Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna, Italia |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Uberto Pasolini |
Attori | Eddie Marsan, Joanne Froggatt, Karen Drury, Andrew Buchan, Ciaran McIntyre Neil D'Souza, Paul Anderson, Tim Potter. |
Uscita | giovedì 12 dicembre 2013 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 4,00 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 25 luglio 2014
John May è un impiegato ossessivamente meticoloso incaricato di trovare i parenti di chi muore in solitudine. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Still Life ha incassato 1,2 milioni di euro .
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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John May è un funzionario comunale dedicato alla ricerca dei parenti di persone morte in solitudine. Diligente e sensibile, John scrive discorsi celebrativi, seleziona la musica appropriata all'orientamento religioso del defunto, presenzia ai funerali e raccoglie le fotografie di uomini e donne che non hanno più nessuno che li pianga e ricordi. La sua vita ordinata e tranquilla, costruita intorno a un lavoro che ama e svolge con devozione, riceve una battuta d'arresto per il ridimensionamento del suo ufficio e il conseguente licenziamento. Confuso ma null'affatto rassegnato, John chiede al suo superiore di concedergli pochi giorni per chiudere una 'pratica' che gli sta a cuore e che ha il volto di Billy Stoke, un vecchio uomo alcolizzato che aveva conosciuto un passato felice. Di quel passato fa parte Kelly, la figlia perduta per orgoglio molti anni prima. Lasciata Londra per informarla della dipartita del genitore, John si muove tra i vivi e assapora la vita che ha il volto di una donna e il sapore di una cioccolata calda.
Quando si muore si muore soli, cantava Fabrizio De Andrè e scriveva Cesare Pavese che avrebbero potuto immaginare e mettere in versi il protagonista di Still Life, scritto, diretto e prodotto da Uberto Pasolini. Un film rigoroso, coerente, denso, profondo nell'immagine e nel senso, che ha la precisione e la lentezza di Tsai Ming Liang e la fissità e la dimensione iconica di Ozu. Non sembrino esagerati i riferimenti perché Still Life è un'opera importante che respira cinema dall'inizio alla fine.
Al suo secondo film, Pasolini ha un'idea di cinema coerente e matura che racconta i giorni sempre uguali di un funzionario comunale 'morto' in vita e riscoperto al tavolo con una donna. Una giovane donna divorata come lui, e le persone che 'seppellisce' e 'archivia', dalla solitudine e dal mare famelico che può essere la vita. Il punto di vista iniziale sul personaggio basta a imprimere un segno di funerea fatalità alla storia, insinuando un presagio e un destino. John May è la natura morta del titolo ed è la materia di cui è fatta la sua vita, che nel suo svolgersi produce un'altra possibile logica del mondo tutta da scoprire, tutta da rilevare. Perché da John apprendiamo la cura dovuta ai morti, compresi quelli che non hanno più nessuno a cui dare disposizioni, a cui lasciare in eredità il desiderio, a cui testimoniare il proprio. Alla loro sepoltura con pietas e misericordia provvede il protagonista, accompagnandoli sull'altra riva e ricomponendone la storia.
Diversamente da Foscolo, John è convinto che "all'ombra dei cipressi e dentro l'urna confortata di pianto" il sonno della morte possa essere meno duro. John May del poeta ha la forza intramontabile della poesia, capace di (re)suscitare i sentimenti più belli, di superare i limiti temporali e geografici, di ripristinare la giustizia che la vita con il suo corso ha sopraffatto. Interpretato con lirica sospensione da Eddie Marsan, John May ricopre una funzione sociale rilevante che eleva lo spirito nel momento in cui accoglie e custodisce e che ci sprona a vivere con responsabilità civile il nostro ruolo nella società. Perché, parafrasando Ennio Flaiano, un lavoro ben fatto è la vera rivoluzione.
