai suoi superiori il permesso di poter continuare a lavorare da casa e così gli viene assegnato il compito di dimostrare un teorema essenzialmente indimostrabile: il teorema zero. [+]

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lizzy sabato 9 dicembre 2023
il virus della vita... Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

  

Lo ammetto: pur apprezzando da sempre io moltissimo Mister Gilliam mi era sfuggito questo film.
L'ho visto, colpevolmente, solo ieri notte.
Già dalle prime scene sono rimasta colpita (come sempre con i film del regista succitato) e, come sempre, ho trovato sia diverse citazioni che raccordi con altri lavori.
Appunto dalle atmosfere nonsense di "Brazil" ai riferimenti spasmodici al Grande Fratello (ma in versione burtetta) di "1984", così come la evidentissima citazione di Matrix (Il Prescelto annunciato dall'Oracolo). [+]

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ennio lunedì 31 agosto 2020
coloratissimo guazzabuglio poco coerente Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
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Questo film lo ricorderò per l'uso smodato di colori vivacissimi in stile Burano, e la clownesca fantasia dei costumi e dei trucchi scenici, anche tecnologici. Per il resto, "the zero theorem" propone una storia leggermente distopica (30 anni fa sarebbe invece stata pura fantascienza), ma poco intelligibile al comune mortale. Si vorrebbe far filtrare l'ennesimo messaggio sul condizionamento mentale indotto dai massmedia, ma lo si fa in modo caotico, inventando una storia anche godibile da vedere ma senza capo nè coda. La quasi-storia d'amore infilata nel mezzo tra il protagonista e la misteriosa giovane risponde proprio alla necessità di buttare dentro alla storia qualcosa di tipico, di comprensibile allo spettatore medio, per indorare la pillola del non-detto su tutto il resto.

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figliounico sabato 15 aprile 2023
l'unico modo per essere liberi Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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Ideale continuazione di Brazil del 1985, dello stesso Gilliam, non per la trama, che è diversa, ma per la visione del mondo estremamente pessimista e soggettivista del suo autore, che è la medesima, The zero Theorem del 2013 è ugualmente ambientato in un mondo distopico governato da una opprimente e pervasiva burocrazia orwelliana ipertecnologica contro cui sono destinate ad infrangersi le illusioni libertarie dell’individuo moderno e non a caso l’ultimo film di Gilliam del 2018, impegnato sullo stesso tema, si ispira al Don Chisciotte di Cervantes. L’unica fuga possibile dal dominio totale del potere è nel mondo fantastico creato dall’immaginazione ed è per questo motivo che il protagonista, Qohen Leth, interpretato magnificamente da Christoph Waltz, rinuncia a scappare con la giovane entraineuse digitale consapevole che non esiste un luogo reale nel mondo che non sia dominato e controllato dall’onnipotente tecnologia che ha preso il posto di Dio nell’immaginario collettivo. [+]

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paolp78 sabato 20 maggio 2023
fantascienza strampalata e immaginifica Valutazione 3 stelle su cinque
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No
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Il talentuoso regista Terry Gilliam, unico membro americano dei mitici Monty Python, per l’ennesima volta con questa pellicola ascrivibile al genere fantascientifico, propone il suo cinema eccentrico, carico di fervida immaginazione e riflessioni profonde.
Le tematiche che vengono trattate sono, tra le altre, quelle della vita virtuale trascorsa davanti allo schermo di un computer, che genera solitudine, alienazione sociale e in definitiva infelicità. A questa si contrappone l’esistenza più classica e naturale, che contempla necessariamente contatti corporei e relazioni sociali e che quindi risulta essere maggiormente complicata e faticosa.
L’opera di Gilliam prevede anche un piano spirituale e riflessivo della narrazione, tramite il quale l’autore compie una specie di ricerca ontologica del senso della vita. [+]

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vincenzo ambriola sabato 9 luglio 2016
la vanità di terry gilliam Valutazione 2 stelle su cinque
45%
No
55%

Qohen vive da alienato in un mondo incomprensibile. Aspetta una telefonata e che dovrebbe spiegargli il senso della sua vita. Per non vivere a contatto con gli altri alienati che lo circondano accetta di affrontare una missione impossibile, dimostrare il teorema zero. Il resto della storia è così confuso che non è possibile raccontarlo oggettivamente. L'informatica ha pervaso la nostra società, trasformando modi di vivere e di agire che si ritenevano essere oramai stabilizzati. Qualcuno dice che non abbiamo più i calcolatori al nostro servizio ma che siamo noi ad essere diventati delle periferiche (abbastanza) intelligenti da svolgere compiti che le stesse macchine si rifiuterebbero di fare. [+]

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filibro domenica 10 luglio 2016
banale e noioso Valutazione 1 stelle su cinque
33%
No
67%

Film per nulla originale, seppur cerchi in tutti i modi di sembrarlo. Protagonista misantropo, solitario e semiautistico, che però cerca il senso della vita in un mondo forzatamente e artificialmente colorato e giocoso, controllato da multinazionali e da grandi fratelli. Il grottesco, il paradosso, la paranoia, il controllo, la realtà virtuale .. tutte cose viste e riviste, condite da un Waltz costretto in un ruolo pesantissimo, intrappolato in una sceneggiatura lenta e inutilmente cervellotica. Tematiche che alla fine si risolvono in un nulla di fatto, come questo film di Gillian di cui vale la pena solo ricordare il cameo di Matt Damon, fantastico nei suoi capelli platinati e coi suoi improbabili completi in corredo con ogni tipo di tappezzeria, e la spigliatezza di Melanie Thierry, unica nota sexy e frizzante di un film fastidiosamente noioso e inutile. [+]

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