Un funerale a cui assiste una sola persona, un altro funerale a cui assiste una sola persona, un terzo funerale a cui assiste una sola persona, la persona di tutti e tre è la stessa, è John May, un funzionario comunale di South London che per lavoro cerca di rintracciare i parenti delle persone morte in solitudine. Ma John May prende molto sul serio il suo lavoro perché è [...] Vai alla recensione »
John May si occupa delle “vite degli altri”, o meglio delle morti degli altri, delle persone sole e senza famiglia. Il suo è un lavoro indiziario che porta avanti con il massimo rigore, diligenza ed estrema professionalità. Spera sempre di trovare, di volta in volta, qualcuno che conoscesse la salma per far celebrare il funerale con un minimo di condivisione, ma si ritrova [...] Vai alla recensione »
Cosa può determinare la bellezza di un film? Cosa riconoscere a questa opera di una delicatezza che avresti desiderato che il personaggio restasse con noi. Viviamo come un telecomando? Non più esequie ma click e tutto finisce. Bel cinema solo 5 sale uno sparuto pubblico fortunatamente silenzioso. Non raggiungerà gli incassi del cinema demenziale ma mi auguro che rientri delle spese [...] Vai alla recensione »
Film in cui si racconta di un meticoloso e mediocre impiegato del comune il quale deve adoperarsi a cercare i parenti più prossimi, se ve ne sono, delle persone che sono morte in solitudine. Egli svolge con molta attenzione e scrupolosità il proprio incarico sebbene non riesca sempre ad adempierlo con successo. Quando gli viene annunciato dal proprio superiore che per questioni [...] Vai alla recensione »
Tra Beckett, Pessoa e Orwell : un film d’arte al cinema: ”Still Life”. Elegante e delicatissimo, un film d’arte è miracolosamente apparso in queste settimane nelle sale: ”Still Life”. Composto ed essenziale, misurato e profondissimo, strutturato ed intenso, “Still Life”si eleva culturalmente dal ciarpame trionfante, e oltrepassa [...] Vai alla recensione »
Sala di periferia, anonima e sgualcita. Siamo in 16 e ci guardiamo di sottecchi, come marziani del cinema, come alieni del grande schermo. Forse pensavamo di essere soli, sì, solo noi a vedere quel film che centri commerciali, multisala e grandi cinema hanno sistematicamente evitato. E invece i 16 mohicani hanno visto giusto, siamo noi i fortunati, noi che abbiamo evitato i [...] Vai alla recensione »
John May è un funzionario del municipio di Londra che da oltre 20 anni si preoccupa di dare una sistemazione a coloro che muoiono in solitudine. Il suo compito consiste nel trovare eventuali parenti o amici del defunto e occuparsi del funerale e della tumulazione. Un giorno John riceve il licenziamento e decide così di portare a termine l'ultimo caso su cui stava lavorando.
Un capolavoro, stupendo. Un film introspettivo sul cinismo della vita moderna dove il carattere empatico delle persone viene sostituito da meri calcoli utilitaristici, stigmatizzando un ciclo di decadimento del "capitale umano" sino alla sfera familiare/affettiva, dove i figli ripudiano i padri e i padri trascurano i figli. Ma non si puó non percepire ( in una eccezionale [...] Vai alla recensione »
"Still life" di Pasolini (Uberto) è un film perfetto. Fare un film in grande stile perfetto è quasi impossibile, come dimostrano opere che mirano molto in alto tipo "La grande bellezza". Fare un film essenziale perfetto è possibile, e "Still life" incarna perfettamente questa dimensione rigorosa, precisa come un cubo di Rubik, apperentemente semplice [...] Vai alla recensione »
John May, impiegato di un municipio londinese, si occupa dei cittadini che muoiono soli. Prende in consegna l’appartamento, lo svuota, cerca di rintracciare amici o parenti, quasi sempre inutilmente. Crede che nessuno debba scomparire senza il segno o l’omaggio di una parola. Sulla piccola scrivania dell’ufficio nel seminterrato dispone – come una delicata natura morta [...] Vai alla recensione »
L’espressione inglese “still life”, tradotta letteralmente in italiano corrisponde a natura morta, ma significa natura immobile, silenziosa. E John May ( Eddie Marsan) è un impiegato municipale londinese di poche parole che fa trapelare le sue emozioni da un volto apparentemente immobile, ma ciononostante espressivo nel sollevarsi di ciglia sugli occhi chiari o in un sorriso accennato.
Una chicca imperdibile per gli amanti del vero cinema. Il grigiore della vita di un semplice impiegato dell'ufficio comunale addetto al riconoscimento dei morti dimenticati assume le valenze di un canto dolente ma pieno di speranza. Il regista lavora di sotrazione lasciando il protagonista in un mondo asettico e solo apparentemente privo di emozioni.
Film bellissimo, che mi ha commosso. Non tanto perchè parla della morte o della solitudine, ma perchè parla della delicatezza di un'anima bella. Chiusa in un corpo goffo, in una vita monotona, in una precisione maniacale, in una ripetitività ossessiva di giornate apparentemente sempre uguali, cerca qualcosa di più grande.
Still life, letteralmente "natura morta", racconta la vita "minimale" di un impiegato comunale della South London addetto alla gestione delle salme di persone apparentemente senza famiglia. Ne ritaglia le fotografie, che andranno a far parte del suo personalissimo album di famiglia (che non ha!); ne osserva l'ambiente vitale e ne raccoglie le reliquie, che gli serviranno per [...] Vai alla recensione »
"STILL LIFE" (fotograficamente: natura morta) è un rigoroso e ossianico film sulla morte in solitudine. La scena finale il solo elemento consolatorio. Realizzato con una essenziale tecnica registica da "still life", appunto, dove desolate location cimiteriali fanno da scenario ricorrente nella quotidiana esistenza di un solitario impiegato municipale, addetto alla ricerca [...] Vai alla recensione »
John May lavora per il comune di Londra. E' un servizio particolare quello a cui si dedica: organizzare il funerale delle persone che muoiono sole, rintracciando eventuali parenti o amici. Ama il suo lavoro e lo svolge con meticolosità; scrupoloso annota tutto fino a conservare un suo personale album fotografico delle persone che segue.
Quando una vita di solitudine si incontra con la morte di un uomo che al contrario ha vissuto pienamente la propria vita, in compagnia di altre vite , si può capire il punto di vista di Uberto Pasolini regista di STILL life che racconta se stesso a confronto con l'idea della morte in solitudine, come tutte quelle che il suo personaggio , il funzionario John May uomo solo [...] Vai alla recensione »
John May vive solo in un appartamento nella zona popolare della sua città. Meticoloso, preciso e routinario, la sua vita ruota attorno al lavoro, il cui compito (ma forse è più corretto dire missione) è quello di ritrovare i parenti di persone decedute apparentemente sole al mondo. In realtà, scavando un po’ a fondo tra ricordi, fotografie e oggetti personali [...] Vai alla recensione »
Con una trama così lineare e "normale" che sembra un film quasi noiso ma che in realtà non lo diventa mai. Nella sua semplicità e realtà va a toccare molto nel profondo, ma quasi senza farsene accorgere, paure ancestrali quali la morte, il distacco, la solitudine. La sua delicatezza è la sua forza. Un film da vedere e rivedere per fare un viaggio dentro [...] Vai alla recensione »
Ci sono momenti nella vita dei quali si riesce a godere intensamente ogni singolo attimo, ogni stilla di tempo che ci scorre tra le dita, negli occhi, nelle parole, negli sguardi di chi ci sta intorno, nelle azioni nostre e degli altri. Beh, a me non è capitato proprio così quando, entrato nella sala, le immagini di 'Still life' hanno cominciato a scorrere sullo schermo: una vaga [...] Vai alla recensione »
Nell'epoca del soldo facile, del fare il meno possibile per ottenere il massimo, dell'enfatizzazione delle emozioni più sguaiate, della volgarità e superficialitá, dell'individualismo e della accidia in particolare per il proprio lavoro, questo film é rivoluzionario. Rivoluzionaria è la semplice storia di un piccolo grande uomo che ama la vita al punto di preoccuparsi dei morti che nessuno cerca, che [...] Vai alla recensione »
Still Life racconta la storia di John May, un uomo che ha dedicato la sua vita agli altri, organizzando funerali per coloro che sono morti soli e dimenticati. In queste cerimonie, vediamo la presenza di sacerdoti appartenenti a varie religioni, ma il vero "sacerdote" che emerge è lo stesso John, rappresentante di una religione ben più universale e laica: quella della [...] Vai alla recensione »
Un piccolo capolavoro di britannica produzione ma di italiana regia. Quando si muore si muore soli, cantava Fabrizio De Andrè, è questa è la storia di un funzionario comunale londinese il quale si occupa di dare una dignitosa sepoltura alle persone che muoiono in solitudine. Rigoroso e meticoloso sino ad essere maniacale, John May si adopera nel ricercare sino all'ultima [...] Vai alla recensione »
John May è un impiegato comunale di Londra con il compito di cercare i parenti superstiti di gente che muore da sola, svolge il suo lavoro con meticolosità e pignoleria, i suoi gesti sono ripetitivi, maniacali, lenti, eppure dentro di lui c'è una partecipazione, un'empatia verso quelle persone, davvero insolita e commovente, si occupa personalmente della liturgia funebre, del discorso e della musica, [...] Vai alla recensione »
Il paradosso della vita: nessuno può dirsi solo, ma ognuno sente (e teme) di esserlo Come parlare di un argomento così delicato come il legame tra vita e morte se non come narrato da Uberto Pasolini! Still Life è un film raccontato con il giusto equilibrio tra leggerezza e serietà, azzeccato in ogni dettaglio, dove ogni cosa, persona, luogo e dialogo non è [...] Vai alla recensione »
Il cinema è un’arte ed un film come Still life ne è l’emblema. Un film denso nella sua asciutta essenzialità, la solitudine redenta di un uomo il cui lavoro è fare compagnia ai morti abbandonati dai vivi. Straordinaria l’interpretazione di Eddie Marsan che trasferisce in maniera semplicemente perfetta le emozioni che vive il protagonista del film.
Tra gli scontatissimi Un fantastico via vai e Indovina chi viene a Natale, brilla la perla tutta italiana di Uberto Pasolini: Still life. E' la storia di John May, un inpiegato comunale che ha il compito di censire e portare a onorata sepoltura i decessi delle persone morte in solitudine nel distretto territoriale di cui è funzionario, senza lasciare nulla d'intentato per rintracciare eventuali parenti [...] Vai alla recensione »
Nella melassa traboccante del Natale splende John May, natura morta che vive per raccogliere i pezzi perduti di vite scomparse di cui nessuno si è accorto. Svolge il suo lavoro con totalizzante dedizione, lui stesso è al confine di un mondo che non si accorge di lui e quando lo fa è solo per staccargli la spina negandogli la missione.
E' la storia di John May, un inpiegato comunale che ha il compito di censire e portare a onorata sepoltura i decessi delle persone morte in solitudine nel distretto territoriale di cui è funzionario, senza lasciare nulla d'intentato per rintracciare eventuali parenti e amici dei defunti. Il lavoro è svolto con metodo e coscienzioso rigore, nel rispetto assoluto della personalità [...] Vai alla recensione »
C'è un omino piccolo così......che ha la faccia curiosa e stranita di.....Eddie Marsan È uno che se fosse in Italia avrebbe la faccia aliena di Albanese nel fisico di Renato Rascel Si chiama John May lavora per il municipio, il suo compito è cercare il parente più prossimo a chi muore da solo e non trovandolo dargli la migliore sepoltura.
Uberto Pasolini, sul cui cognome eviteremo di soffermarci con improbabili confronti, esordisce alla regia con una storia dolce e malinconica al tempo stesso. Protagonista della pellicola è John May, funzionario municipale addetto alla sepoltura di persone dimenticate, che si vede sollevato dall'incarico in seguito al ridimensionamento della sua sezione lavorativa: il suo nuovo [...] Vai alla recensione »
La Poesia diventa fotogramma in questa pellicola italo britannica del 2013 firmata da Uberto Pasolini. Nella quiete di un paese di campagna inglese Eddie Marsan, nei panni di John May, si occupa di trovare parenti ed amici alle povere anime trapassate in solitudine. A May il compito di organizzare il funerale . L'uomo da anni effettua il suo lavoro con grande senso di responsabilita' e [...] Vai alla recensione »
Credo che i regista sia stato perfetto nel comunicarci le intenzioni che lo muovevano a questo film. la grande umanità del protagonista risalta ad esempio confrontata al nuovo efficientismo da macchietta (blairiano o cameroniano). ci sono cose che non hanno prezzo, come far ritrovare una "famiglia" dispersa. Grande interpretazione di eddie marsan che neanche a crearlo poteva avere [...] Vai alla recensione »
Parole chiave: dedizione, responsabilità, senso del dovere, profondità, empatia, senso della ritualità, rispetto dei morti. Nell'epoca della superficialità, della velocità, dell'eterno presente, John May è intriso di tutto ciò che si oppone a questo. Lui è lento (nel senso buono), profondo, empatico, rispettoso del mondo e di chi [...] Vai alla recensione »
Non mi ha suscitato nessuna vera emozione. Forse perché la morte ancora non mi spaventa, pur avendo un’età in cui potrebbe essere un evento abbastanza vicino. In sala ho sentito commenti di persone anziane di questo tenore: ”Che film triste, mi sono pentita di averlo scelto”. Perché? Forse questa fase della vita ci è estranea? Eppure il nostro essere [...] Vai alla recensione »
John May è un uomo molto meticoloso (basta vedere come sbuccia le mele) e molto solo. Sarebbe difficile scovare qualcuno più adatto di lui al suo lavoro: cercare i familiari di persone morte senza nessuno accanto e, nel caso il tentativo fallisse, organizzarne il funerale. La scrupolosità spinge John fino a presenziare alle cerimonie (spesso in perfetta solitudine) e a scrivere [...] Vai alla recensione »
Lui è un impiegato del Municipio, fa il curatore della memoria di chi se ne è andato senza salutare nessuno, ma soprattutto senza essere salutato da nessuno. Si fa segugio per seguire le tracce lasciate nella vita degli altri, per rinfocolare affetti perduti, per ripristinare un filo rotto chissà quando e chissà come. Lui archivia, raccoglie foto e impingua fascicoli, si attiva perchè nessuno resti [...] Vai alla recensione »
Film piccolo, tenero e alla disperata ricerca di quella poesia rarefatta di certi film di Kaurismaki o nella migliore delle ipotesi il Kim Ki Duk pià buono, che parte da un' idea (?) o meglio da un mestiere, quello del protagonista, molto particolare e sicuramente affascinante. John May rintraccia parenti e conoscenti di persone decedute in solitudine.
Una storia semplice e densa quella rappresentata nel film STILL LIFE da Uberto Pasolini. John May, è impiegato di una municipalità inglese e ha il compito di trovare i parenti di persone decedute senza che nessuno abbia avuto cura di loro quando la vita li ha abbandonati. John, però, non è solo così solerte e meticoloso impiegato da indagare tra vicini sulle possibili relazioni familiari degli estinti, [...] Vai alla recensione »
John May muore a 44 anni investito da un autobus. Lui, sempre così compito e metodico, che attraversava la strada guardando più volte a destra e sinistra, in questo caso era euforico e distratto dalla novità di aver conosciuto Kelly Stoke, una ragazza semplice che lavora in un canile e che gli aveva dato un appuntamento dopo il funerale di suo padre, Billy Stoke.
Questo film è passato in proiezione al Festival di Venezia. Mi è piacevolmente passato davanti. Un film vero,con un ottimo e tenerissimo Eddie Marsan che sostiene il film da solo. Ho pianto per una decina di minuti dopo il film. Toccante. Consigliatissimo. (in lingua originale è meglio!)
Veramente intenso, preciso, rigoroso. Mi hanno colpito i particolari disseminati dal regista lungo il film quasi come una caccia al tesoro però semplice, evidente, leggibile ma mai banale o retorica. Che dire della poltrona sorretta dalla pila di libri, le impronte delle dita nel barattolo di crema, il fermo immagine sulla mela sbucciata accanto all'indirizzo di casa sua.
Un vero dono di Dio così si può definire la figura di questo piccolo uomo pieno di sentimento ,cuore ,umiltà e di rispetto verso chi non possiede più nulla ridando quella dignità persa forse durante la loro vita alle persone scomparse ,questo film è più attuale di quanto si possa pensare ,valori ormai scomparsi o quasi riemergono in tutta [...] Vai alla recensione »
Probabilmente non è un film per il grande pubblico ma una vera chicca per i cinefili. La storia di un uomo che stà dalla parte dei morti. Si preoccupara di rendere onorevoli i funerali dei morti in solitaria. Molto spesso, nonostante i suoi meticolosi e quasi ossessivi sforzi, si ritrova ad essere l'uno partecipante a questi funerali che lui organizza per conto del comune, andando [...] Vai alla recensione »
...storia originale sul tema del rapporto con la morte e soprattutto sulla solitudine.Costruito con sensibilità e stile rigoroso grazie anche alla perfetta interpretazione del protagonista che insieme al regista si rivelano da Oscar.Belle anche le musiche e l'ambientazione nelle periferie londinesi,;dialoghi brevi e asciutti funzionali alla trama con un finale drammaticamente intenso, ma [...] Vai alla recensione »
Partendo dal presupposto che, visto quello che il panorama cinematografico attuale propone, questo è un film più che discreto, mi permetto di andare controcorrente e dico che però, a mio avviso, non è nulla di più di questo. Il punto fondamentale nell'approccio alla pellicola, a mio modo di vedere, è la concezione che ciascuno ha della morte, e di cosa [...] Vai alla recensione »
Nessun dubbio che si tratti di un film che ricorderò per sempre, collocandolo fra Departures e Le vite degli altri con qualche suggestione da Il cielo sopra Berlino. Film che oso definire perfetto per la sobrietà di ogni scena e che è nello stesso tempo piena di significati e in molti momenti di autentica poesia. Recitazione, musica, ambientazioni tutto nella giusta misura, quello [...] Vai alla recensione »
Non è vero che quello che si fa nostra vita avrà un riscontro terreno . Vedremo i frutti nel mondo ultra terreno. Non è vero che John May e' la natura morta ma è anzi colui che con la sua energia da vigore ad un mondo fatto di persone meschine combattendo contro una vita piena di stereotipi e vuota di senso . Anch io non voglio nessuno al mio funerale
Agire nella direzione in cui si crede, senza aspettarsi nulla in cambio. La Fede autentica, l'atto d' Amore per eccellenza. Tutto il resto è Vita. Film di un lirismo superlativo. Fausto Soregaroli
Il film, recitato egregiamente, è stato a mio avviso innovativo sia nei contenuti sia nella messa in scena. L'ho trovato non banale e con un finale inaspettato, che parla nel regno dei morti, e come il regno dei vivi giudica il genere umano. Assolutamente da vedere!
John May è impiegato presso una delle municipalità londinesi e il suo compito è di rintracciare familiari, parenti e amici di chi è morto solo. Quand'anche non ci riesca, e capita spesso o quasi sempre, egli esita più che può prima di darsi per vinto e comunque alla fine si prodiga per assicurare al defunto un degno ultimo saluto, scegliendo la musica dai dischi che ha trovato nelle loro case.
Qualche ora prima di concedersi il solito bottino di battute, risate e smorfie assortite al gusto di moralismo-qualunquismo, ci sarà qualcuno che amerà un film sulla morte. Intendiamoci, non è certo l'imperativo categorico dei cinéfili a spingerci verso il film che ha raccolto consensi straripanti in tutti i festival dove è stato presentato: «Still Life» dell'italiano diventato da anni londinese Uberto [...] Vai alla recensione »
Un meticoloso e triste impiegato londinese (un impeccabile Eddie Marsan) è addetto alla ricerca di amici e parenti di persone morte senza nessuno a fianco. Esemplare regia geometrica di Uberto Pasolini (premiato quest'anno a "Orizzonti"), che racconta la solitudine dei vivi e dei morti, con luci spente e grigie, attraverso il paradigma di un personaggio destinato all'infelicità e licenziato perché [...] Vai alla recensione »
John May è un professionista di estremi saluti, che nella Londra contemporanea prepara con antica dedizione. Silenzioso, di mezza età e profondamente solo, lavora nell'amministrazione comunale nel settore "funerali" che organizza con un'attenzione oltre il dovere, specie per anime che scopre essere (state) solitarie quanto lui. Scrive e legge i discorsi di commiati, assiste ad ogni sepoltura, e di [...] Vai alla recensione »
Una serie di funerali in chiese sempre deserte, e di diverse confessioni. Un omino sempre uguale, e sempre solo. Una serie di defunti senza storia, cioè senza amici e parenti, a cui l'omino, impiegato comunale, cerca di dare un addio dignitoso. L'eroe del secondo film di Uberto Pasolini sembra uscito da un libro a fumetti o da una canzone, tanto è ben disegnato dall'attore e da una regia essenziale [...] Vai alla recensione »